gianmarco.diroma
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martedì 7 agosto 2012
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dr. fitoussi
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Dr. Fitoussi è il personaggio interpretato da Anne Le Ny ne La guerra è dichiarata. In Quasi amici interpreta Yvonne, colei che assiste giorno dopo giorno il protagonista Philippe/François Cluzet (insieme a Driss/Omar Sy) insieme ad un équipe di medici infermieri nella sua convivenza con la tetraplegia. Le due parti (o interpretazioni) della dr. Fitoussi e di Yvonne differiscono sia per la durata del ruolo, che per la sua natura o funzione. Se la dr. Fitoussi ricopre un ruolo marginale in termini di durata nella pellicola di Valérie Donzelli, in Quasi amici, Yvonne è elemento stabilizzatore (e quindi anche catalizzatore, come dimostrato dai suoi problemi intestinali) delle tensioni che s'instaurano tra Phlippe e Driss.
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Dr. Fitoussi è il personaggio interpretato da Anne Le Ny ne La guerra è dichiarata. In Quasi amici interpreta Yvonne, colei che assiste giorno dopo giorno il protagonista Philippe/François Cluzet (insieme a Driss/Omar Sy) insieme ad un équipe di medici infermieri nella sua convivenza con la tetraplegia. Le due parti (o interpretazioni) della dr. Fitoussi e di Yvonne differiscono sia per la durata del ruolo, che per la sua natura o funzione. Se la dr. Fitoussi ricopre un ruolo marginale in termini di durata nella pellicola di Valérie Donzelli, in Quasi amici, Yvonne è elemento stabilizzatore (e quindi anche catalizzatore, come dimostrato dai suoi problemi intestinali) delle tensioni che s'instaurano tra Phlippe e Driss. Una perfetta non protagonista quindi, utilizzando la classica terminologia per descrivere i ruoli degli attori nel cinema (utilizzata anche per premiarli, gli attori e le attrici). Una non protagonista che con la sua figura di basso profilo attraversa tutto il film di Olivier Nakache: un ruolo capace, lungo le linee del corpo e del viso di Anne Le Ny (per la voce, dipende dal doppiaggio), di mettere in relazione tra loro sia le figure della dr. Fitoussi che di Yvonne, sia La guerra è dichiarata che Quasi amici, sia la figura del piccolo Adam, afflitto da un carcinoma al cervello che Philippe, costretto a vivere il resto della sua vita su una sedia a rotelle, dipendendo per tutto da qualcun altro (ma è proprio in questa dipendenza dagli altri, e soprattutto da chi è molto diverso da lui, come Driss, sia come pelle, educazione, formazione, cultura e classe sociale, che Philippe riscoprirà una sincera voglia di vivere ed amare, perché è "negli altri che si cela il volto di Cristo"), delineando una sorta di metacinema (anche se la formula metacinema non ha senso, perché il cinema è "meta" per definizione, perché nel suo farsi ed essere fatto, il cinema, se veramente tale, parla di cinema, della lingua del cinema, altrimenti non sarebbe arte, ma un semplice elemento ornamentale/decorativo della vita di tutti i giorni), dove è la storia stessa del cinema ad essere tirata in ballo, una storia che si ripete all'infinito, una storia fatta di corsi e ricorsi storici (solo l'aver vissuto la Nouvelle Vague, ed averla metabolizzata, permette ai francesi di mescolare con tanta maestria commedia e tragedia, in storie di tutti i giorni), una storia che nel ripetersi all'infinito (anche grazie all'utilizzo di facce che pur non essendo facce di divi, sono e/o diventano comunque note) disegna dei centri concentrici che come gli anelli di accrescimento di un albero vanno a costituirsi come la storia secolare del cinema.
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bigjoe
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domenica 5 agosto 2012
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banale
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Un commedia banale, se avete visto il trailer avete visto già tutto il film.
