la gha
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domenica 12 marzo 2006
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anche i comici commuovono
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Dopo qualche mese di attrito, mi ritrovo, con questo film, a fare pace con Pupi Avati. La mia conoscenza con lui attraverso "Ma quando arrivano le ragazze?"(Italia 2004, 146') era stata un pò brusca; ciò mi portava a credere che anche questo secondo tentativo sarebbe fallito. E invece no!
Un film ben girato, con un ritmo costante e molto accattivante; il contrasto Bologna post-bellica/campagna pugliese è straordinario e ben ricostruito.
Liliana (Katia Ricciarelli) e il figlio Nino (Neri Marcorè) a pochi mesi dalla morte del marito/padre e della guerra, si ritrovano senza soldi e senza casa. Liliana, in un mometo di disperazione scive al cognato Giordano (Antonio Albanese), anche se non avevano più contatti da anni.
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Dopo qualche mese di attrito, mi ritrovo, con questo film, a fare pace con Pupi Avati. La mia conoscenza con lui attraverso "Ma quando arrivano le ragazze?"(Italia 2004, 146') era stata un pò brusca; ciò mi portava a credere che anche questo secondo tentativo sarebbe fallito. E invece no!
Un film ben girato, con un ritmo costante e molto accattivante; il contrasto Bologna post-bellica/campagna pugliese è straordinario e ben ricostruito.
Liliana (Katia Ricciarelli) e il figlio Nino (Neri Marcorè) a pochi mesi dalla morte del marito/padre e della guerra, si ritrovano senza soldi e senza casa. Liliana, in un mometo di disperazione scive al cognato Giordano (Antonio Albanese), anche se non avevano più contatti da anni. Lui, ancora innamorato di lei da che aveva 15 anni,le risponde chiedendole di andare a vivere da lui insieme al figlio. Quest'ultimo, approfittatore,mascalzone, ladro e bugiardo, coglie subito al volo l'occasione, e con una macchina rubata porta la madre in Puglia, costringendola ad affrontare una situazione di grande imbarazzo. Giordano e Liliana si fidanzaranno, Nino continuerà a fare il furfante per realizzare il suo sogno di lavorare nel mondo del cinema.
Il personaggio di Giordano è molto complesso: è stato per molto tempo in manicomio, vive con due zie ("quelle ancora vive") con cui gestisce una piccola azienda di confetti; è rimasto traumatizzato dalla morte di una bambina saltata in aria su una mina in un campo di meloni ("...aveva nove anni e fece una gran luce!"), ciò lo ha spinto a cercare mine in giro per i campi e farle saltare perchè, come dice lui stesso, "..è meglio che muoia uno come me, che uno che sta bene!". Antonio Albanese è perfetto, commuovente, profondo, preciso anche nei movimenti, nelle sfumature della voce e nello sguardo.
Liliana è una donna esausta, da sempre vittima degli avvenimenti e mai realmente compresa. La sua nomea rientra nel classico stile delle malelingue che si credono onniscenti. Katia Ricciarelli è esattamente come dovrebbe essere il personaggio che interpreta: distrutta ma ancora pronta a lottare, di una certa età ma assolutamente non sfiorita, pudica al punto giusto!
E poi il genio, Neri Marcorè, detestabile e odioso. Così bravo ad interpretare il ruolo da crederlo davvero così sfacciato e spudorato anche nella vita!
Il film ha conivolto tutta la platea con i sui sorrisi, le risate e i momenti di commozione.
Davvero bello.
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tony truante
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martedì 31 gennaio 2006
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avati è il peggiore, eccettuati tutti gli altri
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forse il giudizio del signor Baldoni nasconde un fondo di verità, ma personalmente continuo a preferire Avati e i suoi personaggi imbranati e sognatori, ai ganzi nevrastenici e manierati di Muccino, ai disperati infiocchettati di Ozpetek, alle pseudomeditazioni primordiali della Comencini o di Salvatores...se ci si fa caso, quasi tutti i protagonisti dei film di Avati parlano sottovoce, e di cose (apparentemente) semplici..nel nostro cinema sbronzo di psicanalisi e di chincaglieria posmoderna, non mi pare poco..
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a r
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sabato 7 gennaio 2006
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fantastico!
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RITENGO QUESTO FILM MOLTO POETICO SOPRATTUTTO NEI PAESAGGI MERAVIGLIOSI DELLA PUGLIA ,IN CUI IN PARTE E' STATO GIRATO.
IL PERSONAGGIO INTERPRETATO DA ANTONIO ALBANESE DIMOSTRA UNA GRANDE SENSIBILITA' ;MI HA COLPITO LA CAPACITA' DI QUESTO ATTORE DI VESTIRE UNA PARTE COSì DIFFICILE E INTENSA AL TEMPO STESSO.MI HA COMMOSSO.
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claudio
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venerdì 30 dicembre 2005
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il buono, il furbo, il nord e il sud
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L’ambientazione è l’Italia del secondo dopoguerra. Un’Italia fatta di strade polverose che univano un Nord uscito malconcio dalla guerra ad un Sud meno colpito dai negativi effetti bellici.
