lelegiamma
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martedì 13 ottobre 2009
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non so se qualcuno l'ha già detto...grande !!!!!!
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Con questo film Tarantino ha riscritto la storia a suo modo!!!! Magari fossse andata come lui l'ha fatta andare!!!Molto originale e sopratutto indovinato il cast con riferimenti ad altri film indovinati e spiritosi: la scena della prova della scarpa mi ha ricordato ...Cenerentola....-Buona anche la colonna sonora!!!!
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rewind
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martedì 13 ottobre 2009
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i tre si!!!
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Personalmente mi è piaciuto molto...e questo film rappresenta un'evoluzione per Tarantino, primo perchè gli spargimenti di sangue sono più contenuti rispetto a tutti i suoi film (pensiamo a killbill o grindhouse..). secondo perchè racconta una storia FANTASTICA anche se ha uno sfondo d verità (perchè sappiamo tutti che non è andata così) ambientata non nella sua tanto amata America e posso dire lo fa benissimo. terzo e punto fondamentale è riuscito a farci entrare nello stesso animo di vendetta contro lo sterminio di un popolo per idee d un SOLO folle. Per me è un capolavoro certo avrebbe potuto fare ancora meglio ma sappiamo che la perfezione nn esiste.
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sally
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martedì 13 ottobre 2009
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bellissimo
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A parte le scene crudeli e cruente, il film è splendido. Ben girato, fotografia ottima,godibile nei minimi particolari e sorprendente.
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bartolo ansaldi
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martedì 13 ottobre 2009
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la svolta intellettuale di tarantino
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Quello che mi dà più da pensare in Bastardi Senza Gloria è che in molti abbiano accusato Quentin Tarantino di revisionismo storico, cioè accordano attendibilità a una storia di soldati ebrei che uccidono nazisti prendendo loro lo scalpo e che fanno finire la II Guerra Mondiale uccidendo Hitler e i capi nazisti in un cinema.
Questo mi ricorda un fumetto degli anni 40 in cui Superman catturava Mussolini e Hitler e li portava in prigione, eppure non credo che qualcuno abbia mai pensato che possa essere successo davvero.
Quindi a un certo punto della sua carriera, tra bagni di sangue al cinema e pubblici elogi a Lino Banfi e le commedie all'italiana degli anni 80, Tarantino è diventato così importante da essere considerato una voce autorevole nella storia, tanto da far dichiarare pubblicamente a storici israeliani che boicotteranno il suo film.
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Quello che mi dà più da pensare in Bastardi Senza Gloria è che in molti abbiano accusato Quentin Tarantino di revisionismo storico, cioè accordano attendibilità a una storia di soldati ebrei che uccidono nazisti prendendo loro lo scalpo e che fanno finire la II Guerra Mondiale uccidendo Hitler e i capi nazisti in un cinema.
Questo mi ricorda un fumetto degli anni 40 in cui Superman catturava Mussolini e Hitler e li portava in prigione, eppure non credo che qualcuno abbia mai pensato che possa essere successo davvero.
Quindi a un certo punto della sua carriera, tra bagni di sangue al cinema e pubblici elogi a Lino Banfi e le commedie all'italiana degli anni 80, Tarantino è diventato così importante da essere considerato una voce autorevole nella storia, tanto da far dichiarare pubblicamente a storici israeliani che boicotteranno il suo film.
E' una bella storia, gli attori recitano bene, belle musiche, eppure non ha l'appeal delle altre sue opere, e il trailer è più coinvolgente del film.
Forse il motivo è che i personaggi che ci sono simpatici vengono sistematicamente fatti fuori in modo vile, senza gloria, appunto.
Per esempio, a film cominciato da poco i Bastardi catturano una squadra di soldati nazisti, e Brad Pitt chiede al loro comandante di fare la spia sulla posizione di un'altra squadra di nazisti nelle vicinanze in cambio della vita. L'uomo, decorato al valore, "Rispettosamente rifiuta", andando così eroicamente incontro alla morte.
Arriva uno dei Bastardi e gli fracassa la testa con una mazza da baseball.
Non si può provare simpatia per questa squadra, e dopo aver fondato il proprio successo sulla figura dell'antieroe, e cioè del criminale protagonista del film in cui ci identifichiamo e per cui parteggiamo anche se ruba gioielli (Le Iene), uccide ragazzini (Pulp Fiction), evade il fisco (Jackie Brown), uccide il padre della propria figlia (Kill Bill) e ragazze innocenti (A Prova di Morte), Tarantino inventa una nuova figura a cui proprio non ci si può affezionare: quella dell'anti antieroe, un personaggio che questa volta sulla carta appartiene ai buoni, ma che in realtà è più cattivo dei cattivi.
