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leooooo
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mercoledì 23 febbraio 2011
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divertente e simpatico, ma non mi ha convinto.
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il film scritto e diretto quasi completamente da Albanese è sicuramente un bel film: belle molte battute (anche se la maggiorparte gia viste nel trailer) che comunque ti fanno sorridere e/o ridere, ma è fatto bene anche dal punto di vista tecnico (attori bravi e azzeccati...).
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misterix
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domenica 20 febbraio 2011
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mi ricorda la campagna politica di un politico....
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Film molto divertente, pero' bisogna pensare che in alcune parti d'italia è davvero cosi che va la politica!!!
Manca di originalita' perche' non c'e' nulla di nuovo nel film che non si è visto gia nella campagna politica delle scorse elezioni nazionali XD XD XD
fra gite pagate x avere il voto, voti comprati, false promesse, far finta che va tutto bene mentre il paese va a rotoli XD XD XD
Ne nello svolgersi di questa legislatura, fra' prostitute, festiini, e gente che va in galera al posto di altri con carte false XD XD XD
cmq vale la pena vederlo, riderci su e riflettere tanto su come siamo davvero messi in Italia co' stì politici!!!
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neddy11
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sabato 19 febbraio 2011
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film discreto
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credo che sia un bel film, ma a dire la verità i primi 15 min di film sono nogliosi con battute decisamente scadenti e prive di cimicità, ma da li in poi si riprende con un bel finale.
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(di luca-to)
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(di reattore74)
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marezia
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sabato 19 febbraio 2011
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piccolo riepilogo (versione corretta)
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Considerando la situazione del cinema italiano finora nelle sale, nell'ottica dei David, Nastri, Ciak (e chi più ne ha più ne metta) il premio per Miglior film IO lo darei ex aequo a "Qualunquemente" e a "Gianni e le donne" perché sono UGUALMENTE MERITEVOLI anche se profondamente diversi. Il resto, tranne "Vallanzasca- Gli angeli del male" e "Che bella giornata", è ampiamente "non classificato" quindi almeno quest'anno dovrebbe essere semplice DECIDERE PER MERITOCRAZIA.
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marezia
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giovedì 17 febbraio 2011
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piccolo riepilogo
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Considerando la situazione del cinema italiano finora nelle sale, nell'ottica dei David, Nastri, Ciak (e chi più ne ha più ne metta) il premio per Miglior film IO lo darei ex aequo a "Qualunquemente" e a "Gianni e le donne" perché sono UGUALMENTE MERITEVOLI anche se profondamente diversi. Il resto, tranne "Vallanzasca- Gli angeli del male", è ampiamente "non classificato" quindi almeno quest'anno dovrebbe essere semplice DECIDERE PER MERITOCRAZIA.
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franco cesario
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giovedì 17 febbraio 2011
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qua...italia
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Il 13esimo film interpretato da Antonio Albanese è molto godibile e supera la difficile prova della trasposizione al cinema di un personaggio prettamente televisivo.
Spesso, quando si tenta di compiere questa operazione, il risultato non è dei migliori (Aldo, Giovanni e Giacomo ne sono l'esempio lampante).
Invece Albanese e il regista Manfredonia riescono a dare un filo logico alla trama, un giusto ritmo, risate ma soprattutto amari spunti di riflessione.
L'opera è volutamente grottesca ma ben recitata in tutti i suoi componenti (tranne il candidato sindaco concorrente De Santis); in alcune parti è addirittura esilarante (su tutte la scena dell'arresto del figlio).
Come detto dallo stesso attore di Olgiate, "Qualunquemente" è un film che precede ciò che poi è davvero avvenuto e costituisce il classico caso della serie "la realtà supera l'immaginazione": esso infatti pullula di "corpi da assessore" e di incontri ravvicinati con la cosiddetta "società civile" così come avviene oggi, tristemente, in questa nostra povera Italia ridicolizzata da un lurido intreccio tra potere, sesso, corruzione e svilimento della figura femminile.
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Il 13esimo film interpretato da Antonio Albanese è molto godibile e supera la difficile prova della trasposizione al cinema di un personaggio prettamente televisivo.
Spesso, quando si tenta di compiere questa operazione, il risultato non è dei migliori (Aldo, Giovanni e Giacomo ne sono l'esempio lampante).
