nichi1958
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lunedì 18 febbraio 2008
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delusione assoluta, da evitare!
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Il film trasuda falsità morale dalla prima all'ultima sequenza, con una recitazione molto scadente, monocorde e deludente in Nanni Moretti (del resto abituato a queste pessime performances): il personaggio principale non ha un'anima, non è mai interamente credibile, nemmeno nel suo (presunto) ritorno alla vita. Troppo comodo, inoltre, prendere una lunghissima pausa dal lavoro (parlo sempre del personaggio protagonista), quando sei un benestante pieno di soldi e pieno di case, la sua freddezza e la sua inconsistenza rimangono costanti fino all'ultimo e non si riesce in alcun modo a partecipare alla sua vicenda umana. Puramente bozzettistici tutti i personaggi di contorno (unico a recitare con bravura ed efficacia è Alessandro Gassman, anche perché il suo personaggio ha uno spessore umano credibile; il cameo di Polanski non mi pare memorabile); squallida, non per ragioni etiche, naturalmente, ma proprio filmisticamente, è la scena di sesso (chiaramente pompata dai media, internet compreso, per basse ragioni di cassetta), fredda e vuota come tutto l'impianto narrativo del film.
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Il film trasuda falsità morale dalla prima all'ultima sequenza, con una recitazione molto scadente, monocorde e deludente in Nanni Moretti (del resto abituato a queste pessime performances): il personaggio principale non ha un'anima, non è mai interamente credibile, nemmeno nel suo (presunto) ritorno alla vita. Troppo comodo, inoltre, prendere una lunghissima pausa dal lavoro (parlo sempre del personaggio protagonista), quando sei un benestante pieno di soldi e pieno di case, la sua freddezza e la sua inconsistenza rimangono costanti fino all'ultimo e non si riesce in alcun modo a partecipare alla sua vicenda umana. Puramente bozzettistici tutti i personaggi di contorno (unico a recitare con bravura ed efficacia è Alessandro Gassman, anche perché il suo personaggio ha uno spessore umano credibile; il cameo di Polanski non mi pare memorabile); squallida, non per ragioni etiche, naturalmente, ma proprio filmisticamente, è la scena di sesso (chiaramente pompata dai media, internet compreso, per basse ragioni di cassetta), fredda e vuota come tutto l'impianto narrativo del film. Insopportabile la scena della nevicata e della (presunta) innocenza ritrovata, debole e insulso il finale con la bambina 'maestra di vita'. Ah, povera tradizione italiana di film, registi e attori di livello mondiale: con "Caos calmo" non siamo nemmeno nel territorio di una onesta provincialità, ma proprio dentro un vuoto abissale di stile, di capacità narrativa e recitativa nonché di regia, sciattissima come quasi sempre in Grimaldi.
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carciofo
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lunedì 18 febbraio 2008
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noioso e incomprensibile
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Come tutti i film di Moretti,tranne forse "La Stanza del figlio", il film si rivela particolarmente lento, noioso, con l'ambizione di voler essere psicologico e filosofico, ma in realtà senza una logica evidente e quindi incomprensibile. Assolutamente non vuole il bis di visione.
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the substitute
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lunedì 18 febbraio 2008
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l'essere e il nulla (poco essere e molto nulla)
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Da elettore e uomo di sinistra penso che ha ragione chi fa spesso paralleli tra la situazione della Sinistra italiana e la ricerca artistica di Moretti. Moribonda la prima in coma profondo la seconda. Caos calmo è un film brutto e inutile, arido di emozioni e idee, incapace di penetrazione psicologica e storica, che manca persino il bersaglio limitato che si sceglie quello del minimalismo borghese.Uscendo dal cinema ci si sente derubati soprattutto dell'illusione che l'arte possa essere ancora una forza di analisi e consolazione poetica se non di trasformazione sociale. Da ex fan di Moretti non gli perdono di aver messo il silenziatore alla sua intelligenza da quando annacquò di buonismo veltroniano la sceneggiatura del "Portaborse" di Pasquini e Bruni.
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Da elettore e uomo di sinistra penso che ha ragione chi fa spesso paralleli tra la situazione della Sinistra italiana e la ricerca artistica di Moretti. Moribonda la prima in coma profondo la seconda. Caos calmo è un film brutto e inutile, arido di emozioni e idee, incapace di penetrazione psicologica e storica, che manca persino il bersaglio limitato che si sceglie quello del minimalismo borghese.Uscendo dal cinema ci si sente derubati soprattutto dell'illusione che l'arte possa essere ancora una forza di analisi e consolazione poetica se non di trasformazione sociale. Da ex fan di Moretti non gli perdono di aver messo il silenziatore alla sua intelligenza da quando annacquò di buonismo veltroniano la sceneggiatura del "Portaborse" di Pasquini e Bruni.La totale mancanza d'ispirazione del "trust di cervelli" (Procacci, Piccolo etc.)che c'è dietro il film fa temere seriamente che anche il piccolomondoantico dei cinematografari romani sia sempre più simile alla Casta con cui condivide viali, tramonti e caffè. Non resta che sperare in Virzì ascoltando i Baustelle.