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(di afficarlo)
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blackdragon89
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domenica 5 agosto 2012
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un connubio tra una coppia che vive di assistenza
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Sfiancato dall'eccessivo volume di pietà al quale è sottoposto ogni giorno, il miliardario tetraplegico Philippe Pozzo di Borgo intraprende una serie di colloqui volti all'ingaggio di un badante a tempo pieno. L'imperscrutabile occhio ricade su Driss Bassari, un ex detenuto presentatosi all'appuntamento unicamente per il sussidio di disoccupazione. Incuriosito dal suo fare ben lungi dall'essere distinto e di buone maniere, il disabile decide di prendere in prova lo scabro individuo. Sulle note armoniose di un contorno lirico prende via il connubio tra volgarità e raffinatezza, le cui spoglie proseguono in un percorso psicologico destinato ad un'indubbia intersezione.
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Sfiancato dall'eccessivo volume di pietà al quale è sottoposto ogni giorno, il miliardario tetraplegico Philippe Pozzo di Borgo intraprende una serie di colloqui volti all'ingaggio di un badante a tempo pieno. L'imperscrutabile occhio ricade su Driss Bassari, un ex detenuto presentatosi all'appuntamento unicamente per il sussidio di disoccupazione. Incuriosito dal suo fare ben lungi dall'essere distinto e di buone maniere, il disabile decide di prendere in prova lo scabro individuo. Sulle note armoniose di un contorno lirico prende via il connubio tra volgarità e raffinatezza, le cui spoglie proseguono in un percorso psicologico destinato ad un'indubbia intersezione.
Ispirato ad una storia vera, l'acclamato lungometraggio francese non è nient'altro che un corpo perfettamente equilibrato e costruito sul presupposto cardine dell'incontro tra elementi in prima vista contrastanti. A cominciare dal borgo di provenienza, le mancanze fisiche quanto introspettive delle due personalità vengono meno una volta rotto il ghiaccio; vuoti caratteriali e non vengono colmati in ciò che si presta a divenire un rapporto del tutto simbiotico, attraverso un itinerario umanistico svolto in tale sintonia da proporre l'avanzamento psicologico con una naturalezza tanto inconfutabile quanto suadente. Un viaggio di completamento dolce e modulato, sia individuale che collettivo, lontano dai paradigmi del genere e al contrario autentico ed originale, esposto in totale disinvoltura senza il minimo accenno di monotonia. Il tratto distintivo e indipendente non indugia persino sul finale, quando la paura di un crollo relazionale si fa evidente; l'invadente timore, ottimo pretesto al fine di mantenere l'attenzione sull'epicentro scenico, prosegue verso una cauta ed obbligata rottura di stampo differente, presentata anch'essa linearmente e senza spaccature emotive. Ad accrescere il coinvolgimento emotivo gioca poi un ruolo fondamentale un incipit di natura nuova e distintiva, di un'efficienza tale da scatenare una forte sensazione di curiosità latente da cui consegue una strenua partecipazione all'armonia di tutto il prodotto.
Giocato sull'ottimo matrimonio sensitivo di un drammatico di calco umoristico, "Quasi Amici" è un film azzeccato e ricalcato in maniera salda sugli avvenimenti reali, con qualche piccola differenza di tratto prettamente cinematografico. Un contorno stabile che fa capo ad ottime interpretazioni e ad un montaggio grafico che pur non essendo oggetto di grandi richieste risulta efficente e senza sbavature, in particolar modo grazie all'ausilio di luci ed ambientazioni appropriate. Visibilmente da premio poi un preciso ed indovinato comparto sonoro, che sulle note calme e sui giusti appigli rischiara gli intenti esecutivi accompagnando un degno e piacevole comedy drama destinato a divenire uno dei film di maggior successo francese in tutti i tempi.
