davidjordanair
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domenica 30 gennaio 2011
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film simpatico e divertente
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ho appena finito di vedere il film e vi devo dire che è stato molto simpatico e carino.
Il film è adatto a chi vuole passare due ore senza preoccuparsi di avere la mente concentrata per capire la storia, infatti questa risulta semplice e in alcuni passaggi anche scontata.
I punti di forza del film sono i dialoghi e le battute tra i personaggi. (l'aiutante Kato è troppo forte!)
L'azione non manca e l'uso del 3D è discreto anche se si poteva fare di più.
In conclusione assegno a questo film 4 stelle sperando che ci sia la continuazione!
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storyteller
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lunedì 31 gennaio 2011
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un punturone di ironia e stile
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Un piccolo kolossal d'autore, che ha il pregio di non prendersi troppo sul serio pur raccontando una storia innegabilmente attuale.
Il punto di forza dell'opera è appunto lo stile con cui viene narrata (il set che si triplica, le sequenze in fast forward come le comiche degli Anni '30, panorami cittadini stile plastico da stop-motion, combattimenti ipercinetici che mescolano Matrix, V for Vendetta e Kung Fusion) e l'irresistibile carica goliardica dei dialoghi, che non si esaurisce mai fino al parossistico finale.
Un film gustoso e di buon gusto.
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dario carta
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lunedì 14 febbraio 2011
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fumetto
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Ecco un ennesimo frammento dell'ampio mosaico che ritrae un cinema intento ad estrarre i propri contenuti dalle pagine dei comic books americani,prediligendo l'epoca che a buona ragione i più attenti definiscono la Golden Age dei fumetti,un'età dell'oro dell'immagine stampata sviluppatasi a cavallo fra la fine degli anni '30 e il tramonto del decennio successivo.
E' un'epoca che ha visto i natali degli eroi di cartone,effige sublimata di una società ansiosa di risorgere dalla Grande Depressione e scongiurare i timori di una dimensione bellica planetaria.
"The Green Hornet" segue nel 1940 la comparsa nei libri a fumetti di Superman e l'anno successivo,nel '39,del Batman di Bob Kane,ma in realtà il Calabrone Verde,personaggio nato dalla fantasia di George W.
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Ecco un ennesimo frammento dell'ampio mosaico che ritrae un cinema intento ad estrarre i propri contenuti dalle pagine dei comic books americani,prediligendo l'epoca che a buona ragione i più attenti definiscono la Golden Age dei fumetti,un'età dell'oro dell'immagine stampata sviluppatasi a cavallo fra la fine degli anni '30 e il tramonto del decennio successivo.
E' un'epoca che ha visto i natali degli eroi di cartone,effige sublimata di una società ansiosa di risorgere dalla Grande Depressione e scongiurare i timori di una dimensione bellica planetaria.
"The Green Hornet" segue nel 1940 la comparsa nei libri a fumetti di Superman e l'anno successivo,nel '39,del Batman di Bob Kane,ma in realtà il Calabrone Verde,personaggio nato dalla fantasia di George W. Trendle e Fran Striker, fu creatura destinata ad una serie radiofonica messa in onda a partire dal 1936 e già connotata a riassumere i lineamenti delle figure eroiche che lo seguirono,con le loro peculiarità,come la doppia identità,una nascosta e riscattatrice,l'altra pubblica ed ordinaria. Il film di Michael Gondry ("Gli acchiappaflm","Se mi lasci ti cancello") sullo script di Seth Rogen già sceneggiatore di "Molto incinta" e "Donnie Darko" e qui anche protagonista nella parte di Britt Reid,raccoglie la scomoda eredità lasciata dalla serie televisiva degli anni '60 che,a dispetto dell'aspetto blando della dimensione economica casalinga,fu capace di identificare il sogno americano ben più caparbiamente della lista di titoli per il grande schermo di vent'anni prima.
Come necessario,non sono concesse deroghe alla natura originale del personaggio e delle circostanze della sua nascita e la storia viene raccontata nei canoni dell'attuale cinema di cassetta.
Britt Reid (Rogen) è il figlio lazzarone del facoltoso editore James Reid (Tom Wilkinson) a capo della testata del Daily Sentinel di Los Angeles.
