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chiarialessandro
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mercoledì 26 gennaio 2011
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cetto la qualunque colpisce ancora! riso amaro.
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Albanese e Manfredonia sono (nei rispettivi campi di attore e regista) decisamente versatili e lo dimostrano opere come “E’ già ieri” (in cui il primo interpreta la parte di un personaggio straniato ed il secondo ci regala la visionarietà di un film dalla bellezza abbacinante nella sua delicatezza narrativa), “La seconda notte di nozze” (dove Antonio incarna un dolcissimo sognatore tenacemente arrampicato sui suoi cirri), “Giorni e nuvole” (nel quale sempre lui mostra la drammaticità del fallimento imprenditoriale e familiare), “Questione di cuore” (entro cui riesce a coniugare magistralmente paranoia e virile amicizia) o “Si può fare” (esilarante commedia di Giulio dalla quale, chi porta la testa sulle spalle non solo perché testa e spalle sono collegate, non può uscire senza porsi delle domande).
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Albanese e Manfredonia sono (nei rispettivi campi di attore e regista) decisamente versatili e lo dimostrano opere come “E’ già ieri” (in cui il primo interpreta la parte di un personaggio straniato ed il secondo ci regala la visionarietà di un film dalla bellezza abbacinante nella sua delicatezza narrativa), “La seconda notte di nozze” (dove Antonio incarna un dolcissimo sognatore tenacemente arrampicato sui suoi cirri), “Giorni e nuvole” (nel quale sempre lui mostra la drammaticità del fallimento imprenditoriale e familiare), “Questione di cuore” (entro cui riesce a coniugare magistralmente paranoia e virile amicizia) o “Si può fare” (esilarante commedia di Giulio dalla quale, chi porta la testa sulle spalle non solo perché testa e spalle sono collegate, non può uscire senza porsi delle domande). Che cosa ci si poteva aspettare da un tale connubio? Nient’altro che “Qualunquemente”, feroce, cruda, realistica, scoppiettante e devastante satira, riflesso di quella realtà in cui siamo immersi e restiamo in apnea, caleidoscopico e premonitore affresco del mondo circostante, sintesi degli italici vizi (virtù, ad onor del vero, se ne vedono pochine); il tutto incastonato in un meraviglioso e difficile equilibrio tra grottesco, comico e drammatico nonché cesellato grazie ad una infinita serie di battute ed inquadrature, di alcune delle quali è impossibile non fare almeno un cenno per dare un’idea di ciò che attende lo spettatore: il razzismo dichiarato e la concezione della donna oggetto (l’amante che non viene chiamata per nome ma solo e sempre “cosa”) usata esclusivamente per il raggiungimento del piacere sessuale, da soli o nel corso di qualche piccola ed innocente orgetta con amici; l’importanza dell’apparenza nelle relazioni sociali (non a caso viene chiamato il consulente – consigliere che condurrà alla vittoria o si inizia a frequentare la chiesa); il disprezzo totale per le leggi e le regole (mai pagare le tasse!); la raccomandazione eletta a criterio di vita (parentopoli); il ribaltamento di ciò che dovrebbe essere unanimemente acclarato (quando Cetto, in chiesa, comincia a parlare al cellulare non pensa di essere lui ad infastidire fedeli e sacerdote bensì che sia il prete a dargli fastidio perché non smette di parlare); l’utilizzo strumentale degli anziani (la vecchietta abbandonata per strada perché commette l’errore di confidare che non avrebbe votato per lui); la piaga dei voti comprati con i soldi; il fastidio che creano i poveri quando sperano (o addirittura osano chiedere) di poter avere qualcosa in più; la necessità del potere mediatico, che arriva ad annullare i nemici; la farsa delle false promesse elettorali….. E chi più ne ha più ne metta; il frullatore è pronto per girare ancora!
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santospago
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mercoledì 26 gennaio 2011
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noioso
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Mi aspettavo molto e sono uscito molto deluso. Il film scorre lento e senza interesse, le gag sono banalotte e tutto sommato già viste.
Rubini sprecato
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angelo76
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mercoledì 26 gennaio 2011
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delusione
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l film annoia molto .... si apettano solo le gag di cetto, che poi sono più o meno quelle gia viste in tv.
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donpedrito
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mercoledì 26 gennaio 2011
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l'istruttiva parabola politica di un mafioso
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Un grande Antonio Albanese, interpreta le origini politiche del famoso personaggio calabrese Cetto La Qualunque, in una commedia tanto triste quanto divertente come solo i comici più bravi sanno realizzare. Convinto dai suoi colleghi malavitosi a "scendere in politica" per contrastare un pericoloso rigurgito di legalità, Cetto si adopera in tutti i modi, legali e, principalmente, meno legali, per vincere le elezioni a sindaco contro l'onesto maestro De Santis. La storia è discretamente congegnata, con richiami evidenti all'attuale situazione politica e sociale: dall'ossessione sessista al decantato disprezzo per la cultura (in alcuni ambienti quasi un titolo di merito) e per l'interesse pubblico ("mi è stato chiesto se vengo eletto cosa intendo fare per i poveri bisognosi: na beata minchia!"), per finire al clientelarismo e nepotismo più sfacciato ("questo è mio figlio Melo e quindi per legge prossimo vice-sindaco").
