furio
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venerdì 8 febbraio 2008
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l'uomo della panchina
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Il bello del film (e sicuramente del libro, anche se io non l'ho letto e non vedo perchè dovrei) è il coraggio di quest'uomo di inventarsi uno spazio in cui non fare niente se non occuparsi della propria vita, dimenticando il lavoro e tutto. Paladini si mette nella piazza davanti alla scuola della figlia tutti i giorni, si suppone per un periodo abbastanza lungo dato che il film comincia con una vacanza al mare sicuramente estiva o comunque settembrina, e si attornia di personaggi tutto sommato superflui ma necessari, indispensabili, che si incuriosiscono a lui oppure che hanno bisogno di lui - brava come al solito la Golino, nel ruolo della cognata instabile e innamorata ancora di lui; c'era stata una relazione fra i due prima del matrimonio con la cara estinta - oppure personaggi che lo vogliono infastidire di proposito o involontariamente.
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Il bello del film (e sicuramente del libro, anche se io non l'ho letto e non vedo perchè dovrei) è il coraggio di quest'uomo di inventarsi uno spazio in cui non fare niente se non occuparsi della propria vita, dimenticando il lavoro e tutto. Paladini si mette nella piazza davanti alla scuola della figlia tutti i giorni, si suppone per un periodo abbastanza lungo dato che il film comincia con una vacanza al mare sicuramente estiva o comunque settembrina, e si attornia di personaggi tutto sommato superflui ma necessari, indispensabili, che si incuriosiscono a lui oppure che hanno bisogno di lui - brava come al solito la Golino, nel ruolo della cognata instabile e innamorata ancora di lui; c'era stata una relazione fra i due prima del matrimonio con la cara estinta - oppure personaggi che lo vogliono infastidire di proposito o involontariamente. Moretti, che decisamente dà il meglio di se quando non si autodirige, li ascolta e li ignora allo stesso tempo, li deride quasi. L'avventura con Isabella Ferrari (mi sfugge il nome del personaggio, pardon) è per lui una catarsi e probabilmente lo rilassa vendicativamente in quanto con la moglie morta si capisce che c'erano delle incomprensioni, forse poco affetto e probabilmente anche un tradimento e la scena di sesso tanto strombazzata (sia dai detrattori e non) è qualcosa che nel cinema italiano capitalista non si vedrebbe neanche per tutto l'oro al mondo: c'è uno standard, preso dal modello mainstream americano, che prevede la creazione di un atmosfera completamente irrealistica (musiche e ralenti, primi piani a caso con bocche e lingue che nemmeno si incontrano, tutto rigorosamente fasullo,pudico e sotto le lenzuola). La scena tanto criticata del film invece si svolge con un preciso rigore di anticensura. I due amanti neanche si parlano e non c'è alcuna musica. La donna entra in casa, lui la tocca e la bacia e la denuda, le palpa i seni e giocherella con un po' d'imbarazzo a leccarle capezzoli (del resto, chi non lo sarebbe durante un approccio così diretto con una quasi sconosciuta?), poi si va avanti con tanto di penetrazione da dietro e inquadratura del posteriore di lui con i testicoli in vista. La scena dura parecchio e non rappresenta nemmeno l'intero incontro sessuale, si suppone che vada avanti includendo anche una certa suspense dato che i due copulano mentre la bambina si trova in casa, seppur dormiente. CAOS CALMO dunque si distingue notevolmente dalla merda che di norma ci viene propinata. Non ci sono i toni drammatici di altri film che trattano lo stesso tema. E' una commedia sul lutto, volendo. Inoltre è piacevole la presenza di facce straniere, provenienti dal cinema francese e internazionale come Charles Berling, Hyppolite Girardot e Roman Polanski nel ruolo del grande capo francese in procinto di accorparsi con gli americani. Katia Smutniak interpreta con garbo e fascino il personaggio della padrona del San Bernardo che si aggira sempre nei giardini di Paladini con curiosità verso l'uomo e i suoi interlocutori e nel finale interagirà anche lei. Rendono più perplessi Gassman, che interpreta un improbabile fratello minore di Moretti, la bambina che, non priva di naturalezza, risulta poco convinta e sicuramente non fra le migliori enunciatrici che si sarebbero potute trovare al suo posto; il sempre caro Silvio Orlando compare poco nel film, anche se un gesto e una battuta sue rimangono in mente. Quanto a Moretti, temo che nessuno sarebbe stato migliore.
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shara
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venerdì 8 febbraio 2008
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difficile replicare in un film
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Non credo che andrò a vedere il film, d'abitudine nn vedo i film di cui ho già letto i libri, perchè credo sia quasi impossibile rappresentare nello stesso modo ed efficacemente ciò che uno scrittore riesce invece a far rivivere nella fantasia di ciascuno di noi.
Caos calmo è un libro fantastico e dubito fortemente che il fiml possa anche solo avvicinarsi a ciò che il testo ha trasmesso.
[+] perchè muccino allora?
(di robmamba)
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talpa2000
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mercoledì 6 febbraio 2008
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non lo vado a vedere
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Moretti vai a fare il sindacalista ! saresti più bravo e faresti più successo.
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asian
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lunedì 4 febbraio 2008
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qualcosa di sinistro
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Non è che a vedere questo film ci succede qualcosa? Una volta gli muore il figlio, una volta la moglie...
