gianpaolo roselli
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venerdì 9 ottobre 2009
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tra personaggi fumettistici e cinema puro
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Bazin diceva che nonostante l'avesse ridicolizzato Chaplin aveva perso la sua battaglia con Hitler. Il primissimo pensiero che ci viene in mente d'avanti ai baffetti non è Chaplin ma Hitler. Tarantino riprende questa battaglia: lo ridicolizza all'estremo, levandogli peso come un personaggio fumettistico di Bonvi, e lo crivella di colpi sotto gli occhi. Non sappiamo se qualcuno in futuro riuscirà a vincere questo grosso trauma ma di certo Tarantino ci fa ridere di lui anche quando viene annientato.
"Bastardi senza gloria" e il mio film di Tarantino ed è lui stesso a riconoscerlo con la battuta che chiude il film: Questo è il mio capolavoro. Dialoghi ben studiati, scene di sangue che si sposano con una comicità fumettistica, grandi interpretazioni.
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Bazin diceva che nonostante l'avesse ridicolizzato Chaplin aveva perso la sua battaglia con Hitler. Il primissimo pensiero che ci viene in mente d'avanti ai baffetti non è Chaplin ma Hitler. Tarantino riprende questa battaglia: lo ridicolizza all'estremo, levandogli peso come un personaggio fumettistico di Bonvi, e lo crivella di colpi sotto gli occhi. Non sappiamo se qualcuno in futuro riuscirà a vincere questo grosso trauma ma di certo Tarantino ci fa ridere di lui anche quando viene annientato.
"Bastardi senza gloria" e il mio film di Tarantino ed è lui stesso a riconoscerlo con la battuta che chiude il film: Questo è il mio capolavoro. Dialoghi ben studiati, scene di sangue che si sposano con una comicità fumettistica, grandi interpretazioni. E' un film che va visto perchè Bastardi senza Gloria è puro cinema!
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olgadik
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venerdì 9 ottobre 2009
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140 minuti di tensione
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Difficile descrivere la sensazione di meraviglia mista a un certo fastidio che provoca l’ultima opera di Quentin Tarantino.Quando arriva la fine della proiezione di quasi tre ore, ci si accorge di non averla subita, come in Baaria, bensì vissuta con costante attenzione-tensione, fatti salvi i rari momenti di stanca. La tecnica della citazione e delle simmetrie interne tra ciò che è della sceneggiatura con ciò che accade nella finzione del cinema (tutto: quello di una volta e quello di oggi) è tipica dell’autore, ma in altre occasioni sembrava puro espediente o giochetto intelligente che lasciava freddi . In Bastardi senza gloria il fascino è dato da tre elementi. Il primo riguarda il fatto che la tecnica usata, cioè il gia visto e sentito, la pallina di ping-pong che va dall’accadere sullo schermo ai fatti narrati, è qui strettamente essenziale al dipanarsi dell’azione.
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Difficile descrivere la sensazione di meraviglia mista a un certo fastidio che provoca l’ultima opera di Quentin Tarantino.Quando arriva la fine della proiezione di quasi tre ore, ci si accorge di non averla subita, come in Baaria, bensì vissuta con costante attenzione-tensione, fatti salvi i rari momenti di stanca. La tecnica della citazione e delle simmetrie interne tra ciò che è della sceneggiatura con ciò che accade nella finzione del cinema (tutto: quello di una volta e quello di oggi) è tipica dell’autore, ma in altre occasioni sembrava puro espediente o giochetto intelligente che lasciava freddi . In Bastardi senza gloria il fascino è dato da tre elementi. Il primo riguarda il fatto che la tecnica usata, cioè il gia visto e sentito, la pallina di ping-pong che va dall’accadere sullo schermo ai fatti narrati, è qui strettamente essenziale al dipanarsi dell’azione.Il secondo è un ritmo che non lascia spazi vuoti o cali di adesione ma tiene soggiogato lo spettatore come può farlo uno stravagante e colorato spettacolo pirotecnico.Il terzo è la composizione dell’inquadratura e la fotografia veramente superba. Basta citare la prima scena in campo lunghissimo o quelle relative ai personaggi femminili con vibranti primi piani e raffigurazioni che rimandano alla cartellonistica del cinema anni ’40. Non ho spiegato però la sensazione un po’ fastidiosa di cui parlavo all’inizio. Mi riferisco all’armamentario di brutalità sanguinolente che sono anch’esse un marchio di fabbrica della ditta, fin dai tempi di Pulp Fiction. Del resto l’autore è tale da doversi accettare in blocco con luci ed ombre, con la sua creativa genialità postmoderna, dove tutti i