Revolutionary Road |
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Un film di Sam Mendes.
Con Kate Winslet, Leonardo DiCaprio, Kathryn Hahn, David Harbour, Ryan Simpkins.
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Titolo originale Revolutionary Road.
Drammatico,
durata 119 min.
- USA, Gran Bretagna 2008.
- Universal Pictures
uscita venerdì 30 gennaio 2009.
MYMONETRO
Revolutionary Road ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Cronaca o c'è di più???
di zanfoFeedback: 0 |
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martedì 17 febbraio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mi chiedo, cosa vuole dirci il regista Sam Mendez? Cosa si cela dietro quella che può essere una apparente presentazione di una vita di coppia degli anni '50. E proprio qui è il punto, si trova una voce acuta, stridente, non intonata ma reale, viva, cruda e agognante di verità. Questo è quello che ad una attenta visione non può sfuggire. Sotto la cartolina di una vita ricca di perbenismo, di bon ton e di integralità si scaglia una persona, come i fatti che in successione coinvolgono i protagonisti(ironicamente si tratta di un pazzo appena uscito da un manicomio) i quali denunciano il marciume che si sta formando inesorabilmente anche in quella coppia: i Wheeler. Molto geniale è il far emergere da una storia di un'altra epoca, una realtà viva e attuale oggi, come sempre. Non possono non colpire le domande che ad inizio del film i due protagonisti si pongono: per esempio sul perchè rimanere a fare quella vita "è quello che sei che viene negato, soffocato in questo genere di vita[...]perchè sei un uomo" e l'uomo è per natura domanda di senso e di scopo "non vogliamo che la vita ci passi accanto" l'uomo vuole vivere non sopravvivere "(parlando della guerra) mi sentivo vivo, mi sentivo pieno di 'sangue'...tutto era reale... questo è vero".Quello che vogliono in fondo è "scappare dal vuoto disperato di quello che viviamo qui","se essere pazzi significa vivere la vita nella sua pienezza non mi interessa se siamo fuori di testa". Quello che traspare è un esigenza estrema, impellente, che non può più aspettare ha bisogno di una risposta. Ma questa è l'analisi, grandissima descrizione senza sfumature e stucchi barocchi inutili, cosa c'è oltre? Ad un certo punto i fatti portano i due protagonisti ad una netta divergenza. Cosa succede nelle loro menti e nei loro cuori. Uno, lei si fossilizza nel fanciullesco programma e schema di una fuga miracolosa, idilliaca su cui si ripngono tutte le sue speranza; lui sembra accettare la sfida che viene dalla realtà, vuole VIVERE lì dove è chiamato a vivere. La trama si svolge fino ad evidenziare la presunta posizione del regista. Infatti la moglie sembra prendere la via della pazzia fino ad un epilogo tragico, lui rimane ma viene travolto inesorabilmente dagli eventi, risultante anch'egli sconfitto. Ma non può essere tutto qui, sembra esserci un ultima sottolineatura fra le righe, forse inconsapevole e non voluta, ma emerge a mio parere chiara.Non sono mai abbastanza le intenzioni, i buoni propositi, una bella famiglia i soldi e i figli, occorre qualche cosa d'altro da se. Ciò che può reggere, sostenere la vita, dare speranza, ad ognuno come ad una coppia di coniugi, non è la vita o la coppia stessa, ma qualcosa d'altro. Certo è un inizio di strada ma almeno è evidente da dove partire.
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