asdrubale03
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lunedì 24 giugno 2013
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commuovente e comic
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una vera e grande amicizia
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amandagriss
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giovedì 18 aprile 2013
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affinità elettive
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Come si può provvedere veramente al benessere di una persona -familiare o estraneo- ,di chi,soprattutto per malattia o grave handicap,è costretto a contare sull'aiuto di qualcun altro? Come curarsi di un individuo, oltrepassando la barriera del puro assistenzialismo,oltre il dovere,oltre il dovuto,e dedicarsi e aprirsi ai suoi reali bisogni,quelli che ne tengono in vita lo spirito e non solo il corpo? Non esistono regole o ricette specifiche,come non esiste la persona ideale chiamata a svolgere tale,difficilissimo compito.Non è una questione di razionalità o referenze,ma principalmente di istinto,di intuito.Una particolare alchimia,un'affinità di fondo,che nasce tra due persone (di solito) di ceto sociale,ma anche per sesso e razza,differenti.
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Come si può provvedere veramente al benessere di una persona -familiare o estraneo- ,di chi,soprattutto per malattia o grave handicap,è costretto a contare sull'aiuto di qualcun altro? Come curarsi di un individuo, oltrepassando la barriera del puro assistenzialismo,oltre il dovere,oltre il dovuto,e dedicarsi e aprirsi ai suoi reali bisogni,quelli che ne tengono in vita lo spirito e non solo il corpo? Non esistono regole o ricette specifiche,come non esiste la persona ideale chiamata a svolgere tale,difficilissimo compito.Non è una questione di razionalità o referenze,ma principalmente di istinto,di intuito.Una particolare alchimia,un'affinità di fondo,che nasce tra due persone (di solito) di ceto sociale,ma anche per sesso e razza,differenti.Come accade in Quasi amici,sorprendente pellicola francese che in patria ha sbancato i botteghini.Soave, divertente e triste,fiabesca e amara come solo la realtà sa essere,riesce a focalizzare l'importanza e,soprattutto,la fortuna di incontrare nella propria vita -in un particolare,terribile momento della vita- una persona in grado di leggere nelle pieghe dell'anima dell'altra,di comprenderne il dolore,la paura,i desideri,i bisogni più nascosti,una persona in grado di salvarne un'altra,''in tutti i modi in cui un essere umano può essere salvato''.E non importa se per un ricchissimo paraplegico di mezza età,che risiede in un lussuoso palazzo della Parigi antica -un piccolo scrigno di storia,arte e buone maniere- perennemente circondato da stretti collaboratori che non lo lasciano mai solo,questo 'salvatore',questa sorta di angelo custode sia un ragazzotto di colore delle banlieue parigine,di cultura elementare,senza un soldo e nemmeno la speranza di un futuro -perlomeno- dignitoso,con precedenti penali alle spalle ed una famiglia che pare assomigliare più ad una folla.Il film gioca ovviamente sui contrasti,su tutte le possibili differenze che derivano dall'interazione tra un bianco facoltoso e raffinato ed un nero rozzo ed indigente.Ma il risultato è ben lungi da una buonista banalità stereotipata,complici un'agile sceneggiatura e scambi di battute figli del nostro tempo,intelligenti ed esilaranti nel farsi inesorabile specchio della realtà.Assistiamo alla fusione naturale di due mondi che,all'apparenza,non hanno nulla in comune,di due anime che,al di là dei preconcetti,lasciando al coraggio o alla disperazione la libertà di osare,sono riuscite a riconoscersi e,forse,a completarsi a dispetto dei loro corpi e del gradino nella scala sociale che questi occupano.Con Quasi amici affiora il ricordo di altre pellicole tematicamente simili,che raccontano altrettante inconsuete storie d'amore e di amicizia,come Profumo di donna,L'uomo del treno,Le ali della libertà,Una questione di gusto (variante psicotica),ma anche Titanic di J.Cameron e il recente,bellissimo,Di ruggine e d’ossa.
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paopon
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giovedì 21 marzo 2013
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missione compiuta: grandi amici e grande incasso
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Come al solito si sopravvalutano i film commerciali. Unico pregio quello di strappare qualche risata, bendisporti anche verso i più bisognosi e sfortunati lasciandoti l'effetto catartico della vita meravigliosa. Sempre e comunque. Il pubblico si è abituato a non pensare, ad essere riempito dal vuoto. Una 'storia vera' può giustificare tutto. Un handicappato acculturato e raffinato che sceglie come assistente un ladruncolo rozzo e superficiale. Il pubblico gradisce già la prima scena del film: una corsa folle del disoccupato badante che diverte il tetraplegico: divertimento; in TV passano gli spot sull' educazione stradale nelle scuole, le stragi del sabato sera, il rispetto per le forze dell'ordine.
