alexfrida
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venerdì 19 gennaio 2018
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film illuminante.
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Film con un cast stellare e storicamente valido e molto piu' verosimile dalla storia propinataci alle scuole,
Film che offre tanti spunti di riflessione allo spettatore , aspettativecher ogni film storico dovrebbe dare.
Nello stesso anno usci' anche la commediola della Wertmuller con "Ferdinando e Carolina", storiella leggera e poco approfondita condita con tratti di comicita'., beh il primo e' stato censurato, il secondo lo trasmettono ancora sulle reti Mediaset. (chi vuol intendere intenda).
Il film non e' trovabile in dvd ma rintracciabile il film intero su youtube .
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piero antonini
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sabato 11 febbraio 2012
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chi è causa del suo mal pianga se stesso
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Posseggo diversi saggi e romanzi inerenti "la conquista del Sud". I piemontesi commisero molte atrocità contro le popolazioni dell'ex Regno delle due Sicilie.I molti meridionalisti che se la prendono specialmente con Garibaldi,definito un mercenario e bandito hanno ,naturalmente ,torto.Carmine Donatello Crocco era un "generale" molto intelligente,ma non bisogna dimenticare che era dedito a grassazioni e rapine anche sotto i Borboni.E,come disse il romantico e idealista avventuriero spagnolo Borjes (al soldo di Franceschiello contro i Piemontesi) "Crocco pensa a rimettere sul trono i Borboni,come io penso a farmi frate!".La fine del bel regno napoletano fu decretato dai cosiddetti "galantuomini" che insieme agli alti quadri dell'esercito napoletano passarono con armi e bagagli al nemico.
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Posseggo diversi saggi e romanzi inerenti "la conquista del Sud". I piemontesi commisero molte atrocità contro le popolazioni dell'ex Regno delle due Sicilie.I molti meridionalisti che se la prendono specialmente con Garibaldi,definito un mercenario e bandito hanno ,naturalmente ,torto.Carmine Donatello Crocco era un "generale" molto intelligente,ma non bisogna dimenticare che era dedito a grassazioni e rapine anche sotto i Borboni.E,come disse il romantico e idealista avventuriero spagnolo Borjes (al soldo di Franceschiello contro i Piemontesi) "Crocco pensa a rimettere sul trono i Borboni,come io penso a farmi frate!".La fine del bel regno napoletano fu decretato dai cosiddetti "galantuomini" che insieme agli alti quadri dell'esercito napoletano passarono con armi e bagagli al nemico. L'avventura dei "Mille"sarebbe subito finita se il Comandante borbonico a Calatafimi , fosse intervenuto con gli ottomila uomini,che si covava,invece, sotto i c.ni preferendo ritirarsi, abbandonando quei quattro gatti di soldati borbonici,che avevano messo in grande difficoltà i garibaldini.Per non parlare della flotta borbonica,una delle più forti d'Europa,che rifiutò più volte di colpire le camicie rosse.Non ho visto,purtroppo,il film di Squitieri.
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christian luongo
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lunedì 12 luglio 2010
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un lungometraggio coraggioso
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Difficile tracciare un giudizio su un film del genere. Chi scrive non reputa Squitieri un insigne cineasta nè, tantomeno, giudica il lungometraggio un capolavoro. Ma, ciò nondimeno, va dato atto al regista di aver affrontato, con grande coraggio, un argomento davvero spinoso sopperendo, in qualche maniera, a delle preoccupanti lacune non già degli storiografi nè, tantomeno, degli accademici più illustri quanto, piuttosto, della scuola pubblica che, ancora oggi, cosparge di agiografia vomitevole la storia del nostro risorgimento. Purtroppo Squitieri non perde, neanche in questa occasione, la sua provocatorietà estremizzandola e, quindi, scivolando irrimediabilmente verso il retorico. Troppo manichea la sua rielaborazione dei fatti cosparsa, altresì, di una latente allegoria paracristiana sulla vicenda della passione di Cristo con soverchi riferimenti al tradimento ed al prezzolamento di esso.