Invece Albanese e il regista Manfredonia riescono a dare un filo logico alla trama, un giusto ritmo, risate ma soprattutto amari spunti di riflessione.
L'opera è volutamente grottesca ma ben recitata in tutti i suoi componenti (tranne il candidato sindaco concorrente De Santis); in alcune parti è addirittura esilarante (su tutte la scena dell'arresto del figlio).
Come detto dallo stesso attore di Olgiate, "Qualunquemente" è un film che precede ciò che poi è davvero avvenuto e costituisce il classico caso della serie "la realtà supera l'immaginazione": esso infatti pullula di "corpi da assessore" e di incontri ravvicinati con la cosiddetta "società civile" così come avviene oggi, tristemente, in questa nostra povera Italia ridicolizzata da un lurido intreccio tra potere, sesso, corruzione e svilimento della figura femminile.
Più che un tentativo di redimere e redimerci è uno spaccato quasi asettico sui nostri comportamenti, una dura constatazione del nostro inevitabile declino, della nostra pochezza.
Ne sarà rimasto deluso solo chi non conosce bene Albanese, la sua satira pungente, le sue precedenti opere impegnate con i fratelli Taviani, la sua voluta "pesantezza" recitativa.
Da proiettare nelle scuole elementari a futuro monito.
Se ancora in futuro, ne avremo di scuole pubbliche...
Franco Cesario sinonimomacontrario.splinder.com
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dano25
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mercoledì 16 febbraio 2011
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qualunquemente riflettevolmente
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nascosto nella comicità di un personnaggio storico del piccolo schermo, Antonio Albanese esaspera ma inquadra una realtà politica calabrese purtroppo ancora viva nei piccoli paesi del sud. Dietro questa realtà, il film respira aria di sano divertimento con battute semplici e coinvolgenti e con personaggi folkloristici che colorano e riempiono lo schermo di allegria. Il personaggio di Cetto era famoso già prima di diventare sindaco ma nel film si esalta con il ritorni dalla latitanza con famiglia a carico (almeno a vista, un figlio da reinventare ed uno stuolo di amici che lo incoraggiano e lo adorano. Nello stile del più coatto Verdone, Albasene tira fuori un'interpretazione niente male per un film che certo non passerà alla storia ma che non verra dimenticato facilmente tanto quanto il personaggio di Cetto.
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nascosto nella comicità di un personnaggio storico del piccolo schermo, Antonio Albanese esaspera ma inquadra una realtà politica calabrese purtroppo ancora viva nei piccoli paesi del sud. Dietro questa realtà, il film respira aria di sano divertimento con battute semplici e coinvolgenti e con personaggi folkloristici che colorano e riempiono lo schermo di allegria. Il personaggio di Cetto era famoso già prima di diventare sindaco ma nel film si esalta con il ritorni dalla latitanza con famiglia a carico (almeno a vista, un figlio da reinventare ed uno stuolo di amici che lo incoraggiano e lo adorano. Nello stile del più coatto Verdone, Albasene tira fuori un'interpretazione niente male per un film che certo non passerà alla storia ma che non verra dimenticato facilmente tanto quanto il personaggio di Cetto. Votate La Qualungue è guardatevi rilassatamente e simpaticamente il film.
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movieman
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martedì 15 febbraio 2011
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una satira che graffia. e fa male.
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Devo dire la verità: credo che Cetto Laqualunque sia, insieme al Fantozzi di Paolo Villaggio, una delle maschere più geniali e graffianti che un comico italiano ci abbia regalato negli ultimi quarant'anni. Nato sul piccolo schermo, Cetto ha raccolto una moltitudine di consensi in quanto è, purtroppo, una summa di una certa malapolitica, sicuramente non soltanto italiana, che ha attecchito dovunque come un gigantesco e malefico Blob. Cetto era, però, un personaggio cabarettistico ed il salto sul grande schermo poteva essere rischioso. Invece gli è pienamente riuscito. Forse non sarà un capolavoro, ma è sicuramente un film "vivo", dove forse si ride a denti stretti ( perchè se uno si ferma a pensare ci trova da piangere! ) ma si ride bene in quanto si invita alla riflessione e non si manda il cervello in vacanza.