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julca
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domenica 3 febbraio 2008
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domanda
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Mi scusi, lei ha visto il film?
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carlo
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domenica 3 febbraio 2008
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film-lutto, cari cittadini
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Questi film sul lutto italiani, fanno pena. Ne LA STANZA DEL FIGLIO per far piangere lo spettatore ci ha dovuto metter la bara, qui in CAOS CALMO, una scena di sesso inutile (è orrenda anche nel libro). Sarebbe onesto i conferenza stampa da parte loro, visto che il film è finanziato da Raicinema (soldi pubblici) dire quanto è costato, quanto hanno ricevuto di compenso lui, il regista "tappetino" e quegli altri bolsi di attori (Ferrari, Golino, Orlando, Gassman sempre i soliti mancavano la Buy e le altre depresse, Morante e Mezzogiorno). Sono dieci anni che questi attori sono strapagati per fare dei film brutti, di chiaro stampo televisivo. Ma quando ci riusciranno questi Centoautori dal finanziamento facile, - Opztek compreso - a fare un mezzo fotogramma del livello di "FILM BLU" indimenticabile e unico capolavoro sull'elaborazioen del lutto.
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Questi film sul lutto italiani, fanno pena. Ne LA STANZA DEL FIGLIO per far piangere lo spettatore ci ha dovuto metter la bara, qui in CAOS CALMO, una scena di sesso inutile (è orrenda anche nel libro). Sarebbe onesto i conferenza stampa da parte loro, visto che il film è finanziato da Raicinema (soldi pubblici) dire quanto è costato, quanto hanno ricevuto di compenso lui, il regista "tappetino" e quegli altri bolsi di attori (Ferrari, Golino, Orlando, Gassman sempre i soliti mancavano la Buy e le altre depresse, Morante e Mezzogiorno). Sono dieci anni che questi attori sono strapagati per fare dei film brutti, di chiaro stampo televisivo. Ma quando ci riusciranno questi Centoautori dal finanziamento facile, - Opztek compreso - a fare un mezzo fotogramma del livello di "FILM BLU" indimenticabile e unico capolavoro sull'elaborazioen del lutto.
E quando la smetteranno di fare un cinema piagnone, loro che si professano di sinistra e non guardano mai ai veri problemi del paese con i loro film, ma piangono come i loro patici sponsor politici. Germi, Pasolini, Pietrangeli, Zurlini, Petri, vi prego tornate dall'aldilà...
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(di signorinaeffe)
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(di joey cruel)
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mukkina
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venerdì 1 febbraio 2008
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mahhhhhh
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è vero forse l'attore non è proprio adatto per il personaggio di pietro ci voleva uno più attivo che sappia interpretare con più pathos diciamo.però non si sa mai staremo a vedere.........
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cippalippa
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venerdì 1 febbraio 2008
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un libro, un film solo due prodotti
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E' difficile resistere dalla tentazione di parlare di due prodotti, un libro e un film. Il primo pensato con anticipo perché potesse diventare un film, il secondo nella più completa scontatezza. Già il lancio dovrebbe farci insospettire, questa massacrante promozione che passa attraverso la "ricerca di pietas" morettiana, riciclando il viso immobile e incapace di trasmettere dolore che avveva caratterizzato La Stanza del figlio, qui trova come maggior condimento con la "pietosa" trovata della scena di sesso tra il protagonista e la Ferrari, reduce dalla camminata con tette sballonzollanti da "Saturno contro"descritta come qualcosa di stupefacente. Quando il cinema ha bisogno di trovate che non hanno niente a che vedere con l'arte cinematografica del Bertolucci in "Ultimo tango" ma gioca sulla speculazione gossip-post-televisiva è il primo segno della fine.
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E' difficile resistere dalla tentazione di parlare di due prodotti, un libro e un film. Il primo pensato con anticipo perché potesse diventare un film, il secondo nella più completa scontatezza. Già il lancio dovrebbe farci insospettire, questa massacrante promozione che passa attraverso la "ricerca di pietas" morettiana, riciclando il viso immobile e incapace di trasmettere dolore che avveva caratterizzato La Stanza del figlio, qui trova come maggior condimento con la "pietosa" trovata della scena di sesso tra il protagonista e la Ferrari, reduce dalla camminata con tette sballonzollanti da "Saturno contro"descritta come qualcosa di stupefacente. Quando il cinema ha bisogno di trovate che non hanno niente a che vedere con l'arte cinematografica del Bertolucci in "Ultimo tango" ma gioca sulla speculazione gossip-post-televisiva è il primo segno della fine. E ci dipiacerà vedere il nostro Nanni sprofondare nelle carni sintetiche della Ferrari, segno inequivocabile dell'artificio filmico, dell'elaborazione del lutto non elaborato del profondo segno della morte artistica di un artista. Chi avrà il cuore di vedere, dopo la pessima prova del Caimano, Nanni trasmigrare verso il cinema senza idee, soffrirà esattamente tanto, anzi forse più del Paladini del libro.
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was
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giovedì 31 gennaio 2008
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personaggio insulso
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E' giusto, ci vuole un attore magistrale per interpretare un tale inetto
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ubaldo falletta
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giovedì 31 gennaio 2008
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solo a me è sembrato un commento sarcastico? :P
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