brownb
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giovedì 13 aprile 2006
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provinciali in città
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Anche io come Caterina sono un provinciale,uno che è nato e vissuto in un piccolo paese dove i valori sono quello degli amici d'infanzia,della famiglia,del piacere nello stare coi parenti,della vita all'aria aperta.Sono valori diversi da quelli che spingono la "gente di città",diversi ma non necessariamente migliori.Questa differenza fa si che i punti di riferimento del provinciale siano profondamente diversi. Il punto di vista espresso nel film rende bene questo senso di smarrimento di chi si trova a passare da un sistema di valori ad un altro,la difficoltà di adeguarsi,e il dolore interiore provocato da scelte forzate. Alla fine però quello che conta è capire che se anche non si è capiti non significa che si sia necessariamente in errore: in effetti,una volta accettata la propria "particolarità" la vita dona opportunità vere, basta scegliere con il proprio cuore e osare con un pizzico di coraggio.
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Anche io come Caterina sono un provinciale,uno che è nato e vissuto in un piccolo paese dove i valori sono quello degli amici d'infanzia,della famiglia,del piacere nello stare coi parenti,della vita all'aria aperta.Sono valori diversi da quelli che spingono la "gente di città",diversi ma non necessariamente migliori.Questa differenza fa si che i punti di riferimento del provinciale siano profondamente diversi. Il punto di vista espresso nel film rende bene questo senso di smarrimento di chi si trova a passare da un sistema di valori ad un altro,la difficoltà di adeguarsi,e il dolore interiore provocato da scelte forzate. Alla fine però quello che conta è capire che se anche non si è capiti non significa che si sia necessariamente in errore: in effetti,una volta accettata la propria "particolarità" la vita dona opportunità vere, basta scegliere con il proprio cuore e osare con un pizzico di coraggio. Coraggio che chi riesce a scegliere di essere sé stesso matura nel momento di tale scelta.
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di mascio
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martedì 28 febbraio 2006
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divertente!
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Questo film di Paolo Virzì è stato davvero bello e divertente! I personaggi erano molto interessanti, specialmente Caterina. Penso la morale del film sia l'importanza di non perdersi mai e di capire quanto sia importante essere fedeli a se stessi. Caterina cercava di conformarsi ai diversi amici di classe, ma poi alla fine del film quando la vediamo a cantare nel coro, vediamo che ritorna sempre ad essere se stessa.
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libby
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martedì 28 febbraio 2006
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un pò esagerato
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Caterina va in citta’ e’ un film che mi e’ piaciuto molto. Il film e’ carino ma ci sono anche cose tristi. La vita di Caterina e’ piu’ o meno come la vita di una ragazza che ha tredici anni. L’unica cosa che non mi piaceva pero, era che i personaggi di Daniela e Margherita erano troppo esagerati. Ho capito che il registra ha volutamente esagerato i personaggi apposta per dimostrare un punto di vista ma secondo me era troppo finto. E specialmente quando Margherita aveva l’atrezzo per fare i tattuagi in camera e ha fatto un tattuaggio a Caterina.
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cara
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martedì 28 febbraio 2006
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un film molto bravo
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Il Film “Caterina va in Città” è un film di un’ adolescente chi ha cambiato casa da un piccolo paese a Roma, un grande città. Caterina è una ragazza italiana. Ha tredici anni e le piace cantare la musica classica. Il suo padre è un insegnante, e si è trasferito a Roma, e cosí la famiglia di Caterina deve partire dal suo paese, Montalto di Castro. Nell’ inizio, mi è piaciuto molto il papà, si chiama Giancarlo Iacovoni, perché la prima scena con lui nella scuola a Montalto è molto divertente. Non gli piacciono gli studenti, e dice che sono orribili! Ma alla fine è un po’ pazzo, e non mi è piaciuto cosí tanto. La madre di Caterina è sciocca, ma simpatica e fedele.
L’atmosfera del film è un po’ nervosa.
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Il Film “Caterina va in Città” è un film di un’ adolescente chi ha cambiato casa da un piccolo paese a Roma, un grande città. Caterina è una ragazza italiana. Ha tredici anni e le piace cantare la musica classica. Il suo padre è un insegnante, e si è trasferito a Roma, e cosí la famiglia di Caterina deve partire dal suo paese, Montalto di Castro. Nell’ inizio, mi è piaciuto molto il papà, si chiama Giancarlo Iacovoni, perché la prima scena con lui nella scuola a Montalto è molto divertente. Non gli piacciono gli studenti, e dice che sono orribili! Ma alla fine è un po’ pazzo, e non mi è piaciuto cosí tanto. La madre di Caterina è sciocca, ma simpatica e fedele.
L’atmosfera del film è un po’ nervosa. Il regista ha fatto un lavoro splendido, perché il pubblico sa esattamente come si senta Caterina. Le scene divertenti sono molto naturali, e tutto il film è molto realistico.
Il modo nel quale si mostrano i ragazzi è un po’ estremo. Penso che i ragazzi italiani ed i ragazzi americani sono simili, ma il film ha mostrato di solito due tipi di ragazzi: i fighi e gli alternativi. Secondo me, c’è un continuum o una gamma di tipi. Ma i tipi che erano mostrati sono precisi.