L'uomo è vedovo,ma anche austero e non vede granchè nel figlio,piuttosto incapace in qualsiasi attività professionale ma altrettanto abile e svelto a disperdersi in inezie o correre dietro alle ragazze.
Quando il padre viene trovato morto per shock anafilattico dovuto ad una puntura di insetto,il ragazzo si trova a dover coniugare la propria frustrazione con le nuove responsabilità cui deve far fronte.
Accompagnato dal collaboratore del padre,l'asiatico Kato (Jay Chou),geniale meccanico,inarrivabile coffee maker ed esperto di arti marziali,Britt decide di combattere la malavita usando una divisa che nasconde le reali identità di entrambi e fingendo di essere essi stessi criminali per agevolare il processo di infiltrazione.
Affiancati dall'avvenente assistente Lenore Case (Cameron Diaz),tra bisticci e petulanti diatribe i due affrontano Benjamin Chudnofsky (Christoph Waltz),un boss russo a capo della malavita locale,mentre sono a loro volta inseguiti dalle forze di polizia.
Pop corn film da consumo adolescenziale,"The Green Hornet" di Gondry risulta più un prodotto di convenienza commerciale che una divertente pellicola.
Tra le righe della forzata comicità da fiacca commediola di Seth Rogen e la verve esplosiva di un'energia in disinnesco del produttore Neal Moritz,non rimane del film che uno spento desiderio di una magia non avveratasi.
Dopo un prologo introdotto come antefatto tregicomico con i tratti tipici delle pagine domenicali americane la storia procede imbottita di futili argomenti inviluppando fantasie bondiane e illusioni comiche di patetiche situazioni ad uso di imbarazzanti reminiscenze delle magiche sequenze di Blake Edwards.
Resta poco attaccato ad un insignificante album di figurine sbiadite privo dello spirito e del guizzo delle pagine radiofoniche dell'epoca o del colore dei comic books di un'età d'oro che pare inghiottita dalla sperequazione e dalle scommesse commerciali di un cinema da disincanto.
Gondry fallisce nell'intento di divertire,contestualizzando una storia lasciata troppo fedele alla sua epoca,in una condizione anacronistica di tecnologie e potenzialità informatiche e il prodotto è un pastiche confuso e poco convincente.
Christoph Waltz propone la stessa mimica della stupita perfidia dei "Bastardi senza gloria",confermando una statura professionale che però qui si disperde nell'inconsistenza della struttura filmica.
Il pop singer Jay Chou nel suo Kato vitalizza l'elemento essenziale attorno a cui gravita la storia,riuscendo a porre il giusto accento al suo rapporto con Britt.
Allora quando si riaccendono le luci,la memoria corre alle due indimenticabili ossessioni della cultuale serie TV di cinquant'anni fa.
Il volo dell' interludio di Nikolaij Rimskij-Korsakov e la nascita del mito di Bruce Lee nel suo iconico debutto nelle vesti di Kato.
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ams80
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giovedì 19 maggio 2011
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l'anti-eroe
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Britt Reid è un ragazzo senza madre, cresciuto all'ombra di un padre che dedica tutta la sua vita al lavoro. Alla morte di quest'ultimo Reid fa la conoscenza di Kato (un ex dipendente di suo padre).
Kato si rivela dotato di stupefacenti doti di combattimento oltre che di meccanica (costruirà la "Pantera nera": auto che usano per andare in giro con la veste di "super-eroi" o presunti tali).
I due volendo combinare qualcosa di buono nella vita si mettono a combattere il crimine ma in maniera tutt'altro che seria ed organizzata.
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Britt Reid è un ragazzo senza madre, cresciuto all'ombra di un padre che dedica tutta la sua vita al lavoro. Alla morte di quest'ultimo Reid fa la conoscenza di Kato (un ex dipendente di suo padre).
Kato si rivela dotato di stupefacenti doti di combattimento oltre che di meccanica (costruirà la "Pantera nera": auto che usano per andare in giro con la veste di "super-eroi" o presunti tali).
I due volendo combinare qualcosa di buono nella vita si mettono a combattere il crimine ma in maniera tutt'altro che seria ed organizzata.
Il film rappresenta quasi la parodia del classico eroe, Green Hornet è l'anti-eroe ovvero completamente disorganizzato, a tratti sfigato.
Il film sembra più un fumetto, non ci sono grandi effetti speciali, discorsi o scene mirabolanti. Anche i due personaggi principali sono poco approfonditi.
