Anno | 2004 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Senegal, Francia |
Durata | 117 minuti |
Regia di | Ousmane Sembene |
Attori | Fatoumata Coulibaly, Maimouna Hélène Diarra, Salimata Traoré, Aminata Dao, Dominique Zeïda . |
Uscita | mercoledì 8 marzo 2006 |
Tag | Da vedere 2004 |
MYmonetro | 3,28 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 20 dicembre 2012
Vincitore di "Un Certain Regard" a Cannes 2004 l'ottantaduenne regista senegalese prende decisamente posizione contro una ritualità che sconfina nella crudeltà. Con la lentezza propria del "tempo" africano. In Italia al Box Office Moolaadé ha incassato 7,3 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Collè Ardo è l'unica nel suo villaggio a non aver escisso la figlia, cioè a non averla sottoposta a una mutilazione del sesso femminile - rituale che ancora viene praticato presso alcune etnie africane.
Quattro bambine, un giorno, si recano a casa della donna e le chiedono "moolaade", protezione. Non vogliono subire l'escissione.
Collè Ardo tende una corda all'entrata della propria capanna: nessuno potrà entrare. Il villaggio è in subbuglio: uomini, donne anziane, il capo della comunità: tutti sono contro Collè Ardo, ma lei - con coraggio e determinazione - cerca di resistere e di far valere le proprie ragioni e quelle delle bambine che, con amore e consapevolezza, ha deciso di proteggere.
Essere donna in Africa non è facile. E non solo in Africa. L'ottantaduenne Ousmane Sembene - pioniere senegalese del cinema africano - vince con Moolaadè la sezione Un certain regard a Cannes, edizione 2004. Il film è il secondo di una trilogia sull'eroismo quotidiano in Africa, tema caro all'autore che da sempre si interessa ai problemi sociali del proprio continente, facendo critiche e riflessioni attente e precise sul rapporto tra Tradizione e Modernità e che in questo film parla - con una sensibilità rara per un uomo - della tragedia delle mutilazioni fisiche, ma soprattutto, psicologiche, frutto di una mentalità retrograda e di gesti criminali.
Un racconto di ampio respiro: ritmo lento (come dovrebbe essere il tempo del pensiero), tinte pastello per il villaggio assolato, commento musicale da fiaba ancestrale: questi elementi, propri del cinema epico, per far discutere sull'ignoranza e sulle pratiche superstiziose ancora in vigore in molti stati del Sud del mondo, ma anche sulla condizione femminile in società chiuse e maschiliste. Nel finale la macchina da presa inquadra un'antenna televisiva: il popolo africano (ma solo la gente d'Africa?) deve imparare a rispettare il Passato, ma anche a guardare il Futuro con maggior rispetto delle identità e dei diritti umani.
MOOLAADÉ disponibile in DVD o BluRay |
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In Francia ha avuto una buona distribuzione e ha riscosso un significativo successo al botteghino, conseguenza dello storico rapporto di collaborazione tra il mondo transalpino e quello africano. Ogni scena è sottomessa a una doppia tensione: tra le esigenze della Legge, che assegna una funzione per ogni membro dello scacchiere della comunità (la Donna, la Sposa), e le intenzioni particolari dei singoli [...] Vai alla recensione »
Mooladé è un film africano che combatte la pratica dell’escissione: essa, praticata in Senegal e in altri stati dell’Africa nera, non è da confondere con la più diffusa pratica dell’infibulazione: il termine "infibulazione" deriva dal latino "fibula" che significa spilla. Definisce una procedura mutilativa nella quale la vagina è parzialmente chiusa approssimativamente all'altezza della metà delle [...] Vai alla recensione »
Sembène ne fa un ritratto ricco di sfumature e non privo di ambiguità. All’inizio del film sembra il tipico commerciante venuto dalla capitale per approfittare dell’ignoranza della popolazione rurale. Ad esempio vende pane duro vecchio di alcuni giorni, comprato per pochi spiccioli in città a un prezzo quasi eguale al pane fresco di Dakar. Smascherato dal promesso sposo di Amsatou, unico personaggio [...] Vai alla recensione »
Nel Senegal, e in altri Paesi africani, la tradizione vuole che le bimbe subiscano l'asportazione del clitoride. Una pratica odiosa, non solo perché impedisce qualsiasi possibilità di piacere sessuale, ma anche perché estremamente pericolosa per le condizioni igieniche in cui viene effettuata. Sembene Ousmane, padre del cinema africano, si lancia con convinzione nel contrastare questa pratica.