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alessanvan
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venerdì 27 luglio 2012
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film tratto da una storia vera e realista
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Molti considerano questo film di fantasia, ma non è così. Qualche volta è romanzato (Driss non è Senegalese, ma Marocchino, di uova Fabergé ne esistono 52 in tutto il mondo quindi Philippe non ne poteva mai avere 20. Ma Drisss e Philippe esistono realmente e la loro amicizia è reale. Prima che venisse girato il film registi e attori sono andatri a trovarli. Può sembrare strano che 2 uomini così diversi siano diventati amici ma, come diceva Pirandello, la realtà supera spesso la fantasia.
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ultimoboyscout
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lunedì 2 luglio 2012
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la rivincita della periferia.
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Il film che non t'aspetti, l'autentica sorpresa di questi inizio d'anno cinematografico e quasi certamente di tutto il 2012, un gioiellino di valore inestimabile. Questo è "Quasi amici", la storia di un incontro casuale ma sfolgorante tra un ricco tetreplegico che non piange e che non vive e un giovane nero della banlieu che lo sfotte e solidarizza. François Cluzet interpreta il miliardario francese ispirato dalla figura del patron dello champagne Pommery Philippe Pozzo di Borgo, rimasto paralizzato a seguito di un incidente deltaplano e successivamente assistito da un badante di origine africana. Omar Sy interpreta il giovane badante di colore (nella realtà è un maghrebino) e se il film sfonda molto del merito è suo e della sua travolgente simpatia.
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Il film che non t'aspetti, l'autentica sorpresa di questi inizio d'anno cinematografico e quasi certamente di tutto il 2012, un gioiellino di valore inestimabile. Questo è "Quasi amici", la storia di un incontro casuale ma sfolgorante tra un ricco tetreplegico che non piange e che non vive e un giovane nero della banlieu che lo sfotte e solidarizza. François Cluzet interpreta il miliardario francese ispirato dalla figura del patron dello champagne Pommery Philippe Pozzo di Borgo, rimasto paralizzato a seguito di un incidente deltaplano e successivamente assistito da un badante di origine africana. Omar Sy interpreta il giovane badante di colore (nella realtà è un maghrebino) e se il film sfonda molto del merito è suo e della sua travolgente simpatia. Sembrava un'amicizia impossibile: il ragazzo è veniale, incolto e sboccato, osa ben più del dovuto col suo datore di lavoro ma lo colpirà profondamente al cuore con la sua vitalità e forse, perchè è l'unico a non trattarlo da minorato. E' un trionfo di humour e commozione, lacrime e risate, mai melenso e grondante vita. E' il riscatto del nero, ma anche del bianco ed insieme hanno imparato a riscoprire valori e verità perchè si sono aperti, guardati e confrontati. La storia è semplice, il pubblico l'ha apprezzata proprio per questo, genuina e diretta, delicata come solo una storia del genere può essere, anche se sicuramente gli autori si sono concessi diverse licenze narrative e il rifugio più che sicuro di una storia tratta da personaggi reali ed esistenti, con il più che probabile benestare degli stessi. Piace la strana coppia, non scade mai nel pietoso e all'allegria aggiunge tocchi di cinismo che danno un sapore particolarissimo: i due uomini da soli erano incompleti, insieme sono diventati autentici intoccabili. Il tutto è raccontato coi toni della commedia amarognola tra momenti di purissimo divertimento, commozione, energia vitale trascinante e trovate decisamente spettacolari e inaspettate. In Francia è uno dei film che ha incassato maggiormente nella propria storia cinematografica e per come è riuscito è diventato di diritto un film-cardine della cinematografia d'Oltralpe. Vicinissimo alle 5 stelle!
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blackdragon89
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domenica 1 luglio 2012
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il connubio tra una coppia che vive di assistenza
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Sfiancato dall'eccessivo volume di pietà al quale è sottoposto ogni giorno, il miliardario tetraplegico Philippe Pozzo di Borgo intraprende una serie di colloqui volti all'ingaggio di un badante a tempo pieno. L'imperscrutabile occhio ricade su Driss Bassari, un ex detenuto presentatosi all'appuntamento unicamente per il sussidio di disoccupazione. Incuriosito dal suo fare ben lungi dall'essere distinto e di buone maniere, il disabile decide di prendere in prova lo scabro individuo. Sulle note armoniose di un contorno lirico prende via il connubio tra volgarità e raffinatezza, le cui spoglie proseguono in un percorso psicologico destinato ad un'indubbia intersezione.