Nonostante sia un film che non rimarrà nella storia, la pellicola risulta gradevole per passare una serata a guardarsi un dvd a tratti ironico e poco impegnativo.
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ultimoboyscout
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lunedì 29 agosto 2011
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shanghai? adoro il giappone...
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Strano che un regista di cinema di un certo livello si impegni in film come questo. Ma ormai i supereroi non sono più quelli di una volta e le visionarie illusioni di Gondry trasformano il calabrone verde in una pellicola in cui passato e futuro, commerciale e autoriale si fondono/scontrano, creando un circo di immagini e situazioni di forte intrattenimento. Il supereroe assume così contorni diversi, innovativi ed atipici, tanto di moda in queste ultime stagioni cinematografiche. Infatti Rogen non c'entra nulla (almeno sulla carta) nel contesto, lui che al massimo è protagonista di un cinema americano nerd, giovanilistico e sovrappeso, ma per azzeccarci qualcosa il film l'ha prodotto e se l'è pure scritto a misura.
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Strano che un regista di cinema di un certo livello si impegni in film come questo. Ma ormai i supereroi non sono più quelli di una volta e le visionarie illusioni di Gondry trasformano il calabrone verde in una pellicola in cui passato e futuro, commerciale e autoriale si fondono/scontrano, creando un circo di immagini e situazioni di forte intrattenimento. Il supereroe assume così contorni diversi, innovativi ed atipici, tanto di moda in queste ultime stagioni cinematografiche. Infatti Rogen non c'entra nulla (almeno sulla carta) nel contesto, lui che al massimo è protagonista di un cinema americano nerd, giovanilistico e sovrappeso, ma per azzeccarci qualcosa il film l'ha prodotto e se l'è pure scritto a misura. La regia di Gondry da il tocco complesso dell'autore che sembra sbattere col taglio action, la trama diverte a mescolare generi risultando appetibile ad un pubblico vasto. E il bello è che questo eroe non si lamenta delle troppe responsabilità, non ha un lato oscuro ma beatamente si esalta nel suo ingegnoso mondo da baloccone leggermente dark. Dove regna un magnifico Christoph Waltz, attore completissimo, e dove incontri una deliziosa Cameron Diaz e più fugacemente James Franco. Il personaggio di Kato è emblematico e significativo: un omaggio al primo personaggio di successo di Bruce Lee proprio nell'anno in cui avrebbe compiuto 70 anni. A Rogen mancherà il physique du role per fare il supereroe, non quello per far ridere e divertire. Ultima nota per il regista: Michel le fou è davvero bravo, eclettico, imprevedibile e assolutamente geniale, il film è di difficile classificazione ma funziona.
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nfl 26
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giovedì 1 settembre 2011
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due ore sprecate....
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The Green Hornet racconta l'origine e gli eventi che hanno portato Britt Reid e Kato,rispettivamente interpretati da Seth Rogen e da Jay Chou, ad unirsi in nome della giustizia e combattere il male,nel film interpretato dal grande Christoph Waltz.....il tutto accompagnato dalla bionda Cameron Diaz !!!!
Questa coppia di giustizieri era già nota grazie alla serie televisiva interpretata da Van Williams e Bruce Lee; quest'ultimo reso famoso nel mondo occidentale grazie al ruolo di Kato!
Dopo la favolosa trilogia su spider-man magistralmente diretta da Sam Raimi e durante l'ascesa del batman di Christopher Nolan, hollywood ha voluto abbuffarsi,fino allo stremo,di supereroi !
Il risultato di questo inutile sforzo è un film ,a mio parere, molto scadente sotto tutti gli aspetti.
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The Green Hornet racconta l'origine e gli eventi che hanno portato Britt Reid e Kato,rispettivamente interpretati da Seth Rogen e da Jay Chou, ad unirsi in nome della giustizia e combattere il male,nel film interpretato dal grande Christoph Waltz.....il tutto accompagnato dalla bionda Cameron Diaz !!!!
Questa coppia di giustizieri era già nota grazie alla serie televisiva interpretata da Van Williams e Bruce Lee; quest'ultimo reso famoso nel mondo occidentale grazie al ruolo di Kato!
