lorenzo da ponte
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mercoledì 13 febbraio 2008
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sconsiglio
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sconsigliatissimooooooooooo!!!!!!! risparmiate i soldi!
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il prof. egizio domenico
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mercoledì 13 febbraio 2008
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il commento del prof. egizio domenico
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mi dispiace caro Nanni, ma il film è orrendo....e se calcoliamo che per attirare i polli al cinema si è dovuto solleticare gli istinti morbosi parlando della famosa scena di sesso...vergogna!!!!!!!! vergogna!!!!!!1 e ancora Vergogna!!!!! continuamo così...facciamoci del male!!!!!!!
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daniela59
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mercoledì 13 febbraio 2008
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un film dalle emozioni silenziose
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Un filma sileziosamente emozionante. Le emozioni sono intense, forti senza urlo. Stai seduto, incollato sulla poltrona avvolgente del cinema solamente concentrato sulla espressione costantemente smarrita di Pietro.E pensi:ogni uomo ha un proprio modo di elaborare il lutto, il distacco.E poi la scena di sesso, anche se "impegnativa",le darei un solo significato:due solitudini che s'incontrano!Non c'è volgarità.E' un fatto che può capitare nella vita di ogni uomo.
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(di giovi)
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zorro
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mercoledì 13 febbraio 2008
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oltre il giardino
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Premetto di non aver letto il libro e di non poter quindi giudicare il lavoro fatto in fase di sceneggiatura e di messa in scena del romanzo. Tantomeno poter mettere a confronto i due lavori. Ho letto le recensioni, quella del sito, e quelle del pubblico. Mi trovo d'accordo con chi ha voluto sottolineare le molte incongruenze della sceneggiatura, con i molti passaggi poco aderenti a ciò che in realtà immediatamente abbiamo pensato sarebbe potuto succedere o non sarebbe dovuto succedere; il salvataggio in mare delle due donne (nessuno li ringrazia e non si capisce perchè il marito della Ferrari non "volesse" che fosse salvata), l'estemporanea entrata di Eleonora (Ferrari) nella vita di Palladini con una scena di sesso effettivamente un po' fuori luogo più che altro per la dovizia anche se celata di particolari (preliminari) e con l'aggravante di essere consumata mentre la figlia (della cui innocenza pare farsi tutore per tutto il film il padre) dorme nella stanza accanto.
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Premetto di non aver letto il libro e di non poter quindi giudicare il lavoro fatto in fase di sceneggiatura e di messa in scena del romanzo. Tantomeno poter mettere a confronto i due lavori. Ho letto le recensioni, quella del sito, e quelle del pubblico. Mi trovo d'accordo con chi ha voluto sottolineare le molte incongruenze della sceneggiatura, con i molti passaggi poco aderenti a ciò che in realtà immediatamente abbiamo pensato sarebbe potuto succedere o non sarebbe dovuto succedere; il salvataggio in mare delle due donne (nessuno li ringrazia e non si capisce perchè il marito della Ferrari non "volesse" che fosse salvata), l'estemporanea entrata di Eleonora (Ferrari) nella vita di Palladini con una scena di sesso effettivamente un po' fuori luogo più che altro per la dovizia anche se celata di particolari (preliminari) e con l'aggravante di essere consumata mentre la figlia (della cui innocenza pare farsi tutore per tutto il film il padre) dorme nella stanza accanto. Nonostante un senso di "fascinazione" e di "attrazione" per quel mondo (il giardino di fronte alla scuola della figlia) nel quale Palladini si rifugia sino a renderlo un microcosmo familiare (effettivamente la parte più riuscita del film), il risultato è piuttosto disomogeneo.
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simona
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mercoledì 13 febbraio 2008
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simona
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Quante storie!!! Ci sono cose ben piu' importanti sulle quali discutere...
Per me e' un buon film e stop.
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r o s
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mercoledì 13 febbraio 2008
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novecentomilardi di euro al giorno
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900 film su 1000 ricevono un lancio rumorosissimo per far correre i polli al cinema prima che il film venga dimenticato.
Il rumore stavolta dice che è il caso di non andare se non dietro lauto compenso.
Per una cifra di novecentomilardi di euro al giorno posso prendere in considerazione l'idea di vedere un altro film di moretti.
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silvia
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mercoledì 13 febbraio 2008
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sesso e lutto
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L'opinione più gettonata in questo forum è che questa stramaledetta scena di sesso sia "ingiustificata". Non so quali esperienze di lutto e di morte abbiano coloro che esternano tale opinione, ma dal canto mio ho riscontrato (non senza stupore) che eros e thanatos dimostrano sovente un misterioso legame che va oltre la poesia, anzi è assai poco poetico. Esempi: un amico, poco dopo la morte dell'amatissima madre, mi confessò che non riusciva a trattenersi dal masturbarsi ogni giorno. Un altro, con un cancro all'intestino, nonostante la malattia fosse evidentissima (sacchettino e via dicendo) con mio sommo stupore cercava ogni occasione per fare sesso, molto più che non prima della malattia. Non vorrei essere pedante, ma suppongo che si tratti di meccanismi volti alla sopravvivenza della specie, che di fronte ad una diminuzione si preoccupa immediadatamente di incrementarsi con nuovi individui.