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Sfiancato dall'eccessivo volume di pietà al quale è sottoposto ogni giorno, il miliardario tetraplegico Philippe Pozzo di Borgo intraprende una serie di colloqui volti all'ingaggio di un badante a tempo pieno. L'imperscrutabile occhio ricade su Driss Bassari, un ex detenuto presentatosi all'appuntamento unicamente per il sussidio di disoccupazione. Incuriosito dal suo fare ben lungi dall'essere distinto e di buone maniere, il disabile decide di prendere in prova lo scabro individuo. Sulle note armoniose di un contorno lirico prende via il connubio tra volgarità e raffinatezza, le cui spoglie proseguono in un percorso psicologico destinato ad un'indubbia intersezione.
Ispirato ad una storia vera, l'acclamato lungometraggio francese non è nient'altro che un corpo perfettamente equilibrato e costruito sul presupposto cardine dell'incontro tra elementi in prima vista contrastanti. A cominciare dal borgo di provenienza, le mancanze fisiche quanto introspettive delle due personalità vengono meno una volta rotto il ghiaccio; vuoti caratteriali e non vengono colmati in ciò che si presta a divenire un rapporto del tutto simbiotico, attraverso un itinerario umanistico svolto in tale sintonia da proporre l'avanzamento psicologico con una naturalezza tanto inconfutabile quanto suadente. Un viaggio di completamento dolce e modulato, sia individuale che collettivo, lontano dai paradigmi del genere e al contrario autentico ed originale, esposto in totale disinvoltura senza il minimo accenno di monotonia. Il tratto distintivo e indipendente non indugia persino sul finale, quando la paura di un crollo relazionale si fa evidente; l'invadente timore, ottimo pretesto al fine di mantenere l'attenzione sull'epicentro scenico, prosegue verso una cauta ed obbligata rottura di stampo differente, presentata anch'essa linearmente e senza spaccature emotive. Ad accrescere il coinvolgimento emotivo gioca poi un ruolo fondamentale un incipit di natura nuova e distintiva, di un'efficienza tale da scatenare una forte sensazione di curiosità latente da cui consegue una strenua partecipazione all'armonia di tutto il prodotto.
Giocato sull'ottimo matrimonio sensitivo di un drammatico di calco umoristico, "Quasi Amici" è un film azzeccato e ricalcato in maniera salda sugli avvenimenti reali, con qualche piccola differenza di tratto prettamente cinematografico. Un contorno stabile che fa capo ad ottime interpretazioni e ad un montaggio grafico che pur non essendo oggetto di grandi richieste risulta efficente e senza sbavature, in particolar modo grazie all'ausilio di luci ed ambientazioni appropriate. Visibilmente da premio poi un preciso ed indovinato comparto sonoro, che sulle note calme e sui giusti appigli rischiara gli intenti esecutivi accompagnando un degno e piacevole comedy drama destinato a divenire uno dei film di maggior successo francese in tutti i tempi.
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luca scial�
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mercoledì 27 giugno 2012
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una spruzzata di ironia per sdrammatizzare
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Driss è un giovane nero che abita nelle difficili Banlieu francesi, nullafacente, a caccia dei sussidi di disoccupazione. Piomba a casa del ricchissimo ma paraplegico Philippe, per ottenere un diniego nella sua candidatura e così ottenere l'ambito assegno sociale. Ma quest'ultimo decide contro ogni pronostico di tenerlo in casa come fido assistente. Tra i due nascerà una bella amicizia, basata sulla diversità.