generi (che conosce da cinefilo e non solo da regista) nonché le memorie cinematografiche, si mescolano. Sotto i nostri occhi passano anni e anni di storia del cinema, come un enorme forziere da cui si attingono in continuazione oggetti. Per citarne solo alcuni, fortissima è la presenza di Fassbinder, di Ford, di Riefenstahl, del cinema francese alla Clouzot, dei sottogeneri italiani che il regista ama e conosce. Insomma il vero protagonista è il cinema insieme alla libera invenzione che lo guida. Solo nel buio di una sala infatti si può reinventare la Storia e far diventare una favola balzana, un po’ thriller, un po’ cinema di guerra, un po’ spaghetti-wetern, la Seconda guerra mondiale. Uno come Quentin Tarantino, curioso, intelligente e dispettoso come una scimmia, non poteva correre il rischio di presentare in forme canoniche quel terribile evento. In quanto al resto la musica è tale da comprendere anch’essa di tutto: dalle canzoni americane alla colonna sonora di film famosi, al classico Per Elisa. Tra gli interpeti mi è sembrato convincente per una recitazione duttile ed espressiva l’austriaco Cristoph Waltz; minore quella di Brad Pitt, ingrassato ad arte ma non per questo più efficace. Nei ruoli giusti le due coprotagoniste femminili vestite di raffinate toilettes anni ’40.
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il capo
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venerdì 9 ottobre 2009
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tarantino è tornato !
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Tarantino è tornato ! Si può gridare a piena voce. Il regista più incostante e appassionato del mondo si ripropone ai suoi fans con una storia grottesca provocatoria e pulp quanto basta, mai banale però, mai scontata. Dirige un cast di attori convinti e credibili, compreso Brad Pitt formato faccia di gomma da prendere a ceffoni. Dialoghi lunghi, a volte lunghissimi, situazioni che sembrano non decollare mai, salvo poi scaturire in un crescendo finale esagerato, quasi ridondante. Pieno clima pulp, quindi, come nelle migliori tradizioni. Ci si aspetta, chissà come, di vedere spuntare Mr Wolfrisolvoproblemi da un momento all' altro. Ovviamente non compare mai il buon Keitel, ma abbondano gli omaggi e le autocitazioni, a volte celate, altre assolutamente palesi.
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Tarantino è tornato ! Si può gridare a piena voce. Il regista più incostante e appassionato del mondo si ripropone ai suoi fans con una storia grottesca provocatoria e pulp quanto basta, mai banale però, mai scontata. Dirige un cast di attori convinti e credibili, compreso Brad Pitt formato faccia di gomma da prendere a ceffoni. Dialoghi lunghi, a volte lunghissimi, situazioni che sembrano non decollare mai, salvo poi scaturire in un crescendo finale esagerato, quasi ridondante. Pieno clima pulp, quindi, come nelle migliori tradizioni. Ci si aspetta, chissà come, di vedere spuntare Mr Wolfrisolvoproblemi da un momento all' altro. Ovviamente non compare mai il buon Keitel, ma abbondano gli omaggi e le autocitazioni, a volte celate, altre assolutamente palesi. Il buon Quentin guarirà mai dal feticismo dei piedi ? E quel principe di Cenerentola proprio non aderisce al suo ruolo. Perverso, direi. La storia, passatemi l' eufemismo, viene fatta a pezzi, ma anche il Fuhrer. Come sarebbe piaciuto a tanti questo epilogo ! E' già leggenda la scena della proiezione nel fumo. Quel volto in 3D vuole forse essere un omaggio al cinema che avrà futuro mentre i nazisti proprio non ne avranno ? Con altrettanta enfasi vediamo alcuni protagonisti già cadaveri riproporsi sul grande schermo. Che potenza questo cinema ! Ed era solo l' inizio. Avanti così aspettando Kill Bill 3
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roberto simeoni
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venerdì 9 ottobre 2009
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riprovaci quentin
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Il film di Tarantino è bello, ma secondo me non è un capolavoro: è molto divertente e ben recitato (personalmente ho trovato notevolissima la sequenza ambientata nella locanda con l'attrice tedesca che fa il doppio gioco), poco violento (Tarantino ci aveva abituato a ben altro, questo l'ho trovato molto "innoquo", sono molto più violenti i film di Sergio Leone), ma non molto “alla Tarantino”, nel senso che è poco innovativo e provocatorio da un punto di vista formale. Mi sembra che dopo il fiasco di “Grindhouse” (un film molto più interessante e provocatorio da quel lato nonostante tutti i limiti che gli contestano) abbia voluto andare sul sicuro e fare un film che potesse piacere a tutti, prendendosi pochi rischi.