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Devo dire la verità: credo che Cetto Laqualunque sia, insieme al Fantozzi di Paolo Villaggio, una delle maschere più geniali e graffianti che un comico italiano ci abbia regalato negli ultimi quarant'anni. Nato sul piccolo schermo, Cetto ha raccolto una moltitudine di consensi in quanto è, purtroppo, una summa di una certa malapolitica, sicuramente non soltanto italiana, che ha attecchito dovunque come un gigantesco e malefico Blob. Cetto era, però, un personaggio cabarettistico ed il salto sul grande schermo poteva essere rischioso. Invece gli è pienamente riuscito. Forse non sarà un capolavoro, ma è sicuramente un film "vivo", dove forse si ride a denti stretti ( perchè se uno si ferma a pensare ci trova da piangere! ) ma si ride bene in quanto si invita alla riflessione e non si manda il cervello in vacanza. E, proprio perchè è una satira che non riposa sullo schermo ma è un vero e proprio attacco frontale, qualcuno si è offeso. Non io, anche se sono calabrese. La trama del film pigia l'accelleratore proprio su problemi squallidamente reali, è inutile adottare la tecnica degli struzzi. E dunque: il film comincia con una riunione della cupola mafiosa in un paesino della Calabria. Le elezioni per la carica di sindaco sono imminenti e, fra i candidati, c'è un certo De Santis che è un campione di legalità. Spaventati da questa ondata di legalità i boss richiamano in Calabria il nostro "eroe" ( si fa per dire ) che, grazie ai maneggi di una "materia grigia", insomma una "mente" ( un Sergio Rubini, semplicemente fantastico ), fa la scalata politica all'insegna dell'ingiustizia per far prevalere i loro e soprattutto i suoi interessi. Attenzione, due spoiler in arrivo : il nostro non solo farà danni ma convertirà all'ingiustizia e al male il figlio adolescente, Melo. Sotto le immagini apparentemente solari - ma la Calabria è una regione molto fotogenica -si nasconde un vero e proprio film dell'orrore popolato da laidi, corrotti e opportunisti. Il film è un'analisi spietata che non risparmia niente e nessuno. Il film non è offensivo assolutamente per la Calabria in quanto mette, in controluce, tutta la politica nazionale sullo stesso piano: e non è difficile trovare, per chi la politica la segue, frecciatine ai leader della destra e della sinistra. Al di là di tutto questo, comunque, è encomiabile, da parte dell'attore, lo sforzo di non rendere Cetto simpatico e di non pigiare sul tasto della volgarità che, fra veline e amanti, poteva facilmente esplodere. Ed è encomiabile la capacità di aver circondato Albanese di bravi caratteristi che, sia pur sconosciuti, riescono a dare sapore alle figurine di contorno. Da applauso è, però, il figlio Melo. E' qui che si nasconde il vero messaggio politico del film: Melo è piagnone, debole, subisce passivamente la prepotenza del padre. Ma la sua debolezza non è dettata dall'innocenza perchè dentro di lui si nasconde il verme che si accomoda per convenienza alle decisioni egoistiche del padre. Somiglia sinistramente a molti di noi. "Qualunquemente" è attraversato da una violenza psicologica molto forte, è un film "forte" dove il Male trionfa ed il Bene è sconfitto oppure viene messo a tacere: ma è anche un film su questa Italietta di inizio millennio ed io penso che, se fra cinquant'anni qualche storico vorrà farsi un'idea del clima italiano sociale e politico di adesso, dovrà vedersi questo film. Ed è un film che fa male.
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il poeta marylory
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lunedì 14 febbraio 2011
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scheda bianca
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QUALUNQUEMENTE - Film, Antonio Albanese
É un Film divertentissimo di satira politica che rappresenta la realta di oggi.
Facilmente si possono riconoscere nella narrazione i due soci B.B. del politichese italiano...
Il finale mette a fuoco l'errore del votante che lasciando in bianco la scheda consente i brogli,
quindi se ne trae l'insegnamento che chi va a votare, non volendo scegliere annulli la scheda .
Ai politichesi un monito: NON PERSEVERARE!
Lorenzo Pontiggia
[+] e' vero.
(di marezia)
[ - ] e' vero.
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