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L'opinione più gettonata in questo forum è che questa stramaledetta scena di sesso sia "ingiustificata". Non so quali esperienze di lutto e di morte abbiano coloro che esternano tale opinione, ma dal canto mio ho riscontrato (non senza stupore) che eros e thanatos dimostrano sovente un misterioso legame che va oltre la poesia, anzi è assai poco poetico. Esempi: un amico, poco dopo la morte dell'amatissima madre, mi confessò che non riusciva a trattenersi dal masturbarsi ogni giorno. Un altro, con un cancro all'intestino, nonostante la malattia fosse evidentissima (sacchettino e via dicendo) con mio sommo stupore cercava ogni occasione per fare sesso, molto più che non prima della malattia. Non vorrei essere pedante, ma suppongo che si tratti di meccanismi volti alla sopravvivenza della specie, che di fronte ad una diminuzione si preoccupa immediadatamente di incrementarsi con nuovi individui...
In ogni caso, ammetto che il film non l'ho ancora visto, e forse neppure andrò a vederlo. La mia riflessione esulava dal film (scusatemi) e mi riesce difficile pensare che la famosa scena sia stata inserita per simili filosofici motivi, e non piuttosto per il solito far parlare di sè e scalare le classifiche di botteghino col più rozzo dei metodi. Guai se il regista o chi per esso si prova a lamentarsi del fatto che non si parla d'altro!
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rino de angelis
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mercoledì 13 febbraio 2008
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"i topi non avevano nipoti"
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Caos Calmo, ovvero i topi non avevano nipoti
La morte improvvisa di una donna, Lara; un’automobile come unico spazio personale per la rielaborazione del dolore di un marito, Pietro; lo sguardo attonito e coraggioso nei confronti della vita di una bambina, Claudia. Questa la traccia narrativa di “Caos calmo” : un romanzo di formazione, e ora un film, un percorso interiore che riesce a raggiungere quelle profondità dell’animo umano che la società del benessere sembra voler annullare.
Pietro Paladini (Nanni Moretti), rappresentante perfetto della nostra società, è incapace di affrontare il proprio dolore, ingabbiato com’è in quei tempi frenetici e spazi grigi in cui la sua vita pare racchiusa da sempre.
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Caos Calmo, ovvero i topi non avevano nipoti
La morte improvvisa di una donna, Lara; un’automobile come unico spazio personale per la rielaborazione del dolore di un marito, Pietro; lo sguardo attonito e coraggioso nei confronti della vita di una bambina, Claudia. Questa la traccia narrativa di “Caos calmo” : un romanzo di formazione, e ora un film, un percorso interiore che riesce a raggiungere quelle profondità dell’animo umano che la società del benessere sembra voler annullare.
Pietro Paladini (Nanni Moretti), rappresentante perfetto della nostra società, è incapace di affrontare il proprio dolore, ingabbiato com’è in quei tempi frenetici e spazi grigi in cui la sua vita pare racchiusa da sempre. Una lista delle “Compagnie aeree” con cui ha viaggiato, di “Indirizzi di case” presso cui ha abitato: è da questo attonito e confuso tentativo di riordino razionale della propria vita che inizia il suo viaggio, da fermo, all’interno del “caos calmo” di un dolore che pare non volersi palesare. Così, il parco all’esterno della scuola, la panchina attraverso cui guarda il mondo, il volto di Claudia (Blu Yoshimi ) affacciata alla finestra, la ragazza che porta a spasso il cane, le visite del fratello Carlo (Alessandro Gassman), della cognata Marta (Valeria Golino) e di colleghi di lavoro (Silvio Orlando, Charles Berling, Denis Podalydès) diventano essenza di quella quotidianità prima estranea a Pietro, e che ora si fa paradigma da cui iniziare a declinare la propria vita, e il proprio dolore.
Del romanzo di Veronesi mancano alcune sfumature del percorso interiore del protagonista, manca il suo disperato tentavo di appropriarsi della vita della moglie attraverso l’ossessivo ascolto di alcune canzoni dei Radiohead che evidenzia questo vuoto emotivo/conoscitivo, ormai incolmabile, irreversibile (tematica presente invece nel film di Moretti “La stanza del figlio”). Ma il film riesce a delinearne perfettamente il concetto di irreversibilità/reversibilità delle cose: l’irreversibile della morte improvvisa e il reversibile di un metaforico, dovuto, ritorno alla vita. E la chiave di lettura pare darla proprio Claudia con il palindromo imparato a scuola, “I topi non avevano nipoti”: è il concetto matematico di reversibilità. Anche nella vita è lo stesso, ripete Claudia: “ci sono cose reversibili ed altre irreversibili.. ed è molto meglio fare cose reversibili, se si può scegliere”. E la bambina sceglie dunque la reversibilità: la sceglie per se e, teneramente, la sceglie anche per il padre. E così Pietro la segue in questo percorso, rispettando la sua scelta di non aspettarla più fuori dalla scuola, ritornando nella casa al mare in cui la moglie è morta, consumando un atto sessuale con Eleonora Simoncini (Isabella Ferrari), la donna che ha salvato mentre sua moglie stava morendo. I topi non avevano nipoti.
Ilaria Cozzutti
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de sica
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martedì 12 febbraio 2008
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banale e mediocre
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