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Il film di Tarantino è bello, ma secondo me non è un capolavoro: è molto divertente e ben recitato (personalmente ho trovato notevolissima la sequenza ambientata nella locanda con l'attrice tedesca che fa il doppio gioco), poco violento (Tarantino ci aveva abituato a ben altro, questo l'ho trovato molto "innoquo", sono molto più violenti i film di Sergio Leone), ma non molto “alla Tarantino”, nel senso che è poco innovativo e provocatorio da un punto di vista formale. Mi sembra che dopo il fiasco di “Grindhouse” (un film molto più interessante e provocatorio da quel lato nonostante tutti i limiti che gli contestano) abbia voluto andare sul sicuro e fare un film che potesse piacere a tutti, prendendosi pochi rischi. Siamo lontani anni luce da “Kill Bill” e “Pulp Fiction”. Se quelli sono da 10, “Bastardi senza gloria” e “solo” da 8.
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mattolomeo
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venerdì 9 ottobre 2009
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se non fosse un film del "grande tarantino"
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Il film a mio parere e'pessimo, pieno di lunghi ed inutili dialoghi, di inutile e sciocca violenza, in cui quasi quasi la parte dei buoni la fanno i tedeschi, ed una giustificazione a quello che fanno i bastardi non c'e'.
Mi direte, non hai capito nulla, Quentin i film li fa cosi'. Ma quando mai!!!!
Le Iene, erano altra cosa. Il guaio e' che i geni, purtroppo, spesso cadono spesso nel vizio di copiarsi.
E' quentin si e' copiato...male.
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(di silviettapz)
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(di stefano65)
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simone ruggieri
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venerdì 9 ottobre 2009
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il grande gioco: la farsa del cinema puro.
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BASTARDI SENZA GLORIA: Quando il cinema si trasforma in una vertigine, e non rilegge semplicemente la Storia... Se la inventa! Usa tutto il suo potere immaginifico per coinvolgere e stravolgere e farci arrivare, sul finale, in un delirio nel quale un Satanasso, col volto di donna, ci ride in faccia quasi a volerci dire: "Ecco quà! Vi ho presi in giro, vi ho presi in giro tutti: neo- nazisti, anti- nazisti, mal pensanti e ben pensanti, guardate quì.. E FOTTETEVI!!" Eh già... Perchè alla fine quello che abbiamo visto è stato un immenso sogno, o meglio, un incubo... Di quelli che però al risveglio lasciano un piacevole senso di divertimento; un grande e fantastico gioco, dolcemente puerile e ferocemente sadico.
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BASTARDI SENZA GLORIA: Quando il cinema si trasforma in una vertigine, e non rilegge semplicemente la Storia... Se la inventa! Usa tutto il suo potere immaginifico per coinvolgere e stravolgere e farci arrivare, sul finale, in un delirio nel quale un Satanasso, col volto di donna, ci ride in faccia quasi a volerci dire: "Ecco quà! Vi ho presi in giro, vi ho presi in giro tutti: neo- nazisti, anti- nazisti, mal pensanti e ben pensanti, guardate quì.. E FOTTETEVI!!" Eh già... Perchè alla fine quello che abbiamo visto è stato un immenso sogno, o meglio, un incubo... Di quelli che però al risveglio lasciano un piacevole senso di divertimento; un grande e fantastico gioco, dolcemente puerile e ferocemente sadico... E in effetti, non era proprio per giocare che eravamo andati al cinema a vedere Tarantino? Questa volta il regista simbolo del cinema indipendente odierno, zittisce proprio tutti: inizialmente da di Adolf Hitler un' immagine estremamente caricaturiale, quella del classico cattivone di stampo disneyano, con tanto di mantellone, che potrebbe far infuriare amanti e accoliti di antica e dubbia gloria; ci mostra un gruppo di ebrei assetati di sangue e vendetta, mettendoci così difronte al serio dilemma di dove passi il confine fra il bene e il male; infine ci rende partecipi, come suo solito, del dialogo fra i suoi grotteschi seppur credibilissimi personaggi, e da subito, se siamo davvero puntigliosi, ci rendiamo conto di quanto questi dialoghi siano anacronistici (parlare, nel 1942/ 43 di uno "stallo alla messicana"...). Ma piano piano incominciamo a capire: capiamo di essere in un cinema, capiamo che quello che stiamo guardando è uno schermo, e dietro di esso ci pare quasi di sentir sussurare che quello che stiamo vedendo è tutt' altro che un film storico, tutt' altro che una spietata critica verso un regime totalitario, tutt' altro che il solito "polpettone" sulla moralità della vendetta... Difatti, un