Ma ciò detto, ho l'impressione che sia ancora una volta un film che farà storia e darà origine a un nuovo filone, di film di guerra pulp.
E tra qualche anno sono sicuro che ci sarà qualche intellettuale che parlerà del Nazismo come metafora dell'omosessualità latente di Tarantino.
Bartolo Ansaldi
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vredens
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lunedì 12 ottobre 2009
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la storia secondo tarantino
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Inglorious Basterds è il vero capolavoro di Tarantino.
Questa non è un’affermazione fatta sull’onda dell’entusiasmo da parte di chi è appena è uscito dalla sala con gli occhi pieni e il cuore gonfio di emozione, ma la lucida conclusione di chi, piuttosto, ha ancora impresso nella mente uno dei più potenti insegnamenti cinematografici che siano mai stati impartiti: il cinema, lasciato libero di esprimersi, può e deve andare oltre la realtà, riscrivendola a suo piacimento fino a stravolgerla. Perché il Cinema è un mondo parallelo a quello reale, in cui può accadere ogni assurdità, persino che la seconda guerra mondiale finisca durante la première di un film (!). L’importante è avere il talento sufficiente a rendere sopportabile l’impossibile.
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Inglorious Basterds è il vero capolavoro di Tarantino.
Questa non è un’affermazione fatta sull’onda dell’entusiasmo da parte di chi è appena è uscito dalla sala con gli occhi pieni e il cuore gonfio di emozione, ma la lucida conclusione di chi, piuttosto, ha ancora impresso nella mente uno dei più potenti insegnamenti cinematografici che siano mai stati impartiti: il cinema, lasciato libero di esprimersi, può e deve andare oltre la realtà, riscrivendola a suo piacimento fino a stravolgerla. Perché il Cinema è un mondo parallelo a quello reale, in cui può accadere ogni assurdità, persino che la seconda guerra mondiale finisca durante la première di un film (!). L’importante è avere il talento sufficiente a rendere sopportabile l’impossibile. Ma Tarantino di talento ne ha in abbondanza, e la “sospensione della realtà” (citando una felice affermazione dei Dreyer), avviene nello spettatore senza troppe remore.
In secondo luogo, chiunque è ancora convinto che Tarantino sia semplicemente un divoratore di ogni genere e sottogenere di film, capace solo di citazioni o peggio di imitazioni, vada a vedersi l’incipit del film. Vero, la scelta delle inquadrature rimanda a Sentieri Selvaggi (la vista attraverso la porta ed il contrasto tra il nero della stanza e la luce dei grandi spazi esterni) e Gli Spietati (la primissima inquadratura con la casa sullo sfondo). Ma Tarantino è unico e insuperabile nel saper sovrapporre dialoghi e immagini, dove le seconde si inseriscono perfettamente seguendo il ritmo delle prime. Caratteristica già vista fin da Le Iene, certo, ma che qui raggiunge il suo apice artistico: mai Tarantino ci aveva infatti regalato una sequenza così drammatica e commovente al tempo stesso.
Quanto ai i dialoghi, essi sono spesso interminabili e surreali, coinvolgono come e quanto una scena d’azione, rappresentano sempre il preludio a scoppi di violenza inaudita. Ed è forse la crudeltà gratuita con cui viene messa in scena la violenza che contraddistingue quest’opera rispetto a tutte le altre di Tarantino: gole tagliate, scalpi strappati via, teste maciullate a colpi di mazza da baseball, giovani ragazze crivellate da colpi di mitra e così via. Ma Tarantino, con un’ironia che si riflette in ogni sequenza e citazione, rende come al solito tutto sopportabile, e riesce perfino a strappare sorrisi laddove assistiamo a inauditi massacri di massa.
Il punto centrale è però un altro: Inglorious Basterds è un film sulla seconda guerra mondiale in cui nulla va come nella realtà è veramente andato. Il finale è assurdo, delirante, epico: in un’orgia di sangue, pallottole e fiamme, Tarantino riscrive la storia in un cinema, a attraverso il cinema riscrive la storia: metafora potente portata sullo schermo con la leggerezza e il disincanto di chi si è nutrito di talmente tanti film, da non essere più in grado di distinguere il cinema dal mondo reale. E che, forse senza accorgersene, sta riscrivendo, pellicola dopo pellicola, la storia del cinema.
Da vedere e rivedere fino alla nausea.
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[+] grande film,sono d accordo con te
(di pietros)
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sinkro
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lunedì 12 ottobre 2009
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terribilmente dubbioso
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Essendo un forum posso fare una domanda.