Prodotto da un gruppo di Paesi africani, sostenuto da Amnesty International e dalle agenzie delle Nazioni Unite in Senegal, girato nel Burkina Faso, premiato a Cannes nel 2004 (nella sezione Un certo sguardo), diretto dall’ammirato regista del Senegal Ousmane Sembene, 83 anni, Moolaadè è un film molto efficace sull’ antico uso di tagliare il clitoride alla donne africane «per purificarle».
Non è un caso che sia uscito proprio l’8rnarzo, festa della donna, nelle sale di Roma, Milano,Torino e Firenze, Moolaadé, coraggioso film del regista senegalese Sembene Ousamane già premiato a Cannes nel 2004 - denuncia una delle più crudeli pratiche di discriminazione femminile, la mutilazione genitale (mgf) di cui soffrono secondo l’Onu 120 milioni di donne, inflitta ogni anno a due milioni di bambine [...] Vai alla recensione »
Proprio in questi giorni abbiamo letto cifre allucinanti: 130 milioni di donne e bambine vittime della pratica dell'infibulazione. E sulla barbarie dell'escissione genitale verte il film di Ousamane Sembene, ottantatreenne padre del cinema africano che, attraverso i decenni, ha portato sullo schermo i tanti mali da cui è afflitto il suo continente. Il Moolaadè del titolo è un sortilegio-diritto d'asilo [...] Vai alla recensione »
Lessico, per cominciare. “Moolaadé” sta per diritto d’asilo, o protezione accordata ai fuggitivi: un cordone colorato fa da barriera, uno spirito garantisce l’invalicabile cerchio magico. “Salindé” è l’escissione delle bambine, eseguibile dai quattro ai nove anni. “Bilakoro” è la fanciulla ancora integra, esclusa dal mercato matrimoniale. Siamo in un villaggio del Burkina Faso costruito attorno a [...] Vai alla recensione »
Un felice ritorno di Ousmane Sembène, la personalità più rappresentativa del cinema che si fa in Senegal ed anche della cultura dell’Africa nera, insieme con il suo grande compatriota Léopold Sanghor, il poeta della «negritude». Sempre attento alle condizioni della gente del suo Paese, sempre pronto a raddrizzare torti e a cimentarsi in polemiche in favore della modernità e della giustizia.
La guerra dei sessi vista dall’Africa nera, dove non ci si combatte a colpi di carte bollate ma di mutilazioni genitali inflitte in nome di una tradizione più antica del Corano e della Bibbia. Dietro alla cinepresa c’è uno dei grandi padri del cinema africano, il senegalese Sembene Ousmane, 82 anni. Davanti, una donna del Burkina Faso che applica il Moolaadé (diritto d’asilo) a quattro bimbe in fuga [...] Vai alla recensione »
Chiedere e ottenere protezione. Aiuto, tutela, una mano. Per difendere la dignità e l'integrità delle persone. In un mondo avido e onnivoro fino all'obesità come il nostro, dove anche il sud è un po' nord, tenuto in pugno e progressivamente sottosviluppato, è la cosa più difficile da conquistare. Tanto che la produzione di «solitari» perdenti per mezzo della solitudine pianificata sembra una delle [...] Vai alla recensione »
Sembene Ousmane, padre del cinema africano, affronta un nodo irrisolto: l’infibulazione, l’escissione del clitoride. Una pratica tradizionale che può condurre alla morte, perché fatta in condizioni igieniche inesistenti, e sempre nega la sessualità. Alcune ragazzine fuggono dal rito chiedendo protezione a Collé, che ha già avuto modo di opporvisi in precedenza.
In un villaggio del Burkina Faso, quattro bambine sfuggono alla salindé, mutilazione rituale dei genitali femminili. Chiedono protezione a Collé, che a suo tempo la ha subita e vuole evitarla alla figlia Amsatou, che per sposare Irahim dovrebbe “purificarsi”. Collé le accoglie in casa appellandosi al moolaadé, il sacro diritto d’asilo, non rispettando il quale si va incontro allo spirito della kalifa. [...] Vai alla recensione »