Dopo la favolosa trilogia su spider-man magistralmente diretta da Sam Raimi e durante l'ascesa del batman di Christopher Nolan, hollywood ha voluto abbuffarsi,fino allo stremo,di supereroi !
Il risultato di questo inutile sforzo è un film ,a mio parere, molto scadente sotto tutti gli aspetti.
Il film si pone come obiettivo,il raccontare il momento fatidico in cui Britt Reid e Kato da semplici "colleghi" si sono uniti sotto il nome di "Calabrone Verde" ! Bè il regista(Michel Gondry,entrato nelle classifica dei migliori 50 registi esistenti,stilata da IMDB,grazie a film come Se Mi Lasci Ti Cancello e Gli Acchiappafilm) non è stato in grado di sottolineare questo passaggio e tutto avviene come se fosse normale o naturale divenire all'improvviso degli eroi mascherati ! Seth Rogen più lo vedo recitare e più mi chiedo perchè lo fanno recitare. Jay Chou musicista taiwanese ottimo nei combattimenti ma scarso quando si tratta di "dialogare" con gli altri personaggi !! In fine Christoph Waltz reduce del successo riscosso con Inglorious Bastards e quasi sicuramente consapevole di aver sbagliato nello scegliere questo film !!
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mikemaister
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martedì 24 gennaio 2012
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la nascita della “herodementia”
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Britt Reid, in seguito alla morte del padre, eredita tutte le sue ricchezze e la sua testata giornalistica, una delle più stimate e vendute della città. Non avendo mai assunto responsabilità o impieghi di qualsivoglia genere, il nostro protagonista si trova a dover “addomesticare” un vero e proprio impero mediatico. Ma con Kato, l’uomo del cappuccino nonché sottovalutato meccanico, deciderà di creare un nuovo eroe in città, un eroe che agisce da criminale, The Green Hornet, un mix di stupidaggine, fortuna, etica e filantropia. Calpesteranno i piedi a qualcuno, ma si sa, in certi film la mancanza di un lieto fine è probabile come un pugno sulla carotide in una sacrestia.
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Britt Reid, in seguito alla morte del padre, eredita tutte le sue ricchezze e la sua testata giornalistica, una delle più stimate e vendute della città. Non avendo mai assunto responsabilità o impieghi di qualsivoglia genere, il nostro protagonista si trova a dover “addomesticare” un vero e proprio impero mediatico. Ma con Kato, l’uomo del cappuccino nonché sottovalutato meccanico, deciderà di creare un nuovo eroe in città, un eroe che agisce da criminale, The Green Hornet, un mix di stupidaggine, fortuna, etica e filantropia. Calpesteranno i piedi a qualcuno, ma si sa, in certi film la mancanza di un lieto fine è probabile come un pugno sulla carotide in una sacrestia.
Herodementia ho chiamato questo genere di commedia-azione, perché corre su binari già percorsi da altri film (il più celebre dei quali è Kick-Ass di Matthew Vaughn) dove il nostro “eroe” è il prodotto sregolato di un susseguirsi di eventi affrontati con poca serietà o, se vogliamo, poco ortodossia, dal quale però scaturisce un’irrefrenabile voglia di azione, sangue, giustizia, vendetta.
The Green Hornet è il capolavoro di Gondry, il Tarantino della herodementia se vogliamo, la cui unica sfortuna sono stati gli effetti speciali a dir poco maldestri e una recitazione del nostro Seth Rogen non propriamente all’altezza, quasi da Razzie Awards. The Green Hornet non è un eroe, e nemmeno un criminale, altro non è se non il frutto del potere mediatico, della forza fisica, dell’ingegno, della cultura e dell’idiozia, una bomba sociale insomma. Divertente e geniale la psicoanalisi del nostro ideatore di The Green Hornet: dall’alto della sua stupidità ed inconsapevolezza, Reid ha intravisto (e non che ci volesse più di tanto) in Kato un vero talento nella meccanica e nelle arti marziali, e come ogni buon uomo di potere lo ha sottomesso ai sui servigi facendo leva sull’ingenuità e sulle tergiversazioni; come se non bastasse il tutto è nato da un episodio sporadico, dove sventano una colluttazione ed uno stupro per pura casualità, ma cavalcando l’onda dell’euforia da eroe, decidono appunto di diventare degli eroi, seguendo una psiche criminale dettatagli inconsapevolmente dalla bella segretaria Lenore, una Cameron Diaz a mio avviso troppo marginale in un film decisamente tra le sue corde. Allora, ricapitoliamo: abbiamo l’eroe (di facciata), l’aiutante eroe (il vero eroe), la bella fanciulla(la mente dell’eroe) ed il giornale (che ha inventato il nostro eroe a livello mediatico)… ma l’antagonista? E qui la platea si scalda: il cattivo dal nome impronunciabile è Al Capone dei giorni nostri, con meno fare gentile, meno italico ma più sanguinario, violento e… depresso!!! Sissignori, avete capito bene, è in preda ad una crisi di mezza età, è vittima di paranoie tipiche di una mente criminale, come il non fare più paura o non ricevere abbastanza rispetto, fino al punto che anche lui vuole trasformarsi in un supercattivo, con tanto di costume e “frase d’addio”. Da qui in poi una serie di eventi che saranno davvero erodemenziali, una sequenza di atti-fatti fedele allo schema classico di una favola: eroe, aiutante eroe, l’antagonista, la crisi tra gli eroi, la riunione tra i due ed il successo, manca solo la donzella da salvare in pratica.