Io sono un grande fan di Tarantino (e della settima arte in generale) ma ho una paura fottuta che questo possa essere una boiata pazzesca come il suo predecessore (Grind) o qualche altra schifezza come "dall'alba al tramonto" del suo collega e non ci sia niente che rimandi ai precedenti (iene, pulp) se non alcune (troppe) citazioni.
Consigliatemi e parlate con franchezza [parrhesia per Epicuro] senza essere genuflessi davanti al regista/santino perchè è un umano. E gli umani non sono infallibili.
Cioè, c'è troppo sangue? Ditelo!
I dialoghi sono lunghi inutili e verbosi? Ditelo!
La trama ha dei buchi clamorosi? etc. etc.
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(di pep87)
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clavius
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lunedì 12 ottobre 2009
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un film che scimmiotta il cinema dei grandi
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Puro e semplice divertissement. Tarantino si conferma abile ladro di immagini, citazionista senza sosta, innamorato del cinema. Il cinema che però hanno fatto gli altri. In questo film dai toni fumettistici, sempre sopra le righe fino al grottesco e con una inquietante estetizzazione della violenza (vero marchio di fabbrica di questo regista) si cerca fantasiosamente di riscrevere la Storia. Fin qua niente di male. Al cinema ci siamo abituati e prima di Tarantino ci hanno provato anche molti altri. Ma se questi si sono spesi a scrivere storie o a tratteggiare personaggi originali, il buon Quentin si è limitato a saccheggiare atmosfere e idee partorite da altri. Nel suo cinema l'altalena continua dei registri espressivi gli permette di ammiccare a questo o a quell'altro mostro sacro (in questo film si va dal Ford dell'inizio passando per Hitchcock, Lubitsch, Pabst, Eisenstein, Clouzot, Pechkinpak, Leone.
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Puro e semplice divertissement. Tarantino si conferma abile ladro di immagini, citazionista senza sosta, innamorato del cinema. Il cinema che però hanno fatto gli altri. In questo film dai toni fumettistici, sempre sopra le righe fino al grottesco e con una inquietante estetizzazione della violenza (vero marchio di fabbrica di questo regista) si cerca fantasiosamente di riscrevere la Storia. Fin qua niente di male. Al cinema ci siamo abituati e prima di Tarantino ci hanno provato anche molti altri. Ma se questi si sono spesi a scrivere storie o a tratteggiare personaggi originali, il buon Quentin si è limitato a saccheggiare atmosfere e idee partorite da altri. Nel suo cinema l'altalena continua dei registri espressivi gli permette di ammiccare a questo o a quell'altro mostro sacro (in questo film si va dal Ford dell'inizio passando per Hitchcock, Lubitsch, Pabst, Eisenstein, Clouzot, Pechkinpak, Leone...) e per un cinefilo è certamente divertente, ma niente più. E' come se al cinema di Tarantino mancassero i toni alti. Ho sempre come la sensazione di aver visto il film di un ragazzino che scimmiotta il cinema adulto, quello dei Grandi. Indubbiamente conosce tempi e ritmi, sa usare la musica come pochi, le sue sceneggiature sono spesso brillanti e piene di ironia (qui basta la battuta finale autoreferenziale per capire cosa intendo), ma resta comunque sempre un vuoto di senso. Ammiccare per oltre due ore verso il pubblico cinefilo dopo un po' stanca. Gli riconosco comunque un grande amore verso il Cinema che in questa pellicola viene addirittura adottato come il luogo capace di cambiare la Storia. Sappiamo bene che non è andata così e altrettanto bene sappiamo che mai andrà così, ahimè. Ma a questo "ragazzino" un po' pazzo possiamo concedere di sognare e farci sognare a modo suo anche quello che non avverrà mai.
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[+] bha!
(di rewind)
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[+] la copia e l'originale
(di clavius)
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[+] sei un genio!
(di il brandani)
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simone ruggieri
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lunedì 12 ottobre 2009
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il grande gioco: la farsa del cinema puro.
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BASTARDI SENZA GLORIA: Quando il cinema si trasforma in una vertigine, e non rilegge semplicemente la Storia... Se la inventa! Usa tutto il suo potere immaginifico per coinvolgere e stravolgere e farci arrivare, sul finale, in un delirio nel quale un Satanasso, col volto di donna, ci ride in faccia quasi a volerci dire: "Ecco quà! Vi ho presi in giro, vi ho presi in giro tutti: neo- nazisti, anti- nazisti, mal pensanti e ben pensanti, guardate quì.. E FOTTETEVI!!" Eh già... Perchè alla fine quello che abbiamo visto è stato un immenso sogno, o meglio, un incubo... Di quelli che però al risveglio lasciano un piacevole senso di divertimento; un grande e fantastico gioco, dolcemente puerile e ferocemente sadico.