The Substitute
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the substitute
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lunedì 18 febbraio 2008
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l'essere e il nulla (poco essere e molto nulla)
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Da elettore e uomo di sinistra penso che ha ragione chi fa spesso paralleli tra la situazione della Sinistra italiana la ricerca artistica di Moretti.
Moribonda la prima in coma profondo la seconda.
Caos calmo è un film brutto e inutile, arido di emozioni e idee, incapace di penetrazione psicologica e storica, che manca persino il bersaglio limitato che si sceglie quello del minimalismo borghese.Uscendo dal cinema ci si sente derubati soprattutto dell'illusione che l'arte possa essere ancora una forza di analisi e consolazione poetica se non di trasformazione sociale. Da ex fan di Moretti non gli perdono di aver messo il silenziatore alla sua intelligenza da quando annacquò di buonismo veltroniano la sceneggiatura del "Portaborse" di Pasquini e Bruni.
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Da elettore e uomo di sinistra penso che ha ragione chi fa spesso paralleli tra la situazione della Sinistra italiana la ricerca artistica di Moretti.
Moribonda la prima in coma profondo la seconda.
Caos calmo è un film brutto e inutile, arido di emozioni e idee, incapace di penetrazione psicologica e storica, che manca persino il bersaglio limitato che si sceglie quello del minimalismo borghese.Uscendo dal cinema ci si sente derubati soprattutto dell'illusione che l'arte possa essere ancora una forza di analisi e consolazione poetica se non di trasformazione sociale. Da ex fan di Moretti non gli perdono di aver messo il silenziatore alla sua intelligenza da quando annacquò di buonismo veltroniano la sceneggiatura del "Portaborse" di Pasquini e Bruni.La totale mancanza d'ispirazione del "trust di cervelli" (Procacci, Piccolo etc.)che c'è dietro il film fa temere seriamente che anche il piccolomondoantico dei cinematografari romani sia sempre più simile alla Casta con cui condivide viali, tramonti e caffè.
Non resta che sperare in Virzì ascoltando i Baustelle.
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barby78
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lunedì 18 febbraio 2008
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sorpresa
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Non credevo! Ero titubante perche' amici me lo avevano sconsigliato!
Il parere e' soggettivo, io mi sono ritrovata nel protagonista e mi sono emozionata.
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federica g.
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lunedì 18 febbraio 2008
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battage formidabile
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Il film, pubblicizzato pruriginosamente, ha da subito dimostrato la sua pochezza sotto tutti i punti di vista.
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(di checco)
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aliveme
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lunedì 18 febbraio 2008
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ma che brutto brutto film
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Caos Calmo, mai titolo è stato più azzeccato, per me, un film veramente brutto andato bene al botteghino solo per l'attacco della CEI, e giù l'italiano medio si è messo in fila per guardare un improbabile attore, perchè moretti a fargli un complimento è uno scarsissimo attore, sempre lo stesso in ogni ruolo, che fa un insulsa scena di sesso con un canotto chiamato ferrari, altra grande attrice di questo inesistente paese di talenti. Se dunque gli italiani lo sanno fare meglio, è sotto gli occhi di tutti, annoiare come i films italiani non lo sanno fare più neppure i francesi, e mentre Romero s'interroga sull'uso sconsapevole dei media, sulla manipolazione di massa e la dipendeza tragica che questo crea, in italia si parla di nulla, caos calmo appunto, talmente calmo che al festival di berl
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Caos Calmo, mai titolo è stato più azzeccato, per me, un film veramente brutto andato bene al botteghino solo per l'attacco della CEI, e giù l'italiano medio si è messo in fila per guardare un improbabile attore, perchè moretti a fargli un complimento è uno scarsissimo attore, sempre lo stesso in ogni ruolo, che fa un insulsa scena di sesso con un canotto chiamato ferrari, altra grande attrice di questo inesistente paese di talenti. Se dunque gli italiani lo sanno fare meglio, è sotto gli occhi di tutti, annoiare come i films italiani non lo sanno fare più neppure i francesi, e mentre Romero s'interroga sull'uso sconsapevole dei media, sulla manipolazione di massa e la dipendeza tragica che questo crea, in italia si parla di nulla, caos calmo appunto, talmente calmo che al festival di berlino non sono riusciti a riempire la sala neppure regalando i biglietti
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dodo
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lunedì 18 febbraio 2008
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parentesi
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Parentesi è il termine che affiora se ripenso a questo film: l’elaborazione del lutto, l’analisi delle dinamiche relazionali nella famiglia o nei rapporti di lavoro, il tema insistente del ricordo, con le sue difficoltà, non fanno altro che ruotare intorno a una scelta strana, poco probabile, almeno nella nostra società, del protagonista. Pietro apre una parentesi che chiuderà solo alla fine del film. E in mezzo alle parentesi ci si mette lui, uscendo dal flusso caotico della vita, per ritrovare (ricordare) sé stesso (le proprie emozioni). “E’ una bella giornata e si sta bene”, tanto basta per giustificare un gesto inconcepibile secondo le categorie cui siamo abituati, tant’è che la segretaria lascia intendere con la sua espressione, che solo un grande dolore come il lutto potrebbe portare un manager a decidere di rimanere tutto il giorno sulla panchina ad aspettare che la figlia esca da scuola.