La regia condisce il tutto con un tocco di classe, davvero un ottimo montaggio, specialmente alcune inquadrature degne di nota, come la sequenza alla Ocean’s prima dell’epica battaglia.
Gondry è riuscito a creare un supereroe senza superpoteri, un supercriminale senza criminialità, attualissimo a livello sociale e quasi critico nei confronti della società odierna, facendone una satira spontanea di un panorama dove la mente ed il braccio non sono più i motori dell’azione, lasciando spazio al potere mediatico, il vero deus ex machina.
Un film da vedere, da capire, da approfondire, un film che non va visto con gli occhi della serietà ma che al contempo esige che si lasci in tasca la superficialità e lo snobbismo. Un bel film.
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great steven
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martedì 16 settembre 2014
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il pungiglione del calabrone colpisce a dovere.
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THE GREEN HORNET (USA, 2011) diretto da MICHEL GONDRY. Interpretato da SETH ROGEN – JAY CHOU – CHRISTOPH WALTZ – CAMERON DIAZ – TOM WILKINSON – EDWARD JAMES OLMOS – ANALEIGH TIPTON – EDWARD FURLONG – JAMES FRANCO § Erede di una potente famiglia a capo di uno dei giornali più importanti della città, lasciato orfano dalla madre quand’era piccolo e di nuovo alle prese col lutto paterno in età adulta, Britt Reid è di colpo obbligato a combinare qualcosa nella sua vita, dopo aver vissuto a lungo di baldorie inconcludenti. Grazie all’aiuto di Kato, un suo coetaneo talentuoso e straordinariamente inventivo che il padre sottoutilizzava come meccanico, si trasformerà nel Calabrone Verde (bel nome! Ma in inglese ha più stile: “The Green Hornet!”, gli fa pronunciare il doppiaggio italiano per giustificare il cambio di lingua), un giustiziere che si finge criminale per combattere meglio il crimine.
