mammut
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mercoledì 2 febbraio 2011
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deluso
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Mi aspettavo molto di più. Un unico argomento per 92 minuti. Si capiva già tutto dal trailer
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irontato
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martedì 1 febbraio 2011
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tristemente
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Una lunga serie di sketch pacchiani,esagerati,volgari e spesso gia visti.
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talizye
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lunedì 31 gennaio 2011
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tempo perso
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soldi buttati e tempo sprecato
un film pieno di luoghi comuni e volgarità
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nalipa
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lunedì 31 gennaio 2011
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albanese ...uno straordinario talento ...
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sprecato!
Che é un'ottimo attore lo ha ampiamente dimostrato, ma il suo essere un comico eccezionale non basta per rendere un film fatto di 'spezzoni'.
Anche Rubini che reputo tra i migliori attori italiani, pur essendo bravissimo non si salva.
Forse il film con la stessa sceneggiatura ma recitato in modo non caricaturale avrebbe reso di più.
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hollyver07
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lunedì 31 gennaio 2011
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"...se cercate il colpevole..."
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"...ancora una volta se cercate il colpevole non c'è che da guardarsi allo specchio!..." La precedente frase è tratta da un altro film: V per Vendetta. In detta pellicola, tratta da un comics e decisamente più aggressiva nei contenuti, si narravano le gesta di un solitario vendicatore che lottava contro un sistema dispotico ecc. ecc.. Cosa c'entra, direte voi, con il film "Qualunquemente"? Semplice... la frase in grassetto, ovvero se cerchiamo il colpevole basta guardarsi allo specchio perchè ad essere un "Cetto La Qualunque" siamo davvero in tanti, forse troppi.
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"...ancora una volta se cercate il colpevole non c'è che da guardarsi allo specchio!..." La precedente frase è tratta da un altro film: V per Vendetta. In detta pellicola, tratta da un comics e decisamente più aggressiva nei contenuti, si narravano le gesta di un solitario vendicatore che lottava contro un sistema dispotico ecc. ecc.. Cosa c'entra, direte voi, con il film "Qualunquemente"? Semplice... la frase in grassetto, ovvero se cerchiamo il colpevole basta guardarsi allo specchio perchè ad essere un "Cetto La Qualunque" siamo davvero in tanti, forse troppi. Semmai... è da chiedersi se simili forme di denuncia (perdonate il parolone) si debbano condividere solo sul "grande schermo" e non tramite mezzi di comunicazione più idonei
Per quanto concerne il film, inteso a struttura, recitazione e regìa, mi è parso valido ed apprezzabile sotto ogni aspetto. Complimenti alla troupe.
Saluti
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fe_che
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lunedì 31 gennaio 2011
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onda calabra
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Era decisamente difficile creare un film sul personaggio di Cetto La Qualunque, già forse "trito e ritrito" dalla tv. Eppure Antonio Albanese ce l'ha fatta.
Cetto è un uomo piccolo, cinico, spietato, senza setimento, senza arte nè parte, senza ragione nè religione, senza morale nè ideale, che pure decide, per spirito di opposizione alla legalità, di candidarsi come sindaco di un paese calabro. Il suo oppositore, De Sanctis, nulla può contro i suoi metodi arcaici di ottenere consenso, ingaggiando anche un consulente d'immagine, Sergio Rubini.
Non fa solo ridere. Fa paura dover ammettere che forse è anche specchio di una realtà che fa riflettere.
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renato volpone
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lunedì 31 gennaio 2011
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il racconto di un'italia che non vorremmo
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La comicità che ci si aspetta da questo film si tramuta in una grottesca farsa dei mali che affliggono il nostro paese. Il personaggio di Cetto Laqualunque nella sua naturale tranquillità calpesta ogni senso di moralità e lascia il pubblico con l'amaro in bocca, lo stesso amaro che proviamo quando andiamo a leggere le pagine di cronaca, i fatti di corruzione, di abusivismo, di prevaricazione. Il pretesto del comico apre la pagina su un realismo portato all'esasperazione, ma drammaticamente vero.
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pecora rossa
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lunedì 31 gennaio 2011
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alex drastico ne ha fatta di strada.
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Vi ricordate Alex Drastico? Il personaggio interpretato da Albanese proprio agli inizi della sua carriera teatrale-televisiva?