Il protagonista principale è Giordano, interpretato da un eccellente Antonio Albanese, nel ruolo dello scemo del paese. Giordano, unico proprietario di una Azienda Agricola alle porte di Bari, mangia le foglie d’insalata, che mescolata, escono fuori dal piatto, perché chi è dentro quel piatto è dentro gli schemi, all’interno delle convenzioni sociali, le foglie che stanno fuori dal piatto “sono più buone”, come è buono Giordano, che rimasto colpito da una bambina di nove anni che incappando in una bomba inesplosa “diventa luce”, si improvvisa sminatore.
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L’ambientazione è l’Italia del secondo dopoguerra. Un’Italia fatta di strade polverose che univano un Nord uscito malconcio dalla guerra ad un Sud meno colpito dai negativi effetti bellici.
Il protagonista principale è Giordano, interpretato da un eccellente Antonio Albanese, nel ruolo dello scemo del paese. Giordano, unico proprietario di una Azienda Agricola alle porte di Bari, mangia le foglie d’insalata, che mescolata, escono fuori dal piatto, perché chi è dentro quel piatto è dentro gli schemi, all’interno delle convenzioni sociali, le foglie che stanno fuori dal piatto “sono più buone”, come è buono Giordano, che rimasto colpito da una bambina di nove anni che incappando in una bomba inesplosa “diventa luce”, si improvvisa sminatore. Con un equipaggiamento di fortuna viene chiamato dalle campagne vicine ogni volta che viene rinvenuta una bomba inesplosa per renderla innocua.
Un giorno arriva in Azienda la cognata Liliana, antica passione di Giordano, rimasta vedova, trascinata dal figlio Nino da Bologna, in cui vivevano senza alcun mezzo di sostentamento. Nino è il furbetto, che vive di espedienti ed impersonifica quel personaggio che ritroveremo molto spesso nell’Italia ricostruita dalla macerie della guerra. Nino, venuto a conoscenza dell’esistenza di uno zio che gli possa assicurare di che poter vivere, non perde neanche un attimo a convincere la madre (che poi sposerà Giordano) a trasferirsi in Puglia. L’italico furbetto, con il suo comportamento, mette in risalto un altro aspetto di quella che sarà l’evoluzione della storia italiana moderna: il ricco Nord che, devastato dalla guerra, sfrutta il Sud, che in quel momento appariva paradossalmente più fornito del Settentrione, ed i suoi abitanti (Giordano) Non so se quest’ultimo aspetto sia effettivamente una tematica che Pupi Avati volesse far emergere, ma ritengo che possa essere una delle chiavi di lettura del film.
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maxmax
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giovedì 29 dicembre 2005
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non perdetelo!!
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per chi ama la musica delle onde del mare, per chi si emoziona guardando un cielo stellato, per chi percepisce la magia delle situazioni antiche....per tutti noi questo ultimo film di Pupi Avati è nutrimento e godimento.Se poi aggiungiamo le splendide interpretazioni di Albanese, Marcorè e la Ricciarelli(ma è davvero la stessa spocchiosa dei salotti televisivi?) il regalo di natale è veramente completo!
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bruno
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mercoledì 7 dicembre 2005
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da vedere
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Buona ambientazione, ottioma recitazione di albanese, anche la Ricciarelli e co. sono sopra nle righe.
un film, che comunica emozioni.
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roberto
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mercoledì 30 novembre 2005
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marco paolini
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Solo una curiosità. Mi rendo conto che la parte che gli è stata affidata era "inesistente", tuttavia non viene mai da nessuno menzionata, la partecipazione del grande Marco Paolini (il matto sulla sedia a rotelle). I titoli di testa e di coda mi sono "sfuggiti" e sul web non trovo riscontri. Mi sbaglio? Era un sosia?
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paolo m.
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domenica 27 novembre 2005
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film delicato e intenso
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La figura dell'"ebete" di Albanese è splendida. Un film non banale, intenso e denso di emozioni. Grandi interpretazioni di tutti da Albanese a Neri Marcore inclusa la Ricciarelli e le "zie".
Un film che lascia un segno dentro di noi.
Magari fosse sempre così quando si va la cinema
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maurizio
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domenica 27 novembre 2005
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un pò qui un pò là
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bellissima ambientazione per un film che non è esclusivamente bolognese come molti altri suoi capolavori
unica nota stonata la Ricciarelli , non si poteva dare quella parte ad qualcun altro ?
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anonimo
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sabato 26 novembre 2005
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albanese sei grande!!!
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Questo è il classico film che soretto dalla bravura degli attori...Una spanna sopra di tutti Antonio Albanese che, in un periodo dove si innalza un po' troppo al cielo Benigni, dimostra di esser una grandissimo talento sia nel drammatico che nel comico...E tutti gli altri, compresa la Ricciarelli, mi hanno piacevolmente colpito...Un bel film!!!
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