toty bottalla
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giovedì 22 maggio 2014
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le due facce del tradimento!
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La storia del film fotografa da vicino due diverse tipologie di tradimento all'interno di una coppia socialmente elevata, giovane e bella, michael davanti alla tentazione procace di laura resiste ma poi cede e tradisce fisicamente la moglie, joanna invece va oltre, non tradisce michael fisicamente almeno non completamente ma: lo fa con la mente, segnando un tormento indelebile percepibile nel finale, buona la sceneggiatura e gli interpreti e bravo tadjedin che imprimere al film una sott'intesa suspense angosciosa. Saluti.
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albydrummer
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mercoledì 11 settembre 2013
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piacevole commedia!!!
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Commedia del tutto discreta,piacevolmente sceneggiata,e recitata. Tutto ciò che puà fare l'amore,il tradimento in 24 ore......
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giugy3000
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martedì 10 settembre 2013
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questa notte e' ancora nostra
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Con un calibrato uso di silenzi, dialoghi perfetti e scenografie ad hoc, l'esordiente regista iraniana narra di Johanna e Micheal, un'agiata coppia americana conosciutasi ai tempi del collage e sposata da pochi anni. La routine scorre veloce e la vita matrimoniale pare procedere senza intoppi, sin quando una sola notte cambia (forse per sempre) la vita di entrambi: mentre Micheal in una trasferta lavorativa avrà modo di conoscere in maniera assai approfondita dopo cena la sua nuova collega, Johanna incontra per caso una sua vecchia fiamma francese, capitata nella Grande Mela proprio per rivederla...
Quella del film è materia psico-filosofica ed è un po' come se aprissimo ad una pagina a caso il celebre "Frammenti di un discorso amoroso" di Barthes, ma alla fin fine, nell'apparente inestricabile rete di emozioni, la base di tutto è che la coppia si scioglie, dal tramonto all'alba Johanna e Micheal tornano ad essere due entità singole affacciate ancora una volta sul precipizio della libertà.
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Con un calibrato uso di silenzi, dialoghi perfetti e scenografie ad hoc, l'esordiente regista iraniana narra di Johanna e Micheal, un'agiata coppia americana conosciutasi ai tempi del collage e sposata da pochi anni. La routine scorre veloce e la vita matrimoniale pare procedere senza intoppi, sin quando una sola notte cambia (forse per sempre) la vita di entrambi: mentre Micheal in una trasferta lavorativa avrà modo di conoscere in maniera assai approfondita dopo cena la sua nuova collega, Johanna incontra per caso una sua vecchia fiamma francese, capitata nella Grande Mela proprio per rivederla...
Quella del film è materia psico-filosofica ed è un po' come se aprissimo ad una pagina a caso il celebre "Frammenti di un discorso amoroso" di Barthes, ma alla fin fine, nell'apparente inestricabile rete di emozioni, la base di tutto è che la coppia si scioglie, dal tramonto all'alba Johanna e Micheal tornano ad essere due entità singole affacciate ancora una volta sul precipizio della libertà. Si analizza con fare quasi psicoterapeutico il ruolo sociale del tradimento da entrambe le sponde, si delineano le differenze abissali che intercorrono fra un uomo e una donna e poi si riconduce il tutto ad un'eterna somiglianza di fondo: il brivido della novità, del corteggiamento del seduttore kierkegaardiano è un'imprescindibile medaglia di ogni matrimonio, che sta a noi decidere se minerà per sempre ciò che abbiamo costruito oppure no. "So resistere a tutto, tranne che alle tentazioni" diceva già Oscar Wilde e quando si ha dinanzi a sè il brivido di un'esperienza mai vissuta ( o già esperita) poco o niente conta amare l'altro alla follia o essere in crisi da secoli. Trovo che sia un perno della vicenda su cui la regista abbia volutamente insistito: non sempre i tradimenti, i ripensamenti o i divorzi avvengono perchè scaturiti da un malessere, come spesso e volentieri si pensa; l'amore e il desiderio sono variabili su cui non si ha il minimo potere razionale e che possono inficiare anche il più solido dei matrimoni, spesso senza una valida ragione. Mentre Michael affronta la sua notte in compagnia di una donna assai più disibinita della moglie, Johanna riscopre un amore passato, a cui credeva di aver già rinunciato, ma che invece riaffiora con incredibile violenza nel suo cuore, proprio dopo una furente scenata di gelosia prima della partenza del marito. E ancora nuovi interrogativi sulla porta, prima di lasciare per sempre il letto di una sera macchiata di colpe e segreti: Si possono amare due persone alla volta?Quale adulterio è più grave fra uno consumato carnalmente e l'altro più intimo, trascorso in ore di abbracci fino a fondersi tra i vicendoli profumi?
