Revolutionary Road |
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Un film di Sam Mendes.
Con Kate Winslet, Leonardo DiCaprio, Kathryn Hahn, David Harbour, Ryan Simpkins.
continua»
Titolo originale Revolutionary Road.
Drammatico,
durata 119 min.
- USA, Gran Bretagna 2008.
- Universal Pictures
uscita venerdì 30 gennaio 2009.
MYMONETRO
Revolutionary Road
valutazione media:
3,08
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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IL PESO DELLA FELICITA'di the deer hunterFeedback: 471 | altri commenti e recensioni di the deer hunter |
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mercoledì 1 settembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Revolutionary Road è un film tra le righe:le parole che si pronunciano non corrispondono quasi mai ai veri sentimenti, che vengono allusi, dissimulati o perlopiù taciuti.La macchina da presa non a caso indugia spesso sui primi piani,sui volti,sugli sguardi:i personaggi appaiono attraversati da una continua carica emotiva,la quale deve essere assolutamente celata,perchè fa paura, perchè pone di fronte a consapevolezze scomode,da rifuggire più o meno consciamente. Grazie alla tecnica dello straniamento,Sam Mendes comunica significati reconditi: ciò che è normale viene considerato pazzo- in quanto portatore di una carica eversiva che non può essere sopportata, poichè capace di disvelare illusioni, inganni e mistificazioni di una vita monotona ma comunque in grado di assicurare una parvenza effimera di felicità-, ciò che è strano viene elevato a valore. Il sogno di April, la fuga romantica a Parigi, non costituisce certo una "ragazzata infantile", o una "trovata poco realistica", come tutti i personaggi (dagli amici ai colleghi di lavoro-infelici cronici- di Frank), ma l'unica vera presa di coscienza, l'unica scelta coraggiosa, anzi, l'unica scelta. Se l'uomo, per dirla come direbbe Dostoevskij, è un essere troppo debole per compiere una scelta, per usufruire della propria libertà (vedi Frank), April è tanto forte da compierla, tanto coraggiosa da guardare alla vuotezza della sua vita monotona e da desiderare di mettere in gioco tutto pur di inseguire quell'ideale di felicità che in Revolutionary Road è irraggiungibile. Non è un caso che l'unico personaggio del film che non dissimula i propri sentimenti ma li esplicita a chiare lettere- e infatti solo lui è considerato "pazzo"-, ovvero il figlio "psicopatico" di Kathy Bates, nella seconda visita a casa Wheeler, affermi che April è "troppo forte" per aver cambiato idea e che dunque la debolezza che ha causato la mancata partenza della coppia debba essere tutta ascritta a Frank. La stessa April non solo si vede costretta a rinunciare alla possibilità di compiere la sua scelta, ma addirittura giunge, proprio per la fedeltà a questo nobile ideale, a perdere le certezze, a credere di aver bisogno di uno "strizzacervelli"- come Frank le suggerisce al termine di un drammatico alterco-. Insomma, chi ha il coraggio di guardare in faccia la realtà, di dire le cose come stanno, di assolvere alla propria funzione di essere umano-l'intellettuale?- non può che prendere atto della propria sconfitta ed essere catalogato come "diverso". La felicità non è propria dell'uomo, o meglio: non tutti gli uomini sono in grado di sostenerla. La maggior parte di essi vive nella presunta certezza- che è in realtà un'illusione- di possederla, quando in realtà il suo possesso effettivo richiede una consapevolezza e una maturità di cui solo alcuni dispongono -la capacità di vedere la disperazione è rara, come il "pazzo" sottolinea durante la passeggiata nel bosco con i Wheeler-. Il messaggio è senza dubbio pessimistico: la felicità vera sfugge a tutti i personaggi, non solo ai protagonisti: la presunta vita tranquilla degli amici è irrimediabilmente minata dall'amore del marito per April e dai suoi sensi di colpa. E se il sorriso finale di Frank può lasciare qualche speranza, emblematico è il comportamento del marito della Bates nell'ultima scena: nella vita, l'uomo non agisce, non costruisce il proprio destino; l'unica cosa che gli resta è non ascoltare, illudersi passivamente che nel silenzio anche il dolore non parli.
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