Commedia basata su una storia vera. Certo, un pò romanzata, fiabesca, ma che non scade mai nel dramma o nella smielatura patetica che spesso infetta le pellicole. Un film ironico, che sdrammatizza e spruzza ottimismo. Parte dalla fine e finisce nel migliore dei modi.
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Driss è un giovane nero che abita nelle difficili Banlieu francesi, nullafacente, a caccia dei sussidi di disoccupazione. Piomba a casa del ricchissimo ma paraplegico Philippe, per ottenere un diniego nella sua candidatura e così ottenere l'ambito assegno sociale. Ma quest'ultimo decide contro ogni pronostico di tenerlo in casa come fido assistente. Tra i due nascerà una bella amicizia, basata sulla diversità.
Commedia basata su una storia vera. Certo, un pò romanzata, fiabesca, ma che non scade mai nel dramma o nella smielatura patetica che spesso infetta le pellicole. Un film ironico, che sdrammatizza e spruzza ottimismo. Parte dalla fine e finisce nel migliore dei modi. Fa ridere e commuovere. Lascia il segno, come non sempre fa il cinema francese.
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purista
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mercoledì 27 giugno 2012
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inatttese opportunità.
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Lo sfortunato paraplegico ha perfettamente metabolizzato la sua sfortuna e l'accetta. Del resto era - ed è - un ricco decisore.
Lo sfortunato reietto ha perfettamente metabolizzato la sua esclusione dal mondo. Del resto è un intelligente osservatore.
Eppure entrambi si accorgono che l'altro gli consentirà di andare oltre le rispettive rassegnazioni ed entrambi non hanno paura di consentire all'altro - e a sé stessi - di sfruttare un'inattesa opportunità.
Falsamente semplicistico, erroneamente tacciato di favolismo, il film è una grande lezione di speranza e suggerisce la chiave per uscire da ogni depressione: la fiducia nel prossimo.
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Lo sfortunato paraplegico ha perfettamente metabolizzato la sua sfortuna e l'accetta. Del resto era - ed è - un ricco decisore.
Lo sfortunato reietto ha perfettamente metabolizzato la sua esclusione dal mondo. Del resto è un intelligente osservatore.
Eppure entrambi si accorgono che l'altro gli consentirà di andare oltre le rispettive rassegnazioni ed entrambi non hanno paura di consentire all'altro - e a sé stessi - di sfruttare un'inattesa opportunità.
Falsamente semplicistico, erroneamente tacciato di favolismo, il film è una grande lezione di speranza e suggerisce la chiave per uscire da ogni depressione: la fiducia nel prossimo. Non c'è limite al peggio, ma esiste sempre di meglio.
Splendido.
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sorella luna
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giovedì 14 giugno 2012
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unico errore in un film perfetto
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Ebbene ho letto le recensioni degli altri "amici" del Forum e sono pienamente d'accordo con tutti, non voglio aggiungere altro se non che ho notato una incongruenza nella sceneggiatura, un unico errore ma mi e vi chiedo se forse in un film tanto preciso e accurato la "mancanza" non sia forse mia. Potrei aver capito male. Quindi la domanda è questa: Driss ce l'ha o non ce l'ha la patente quando all'inizio del film guida come un pazzo e poi viene fermato dalla Polizia? Dopo aver convinto i poliziotti che andava veloce per un'emergenza risale in macchina e Philippe gli dice che deve decidersi a prendere la patente. Poi ci sono i titoli di testa e poi il film inizia ripercorrendo le tappe della loro amicizia fino a riagganciarsi alla scena che abbiamo visto all'inizio prima dei titoli.
