target87
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mercoledì 30 gennaio 2013
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quando troppa pubblicità non fa apprezzare un film
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parto col dire che ho visto il film all'uscita nelle sale senza avere ne aspettative e senza conoscere la trama cosa migliore sec me per apprezzare e godersi un film senza preconcetti o aspettative che alla fine non vengono mai esaudite...se si comincia a guardare un film con l'occhio critico di chi ci deve trovare per forza qualcosa che non va fa perdere la vera essenza del film e cioè l'immedesimarsi con l'umore del tetraplegico...immedesimarsi nella sua sofferenza e nella sua tristezza ormai cristallizzata..sentirsi rifiorare grazie ad una sana amicizia e un amore trovato...la commozione è assicurata per chi ha ancora un cuore.
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penna rossa
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sabato 26 gennaio 2013
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similia similia curantur
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La commedia è il racconto dell'incontro tra un aristocratico francese Philippe, tetraplegico, interpretato da Francois Cluzet e Driss -Omar sy- un uomo proveniente dalla periferia parigina, che dovrà prendersi cura di lui. Driss parteciperà alla selezione senza alcuna speranza di essere assunto, ma solo per adempiere ad un dovere burocratico per non perdere il sussidio. Tra tutti i tecnici compunti e sussiegosi verrà scelto proprio lui. Nessuno ci avrebbe scommesso. Driss è l'antitesi dell aristocratico mondo di Philippe. Troppo sboccato, irriverente, ironico; Rappresenta anche una ventata di freschezza nel mondo ove si trova a vivere, fatto di regole e comportamenti stereotipati ed etichette; ma anche di cultura raffinata e circondato da oggetti di valore di cui non si rende assolutamente conto.
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La commedia è il racconto dell'incontro tra un aristocratico francese Philippe, tetraplegico, interpretato da Francois Cluzet e Driss -Omar sy- un uomo proveniente dalla periferia parigina, che dovrà prendersi cura di lui. Driss parteciperà alla selezione senza alcuna speranza di essere assunto, ma solo per adempiere ad un dovere burocratico per non perdere il sussidio. Tra tutti i tecnici compunti e sussiegosi verrà scelto proprio lui. Nessuno ci avrebbe scommesso. Driss è l'antitesi dell aristocratico mondo di Philippe. Troppo sboccato, irriverente, ironico; Rappresenta anche una ventata di freschezza nel mondo ove si trova a vivere, fatto di regole e comportamenti stereotipati ed etichette; ma anche di cultura raffinata e circondato da oggetti di valore di cui non si rende assolutamente conto. Ma perchè uno come Philippe assume uno come Driss? E' semplce, perchè sono simili!
Entrambi hanno il gusto della bricconata ( la corsa e l'inseguimento della polizia in autostrada, e la scusa del trasporto di un ammalato grave, con Philippe che gli dà una mano fingendo sintomi inesistenti, suscitando l'ammirazione di Driss.). Il disincanto dell'aristocratico troppo ricco e vissuto, fa da eco a quello dell'emarginato che vive per le cose essenziali. Philippe aveva avuto un incidente cadendo da un deltaplano, e con Driss vanno a lanciarsi che è nello stesso tempo una sfida a se stesso ed a Driss. L'assoluta indifferenza delle convenzioni permette loro di parlare di argomenti delicati quali la sessualità di Philippe, fino a fargli fare esperienze che ne stimolano la sessualita attraverso le poche vie percettive integre (La festa molto privata con alcune prostitute). Driss, infine lo spingerà ad incontrarsi con la donna con cui l'amico teneva una corrispondenza sentimentale.
I processi di identificazione sono fondamentali nelle relazioni umane. Philippe, uomo colto, sensibile, dalla straordinaria apertura mentale, si rendeva conto che nelle mani dei "tecnici" sarebbe" stato unicamente un "lavoro", e lui voleva essere persona. questo sarebbe stato possibile solo se si sarebbe creata una sintonia emotiva, profonda e segreta.
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miett
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martedì 15 gennaio 2013
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ti commuove divertendoti.....
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Film davvero ottimo, divertente, ma nello stesso tempo molto commovente. Capisco benissimo perchè Philip abbia scelto Driss come suo assistente personale: da subito lo ha trattato non da diversamente abile, ma da persona normale. Lo ha fatto divertire.... Driss con la sua simpatia e allegria ha risollevato lo spirito di un uomo a cui la vita ( a parte il denaro) ha tolto praticamente tutto .....