passo alla volta, cominciamo a notare che quel fuhrer è tanto cattivo da esserci quasi simpatico, che a quel gruppo di ebrei non importa molto della vendetta sui nazisti, ma più che altro sembra loro interesse quello di farci divertire usando la "vendetta ebrea" a tale scopo, e in questo clima inizia a non darci noia, sempre che ce ne avesse data prima, il dialogo del tutto fuori tempo e fuori tema. Il gran finale con i fuochi d' artificio, spettacolare e delirante, ci apre definitivamente gli occhi: siamo al cinema e abbiamo visto fare dell' ottimo Cinema! Di quello più puro, quello che si ispira alla realtà quel tanto quanto fanno le favole di Esopo: la prende d' esempio, la esamina e ne tira fuori una morale, poi la butta nel calderone e aggiunge ingredienti su ingredienti fino a far amalgamare bene il tutto. Ciò che ne viene fuori è la pura magia dell' invenzione e del racconto! Con buona pace di tanti giornalisti, che hanno voluto dare a questo film una valenza politica, alla fine la pagina più oscura della storia umana viene totalmente riscritta non lasciando più spazio alcuno alle critiche e alle interpretazioni riguardanti ideologie del passato; difatti un significato e una morale ci sono, ma vanno ricercati nel nostro tempo; tanto che i personaggi di Tarantino sembrano presi e catapultati nella seconda guerra mondiale quasi per caso, quasi alla ricerca di un modo diverso di raccontarci la sua personale etica e la sua personale ideologia, che tanto, ormai lo sappiamo, riguarda sempre il Cinema stesso e il piacere di farlo.
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davjang
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giovedì 8 ottobre 2009
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i bastardi colpiscono solo i tedeschi!
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Spiace dirlo, specie da fan di Tarantino quale sono, ma questo film non è né un capolavoro, né una via di mezzo, per l'esattezza non si sa proprio cosa sia... E' un prodotto sicuramente ben confezionato, con musiche eccellenti, firmate dal sempre-eterno Ennio Morricone, che miscela sapientemente il classico con il western, con scene, su tutte la prima con il monologo francese del Colonnello Landa e successivamente quella della taverna, scene che imprimono la caratura di un regista e che riescono con i loro dialoghi fluenti a creare vera tensione, ma il film è tutto qui, è questo, con una trama scopiazzata da un vecchio film, e comunque una trama nonsense (il massimo del ridicolo si raggiunge quando Brad Pitt si mette a parlare in siciliano), poiché parlare di soldati sciacalli ebreo-americani non ha proprio senso, specie se riescono, questo gruppo di manigoldi, a commettere delle azioni più spregevoli e cruenti di quelle dei nazisti.
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Spiace dirlo, specie da fan di Tarantino quale sono, ma questo film non è né un capolavoro, né una via di mezzo, per l'esattezza non si sa proprio cosa sia... E' un prodotto sicuramente ben confezionato, con musiche eccellenti, firmate dal sempre-eterno Ennio Morricone, che miscela sapientemente il classico con il western, con scene, su tutte la prima con il monologo francese del Colonnello Landa e successivamente quella della taverna, scene che imprimono la caratura di un regista e che riescono con i loro dialoghi fluenti a creare vera tensione, ma il film è tutto qui, è questo, con una trama scopiazzata da un vecchio film, e comunque una trama nonsense (il massimo del ridicolo si raggiunge quando Brad Pitt si mette a parlare in siciliano), poiché parlare di soldati sciacalli ebreo-americani non ha proprio senso, specie se riescono, questo gruppo di manigoldi, a commettere delle azioni più spregevoli e cruenti di quelle dei nazisti... Un manipolo di uomini catapultati nella Francia occupata che sistematicamente fanno fuori tutti i crucchi possibili, fino a trovarsi davanti, all'interno di un cinema, il capo degli stessi, nientedimeno che Hitler ed i suoi compari. Insomma, un film anche antistorico, per la stessa ammissione del regista, ma nemmeno politicamente scorretto, perché sta dalla parte degli americani, dei francesi, degli ebrei e perfino dei tedeschi... Ripensando a Pulp Fiction ed alle Iene mi viene un grosso magone e una grande nostalgia, che fine ha fatto il grande Tarantino? Non per cattiveria, ma se devo aspettare sistematicamente dai quattro ai cinque anni per vedere un lungometraggio del grande regista americano, allora voglio vedere qualcosa della sua levatura; gli elogi a questo film non li condivido perché derivano da crediti passati, bisogna essere obiettivi e vedere il film per quello che è, ovvero un diversivo di ben due ore trenta minuti, alla prossima...
