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Greenwich Village, inizio anni '60. Llewyn Davis è un cantante Falk, che prova a ripartire dopo che il cantante con cui faceva coppia e aveva un buon successo, si è suicidato saltando da un ponte. Ma la strada è in salita: il suo stile è cupo e malinconico e la gente, nonché le case discografiche, preferiscono canzoni smielate, disimpegnate. Così si ritrova tante porte sbattute in faccia. Anche la vita privata non va molto meglio: dorme dove capita, la sua ex non vuole più vederlo, la sua famiglia ormai lo rinnega. Rischia così di dover rinunciare al suo sogno proprio poco prima che un certo Bob Dylan spiani la strada a quel genere...
I fratelli Cohen tornano al Cinema, in pieno loro stile: con personaggi caratterizzati, storie profonde, talvolta tristi ma raccontante in modo dinamico e a tratti ironico. Pellicola dedicata alla storia disperata di Dave Van Ronk, ma soprattutto, di un genere destinato a restare sempre nei margini, come del resto vuole il suo stile: il Falk. Perché anche quando esplose con Dylan, dovette sempre vedersela con nuovi generi più popolari. Il risultato finale è una storia ben raccontata, ma che forse non convince fino in fondo. Sembra che manchi qualcosa. Ma anche questa è una caratteristica del duo registico: alla fine ogni loro portata sembra sempre imperfetta. Mancare di qualche ingrediente. In fondo, in tanti li amano anche per questo.
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