Film assolutamente da vedere!
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frank slade
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martedì 15 gennaio 2013
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una vita in poltrona..
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Con molto coraggio ma sicuramente con grande passione i registi Olivier Nakache e Éric Toledano rivisitano il tema della malattia sul grande schermo. Stavolta si evitano i pietismi, le ovvietà e i sentimentalismi gratuiti che spesso ci condizionano deviandoci dalla vera realtà dei fatti, facendo invece spazio al gusto della spontaneità, della simpatia e dell'ironia che scorrono come sangue nelle arterie dell'amicizia. Il film racconta il rapporto di lavoro, prima, e di amicizia, dopo, tra un badante di colore, e disagiato, e un ricco e acculturato tetraplegico. Dopo le normali difficoltà iniziali nel creare e gestire un rapporto così complicato, i due iniziano ad essere complici di un'avventura spirituale e fisica dai contorni talvolta delicati ed emozionanti, talvolta mondani e viziosi.
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Con molto coraggio ma sicuramente con grande passione i registi Olivier Nakache e Éric Toledano rivisitano il tema della malattia sul grande schermo. Stavolta si evitano i pietismi, le ovvietà e i sentimentalismi gratuiti che spesso ci condizionano deviandoci dalla vera realtà dei fatti, facendo invece spazio al gusto della spontaneità, della simpatia e dell'ironia che scorrono come sangue nelle arterie dell'amicizia. Il film racconta il rapporto di lavoro, prima, e di amicizia, dopo, tra un badante di colore, e disagiato, e un ricco e acculturato tetraplegico. Dopo le normali difficoltà iniziali nel creare e gestire un rapporto così complicato, i due iniziano ad essere complici di un'avventura spirituale e fisica dai contorni talvolta delicati ed emozionanti, talvolta mondani e viziosi. Il legame tra i due si fonda sull'ironia del giovane Driss, inizialmente forse involontaria, e sulla capacità invece di Philippe di cogliere il frutto di questa simpatia a tratti, addirittura, irriverente. Però è lo stesso Philippe, infatti, che esprime subito il desiderio di non ricevere gratuitamente pietà e tenerezza perchè non è quello che cerca lui, e probabilmente neanche quello che cercano i tetraplegici oggi. La certezza di avere una vita piena di cultura, di conoscenza, di ricordi permette al malato di sentirsi più vivo di tanti altri soprattutto da quando incontra Driss che lo rinvigorisce di linfa vitale, tanto da farlo reinnamorare di qualcuno. E allora forse ne deriva una lezione di vita e non solo una piacevole finzione che ci stacca dalla triste realtà della vita. Il messaggio che può trasparire riguarda anche il problema dell'eutanasia (in contrapposizione a una storia che racconta la stessa realtà "Il mare dentro") ricordandoci l'importanza e il significato della vita che non consiste solo nello stare in piedi, ma nel comunicare, nel vivere e nel respirare le emozioni con la passione di sempre. Philippe rappresenta moltissime persone che in queste condizioni preferiscono vivere, e vivono anche meglio di tanti altri perchè sanno come si vive, e soprattutto come si ama.
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gioscrittore
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lunedì 14 gennaio 2013
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entrambi irritanti
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Già dalla prima scena in cui il badante di colore fa divertire il suo principale paraplegico con una corsa in auto che mette a repentaglio la loro sicurezza e quelle delle altre persone nelle vetture vicine ho capito la cifra del film. La storia irritante di due persone antipatiche ed egocentriche in due modi diversi, ma assimilabili.
il ricco paraplegico con le sue immense possibilità può permettersi di pagare l'istrione di colore che nel corso del film farà qualsiasi sciocchezza, ovviamente anche un ballo da disco anni 70, musica che nelle banliue parigine non riscuote certo un gran successo, essendo borghese e antiquata. il rap e l'hip hop sarebbero stati più coerenti.
E quanto si diverte il disgraziato riccone delle bravate, a volte quasi violente, che il badante perpetra contro vicini di casa o fidanzatini inermi della figlia.