La forza del film sta nel prendere una coppia unita, scandagliarla in tanti tasselli fino a ricomporla, senza sapere esattamente l'esito di questo nuovo riassemblaggio. L'ultima notte sarà davvero l'ultima? Si potrà dimenticare o non ci si riuscirà più a guardare negli occhi? Strizzando l'occhio all'attenzione maniacale per i dialoghi alla Rohmer e al suo "Ma nuit chez Maud", "Last Night" esce dalla turbinosa notte dei suoi protagonisti brillando di luce proprio, di realismo totale assaporato incosciamente come un sorso di vodka lemon bevuto al bancone del bar, ricordandoci del valore di ogni singolo giorno, delle novità che porta con sè e dei maldestri incontri del destino quando si è ebbri di vita e felicità ed è forse meglio uscirne con un rimorso piuttosto che un rimpianto.
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bruno cortona
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lunedì 9 settembre 2013
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il coraggio di raccontare, dov'è?
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E' il mio primo commento qui su Mymovies, sito che per me è stato fino ad ora e continuerà ad essere una ottima riserva di opinioni che è sempre interessante leggere. Oggi mi sono imbattuto girando fra i canali in Last Night e prima di procedere nella visione ho letto alcuni pareri su internet; rassicurato, ho avuto fiducia. Sbagliavo, almeno dal mio punto di vista e stavolta.
Il film racconta -per non tediarvi eccessivamente- di una giovane coppia di coniugi (Keira Knightley e Sam Worthington) in preda alle prime beghe matrimoniali; litigano, il giorno dopo lui parte per un viaggio di lavoro con una sua collega (Eva Mendes) mentre lei decide di vivere da single per una notte e incontra un suo ex (Guillame Canet).
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E' il mio primo commento qui su Mymovies, sito che per me è stato fino ad ora e continuerà ad essere una ottima riserva di opinioni che è sempre interessante leggere. Oggi mi sono imbattuto girando fra i canali in Last Night e prima di procedere nella visione ho letto alcuni pareri su internet; rassicurato, ho avuto fiducia. Sbagliavo, almeno dal mio punto di vista e stavolta.
Il film racconta -per non tediarvi eccessivamente- di una giovane coppia di coniugi (Keira Knightley e Sam Worthington) in preda alle prime beghe matrimoniali; litigano, il giorno dopo lui parte per un viaggio di lavoro con una sua collega (Eva Mendes) mentre lei decide di vivere da single per una notte e incontra un suo ex (Guillame Canet). Lui è decisamente arrapato (sì, senza virgolette: è proprio arrapato) e nonostante alcuni tentennamenti poco convinti si lascia andare, lei no ma destino vuole che il suo sentimento per l'ex sia come rinato. Si conclude con un ritorno alla quotidianità in uno dei finali peggio tagliati della storia, per quanto a posteriori si possa intuire le volontà della regista. Il film è un trionfo di banalità della vita di coppia, i temi che la regia decide di mettere a fuoco sembrano quelli tipici della migliore telenovela; il tutto viene circondato dalla lussuosità di una classe agiata e viziata.