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Un grande Antonio Albanese, interpreta le origini politiche del famoso personaggio calabrese Cetto La Qualunque, in una commedia tanto triste quanto divertente come solo i comici più bravi sanno realizzare. Convinto dai suoi colleghi malavitosi a "scendere in politica" per contrastare un pericoloso rigurgito di legalità, Cetto si adopera in tutti i modi, legali e, principalmente, meno legali, per vincere le elezioni a sindaco contro l'onesto maestro De Santis. La storia è discretamente congegnata, con richiami evidenti all'attuale situazione politica e sociale: dall'ossessione sessista al decantato disprezzo per la cultura (in alcuni ambienti quasi un titolo di merito) e per l'interesse pubblico ("mi è stato chiesto se vengo eletto cosa intendo fare per i poveri bisognosi: na beata minchia!"), per finire al clientelarismo e nepotismo più sfacciato ("questo è mio figlio Melo e quindi per legge prossimo vice-sindaco"). Ma la frase che sintetizza perfettamente il senso di questa pellicola, ben diretta da Giulio Manfredonia ed interpretata da un cast credibile tra cui Sergio Rubini, è quella pronunciata da Cetto durante il comizio di chiusura della campagna elettorale: "io sono la realtà, voi siete la fiction!"
Il film è destinato a diventare un cult della comicità italiana grazie anche ad una serie di gag esilaranti che, potete scommetterci, saranno replicate infinite volte nelle serate tra amici.
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vervain
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martedì 25 gennaio 2011
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con l'ironia si dicono grandi verità
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Film intelligente, ritratto perfetto della superficialità del comune sentire sociale quando si dà valore soltanto ai soldi (e al pilu). Pungente e divertente nella sua crudezza. Cetto esprime più di mille discorsi. E finchè sorridiamo a sentire i suoi comizi strampalati (ma non troppo...), c'è speranza...
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ankel
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martedì 25 gennaio 2011
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maledetto mymovies
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Rimpiango di non averlo visto al cinema... tutto per dare retta alla stupida recensione di mymovies sulla pagina principale del film...
"...SI RIDE POCO..."
Invece io Dico che ride poco chi è cosi poco intelligente da non capire le battute del film.... Divertentissime!!!!..
come cavolo si fa a non sorridere quando nelle sue mille promesse elettorali Cetto Laqualunque dice che .. " Faro' ritornare anche i pesce spada sulle coste! "
Stupenda !
oppure quando..." e quando saro' diventato sindaco.. tu per legge (a suo figlio) sarai vicesindaco..." mauahahahahahahaha
Fra le altre cose è un film pieno zeppo di bagasce,non ne ho mai viste tante in un film.
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Rimpiango di non averlo visto al cinema... tutto per dare retta alla stupida recensione di mymovies sulla pagina principale del film...
"...SI RIDE POCO..."
Invece io Dico che ride poco chi è cosi poco intelligente da non capire le battute del film.... Divertentissime!!!!..
come cavolo si fa a non sorridere quando nelle sue mille promesse elettorali Cetto Laqualunque dice che .. " Faro' ritornare anche i pesce spada sulle coste! "
Stupenda !
oppure quando..." e quando saro' diventato sindaco.. tu per legge (a suo figlio) sarai vicesindaco..." mauahahahahahahaha
Fra le altre cose è un film pieno zeppo di bagasce,non ne ho mai viste tante in un film....
Andate a vedervi Zalone che è meglio va'......che ci fa tanto ridere!!!!!(see come no)
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(di marezia)
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lalaura
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martedì 25 gennaio 2011
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che delusione!
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Visto il trailer mi sembrava un film interessante, divertente e riflessivo.
Purtroppo si è rivelato noioso, di bassissimo spessore etico e, cosa che non mi aspettavo: volgare.
Sembra che in Calabria esistano solo falsi invalidi, gente che non paga E NON VUOL PAGARE le tasse e donne moralmente inutili... MA LA COSA PIU' TRISTE E' CHE TUTTO VIENE ENFATIZZATO, COME SE FOSSE GIUSTO COSI'!
[+] che delusione macroscopica!
(di angal)
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piccolaele
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martedì 25 gennaio 2011
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decisamente brutto
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Banale,scontato e volgare.Uno dei peggiori fil comici....
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(di giofredo')
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sawclaudio
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martedì 25 gennaio 2011
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vota la qualunque
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Non si riesce a ridere di gusto in questo film, rispecchia troppo la realtà. Ma si finisce per dimenticare che Cetto è il cattivo e ci si fa trasportare dalla sua "onda calabra". Un'ora e mezza che passa veloce, senza momenti fermi e sempre pronta a stupirti con qualche pazzia.
Poi ti resta solo un sorriso triste e una canzone nella mente.
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