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THE GREEN HORNET (USA, 2011) diretto da MICHEL GONDRY. Interpretato da SETH ROGEN – JAY CHOU – CHRISTOPH WALTZ – CAMERON DIAZ – TOM WILKINSON – EDWARD JAMES OLMOS – ANALEIGH TIPTON – EDWARD FURLONG – JAMES FRANCO § Erede di una potente famiglia a capo di uno dei giornali più importanti della città, lasciato orfano dalla madre quand’era piccolo e di nuovo alle prese col lutto paterno in età adulta, Britt Reid è di colpo obbligato a combinare qualcosa nella sua vita, dopo aver vissuto a lungo di baldorie inconcludenti. Grazie all’aiuto di Kato, un suo coetaneo talentuoso e straordinariamente inventivo che il padre sottoutilizzava come meccanico, si trasformerà nel Calabrone Verde (bel nome! Ma in inglese ha più stile: “The Green Hornet!”, gli fa pronunciare il doppiaggio italiano per giustificare il cambio di lingua), un giustiziere che si finge criminale per combattere meglio il crimine. Sebbene non sia capace di alcunché e lasci fare tutto a Kato, lo stesso Reid riuscirà a infastidire il boss più boss di tutti della malavita metropolitana e smascherare un complotto a cui suo padre aveva partecipato, utile a favorire la rielezione del procuratore distrettuale. Schizofrenico nello slancio dell’azione e anfetaminico nel montaggio delle sequenze, è un film delirante e a tratti eccessivo nella degradazione dell’umorismo in favore di un becero consumismo scandalistico che in parte decade nel ridicolo involontario, ma sfodera un’energia che si vede raramente nei film d’azione incentrati sulle figure dei supereroi, i personaggi che per antonomasia sono sempre più difficili da rappresentare sullo schermo per il rischio di ripetitività e di plagio, ma qui, a parte qualche richiamo troppo esplicito a Il cavaliere oscuro e in generale alle ultime raffigurazioni filmiche di Batman, il carattere dell’eroe imbranato, sballato e sbandato è portato in scena con sufficiente credibilità e con un’originalità suo malgrado creativa. Passiamo ora a parlare degli attori: il tuttofare Rogen è a suo agio nei panni del giustiziere mascherato assolutamente incapace e inaffidabile, nonostante si auto-compiaccia un po’ troppo nel descrivere la parabola soprattutto cascante e discendente di un derelitto che si atteggia a paladino della giustizia che infrange la legge pur di convincere gli altri a rispettarla rigorosamente; J. Chou è un esperto di arti marziali sulle cui spalle grava tutto il peso delle attività di rodaggio e meccanismo inerenti alla sfera supereroica del suo trasandato e imbecille compagno, che rivela doti incredibili nella meccanica e nella tecnologia, per non parlare dei giochetti che fa con coltelli e bicchieri; C. Diaz è probabilmente il punto debole del film, in quanto il suo personaggio dalla labile femminilità appare come quello più spaesato, e il suo disagio si palesa nelle scene in cui entra a contatto con la strana coppia di cui fa parte il protagonista, ed è un peccato che in questa pellicola non riesca a sfoderare un’interpretazione fuori da ogni ordinario come spesso le capita di fare in contesti meno ingarbugliati e più coerenti; C. Waltz, recentemente premiato con un secondo Oscar sempre grazie al suo benefattore Tarantino, compare in numerose scene pur ricoprendo un ruolo di secondo piano, e lo fa con stile, mestiere e sapienza recitativa, dimostrando ancora una volta e appieno le sue doti da vecchia volpe della cinematografia austriaca di cui si erge ad ambasciatore, rivelando un carisma divistico non troppo narcisistico ma specialmente un’abilità straordinaria nel rivestire la parte di un cattivo non convenzionale anche se non fortissimo; T. Wilkinson (ben doppiato da Michele Gammino, 1941, doppiatore di lungo corso) è un genitore possessivo, il tipico esempio di padre-padrone citato ed elogiato tanto dalla psicanalisi freudiana quanto dalla letteratura del primo Novecento, che abbandona il figlio per potersi dedicare anima e corpo e notte e giorno ai suoi progetti imprenditoriali, e il suo risulta il più riuscito fra i personaggi di contorno, per via di un’avidità seccante e di una forza espressiva non proprio senza pari ma certamente sorprendente. Divertente fin che si vuole, ma un po’ carente nella struttura registica (nonostante M. Gondry si impegni per nascondere le deficienze direttoriali col ricorso a battute, situazioni e gag di uno stampo umoristico non troppo raccomandabile, in vero) e altalenante nei successi conseguiti dalla sceneggiatura, qua e là mancante di nerbo e con qualche rotella fuori posto. Ma per chi vuole divertirsi senza stare a riflettere troppo su temi politici e filosofici, è l’ideale. Infatti, al botteghino non ha mancato di trovare una folla pagante di spettatori appassionati di film di supereroi e commedia demenziale allo stato brado. Il montaggio e la scenografia sono due punti salienti della discreta riuscita di un’opera intermedia ma pur sempre onesta con sé stessa e che raggiunge lo scopo che s’era prefissa, senza traviare in alcun modo verso altre direzioni o altri registri espressivi. A modo suo, è un film d’autore o almeno personale. Rogen l’ha prodotto, scritto (con Evan Goldberg) e interpretato con la maschera del calabrone verde, adattandosi a un personaggio radiofonico del 1936, poi travisato in fumetti, cinema e televisione seriale. È in coppia con l’acrobatico J. Chou al quale affida il compito dell’azione violenta. Lavora sulla comicità con la medesima satira tritageneri di un Quentin Tarantino o di un Kevin Smith. Grazie alla regia di Gondry, francese con passaporto statunitense, lascia spazio agli altri personaggi, gioca con la contaminazione dei generi, lo split-screen, gli effetti speciali, le scene avventurose mozzafiato, le parolacce, la tematica pop. Distribuisce Sony.