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Parentesi è il termine che affiora se ripenso a questo film: l’elaborazione del lutto, l’analisi delle dinamiche relazionali nella famiglia o nei rapporti di lavoro, il tema insistente del ricordo, con le sue difficoltà, non fanno altro che ruotare intorno a una scelta strana, poco probabile, almeno nella nostra società, del protagonista. Pietro apre una parentesi che chiuderà solo alla fine del film. E in mezzo alle parentesi ci si mette lui, uscendo dal flusso caotico della vita, per ritrovare (ricordare) sé stesso (le proprie emozioni). “E’ una bella giornata e si sta bene”, tanto basta per giustificare un gesto inconcepibile secondo le categorie cui siamo abituati, tant’è che la segretaria lascia intendere con la sua espressione, che solo un grande dolore come il lutto potrebbe portare un manager a decidere di rimanere tutto il giorno sulla panchina ad aspettare che la figlia esca da scuola. Il punto è che Pietro non soffre (e, a quanto pare, neanche la figlia). E allora in questo limbo quieto, lontano dalle problematiche alienanti della vita quotidiana, sembra esserci la possibilità di recuperare la dimensione umana ma addirittura “magica” della vita (dove il suono freddo piatto della chiusura centralizzata dell’auto diventa un caloroso e amichevole saluto) . In questo parco-confessionale, quasi una sorta di eden, buona parte dei personaggi che ruotano intorno a Pietro trovano la forza di condividere i propri problemi e a volte di assaporare le proprie speranze: ecco che i colleghi di lavoro sfogano le loro frustrazioni, decidendo a volte di cambiare investendo in sani e costruttivi propositi, ovvero la ragazza con il cane rimane affascinata dagli abbracci dispensati dal protagonista (forse che la sua solitudine, suggellata anche dalla fuga del cane, possa essere curata da quell’abbraccio finale?). Del resto, intendo di tutto ciò che si svolge fuori dalla parentesi, mi è rimasto poco o niente (compresa al tanto discussa scena di sesso). Credo che il messaggio del film sia proprio quello di non aver paura di guardarsi dentro, e di non vergognarsi se i modi per raggiungere questo scopo non sono tanto convenzionali. Purtroppo è difficile, perché se nel film il comportamento di Pietro non suscita disapprovazione, semmai curioso interesse, nella realtà non è concesso. La figlia esprime solo alla fine del film quel disagio cui fuori dalla finzione narrativa ci si scontrrebbe immediatamente: non ci si può fermare per strada e ammirare un fiore appena sbocciato, declamare una poesia, stringere la mano a uno sconosciuto per esprimere uno stato d’animo. Le regole del buon senso, della fredda razionalità non lo permettono. Non si può aspettare sulla panchina del parco la figlia che esce da scuola solo perché “lì si sta bene”: verresti considerato inaffidabile, stordito, fuori di testa, e prima o poi perderesti il lavoro.
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attila
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lunedì 18 febbraio 2008
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quando 6 euro è meglio spenderli per qualcos'altro
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Su un'idea-cornice originale e promettente si innestano una serie di scene e personaggi innaturali, forzati, che sfiorano il ridicolo involontario. La tanto discussa scena di sesso appare grottesca, da film porno fatto in casa; sembra che Nanni Moretti armeggi con una caldaia, mentre Isabella Ferrari, passata di lì per caso, si struscia su tutti gli angoli che le capitino a tiro.
Eccetto il protagonista, i personaggi sono macchiette mal riuscite, privi di introspezione, le cui storie non si concludono. Con meccanismi che appaiono puramente commerciali, si ammicca a un genere trasgressivo, si cerca di stupire (una bestemmia, la suddetta scena di sesso etc.), ma il risultato è un film pecoreccio, insensato, in cui i pur bravi attori annegano in un caos calmo, calmissimo.
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Su un'idea-cornice originale e promettente si innestano una serie di scene e personaggi innaturali, forzati, che sfiorano il ridicolo involontario. La tanto discussa scena di sesso appare grottesca, da film porno fatto in casa; sembra che Nanni Moretti armeggi con una caldaia, mentre Isabella Ferrari, passata di lì per caso, si struscia su tutti gli angoli che le capitino a tiro.
Eccetto il protagonista, i personaggi sono macchiette mal riuscite, privi di introspezione, le cui storie non si concludono. Con meccanismi che appaiono puramente commerciali, si ammicca a un genere trasgressivo, si cerca di stupire (una bestemmia, la suddetta scena di sesso etc.), ma il risultato è un film pecoreccio, insensato, in cui i pur bravi attori annegano in un caos calmo, calmissimo...
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