Molti registi ci hanno raccontato l'amore e l'hanno fatto magristralmente, anche quello più anticonvenzionale (v. Francois Truffaut) ma l'hanno fatto con poesia, non avevamo bisogno di una miscela di sentimentalismi inutili e tradimenti. Aggiungiamo, per finire, quattro bellissimi attori (e la regista lo sa, regalando bellissimi primi piani della Knightley: come chiedere a Maradona di tirare un calcio di punizione insomma) ma a parte rari attimi scialbi e poco convincenti. A cercare di emergere ci prova soltanto la mai anonima Keira Knightley, comunque sottotono.
p.s.: Segnalo che ho scritto questo commento mentre la televisione è stata erroneamente lasciata accesa su Iris: in questo momento, dopo una sequenza Valeria Marini filava con un tossico conciato stile Eminem seduta in una panchina di fronte al mare e contemporaneamente una vecchia sparava all'impazzata col suo fucile, la Marini allatta col biberon una capra parlante in spiaggia. Ci vuole anche il trash, dopo tutto (e dopo questo).
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moogh_
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lunedì 6 maggio 2013
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sbilanciato
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È un vero peccato e una contraddizione che la regista di questo film, Massy Tadjedin, sia in realtà e in primo luogo una sceneggiatrice.
I Dialoghi sono pieni di pause che non portano ad alcuna riflessione importante, marciano ad una velocità inferiore rispetto l'andamento generale della storia, e questo mi sembra strano.
Film girato principalmente a New York ( grazie a Dio!) in calde abitazioni da copertina di riviste immobiliari che salvano l'intera composizione scenografica.
Carina la storia, bella New York, bellissima keira knightley.
La storia è divisa sostanzialmente in due parti: una bella e più avvincente (anche se non di molto), l'altra da mandare avanti col telecomando.
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È un vero peccato e una contraddizione che la regista di questo film, Massy Tadjedin, sia in realtà e in primo luogo una sceneggiatrice.
I Dialoghi sono pieni di pause che non portano ad alcuna riflessione importante, marciano ad una velocità inferiore rispetto l'andamento generale della storia, e questo mi sembra strano.
Film girato principalmente a New York ( grazie a Dio!) in calde abitazioni da copertina di riviste immobiliari che salvano l'intera composizione scenografica.
Carina la storia, bella New York, bellissima keira knightley.
La storia è divisa sostanzialmente in due parti: una bella e più avvincente (anche se non di molto), l'altra da mandare avanti col telecomando. Inutile dire quale delle due sia quella da guardare.
Penso sia onesto dire che senza la knightley questo film non avrebbe avuto la stessa vivacità scenica, cosa che infatti manca assolutamente in tutta la parte di Michael Reed, spento, declassato, fermo.
A mio parere, l'errore madornale, non è stato tanto il tagliare nettamente il film in due parti a mo' di stacchi pubblicitari, ma di non aver equilibrato bellezza e bravura in entrambi di esse.
Se avete visto Closer, vi ricorderete, forse, di una certa dinamicità degli avvenimenti. Certo, lo scambio di coppia è di per sé più frenetico di un comune tradimento, ma la bellezza e bravura del quartetto Law, Roberts, Owen e Portman (perdio!) ha fatto sì di poter mettere lo stesso peso sulla bilancia. Ecco, in questo senso Last Night è totalmente sbilanciato. Se al posto dell'apatia di Reed ci fosse stato lo sprint di Owen sarebbe stato tutto diverso.