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Difficile tracciare un giudizio su un film del genere. Chi scrive non reputa Squitieri un insigne cineasta nè, tantomeno, giudica il lungometraggio un capolavoro. Ma, ciò nondimeno, va dato atto al regista di aver affrontato, con grande coraggio, un argomento davvero spinoso sopperendo, in qualche maniera, a delle preoccupanti lacune non già degli storiografi nè, tantomeno, degli accademici più illustri quanto, piuttosto, della scuola pubblica che, ancora oggi, cosparge di agiografia vomitevole la storia del nostro risorgimento. Purtroppo Squitieri non perde, neanche in questa occasione, la sua provocatorietà estremizzandola e, quindi, scivolando irrimediabilmente verso il retorico. Troppo manichea la sua rielaborazione dei fatti cosparsa, altresì, di una latente allegoria paracristiana sulla vicenda della passione di Cristo con soverchi riferimenti al tradimento ed al prezzolamento di esso. Il film, quindi, oscilla paurosamente tra una lettura storiografica e una fiction di bassa lega dando al lungometraggio toni e pathos decisamente altalenanti e contraddittori. Anche il ritmo risente, paurosamente, di questi cambi di tono : troppi dialoghi superflui oppure, di contro, troppa laconicità. La dicotomia, quasi surreale, che si instaura tra i piemontesi ed i briganti rasenta, alle volte, il grottesco richiamando una chiave di lettura parahollywoodiano di seconda mano senza, cioè, cercare di fare il minimo sforzo per inquadrare la difficile posizione del "prefetto" Cialdini che si trovò a gestire - e male, aggiungo - una situazione ai limiti della sedizione di massa ma che inquadrò nell'ottica sua propria - ovvero quella militare - avendone, prima, l'avallo e, poi, la sconfessione dalla corona. D'altronde il brigantaggio non fu, soltanto, un movimento spontaneo di senza terra e di braccianti ma ebbe saldi legami con la delinquenza locale sfociando in meschine degenerazioni e vendette trasversali. La gestione politica e sociale delle insurrezioni, quindi, talora assunse un carattere eminentemente bellico talaltra una connotazione di "mere" operazioni di polizia. Squitieri sorvola, clamorosamente, tutti questi aspetti mantenendosi in una prospettiva più netta e rassicurante capovolgendo, quindi, la chiave di lettura. Troppo poco per un lungometraggio che poteva - anzi doveva - assumere una fisionomia ben diversa ovvero una sorta di affresco della storia dell'Italia post-unitaria. Peccato davvero ma, ad ogni modo, ritengo "doveroso" consigliare la visione di questo film come, parimenti doveroso, ritengo dare un plauso al coraggio di Squitieri che, almeno in ambito cinematografico, ha avuto il coraggio di affrontare, per primo, una tematica così spinosa e dolorosa che ancora evoca dolori e sofferenze patite dalla mia gente.
Mi è molto piaciuta, infine, la ricostruzione e la sceneggiatura della presa di Melfi operata senza alcun effetto speciale e che nella sua "pochezza" cinematografica evoca, splendidamente, quella che, approssimativamente, è stata realmente quello specifico evento bellico.
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esperia
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domenica 20 settembre 2009
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non è un capolavoro
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Ero andata a vedere questo film di Squitieri con molte aspettative e sono rimasta delusa, devo dirlo sinceramente: siamo lontani dall'asciuttezza e dalla forza drammatica di un'opera persuasiva come "Il prefetto di ferro". Lasciamo da parte, per non sembrare pedanti, il dialetto campano messo in bocca a contadini e pastori lucani. Ma il film mi è sembrato retorico, parziale, indeciso tra epica e documentario, forzato nella drammaturgia, esagerato nei toni (quei piemontesi che sembrano nazisti, quei contadini che parlano per slogan...) e l'epilogo con la tirata di Lina Sastri l'ho trovato insopportabile. Eppure Squitieri aveva già pronta a portata di mano una sceneggiatura magnifica: l'autobiografia di Carmine Crocco "Come divenni un brigante".
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Ero andata a vedere questo film di Squitieri con molte aspettative e sono rimasta delusa, devo dirlo sinceramente: siamo lontani dall'asciuttezza e dalla forza drammatica di un'opera persuasiva come "Il prefetto di ferro". Lasciamo da parte, per non sembrare pedanti, il dialetto campano messo in bocca a contadini e pastori lucani. Ma il film mi è sembrato retorico, parziale, indeciso tra epica e documentario, forzato nella drammaturgia, esagerato nei toni (quei piemontesi che sembrano nazisti, quei contadini che parlano per slogan...) e l'epilogo con la tirata di Lina Sastri l'ho trovato insopportabile. Eppure Squitieri aveva già pronta a portata di mano una sceneggiatura magnifica: l'autobiografia di Carmine Crocco "Come divenni un brigante". Se l'avesse seguita, rimpolpandola appena qua e là, avrebbe potuto ricavarne un film epico e ricco di umanità da fare invidia a Bravehearth. Ma o non l'ha letta o non ha voluto tenerne conto.
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[+] li chiamarono briganti
(di christian luongo)
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istinto
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giovedì 28 maggio 2009
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film
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sapete come posso reperire una copia del film?
