Revolutionary Road |
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Un film di Sam Mendes.
Con Kate Winslet, Leonardo DiCaprio, Kathryn Hahn, David Harbour, Ryan Simpkins.
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Titolo originale Revolutionary Road.
Drammatico,
durata 119 min.
- USA, Gran Bretagna 2008.
- Universal Pictures
uscita venerdì 30 gennaio 2009.
MYMONETRO
Revolutionary Road ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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la profondità dell'animo umano
di yris2002Feedback: 0 |
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lunedì 9 marzo 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Al centro dello stupendo film di sam Mendes le illusioni e le disillusioni che il matrimonio, in ogni tempo, porta con sé, eppure Revolutionary Road rivela molto di più, in quanto sa arrivare alla conflittualità più intima che si muove nell'animo umano. April e Frank, dopo sette anni di vita di coppia più o meno apparentemente felice, devono necessariamente scendere a patti non solo con il fallimento del loro matrimonio, ma prima di tutto con il loro individuale senso di frustrazione e crisi personale. Frank, trentenne, marito e padre che non ha ancora capito cosa volere dalla vita, che ha conquistato la fragile ed impenetrabile April, vittima a sua volta del facile ed inconcludente entusiasmo giovanile del marito, per lui abbandona i sogni di attrice e si trova ad un certo punto come intrappolata nella sua casa perfetta, e costretta da una famiglia che ha annullato ogni suo desiderio. Ed ecco che il matrimonio diventa una sorta di comodo, per quanto doloroso alibi, a cui attribuire la colpa di un fallimento che è prima di tutto individuale. Da donna, leggo la tragedia familiare soprattutto attraverso gli occhi di April, il cui autocontrollo esteriore nasconde un'ansia interiore a dir poco terrificante. Penso che la sua condizione sia ancora più difficile rispetto a quella di Frank, visto soprattuto il suo sofferto rapporto con la maternità, vissuta come un dovere morale, come la soluzione ai conflitti della coppia: ecco la lacerazione tra l'amore che deve provare per quei figli che ha generato e la riluttanza nei confronti di una condizione di madre, forse mai voluta veramente. Le prove attoriali offerte da Leonardo di Caprio e Kate Winslet sono a dir poco strepitose, capaci come sono di comunicare un coinvolgimento emotivo puro. L'intero cast dimostra comunque capacità interpretative degne di nota: da Kathy Bates a Michael Shannon. Quest'ultimo, in particolare, ricorda un "fool" del teatro elisabettiano, che facendo leva sul suo più o meno inconsapevole disagio mentale, sa denunciare senza mezzi termini la reale condizione dei due protagonisti, tramite battute di una freddezza che paralizza ed annienta ogni capacità di autodifesa. Questo senso di scoramento è ciò che prova lo stesso spettatore al termine di un film che necessariamente fa riflettere e pienamente riesce nel tentativo di arrivare all'essenza del vivere umano, affrontando l'analisi di conflitti con cui ogni essere umano, prima o poi, deve scendere a patti, e l'esito di questo confronto non è, come spesso la vita mostra, né rasserenante né positivo.
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