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Come al solito si sopravvalutano i film commerciali. Unico pregio quello di strappare qualche risata, bendisporti anche verso i più bisognosi e sfortunati lasciandoti l'effetto catartico della vita meravigliosa. Sempre e comunque. Il pubblico si è abituato a non pensare, ad essere riempito dal vuoto. Una 'storia vera' può giustificare tutto. Un handicappato acculturato e raffinato che sceglie come assistente un ladruncolo rozzo e superficiale. Il pubblico gradisce già la prima scena del film: una corsa folle del disoccupato badante che diverte il tetraplegico: divertimento; in TV passano gli spot sull' educazione stradale nelle scuole, le stragi del sabato sera, il rispetto per le forze dell'ordine. Già ma al cinema bisogna divertirsi, come, ha poca importanza.
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(di paolo salvaro)
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(di nostradamus)
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dani fede
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domenica 3 marzo 2013
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l'amicizia, quella vera
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nonostante la diversità si può essere amici, complici e insieme superare ogni ostacolo, come in questa commovente e divertente storia
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vannysax
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domenica 24 febbraio 2013
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bello
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Davvero un ottimo film, fa capire cosa può significare trovarsi in una disgrazia cosi grave, e come potersi fidare anche se spesso l'apparenza ci dice di non fidarci.
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shiningeyes
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mercoledì 20 febbraio 2013
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un film fatto con poco, ma che ti dà tanto!
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Il cinema francese di solito se ne sta nei margini per quanto riguarda il valore dei suoi film, anche se nella commedia ha sempre dato buoni film.
"Quasi amici" è un tocco di classe, ti diverte e ti fa riflettere allo stesso tempo, e il bello è che lo fa in un continuo sdrammatizzare che ti fa ridere a crepapelle, più il conflitto dei mondi dei due protagonisti, che viene sorpassato da una forte amicizia.
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Il cinema francese di solito se ne sta nei margini per quanto riguarda il valore dei suoi film, anche se nella commedia ha sempre dato buoni film.
"Quasi amici" è un tocco di classe, ti diverte e ti fa riflettere allo stesso tempo, e il bello è che lo fa in un continuo sdrammatizzare che ti fa ridere a crepapelle, più il conflitto dei mondi dei due protagonisti, che viene sorpassato da una forte amicizia.
Il bello di questo film è anche questa ricercatezza e accuratezza sul tema dell'amicizia, raccontata in un tono semplice, ma molto espressivo, ed è il merito più alto del lavoro dei registi.
I personaggi sono un'altra delle migliori cose del film: il milionario Philippe si dimostra essere un aristocratico privo di puzza sotto il naso ed aperto a dei registri più bassi, ed è interpretato benissimo da Cluzet, il quale gli dà un perfetto tono ironico e malinconico fusi insieme; Driss è l'istrione, il caos e la vita, che non si concede a cose statiche e antiche, e, levando l'aria da duro di periferia si dimostra gentile e di buon cuore. Sy si dimostra di essere una vera e propria rivelazione, ha gli atteggiamenti e l'espressività più adatta per quel ruolo, non mi immaginerei altro attore a fare quel ruolo.
Sulla sceneggiatura non saprei esprimermi al meglio, essendo una storia vera sulla quale non so neanche se è tutto vero o se è pieno di parti romanzate, ma ritengo che il lavoro su essa sia stato eseguito bene, senza troppe aspettative, giustamente.
Sul lato tecnico posso dire che l'idea del lungo flashback mi piace, ti introduce maggiore curiosità alla storia, e il lavoro alla fotografia è decisamente bello, soprattutto sulla scena del parapendio.
Un film fatto con poco, ma che dà tanto, dove è stato svolto un lavoro a livello umano che ti colpisce, da consigliare a chiunque!
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ibracadabra 8
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lunedì 18 febbraio 2013
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l'elefante e la farfalla ( x sempre "quasi" amici)
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Olivier Nakache, Eric Toledano,prendendo spunto da una storia reale, confezionano un film bellissimo, con il bravissimo François Cluzet( il dustin hoffman transalpino x doti fisiomomiche e recitative incredibile spiccicati per me) e il bravo Omar Sy, perfetto nella parte. il film racchiude tante cose, prima di tutto,i 2 mondi profondamente lontani e opposti(anni luce)ossia il nero/povero del ghetto, e il bianco miliardario della piu' alta borghesia francese,che si incontrano/scontrano una collisione verbale e poco manierista, il riccco paraplegico stanco nell'anima,e il nero arrabbiato che vive di sussidio e facili pregiudizi, lontano da inutili sentimentalismi e lacrime facili,il film fa ridere commuovendo,e fa commuovere ridendo,un film che parla di amicizia, lealta', persecuzione razziale, sana cattiveria alto borghese benpensante e perbenista ,lealta'o'divessita' che essa sia sociale,di colore di pelle, sessuale o fisica, tutti temi trattati in maniera(ironica e pepata, intelligente e leggera.