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Già dalla prima scena in cui il badante di colore fa divertire il suo principale paraplegico con una corsa in auto che mette a repentaglio la loro sicurezza e quelle delle altre persone nelle vetture vicine ho capito la cifra del film. La storia irritante di due persone antipatiche ed egocentriche in due modi diversi, ma assimilabili.
il ricco paraplegico con le sue immense possibilità può permettersi di pagare l'istrione di colore che nel corso del film farà qualsiasi sciocchezza, ovviamente anche un ballo da disco anni 70, musica che nelle banliue parigine non riscuote certo un gran successo, essendo borghese e antiquata. il rap e l'hip hop sarebbero stati più coerenti.
E quanto si diverte il disgraziato riccone delle bravate, a volte quasi violente, che il badante perpetra contro vicini di casa o fidanzatini inermi della figlia.
insomma, per alleviare la sua pena, il ragazzo nero sberleffa qualsiasi cosa: musica colta, arte,ecc, ecc. in un ambiente di compiacenti borghesi che provano una improbabile simpatia immediata per lui.
Se davvero si ispira ad una storia vera, si spera che tutto ciò sia avvenuto con altre modalità, meno cialtrone: l'aspetto dimesso del vero badante che appare nell'ultima scena, per fortuna, lo fa pensare.
il successo stellare che ha coronato il film sembra davvero nel mio modo di sentire, davvero incredibile. un film brutto e sguaiato nella sua sostanza più profonda.
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nezz�
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domenica 6 gennaio 2013
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un gran bel film.
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Un film che vale la pena vedere, perchè fa capire che non dovrebbero esistere discriminazioni sociali, ne tanto meno discriminazioni razziali, perchè ogni individuo, nonostante sia esso diverso da altri,può nascondere un lato umanistico ,che non può trapelare dall'estrazione sociale,nè tanto meno dal colore della pelle e men che mai dalla scelta religiosa.
Questo film ironizza su persone culturalmente superiori,ma privi di empatia ed emotivamente molto scarni,mettendo in mostra come denaro e potere non rendano immuni da rischi,e come l'estrazione sociale e livello culturale, non rendano un essere umanamente superiore ad altri.
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eugenio
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venerdì 21 dicembre 2012
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una decisa riflessione sul senso della vita
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Inizialmente un’atmosfera concitata,rapida: una Maserati lanciata a folle velocità su una strada semi-deserta in piena notte con a bordo “una strana coppia”. Un signore di mezza età,emaciato,apparentemente in crisi di astinenza,è seduto a lato del conducente, un esagitato afroamericano, nervoso,teso e incurante del pericolo. Vengono fermati dalla polizia ma lasciati andare poco dopo per le evidenti condizioni di salute dell’uomo di cui, scopriamo istantaneamente, la sua natura diversamente abile e la necessità di assistenza fornitagli dal badante senegalese. Pochi fotogrammi dopo, ci accorgiamo che è tutto un bluff: Philippe, questo il nome del miliardario paralizzato sta benone e ben diversa è la meta “tacitamente concordata”.
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Inizialmente un’atmosfera concitata,rapida: una Maserati lanciata a folle velocità su una strada semi-deserta in piena notte con a bordo “una strana coppia”. Un signore di mezza età,emaciato,apparentemente in crisi di astinenza,è seduto a lato del conducente, un esagitato afroamericano, nervoso,teso e incurante del pericolo. Vengono fermati dalla polizia ma lasciati andare poco dopo per le evidenti condizioni di salute dell’uomo di cui, scopriamo istantaneamente, la sua natura diversamente abile e la necessità di assistenza fornitagli dal badante senegalese. Pochi fotogrammi dopo, ci accorgiamo che è tutto un bluff: Philippe, questo il nome del miliardario paralizzato sta benone e ben diversa è la meta “tacitamente concordata”.
Il prologo non convince, sembra quasi irriverente e fuori luogo eppure è anticipatore del leit-motiv della pellicola, campione di incassi e rivelazione francese dell’ultimo anno. Quasi amici, questo il titolo, è incentrato sulla forza indissolubile dell’amicizia tra due categorie dalle antitetiche personalità e caratteristiche psico-fisiche: miliardario tetraplegico bianco l’uno, disoccupato stravagante e traffichino l’altro. Quasi amici non è pero’ un un buddy-movie, una commedia cioè sulla convivenza forzata di una strana coppia ma un film di forte impatto sociale e profondamente riflessivo per la delicatezza delle tematiche affrontate quali il dramma della solitudine di persone diversamente abili all’interno di un ambiente fortemente borghese.
