Anno | 2009 |
Genere | Commedia |
Produzione | Svizzera, Austria |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Pipilotti Rist |
Attori | Ewelina Guzik, Susanne Wuest, Sven Pippig, Sabine Timoteo, Elisabeth Orth Marisa Growaldt, Dirk Sikorski. |
Tag | Da vedere 2009 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 21 marzo 2019
Pepperminta raccoglie proseliti per colorare il mondo
CONSIGLIATO SÌ
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Pepperminta vive in una casa che sembra uscita dalla fantasia di un bambino molto piccolo ma megalomane. I suoi migliori amici sono i colori, le fragole sono i suoi animali domestici, mentre la nonna, sua consigliera, è un bulbo oculare roteante dentro una scatola di caramelle. Vestita dell'uniforme del gioco e di un'intenzione marziale, Pepperminta va a spasso per la città, liberando le persone dalle loro paure: il timido e ipocondriaco Werwen viene liberato dalla prigionia in cui lo tiene una madre oppressiva, la bella Edna dalla paura della femminilità, poi toccherà ad una vecchietta in fuga dalla morte e ad un cuoco, il cui ristorante viene metodicamente ridotto a soqquadro. Moschettieri dell'anarchia dell'immaginazione, i cinque sono in missione per mostrare alle persone che incontrano che la maggior parte delle loro paure è futile e offrire in dono la terapia della nonna: fare sempre ciò che non si oserebbe fare.
Glamour-girl della video-arte, nome di punta della scena artistica contemporanea, Pipilotti Rist convince da tempo il suo pubblico a lasciarsi infilare nuove lenti, ad adottare con lei nuove prospettive, sulle pareti del MoMA piuttosto che a Zurigo o in Giappone. Con questo primo lungometraggio non più sperimentale ma "ortodosso", solo nel senso dello sforzo narrativo e del circuito previsto (la sala cinematografica), la Rist aspira in modo inedito a raggiungere il pubblico di un altro mondo e lo fa servendosi di una versione adulta di Pippi Calzelunghe (l'attrice e ballerina Ewelina Guzik) che mescola natura e artificio in combinazioni ludiche e ironiche ma anche critiche, sotto le quali scorre un grido sincero, un sentito desiderio di modificare l'esistente. Pepperminta offre il proprio aiuto per ricordare al mondo che la realtà non è chiusa e univoca ma può essere reinterpretata, deve esserlo, e al medesimo tempo cerca aiuto, coopta proseliti, aiutanti: non c'è arte senza partecipazione. L'artista, che in altri video si è messa in scena, qui non lo fa, ma parla attraverso questo appello, con la stessa trasparenza e naturalezza con cui parla altrove attraverso il suo corpo nudo.
Disinteressata ad un lavoro di vera e propria narrazione, dà vita ad una sorta di cinema-lunapark, in cui tanto la macchina da presa quanto gli attori in scena giocano con le forme, i colori e le loro assonanze: a una lumaca corrisponde una scala a "chiocciola", alla consegna di una lettera il nome sul campanello si lecca come si lecca la busta da chiudere. Ripetitivo per natura e ipnotizzante per missione, pur conscio del dispositivo (spesso messo in scena, come nel caso dei filtri colorati), Pepperminta possiede una facilità che non si può non leggere come la riprova della volontà della regista di raggiungere un pubblico il più ampio possibile, senza spaventarlo, perché apra senza timore la busta con il suo messaggio.
Il film e’ il girovagare ludico e quasi-anarchico (ma privo del tutto di un esito distruttivo o iconoclasta) di una Pippicalzelunghe ormai cresciutella che, insieme ad un obeso mammone e ad una contadina androgina, percorre un mondo simil-onirico per mettere in atto una rivolta fatta di colori eccessivi, da giardino d’infanzia, dietro le paterne indicazioni di una scatola magica [...] Vai alla recensione »