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riccardo tavani
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domenica 11 novembre 2012
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la tentazione di tradire quando si è felici
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“LAST NIGHT” non sembra un film che rifletta sulla crisi della coppia. Michael e Joanna sono una coppia felice. Lui lo dice chiaramente a Laura (pronunciato Lora), la sua nuova collega di lavoro con la quale si è innescata una reciproca, irresistibile attrazione: “Si può essere felici e cercare il tradimento”. È semmai la dura prova critica a cui una coppia felice è sottoposta nell'arco di una sola fatale notte che mette seriamente a repentaglio il loro amore. Una dura prova che agisce su alcuni punti deboli non del loro rapporto ma delle loro singole personalità.
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“LAST NIGHT” non sembra un film che rifletta sulla crisi della coppia. Michael e Joanna sono una coppia felice. Lui lo dice chiaramente a Laura (pronunciato Lora), la sua nuova collega di lavoro con la quale si è innescata una reciproca, irresistibile attrazione: “Si può essere felici e cercare il tradimento”. È semmai la dura prova critica a cui una coppia felice è sottoposta nell'arco di una sola fatale notte che mette seriamente a repentaglio il loro amore. Una dura prova che agisce su alcuni punti deboli non del loro rapporto ma delle loro singole personalità. Joanna è insoddisfatta, è una scrittrice che non solo non riesce a iniziare il suo romanzo, ma non riesce a finire neanche un semplice articolo per una rivista. Michael si è sposato troppo presto – è Joanna stessa a dirglielo – forse non ha potuto conoscere bene altre esperienze erotiche e sentimentali. Laura è una donna dalla bellezza e dal fascino più profondi, più intarsiati di ombre e sensualità prorompente rispetto alla freschezza, alla spontaneità appassionata di Joanna. Michael non può che rimanerne folgorato. D'altronde Laura è una donna sola, è vedova e ciò che attrae Michael verso di lei è proprio ciò di cui lei sente un forte bisogno in senso fisico e affettivo. Michael e Joanna prima di sposarsi hanno avuto un periodo di separazione. Durante questo periodo Joanna ha avuto una intensa relazione d'amore a Parigi con uno scrittore che si stava affermando, Alex. Ed è proprio Alex che la va a cercare la notte in cui Michael è fuori per lavoro con Laura. La va a cercare perché sa che quella relazione non è mai stata – da entrambi – veramente sepolta nel passato. E sa che la crisi creativa di Joanna è legata a lui, all'ambiente culturale, editoriale a cui lui la può ricondurre. Questa è la doppia situazione critica, la difficile prova su due fronti che i due membri della coppia felice dovranno separatamente e nascostamente l'una dall'altro affrontare. Per Joanna non si tratta, dunque, del semplice tradimento di una notte, ma di un vero e proprio aut-aut: o Michael o Alex. Per Michael si tratta di resistere alla seduzione raffinata, discreta eppure potente, conturbante di una donna che lui sente più grande, più esperta, più in grado di condurre la danza di lui. Una donna che fa il suo stesso lavoro e con la quale potrebbe sorgere un sodalizio erotico, sentimentale, umano e professionale totale. Lei è sola ma non smaniosa, disperata. Ogni suo gesto nei confronti di Michael è controllato, attenuato, “y todo a media luz”, e proprio per questo esplicito: non desidera altro che lui. L'atmosfera di luci e ombre in contrasto nel cuore dei personaggi e negli ambienti che li avvolgono è ben resa dalla fotografia e dalla regia, eppure alla fine chiazze di grigio si insinuano e solidificano proprio nell'andamento narrativo complessivo, nei significati di fondo del film e nei sui valori formali.
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helio1687
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domenica 30 settembre 2012
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più grave tradimento sentimentale o quello fisico?
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Film curato nei particolari, con una trama che però risulta ritagliata su misura di un romanzo più che di un film. Ottima recitazione dei protagonisti, sullo sfondo di situazioni reali e verificabili ad ognuno di noi... L'interrogativo di fondo rimane, però, quello di capire se sia più grave un tradimento non programmato, non voluto, non sentimentale e fisico oppure un tradimento tutto mentale (direi tipicamente femminile, ma anche a volte maschile), messo in conto, cercato, voluto intensamente e non del tutto consumato...? ..E non è detto che sia per forza più grave il primo... dopotutto, un singolo errore si può perdonare, ma un'idea che sopravvive al pericolo del tradimento?.