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fedeleto
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domenica 11 dicembre 2011
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il calabrone verde colpisce ancora
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Inspirato alla serie Green Hornet degli anni 60,il film racconta la storia di un ragazzo ,figlio di un uomo ricchissimo direttore di un giornale ,che all'improvvisa morte del padre si ritrova solo e senza punti di riferimento .Appena conosce il suo maggiordomo Kato,scopre che quest'uomo e' in realta' un esperto di macchine ,gadget esplosivi,e di arti marziali.Quale miglior idea che quella di travestirsi e farsi chiamare green hornet combattendo il crimine a New York?Inutile dire che il film non e' che un pretesto per creare scene di adrenalina e divertimento ,ma il contenuto che non motiva la spiegazione del perche' diventano eroi se non che per divertirsi cade nel ridicolo,anche se diverte non soddisfa.
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alexpark
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domenica 30 gennaio 2011
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the green hornet:tra esplosioni e ironia
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Britt Reid trascorre tutti i giorni della sua inconcludente vita a godersela in giro per le mega-feste di Los Angeles.Ma arriva il giorno in cui si deve svegliare,il giorno in cui suo padre muore e lui eredita di punto in bianco la direzione del Daily Sentinel,famoso quotidiano della città.Il primo problema della sua nuova vita è il fatto che il cappuccino della mattina è cambiato,lasciandolo insoddisfatto.Kato,il precedente meccanico di suo padre verrà riconvocato dato che era proprio lui a fare il cappuccino al suo precedente capo.I due legheranno in maniera incredibile diventando "fratelli".Alla fine Britt si chiede perchè lui e Kato sprechino così il loro potenziale e propone al suo nuovo amico di farsi giustizia da soli.
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Britt Reid trascorre tutti i giorni della sua inconcludente vita a godersela in giro per le mega-feste di Los Angeles.Ma arriva il giorno in cui si deve svegliare,il giorno in cui suo padre muore e lui eredita di punto in bianco la direzione del Daily Sentinel,famoso quotidiano della città.Il primo problema della sua nuova vita è il fatto che il cappuccino della mattina è cambiato,lasciandolo insoddisfatto.Kato,il precedente meccanico di suo padre verrà riconvocato dato che era proprio lui a fare il cappuccino al suo precedente capo.I due legheranno in maniera incredibile diventando "fratelli".Alla fine Britt si chiede perchè lui e Kato sprechino così il loro potenziale e propone al suo nuovo amico di farsi giustizia da soli.Questo è quello che faranno apparendo come criminali alle telecamere della città ma compiendo "buone azioni" a parer loro.Britt chiede al suo partner di mettersi al lavoro e Kato modifica delle auto trasformandole in delle macchine da guerra super-accessoriate che insieme sfoggeranno davanti ai nemici.Considerati come amici del crimine Britt e Kato saranno meglio conosciuti come The Green Hornet e la sua spalla.La distruzione di molti laboratori di cocaina sarà d'impiccio per il boss della malavita losangelina:Chudnofsky e da questo momento sarà lotta aperta tra il bene mascherato e il male stravagante.Ritorna al cinema lo scontro tra bene e male e lo fa in grande stile con sequenze d'azione ben studiate e ironia inconsueta ma apprezzata.La regia del francese Gondry è ottima e senza pretese così come il cast d'eccezione e eccezionale:l'attore comico Seth Rogen nei panni di un supereroe che non manca il bersaglio e da prova di aver talento sia come attore sia come co-sceneggiatore,un buon Jay Chou come partner del calabrone verde,la splendida Cameron Diaz nei panni della segretaria del giovane editore e ovviamente un ottimo Christoph Waltz che interpreta il cattivo senza scrupoli che uccide quasi con ingenuità.Gli effetti speciali così come la scenografia sono abbastanza curati.In definitiva il primo adattamento cinematografico del calabrone verde non delude le aspettative e fa sperare in un sequel.
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