Mi è piacituo molto questo film perché è carino ed i personaggi sono facili essere da collegare alla realtà, e gli attori sono bravissimi. Secondo me, Paolo Virzi è un regista molto bravo e molto sensibile.
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aurora
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lunedì 27 febbraio 2006
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mean girls
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Mi piaceva molto il film. Dal punto di vista Americana, era interesante come sono diversi le scuole Americani in paragona alle scuole Italiani. Il flim mi fa pensare ha un film Americano che si chiama Mean Girls. Perche si vede due gruppi diversi in tutte due film, ma il messaggio è diverso.
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stefy
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martedì 5 luglio 2005
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curiosità e opinione
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ciao a tutti innanzitutto trovo il film monto interessante e realista...poi vi chedo se sapete dove posso trovare le foto di zach wallen o meglio edvard quello che abita di fornte alla casa di caterina .voi come lo trovate????questo è un film fatto bene con un miscuglio di generi da commedia a drammatico..insomma un gran bel film
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(di ***pikkola***)
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vedelia
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martedì 5 luglio 2005
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reale in maniera deprimente
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Alla fine del film ho tirato un respiro di sollievo e me ne sono andata a letto moggia, moggia: mi è sembrato di vedere me, mia figlia e mio marito tra qualche annetto; nei personaggi amareggiati e amareggianti del film ho rivisto tante famiglie di parenti e amici...Nelle figure dei "potenti", di qualsiasi colore politico- rozzi e ignoranti; prepotenti e onnipotenti - ho rivisto tante mie compagne e colleghe che mi hanno fatto le scarpe e che, comunque, sono rimaste annoiate o depresse. Questa è la vita...purtroppo!
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alberto
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venerdì 25 marzo 2005
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aridatece ovosodo!
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Pieno di luoghi comuni. Le ragazzine di destra vestite come veline, quelle di sinistra con la kefia, i capelli colorati e gli occhiali. Una visione della provincia italiana allucinante. Finale scontatissimo. Per non parlare poi dei ruoli "inediti" di Castellito e la Buy: il maestro frustrato e nevrotico lui; la casalinga frustrata e nevrotica lei. E basta!
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(di ....)
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diario notturno
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martedì 1 febbraio 2005
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caterina va...
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Giancarlo (Sergio Castellitto) è un insegnante frustrato. Ha una moglie che lo sopporta. La presunta brava mogliettina (Margherita Buy). Una figlia molto dolce e con gli occhi spalancati verso il mondo. Finalmente ottiene il trasferimento e crede di lasciarsi alle spalle le frustrazioni tornando con la propria famiglia in città: Roma. E' questa la cornice di una storia nuova. Una storia che presto comincerà a guadagnare in intensità. Caterina è il pretesto per raccontare tutto quanto c'è intorno. O forse quello che non c'è. Caterina va in un Liceo della Roma "bene". Giancarlo vuole che lei abbia compagni di banco "figli di persone importanti"... figli di sottosegretari... registi.. magistrati.
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Giancarlo (Sergio Castellitto) è un insegnante frustrato. Ha una moglie che lo sopporta. La presunta brava mogliettina (Margherita Buy). Una figlia molto dolce e con gli occhi spalancati verso il mondo. Finalmente ottiene il trasferimento e crede di lasciarsi alle spalle le frustrazioni tornando con la propria famiglia in città: Roma. E' questa la cornice di una storia nuova. Una storia che presto comincerà a guadagnare in intensità. Caterina è il pretesto per raccontare tutto quanto c'è intorno. O forse quello che non c'è. Caterina va in un Liceo della Roma "bene". Giancarlo vuole che lei abbia compagni di banco "figli di persone importanti"... figli di sottosegretari... registi.. magistrati... E' il suo metro di misura del valore dell'esistenza. Caterina è "normale" e per questo a scuola non viene riconosciuta né dal gruppo delle "parioline", né dal gruppo delle "alternative/noglobal". Se non hai etichette è un problema. Così Caterina viene tirata per la giacca, in un mondo e poi nell'altro. Ne viene fuori un tagliente e decadente ritratto della società attuale, evidentemente annegata nel proprio egoismo agli occhi del regista (Polo Virzì). Ci sono gli ex sessantottini incapaci di governare i propri figli, immersi egoisticamente nella propria "arte", seduti sulla poca libertà rimasta, certamente sul benessere. C'è la società borghese che vive di mondanità, dove ci sono gli inservienti anche alle feste dei quindicenni. C'è un sistema di valori, forse mai accettato ma certamente subito da Giancarlo. "Non siamo niente... ci considerano meno di niente... Non abbiamo diritto neanche alla dignità". Tutto con un centro di gravità: Caterina. La storia è un crescendo. Bravissimo Castellitto (che ho sempre con superficialità snobbato come attore). Forse un invito a scappare in campagna. O forse un invito a stare attenti a quale sistema di valori accettare.
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[+] edward
(di caterina)
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(di mati)
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