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Ebbene ho letto le recensioni degli altri "amici" del Forum e sono pienamente d'accordo con tutti, non voglio aggiungere altro se non che ho notato una incongruenza nella sceneggiatura, un unico errore ma mi e vi chiedo se forse in un film tanto preciso e accurato la "mancanza" non sia forse mia. Potrei aver capito male. Quindi la domanda è questa: Driss ce l'ha o non ce l'ha la patente quando all'inizio del film guida come un pazzo e poi viene fermato dalla Polizia? Dopo aver convinto i poliziotti che andava veloce per un'emergenza risale in macchina e Philippe gli dice che deve decidersi a prendere la patente. Poi ci sono i titoli di testa e poi il film inizia ripercorrendo le tappe della loro amicizia fino a riagganciarsi alla scena che abbiamo visto all'inizio prima dei titoli... Ebbene l'errore secondo me sta nei 10 minuti precedenti, quando cioè Driss va ad un colloquio di lavoro e alla domanda se è in possesso della patente di guida lui risponde che ce l'ha solo da un mese! Poi verrà chiamato di notte da Yvonne perchè Philippe sta male e lui lo porterà fuori a correre in macchina, verranno fermati etc etc... Mi sono spiegata? Qualcuno sa rispondermi?
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[+] secondo me non c'è errore
(di alessanvan)
[ - ] secondo me non c'è errore
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=stefano2=
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sabato 9 giugno 2012
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una deludente tamarrata furbesca e superficiale
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Considerato l entusiasmo generalizzato che si è respirato attorno al film, sono rimasto molto deluso. Un fim mediocre, furbesco e superficiale. Un' operazione commerciale che sfrutta i codici più semplicistici e diretti della narrazione cinematografica, alla ricerca della commozione e della presa facili, quanto plasticosamente ricercati a tavolino. La figura di Driss pare essere ideata appositamente per fare facile presa su un certo immaginario giovanile. Molti passaggi sono forzati, varie circostanze non credibili e lontane dalla realtà. Si anela a una profondità che tuttavia si evita accuratamente, in nome di battute tamarre, di facile presa. Non è correndo a 300 Km/h sull’ autostrada, minacciando chi parcheggi di fronte al tuo portone, fumando marjuana, rapportandosi con modalità da bullo di periferia, imponendo gusti e modalità comunicative “fighe” che si riscopre un autenticità nel rapportarsi con l’handicap e con un altro essere umano in genere.
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Considerato l entusiasmo generalizzato che si è respirato attorno al film, sono rimasto molto deluso. Un fim mediocre, furbesco e superficiale. Un' operazione commerciale che sfrutta i codici più semplicistici e diretti della narrazione cinematografica, alla ricerca della commozione e della presa facili, quanto plasticosamente ricercati a tavolino. La figura di Driss pare essere ideata appositamente per fare facile presa su un certo immaginario giovanile. Molti passaggi sono forzati, varie circostanze non credibili e lontane dalla realtà. Si anela a una profondità che tuttavia si evita accuratamente, in nome di battute tamarre, di facile presa. Non è correndo a 300 Km/h sull’ autostrada, minacciando chi parcheggi di fronte al tuo portone, fumando marjuana, rapportandosi con modalità da bullo di periferia, imponendo gusti e modalità comunicative “fighe” che si riscopre un autenticità nel rapportarsi con l’handicap e con un altro essere umano in genere. Lo scrive uno che da anni lavora da educatore nel settore. Film splendidi si sono prodotti e ancora si producono su tematiche come queste, ma con l'onestà di chi non sfrutta determinate condizioni di vita per facilonerie narrative. Sorridete e ridete pure di questo film, ma con la consapevolezza che la realtà è un’ altra e domandatevi cosa è stato messo lì per trasmettervi qualcosa, per raccontarvi qualcos'altro o per compiacervi e credere i soldi del biglietto ben spesi. Non tutti i fini vantano medesima nobiltà. Saluti
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[+] punto di vista interessante il tuo.
(di ultimoboyscout)
[ - ] punto di vista interessante il tuo.
[+] film vero.
(di target87)
[ - ] film vero.
[+] delicato come un elefante in una cristalleria
(di fabry68)
[ - ] delicato come un elefante in una cristalleria
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