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Film curato nei particolari, con una trama che però risulta ritagliata su misura di un romanzo più che di un film. Ottima recitazione dei protagonisti, sullo sfondo di situazioni reali e verificabili ad ognuno di noi... L'interrogativo di fondo rimane, però, quello di capire se sia più grave un tradimento non programmato, non voluto, non sentimentale e fisico oppure un tradimento tutto mentale (direi tipicamente femminile, ma anche a volte maschile), messo in conto, cercato, voluto intensamente e non del tutto consumato...? ..E non è detto che sia per forza più grave il primo... dopotutto, un singolo errore si può perdonare, ma un'idea che sopravvive al pericolo del tradimento?... può sempre ritornare e fare danni più gravi...!
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marco padula (scrittore)
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giovedì 14 giugno 2012
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l'ultima notte, prima che le cose cambino...
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Un titolo evocativo, che si può tradurre con “l’ultima notte” o “la scorsa notte”.
Preferiamo il primo significato, in quanto indicativo di un arco temporale nel quale due giovani coniugi hanno modo di capire alcune verità sulla natura della loro relazione.
“Ultima notte” intesa quindi come spartiacque, come punto di non-ritorno tra la consapevolezza del “prima” e quella del “dopo”.
L'iraniana Tadjedin fa un esordio apprezzabile nel genere del melodramma sentimentale.
Last night è impropriamente assimilato al genere comedy. Niente di più sbagliato: della commedia non ha la tipica atmosfera spensierata, leggera e trasognante. Last night è un dramma. Il dramma di una giovane coppia che vive a New York, dove lui è un aitante funzionario d’azienda e lei è una deliziosa writer non molto convinta delle proprie capacità.
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Un titolo evocativo, che si può tradurre con “l’ultima notte” o “la scorsa notte”.
Preferiamo il primo significato, in quanto indicativo di un arco temporale nel quale due giovani coniugi hanno modo di capire alcune verità sulla natura della loro relazione.
“Ultima notte” intesa quindi come spartiacque, come punto di non-ritorno tra la consapevolezza del “prima” e quella del “dopo”.
L'iraniana Tadjedin fa un esordio apprezzabile nel genere del melodramma sentimentale.
Last night è impropriamente assimilato al genere comedy. Niente di più sbagliato: della commedia non ha la tipica atmosfera spensierata, leggera e trasognante. Last night è un dramma. Il dramma di una giovane coppia che vive a New York, dove lui è un aitante funzionario d’azienda e lei è una deliziosa writer non molto convinta delle proprie capacità. Protagonista della storia è una Knightley eterea ed emaciata, ma bella e intelligente, che si esprime anche col linguaggio del corpo.
Gelosia & tradimento: la moglie cade in paranoia per l'attrazione che lega il marito ad una sua avvenente collega.
Ma il destino è beffardo e imprevedibile: nel momento in cui lei dubita della fedeltà del coniuge, viene rintracciata dalla sua vecchia fiamma, che la invita a passare la serata insieme.
Cos’è il matrimonio? La Tadjedin ha la risposta pronta: una convenzione sociale, un contratto all’interno del quale due individui perdono, a causa delle sue regole, la loro libertà sessuale e sentimentale.
Sei sposato e quindi sei combattuto dalla indecisione di accettare o rifiutare le avances esplicite di una collega sexy. Sei sposata e quindi entri in crisi se un bel giorno ti si presenta davanti un bell’uomo col quale hai condiviso in passato sensazioni, impressioni, viaggi e sentimenti profondi.