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(di marvelman)
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(di atlante)
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il figo
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giovedì 8 ottobre 2009
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grande stile!!!
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Film grande nn tnt per la storia qnt x il modo di realizzazione. Tarantino colpisce ad effetto con uno spiccato senso di far emergere la sua personalità e figura in qst pellicola di altissimo rispetto. Finalmente nn abbiamo il tipico film di qst tempi, ke x qnt possano essere ftt bene e possano intrattenere sn pur sempre ripetitivi e skematici. In qst caso invence, i dialoghi (anke se alla lunga spesso fanno venire l'ansia) regnano e persuadono grazie alla loro forte profondità e anke per la notevola bravura degli attori in scena. Un film da gustare con attenzione xò, ki predilige "sl" l'azione e la continua dinamicità nn potrebbe infatti apprezzare. Ma ki ama il vero cinema, si lascia coinvolgere dalla storia e dai personaggi con le loro enfasi e ki sa restare attaccato alla poltrona con l'intera concentrazione posta sullo skermo, apprezzerà senz'altro qst'opera Tarantiniana ke lascia il segno nel suo rimarcante ed eccezionale stile.
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Film grande nn tnt per la storia qnt x il modo di realizzazione. Tarantino colpisce ad effetto con uno spiccato senso di far emergere la sua personalità e figura in qst pellicola di altissimo rispetto. Finalmente nn abbiamo il tipico film di qst tempi, ke x qnt possano essere ftt bene e possano intrattenere sn pur sempre ripetitivi e skematici. In qst caso invence, i dialoghi (anke se alla lunga spesso fanno venire l'ansia) regnano e persuadono grazie alla loro forte profondità e anke per la notevola bravura degli attori in scena. Un film da gustare con attenzione xò, ki predilige "sl" l'azione e la continua dinamicità nn potrebbe infatti apprezzare. Ma ki ama il vero cinema, si lascia coinvolgere dalla storia e dai personaggi con le loro enfasi e ki sa restare attaccato alla poltrona con l'intera concentrazione posta sullo skermo, apprezzerà senz'altro qst'opera Tarantiniana ke lascia il segno nel suo rimarcante ed eccezionale stile.
Voto: 7,5/10
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hermanoquerido
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giovedì 8 ottobre 2009
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2 ore e mezza e non sentirle...
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Capita raramente che alla scritta "intervallo" pensi: ma come, sarà passata si e no mezz'ora...E invece la prima ora e un quarto è volata via senza quasi accorgersene. Film splendido, coinvolgente, ironico, spiazzante e originale, con alcune scene cult e un miscuglio di generi perfettamente riuscito. La trama quasi sconclusionata e surreale viene sostenuta da una serie di cambi di ritmo e di registro che rendono il film divertente e movimentato, con attori ottimi e dettagli gustosi, come sempre con Tarantino...
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silviettapz
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giovedì 8 ottobre 2009
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magnifico....!
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Magnifico. Un vero capolavoro del genio Tarantino.
La storia non è assolutamente prevedibile, i dialoghi fantastici ed arguti. Eccezionale l'interpretazione di Christoph Waltz che si merita pienamente la Palma d'Oro vinta al Festival di Cannes come migliore attore.
Ed un 10 e lode alla colonna sonora, ricca soprattutto di pezzi di Ennio Morricone di cui si sa, Tarantino è un amante (particolarmente emozionante il brano di David Bowie "CAT PEOPLE (Putting Out The Fire)" inserito in un contesto un po' movimentato!).
Una delle opere più belle di Quentin Tarantino, dove, e non fa male, c'è molto della vecchia cinematografia italiana. Assolutamente da vedere, e da rivedere.
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