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Olivier Nakache, Eric Toledano,prendendo spunto da una storia reale, confezionano un film bellissimo, con il bravissimo François Cluzet( il dustin hoffman transalpino x doti fisiomomiche e recitative incredibile spiccicati per me) e il bravo Omar Sy, perfetto nella parte. il film racchiude tante cose, prima di tutto,i 2 mondi profondamente lontani e opposti(anni luce)ossia il nero/povero del ghetto, e il bianco miliardario della piu' alta borghesia francese,che si incontrano/scontrano una collisione verbale e poco manierista, il riccco paraplegico stanco nell'anima,e il nero arrabbiato che vive di sussidio e facili pregiudizi, lontano da inutili sentimentalismi e lacrime facili,il film fa ridere commuovendo,e fa commuovere ridendo,un film che parla di amicizia, lealta', persecuzione razziale, sana cattiveria alto borghese benpensante e perbenista ,lealta'o'divessita' che essa sia sociale,di colore di pelle, sessuale o fisica, tutti temi trattati in maniera(ironica e pepata, intelligente e leggera. quello che noi vorremo fosse il mondo. filmone che fa' riflettere DA VEDERE.
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fabry68
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domenica 3 febbraio 2013
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quasi film
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Dalla quantità di commenti positivi e dagli incassi si potrebbe pensare, erroneamente, di essere di ftonte a un capolavoro.
La realtà è un altra, il film è patetico e decisamente brutto.
I temi trattati, dalla quadriplegia del protagonista, alle differenze etniche e culturali dei sui maggiordomi, fino alla dicotomia fra quartieri ricchi e quartieri poveri, perdono il loro valore erosi da immagini stereotipate e ridondanti.
Non vediamo le banlieue descritte magistralmente dal geniale Kassovitz, nè tantomeno siamo tragicomicamente toccati dalla malattia e dalla sofferenza come in Parla con me di Almodòvar, non siamo neppure sfiorati dal dramma degli stranieri trattato in maniera perfetta nell'Ospite inatteso.
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Dalla quantità di commenti positivi e dagli incassi si potrebbe pensare, erroneamente, di essere di ftonte a un capolavoro.
La realtà è un altra, il film è patetico e decisamente brutto.
I temi trattati, dalla quadriplegia del protagonista, alle differenze etniche e culturali dei sui maggiordomi, fino alla dicotomia fra quartieri ricchi e quartieri poveri, perdono il loro valore erosi da immagini stereotipate e ridondanti.
Non vediamo le banlieue descritte magistralmente dal geniale Kassovitz, nè tantomeno siamo tragicomicamente toccati dalla malattia e dalla sofferenza come in Parla con me di Almodòvar, non siamo neppure sfiorati dal dramma degli stranieri trattato in maniera perfetta nell'Ospite inatteso.
Questo è un film banale, mediocre e confezionato per il popolino.
Vi lascio la visione di questo film, io non bevo alla fontana pubblica e detesto tutto ciò che è popolare.
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fabry68
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domenica 3 febbraio 2013
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completamente deludente
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Leggendo le recensioni, mi aspettavo un capolavoro, invece il film è completamente deludente.
Non trasmette pathos, non coinvolge nella sua narrativa, è un film che non ha spessore neppure nella comicità.
Tratta diverse tematiche: quella della difficoltà di un uomo costretto sulla sedia a rotelle, quella della diversità etnica, quella della disparità sociale, ma non convince in nessuna di queste.
Rimane superficiale, talvolta volgare non risuscendo a raccogliere i fremmenti delle esperienze dei vari personaggi per aggregarle in un percorso che sia dotato di un senso.
Le banlieues descritte con straordinaria maestria dal regista Kassovitz, qui restano uno stereotipo utilizzato per fare da cornice a una inquadratura troppo breve per descrivere le sofferenze di chi vive quotidianamento in questi quartieri.
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Leggendo le recensioni, mi aspettavo un capolavoro, invece il film è completamente deludente.
Non trasmette pathos, non coinvolge nella sua narrativa, è un film che non ha spessore neppure nella comicità.
Tratta diverse tematiche: quella della difficoltà di un uomo costretto sulla sedia a rotelle, quella della diversità etnica, quella della disparità sociale, ma non convince in nessuna di queste.
Rimane superficiale, talvolta volgare non risuscendo a raccogliere i fremmenti delle esperienze dei vari personaggi per aggregarle in un percorso che sia dotato di un senso.
Le banlieues descritte con straordinaria maestria dal regista Kassovitz, qui restano uno stereotipo utilizzato per fare da cornice a una inquadratura troppo breve per descrivere le sofferenze di chi vive quotidianamento in questi quartieri.
La malattia e la sofferenza, straordinariamente trattata ad esempio nel film di Almodòvar "Parla con lei", qui vengono riprese con una superficialità sconcertante.
La cosa che mi fa rabbrividire sono comunque le innumerevoli recensioni positive su questo film, segno di un involuzione culturale che progressivamente sta distruggendo ogni iniziativa di creatività dei registi che, oggi, badano di più al portafogli che alle idee.
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picassa
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giovedì 31 gennaio 2013
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vero e divertente
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me lo ha consigliato mio figlio quindicenne!
non gli piace mai niente invece questa volta è rimasto sorpreso
e dopo averlo visto ho capito perchè.
E' un film davvero intelligente
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