Sei sposato e, se tradisci tua moglie, sei un fedifrago, un verme, i sensi di colpa ti divorano e ti attanagliano come una morsa. Sei sposata e, se tradisci tuo marito, sei una poco di buono, una vigliacca e non avrai più il coraggio di guardarti allo specchio.
Ma le tentazioni sono forti e quasi sempre irresistibili.
Il marito, tra mille dubbi, perplessità e sensi di colpa, alla fine, arriva a cedere alle lusinghe della collega seduttrice. La moglie, ci arriva molto vicino, ma si frena all’ultimo istante: si abbandona alle languide carezze ed ai baci appassionati del suo ex, senza però giungere all’atto sessuale. Poco importa che i due non abbiano fatto l’amore in maniera completa: la fiamma è tornata a bruciare e fa male, scotta. L’incendio dell’anima ormai è divampato.
Quella notte fatidica servirà a far scoprire a lui d’essere innamorato solo della moglie e a fargli capire che quella nei confronti della procace collega è solo frutto di attrazione fisica. E servirà a lei per farle scoprire di non aver mai amato il marito di cui sembrava gelosa, perchè il suo cuore batte solo per il suo fidanzato d'un tempo.
Le lacrime scendono silenziose, in una lenta girandola di rimpianti soffocati.
Occasioni perdute. Felicità negate. Futuri impossibili.
Perché, quando non si ascolta la voce del cuore, tutto va irrimediabilmente a rotoli. Perché un paio di scarpe sexy dal tacco alto lasciate distrattamente sul parquet, dopo una serata poco ortodossa al cospetto della morale, può far crollare di colpo ogni certezza. Altro che commedia: chi vuol sorridere vada a vedere un altro film. In questa pellicola si piange, ci si commuove e si riflette sugli arabeschi di un destino che nega impietosamente la felicità.
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[+] grazie marco padula
(di missswan)
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ersie
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giovedì 24 maggio 2012
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travolgente
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Un film travolgente, peccato per il finale mi aspettavo qualcosina in più.
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fab_y
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mercoledì 21 marzo 2012
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il mistero dell'amore...e del tradimento...
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Curato nei dettagli, delicato, raffinato, questo film psicoanalizza i pensieri e i sentimenti più profondi e latenti dei protagonisti, celati e occultati sotto il sottile velo dell'abitudine, della formalità dei gesti e dell'ipocrisia quotidiana degli sguardi e delle parole. Due coniugi, "felicemente" sposati da tre anni, si ritrovano involontariamente a dover fare i conti con se stessi, e verranno disarmati da situazioni che finalmente faranno cadere il muro del perbenismo e del convenzionalismo, per rivelare la natura dei loro desideri rimossi e delle speranze coltivate in segreto. Divesro dai soliti film, lento, monotematico, "silenzioso", questo film comunque non annoia affato e spinge lo spettatore a seguire l'intreccio dei sentimenti che si propone come un rompicapo che di certo il finale non ci aiuta a sciogliere.
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Curato nei dettagli, delicato, raffinato, questo film psicoanalizza i pensieri e i sentimenti più profondi e latenti dei protagonisti, celati e occultati sotto il sottile velo dell'abitudine, della formalità dei gesti e dell'ipocrisia quotidiana degli sguardi e delle parole. Due coniugi, "felicemente" sposati da tre anni, si ritrovano involontariamente a dover fare i conti con se stessi, e verranno disarmati da situazioni che finalmente faranno cadere il muro del perbenismo e del convenzionalismo, per rivelare la natura dei loro desideri rimossi e delle speranze coltivate in segreto. Divesro dai soliti film, lento, monotematico, "silenzioso", questo film comunque non annoia affato e spinge lo spettatore a seguire l'intreccio dei sentimenti che si propone come un rompicapo che di certo il finale non ci aiuta a sciogliere. Si rimane quindi con un grande punto interrogativo, ma forse il film non voleva fornire risposte ma solo porre domande.
Bellissima e bravissima Keira Knightley, elegante e di classe come sempre.
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