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BASTARDI SENZA GLORIA: Quando il cinema si trasforma in una vertigine, e non rilegge semplicemente la Storia... Se la inventa! Usa tutto il suo potere immaginifico per coinvolgere e stravolgere e farci arrivare, sul finale, in un delirio nel quale un Satanasso, col volto di donna, ci ride in faccia quasi a volerci dire: "Ecco quà! Vi ho presi in giro, vi ho presi in giro tutti: neo- nazisti, anti- nazisti, mal pensanti e ben pensanti, guardate quì.. E FOTTETEVI!!" Eh già... Perchè alla fine quello che abbiamo visto è stato un immenso sogno, o meglio, un incubo... Di quelli che però al risveglio lasciano un piacevole senso di divertimento; un grande e fantastico gioco, dolcemente puerile e ferocemente sadico... E in effetti, non era proprio per giocare che eravamo andati al cinema a vedere Tarantino? Questa volta il regista simbolo del cinema indipendente odierno, zittisce proprio tutti: inizialmente da di Adolf Hitler un' immagine estremamente caricaturiale, quella del classico cattivone di stampo disneyano, con tanto di mantellone, che potrebbe far infuriare amanti e accoliti di antica e dubbia gloria; ci mostra un gruppo di ebrei assetati di sangue e vendetta, mettendoci così difronte al serio dilemma di dove passi il confine fra il bene e il male; infine ci rende partecipi, come suo solito, del dialogo fra i suoi grotteschi seppur credibilissimi personaggi, e da subito, se siamo davvero puntigliosi, ci rendiamo conto di quanto questi dialoghi siano anacronistici (parlare, nel 1943/44 di uno "stallo alla messicana"...) Ma piano piano incominciamo a capire: capiamo di essere in un cinema, capiamo che quello che stiamo guardando è uno schermo, e dietro di esso ci pare quasi di sentir sussurare che quello che stiamo vedendo è tutt' altro che un film storico, tutt' altro che una spietata critica verso un regime totalitario, tutt' altro che il solito "polpettone" sulla moralità della vendetta... Difatti, un passo alla volta, cominciamo a notare che quel fuhrer è tanto cattivo da esserci quasi simpatico, che a quel gruppo di ebrei non importa molto della vendetta sui nazisti, ma più che altro sembra loro interesse quello di farci divertire usando la "vendetta ebrea" a tale scopo, e in questo clima inizia a non darci noia, sempre che ce ne avesse data prima, il dialogo del tutto fuori tempo e fuori tema. Il gran finale con i fuochi d' artificio, spettacolare e delirante, ci apre definitivamente gli occhi: siamo al cinema e abbiamo visto fare dell' ottimo Cinema! Di quello più puro, quello che si ispira alla realtà quel tanto quanto fanno le favole di Esopo: la prende d' esempio, la esamina e ne tira fuori una morale, poi la butta nel calderone, aggiunge ingredienti su ingredienti e gira fino a far amalgamare bene il tutto. Ciò che ne viene fuori è la pura magia dell' invenzione e del racconto! Con buona pace di tanti giornalisti, che hanno voluto dare a questo film una valenza politica, alla fine la pagina più oscura della storia umana viene totalmente riscritta non lasciando più spazio alcuno alle critiche e alle interpretazioni riguardanti ideologie del passato; difatti un significato e una morale ci sono, ma vanno ricercati nel nostro tempo; tanto che i personaggi di Tarantino sembrano presi e catapultati nella seconda guerra mondiale quasi per caso, quasi alla ricerca di un modo diverso di raccontarci la sua personale etica e la sua personale ideologia, che tanto, ormai lo sappiamo, riguarda sempre il Cinema stesso e il piacere di farlo.
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anarcoma
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lunedì 12 ottobre 2009
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la paranoia
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dopo il precedente folle capolavoro underground, forse ha smaltito. forse il successo piace anche ai geni. ha racimolato un po' di grana sionista per spararsela in feste, droga e rnr. poi ha fatto pure il filmetto per cannes con brad pitt. e i finanziatori in fondo hanno pure un po' rosicato. i nazi così charmantes... gli yankees così rozzi e poco di parola...
un brutto film. un adorabile paraculo.
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juri84
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lunedì 12 ottobre 2009
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straordinario ed irresistibile!!!!lo rivedrò!!
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Semplicemente stupendo,credo proprio che tornerò al cinema per godermi nuovamente questo capolavoro "bastardo" di Tarantino &co.,tra Hitler e Brad Pitt cimentatosi nel siciliano,il film offre risate,riflessioni,e naturalmente tanta bastardaggine imperdibile.Se avessimo potuto riscrivere la storia,senza dubbio l'avremmo fatto così.Grazie Quentin!!
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