Con una lunga analessi che occupa buona parte della pellicola, i due registi Olivier Nakache e Éric Toledano, descrivono il complicato rapporto tra due “personaggi” entrambi scottati dalla vita: uno segnato da un terribile incidente a seguito del quale è rimasto paralizzato e ha perso la moglie,l’altro Yabdel, dal triste passato di immigrato senegalese . Il rapporto tra i due non segue una precisa logica ma alterna momewnti di duro scontro ad altri di pacata riconciliazione: il miliardario scorbutico,solo e conformista, trova attraverso “l’elemento di disturbo” la forza di reagire e lottare nonostante le sue tragiche condizioni. Acquista coraggio e fiducia nelle sue capacità tanto da spingersi oltre il semplice rapporto epistolare con una giovane ragazza di cui è innamorato, da farsi rispettare dall’insolente figlia, di aiutare ed essere aiutati nel periglioso cammino della vita.
L’ossimoro che permea Quasi amici , basato su una storia vera, contribuisce a evidenziare le debolezze dei due protagonisti grazie a una precisa caratterizzazione (fortunatamente ben trasmessa dal doppiaggio italiano della coppia Maggi/Mori): Philippe è inabile ma intellettualmente attivo pur se socialmente incapace in quanto “intrappolato” nel suo mondo ovattato, Yabdel, al contrario, è una bomba di “mobilità”,apparentemente forte e sicuro di sé ma fragile interiormente senza una precisa collocazione e direzione entro cui collocare la sua vita; non ha ambizioni se non accedere al sussidio di disoccupazione, suo unico mezzo di sostentamento. L’incontro/scontro/rappacificazione è una bella lezione di vita, un’esplosione di sincerità e di speranza sul significato della ricchezza che è nulla senza la condivisione e le emozioni di cui è portatrice. Molto ben riuscita e apprezzata in questo senso è la seconda parte che evita i facili pietismi (paradigmatica è la lunga sequenza in volo sul deltaplano sullo sfondo delle montagne rocciose) e si interroga sul senso della vita con un’ironia che non cede alle tentazioni del cinismo.
Già..l’ironia, qui intesa quasi come motore dell’esistenza e propulsore di ogni scelta. Che sia questa la chiave di volta della vita? I due registi ne sono sicuri e noi con loro.
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rampante
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mercoledì 19 dicembre 2012
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una storia
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La storia di Philippe Pozzo di Borgo, ricco aristocratico paraplegico, e Driss un ragazzo di colore, senegalese appena uscito di prigione, alla ricerca non di un lavoro ma di una firma per avere il sussidio.
Philippe sceglie di rischiare e assume Driss come badante, una badante molto particolare che a modo suo riesce a fargli riassaporare la gioia di vivere, di uscire, di ritrovare la sensazione di normalità.
Tra loro nasce un bel rapporto di complicità, i due protagonisti troveranno un punto di incontro che sfocerà in una bella amicizia.
Una bella favola, possibile perchè Philippe è ricco.
La solidarietà e l'affetto fa da collante e cancella la loro diversità.
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La storia di Philippe Pozzo di Borgo, ricco aristocratico paraplegico, e Driss un ragazzo di colore, senegalese appena uscito di prigione, alla ricerca non di un lavoro ma di una firma per avere il sussidio.
Philippe sceglie di rischiare e assume Driss come badante, una badante molto particolare che a modo suo riesce a fargli riassaporare la gioia di vivere, di uscire, di ritrovare la sensazione di normalità.
Tra loro nasce un bel rapporto di complicità, i due protagonisti troveranno un punto di incontro che sfocerà in una bella amicizia.
Una bella favola, possibile perchè Philippe è ricco.
La solidarietà e l'affetto fa da collante e cancella la loro diversità.
Due mondi opposti, due mondi lontani, due diverse realtà .
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andrea giostra
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martedì 11 dicembre 2012
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l'amicizia e il rispetto.
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Un film bellissimo. Raffinato, elegante, che fa sentire noi "sani", cosiddetti normodotati, i veri portatori di handicap! Da far vedere nelle scuole italiane.
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dani materazzini
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lunedì 10 dicembre 2012
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più che amici...
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Sicuramente un grandissimo film!
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