Era il simbolo perfetto dell'emigrante, che da sud verso nord, portava con se tutta l'arroganza e la sicurezza ostentata, confezionato proprio assecondando i pregiudizi e i luoghi comuni del caso e che oggi ritroviamo in Cetto La Qualunque, evoluzione aggiornata di quello che oramai è diventato un personaggio tristemente molto più reale di quel che si pensi. E' ironicamente inquietante il "casuale" parallelismo che c'è tra l'attuale situazione politica italiana con i suoi scandali e le sue bassezze e il film di Manfredonia, che ci propone proprio l'ascesa al potere di un delinquente qualsiasi che "si è fatto da solo", magari non sempre seguendo la retta via, ma arrivando comunquemente alla meta.
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Vi ricordate Alex Drastico? Il personaggio interpretato da Albanese proprio agli inizi della sua carriera teatrale-televisiva?
Era il simbolo perfetto dell'emigrante, che da sud verso nord, portava con se tutta l'arroganza e la sicurezza ostentata, confezionato proprio assecondando i pregiudizi e i luoghi comuni del caso e che oggi ritroviamo in Cetto La Qualunque, evoluzione aggiornata di quello che oramai è diventato un personaggio tristemente molto più reale di quel che si pensi. E' ironicamente inquietante il "casuale" parallelismo che c'è tra l'attuale situazione politica italiana con i suoi scandali e le sue bassezze e il film di Manfredonia, che ci propone proprio l'ascesa al potere di un delinquente qualsiasi che "si è fatto da solo", magari non sempre seguendo la retta via, ma arrivando comunquemente alla meta. Cetto, come molti italiani, non paga le tasse; Cetto, come molti italiani, dice di amare la sua terra e mentre lo dice sta gettando una sigaretta accesa su dei cespugli secchi in piena campagna; Cetto, come molti italiani dice di amare la famiglia, ma per "riflettere e rilassarsi" ha bisogno di svaghi extraconiugali. Cetto è, purtroppamente, molto italiano.
E da cosa ce ne accorgiamo? Ce ne accorgiamo scena dopo scena, situazione dopo situazione, perchè mentre ridiamo per le grandi capacità comiche del protagonista, coadiuvato da una serie di collaudatissimi e validi personaggi spalla, ci rendiamo conto che stiamo ridendo amaro. Ridiamo e mentre ridiamo pensiamo "è proprio così", magari mentre il protagonista presenta in conferenza stampa la sua squadra politica, fatta al 100% da parenti e amici da sistemare una volta eletto sindaco. E allora ridendo ci accorgiamo che stiamo anche riflettendo su qualcosa di serio, e sta proprio qui la forza di questo film: finalmente torniamo alla commedia che fa riflettere su tematiche sociali anche serie. Albanese e Manfredonia ci ricordano che si può ridere per sdrammatizzare e per esorcizzare ma non per fare finta che i problemi non esistano e lo fanno con una scelta apparentemente non pensata ma che secondo me si rivela studiata e vincente: riportano quello che succede nella politica reale a livelli nazionali alla dimensione più familiare del paese; questo perchè l'Italia è una nazione fatta da paesi e da paesani e proprio in questo modo lo spettatore riesce più facilmente a vivere e metabolizzare al meglio la scena che vede sul grande schermo. Le varie gag rimangono così meglio impresse nella mente.
Qualunquemente non sarà forse la commedia dell'anno, magari non farà il botto riempendo i botteghini e sicuramente non avrà la stessa promozione riservata solo ai cinepanettoni, ma nello scenario delle commedie all'italiana credo sia un gradino sopra la media, perchè in fondo quello che conta davvero è il Pilu, se c'è quello, non ci manca niente, e in questo film c'è pure un pò di Pilu... ovviamente sempre se pagabilmente..
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andre89lost
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lunedì 31 gennaio 2011
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simpatico ma niente di più
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In sala ci sono state tre risate. Stop.
Con questo però non voglio dire che è un brutto film, la storia è simpatica e Albanese è straordinario. Si sorride spesso ma niente di più. LE migliori battute le ha sfoggiate nella sua comparsata a Zelig.
In generale è un film da vedere se lo fanno in tv, non merita di essere visto al cinema!
voto: 6,5
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focafoca
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domenica 30 gennaio 2011
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una grande interpretazione dell'immenso albanese.
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Paragono Albanese al Dario Fo dei primi tempi. Ho apprezzato la sua interpretazione anche se avrei voluto vederlo più rilassato. Il mio giodizio è positivo e aspetto la prossima apparizione!!! Focafoca
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