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crocco1974
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mercoledì 1 aprile 2009
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un capolavoro censurato da un regime illiberale!!!
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Un film da far ASSOLUTAMENTE vedere ai ragazzi che si apprestano a studiare la storia della seconda metà dell'Ottocento. Parla di una pagina che questo Stato italiano fondato sulla menzogna e sull'arroganza ci ha SEMPRE negato di sapere. Un film che è stato presente nelle sale cinematografiche - pensate - solo una settimana perchè poi si è abbattuta la censura del REGIME!!! Potenzialmente pericoloso poichè se capito attentamente potrebbe sovvertire l'ordine precostituito dalle massonerie internazionali che hanno voluto la nascita di questo Stato con il sangue!!! I lager, i crimini di guerra e le nefandezze dei Savoia nulla hanno da invidiare rispetto a quelle perpetrate dai nazisti contro gli ebrei o dai comunisti contro i propri oppositori!!! Ci sarebbero tutte le ragioni giuridiche per chiedere un congruo risarcimento danni a Vittorio Emanuele III ed i suoi discendenti oltre che a questi politici pagliacci, arroganti e camorristi che ci stanno massacrando insieme alla criminalità.
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Un film da far ASSOLUTAMENTE vedere ai ragazzi che si apprestano a studiare la storia della seconda metà dell'Ottocento. Parla di una pagina che questo Stato italiano fondato sulla menzogna e sull'arroganza ci ha SEMPRE negato di sapere. Un film che è stato presente nelle sale cinematografiche - pensate - solo una settimana perchè poi si è abbattuta la censura del REGIME!!! Potenzialmente pericoloso poichè se capito attentamente potrebbe sovvertire l'ordine precostituito dalle massonerie internazionali che hanno voluto la nascita di questo Stato con il sangue!!! I lager, i crimini di guerra e le nefandezze dei Savoia nulla hanno da invidiare rispetto a quelle perpetrate dai nazisti contro gli ebrei o dai comunisti contro i propri oppositori!!! Ci sarebbero tutte le ragioni giuridiche per chiedere un congruo risarcimento danni a Vittorio Emanuele III ed i suoi discendenti oltre che a questi politici pagliacci, arroganti e camorristi che ci stanno massacrando insieme alla criminalità. Hanno sommerso Napoli di rifiuti, di degrado e di delinquenza riducendo la capitale del Sud a pattumiera d'Europa!!! Dobbiamo lottare contro questa DITTATURA....il progetto politico già c'è ed è quello della LEGA SUD AUSONIA che chiede da oltre 10 anni l'indipendenza del Mezzogiorno!!! Dobbiamo stringerci attorno a questo movimento e fare in modo che entri nel Palazzo e distrugga il sistema e le sue vergognose e liberticide leggi!!!
Tornando al film mi ha fatto letteralmente rabbia e vergognarmi di essere cittadino di uno Stato chiamato italia (con la "i" minuscola perchè non è mai stata, non è e non sarà MAI una democrazia)!!!!
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giuseppe lupis
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domenica 8 marzo 2009
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spiega come il sud è divenuto una colonia.
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Nel "secolo delle nazionalità" una banda di assassini prezzolati dagli inglesi e uno "stato canaglia" aggredirono il Regno delle Due Sicilie e schiavizzarono la Nazione Napoletana. Pasquale Squitieri del film dovrebbe realizzare oggi il seguito contro il tentativo di spacciare la nascita dell'ultima colonia in Europa come "unità" e la distruzione permanente della memoria storica del Popolo delle Due Sicilie.
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re ferdinando
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martedì 24 febbraio 2009
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onore agli eroi del sud
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ogni volta che rivedo alcune scene del film mi commuovo pensando come hanno sofferto i nostri fratelli per difendere la nostra amata terra
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sannio
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giovedì 15 gennaio 2009
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eroe nazionale???!!!!????
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Non so quanti di voi abitino a Torino,ma voglio sottolineare un aspetto che faccia riflettere gli abitanti di questa città e tutti coloro che non si sono fermati alla storiografia ufficiale...Ma nei pressi del palazzo di giustizia(pensate un pò il caso...)c'è una strada non periferica ed isolata ma quasi nel centro storico cittadino,che è stata dedicata al generale Cialdini come se fosse un eroe che ha servito il popolo e la nazione italiana!!!!!!Non so se chi ha fatto battezzare quella strada fosse al corrente di come questo personaggio si sia comportato nei confronti di una parte del popolo italiano,massacrandolo ed umiliandolo ed avendo un atteggiamento sprezzante nei confronti del sud Italia,il quale a mio avviso costituisce la vera anima di questo paese.
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