maffucci
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venerdì 23 maggio 2008
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li chiamarono briganti.
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Il film s'inserisce nel clima di tentativo di revisionismo storico dei primi anni del secondo millennio. Senonchè la strumentalizzazione, perchè di questo si tratta, è lampante. Squitieri, in polemica con gli storici di sinistra, sostiene che la sua denuncia del brigantaggio come fenomeno politico-sociale, è un sasso nello stagno dell'omologazione di certi storici asserviti e dediti ad una narrazione di comodo, in linea e a difesa della storiografia ufficiale che vorrebbe vedere il fenomeno del brigantaggio soltanto sotto l'aspetto delinquenziale. Peccato che la rivendicazione del regista giunge con un ritardo di 42 anni.A questa conclusione interpretativa era giunto già Franco Molfese (Storia del brigantaggio dopo l'unità d'Italia, Feltrinelli, 1966), Tommaso Pedìo e altri storici (di sinistra).
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Il film s'inserisce nel clima di tentativo di revisionismo storico dei primi anni del secondo millennio. Senonchè la strumentalizzazione, perchè di questo si tratta, è lampante. Squitieri, in polemica con gli storici di sinistra, sostiene che la sua denuncia del brigantaggio come fenomeno politico-sociale, è un sasso nello stagno dell'omologazione di certi storici asserviti e dediti ad una narrazione di comodo, in linea e a difesa della storiografia ufficiale che vorrebbe vedere il fenomeno del brigantaggio soltanto sotto l'aspetto delinquenziale. Peccato che la rivendicazione del regista giunge con un ritardo di 42 anni.A questa conclusione interpretativa era giunto già Franco Molfese (Storia del brigantaggio dopo l'unità d'Italia, Feltrinelli, 1966), Tommaso Pedìo e altri storici (di sinistra). Pertanto, benvenuto, non è mai troppo tardi.
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lomfranz
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lunedì 5 maggio 2008
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verità storiche
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la censura della distribuzione del film non cambierà la storia
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lucio
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giovedì 24 aprile 2008
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li chiamarono briganti...ma furono patrioti
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Il film è una ricostruzione storica abbastanza precisa e non una "romanzesca versione del 'dopo-Garibaldi'". Appassionante e pieno di verità nascoste ai più.
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flania
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sabato 8 marzo 2008
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caro morandini...
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caro Morandini, non si tratta di Campania ma di Basilicata.
Carmine Crocco è di Rionero in Vulture, provincia di Potenza, ed è stato il più grande brigante che la storia (non) ricorda. é incredibile come ancora oggi ci sia così tanta ignoranza su questo argomento...anche a livello specialistico.
il film è girato con mezzi limitati...del resto chi investirebbe molto su una storia destinata a rimanere nell'oblio?
a me è piaciuto. Buono l'intento e l'intervento di grandi nomi.
p.s.:il "dialetto stretto" è napoletano...sa com'è, il popolo non era molto istruito all'epoca...
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hermann
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martedì 29 gennaio 2008
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film sui briganti napolitani
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Pino,
Ho qualche dubbio che prima del 1860 il regno delle 2 sicilie fosse prospero. Era una societa' feudale, coi servi della gleba accanto pero' ad alcune realizzazioni tecnologiche importanti (primi ponti in ferro, prima ferrovia...)oltre ad un economia arretrata seppur non minata dall'inflazione, a differenza del regno sabaudo,indebitato per finanziare quella sciagura che fu il risorgimento.
L'unita' non fu voluta nè dalle masse del sud (tradite da quel massone di garibaldi)nè dalle masse del nord e fu accettata con riluttanza persino da cavour.
La camorra e la mafia erano ben rappresentate anche prima dell'unita' e l'emigrazione in massa dal sud avvenne non subito dopo l'unita', ma 30-40 anni dopo.
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Pino,
Ho qualche dubbio che prima del 1860 il regno delle 2 sicilie fosse prospero. Era una societa' feudale, coi servi della gleba accanto pero' ad alcune realizzazioni tecnologiche importanti (primi ponti in ferro, prima ferrovia...)oltre ad un economia arretrata seppur non minata dall'inflazione, a differenza del regno sabaudo,indebitato per finanziare quella sciagura che fu il risorgimento.
L'unita' non fu voluta nè dalle masse del sud (tradite da quel massone di garibaldi)nè dalle masse del nord e fu accettata con riluttanza persino da cavour.
La camorra e la mafia erano ben rappresentate anche prima dell'unita' e l'emigrazione in massa dal sud avvenne non subito dopo l'unita', ma 30-40 anni dopo. Anche il nord ebbe una vistosa emigrazione, ma prima di quella del sud (1880-1900).
Dal 1860 al 1945 l'unita' fu una iattura per il sud ma da allora a oggi lo è stata di piu' per il nord....e io mi chiedo:
si dice che il popolo meridionale provi piu' orgoglio di essere meridionale di quanto non avvenga per un settentrionale, ma è solo al nord che questo sentimento è sfociato nella nascita di un movimento politico. Perche' nulla di paragonabile è successo al sud?
Cosa aspettate? o è il lamento tipico di voi meridionali che non siete capaci di organizzarvi? oppure , come credo, in fondo le cose vi stanno bene cosi'e quando dite di essere orgogliosi di essere del sud in realta' cercate di autoconvincervi di esserlo ma non ci credete molto?
saluti
Ermanno
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madsun
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venerdì 11 gennaio 2008
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la storia..
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come la storia anche le rensioni sono scritte dai vincitori!
Onore ai briganti
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pino
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martedì 8 gennaio 2008
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c'era una volta una capitale....
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Tra il 1860 e il 1861 si è compiuta la più grande tragedia della storia del Mezzogiorno d'Italia.
L'allora glorioso "Regno di Napoli", prospero, sicuro, con i suoi tanti pregi e i suoi difetti, venne "consegnato" alla camorra per avere, da questi, l'appoggio alla realizzazione delle mire espansionistiche dei (maledetti) savoia.
Il "Risorgimento" è stato tale solamente per i piemontesi, prima, e per il resto dell'Italia settentrionale, poi.
Per i Meridionali, infatti, il risorgimento è stato:
conquista, ruberie, soprusi, uccisioni, distruzioni, tradimenti, corruzione, tasse ingiuste e, per finire, emigrazione, emigrazione e ancora emigrazione. Da allora sono passati più di 140 anni e il Popolo Meridionale è stato depredato di tutto, sopratutto della sua "Coscienza" e della sua "Dignità".
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Tra il 1860 e il 1861 si è compiuta la più grande tragedia della storia del Mezzogiorno d'Italia.
L'allora glorioso "Regno di Napoli", prospero, sicuro, con i suoi tanti pregi e i suoi difetti, venne "consegnato" alla camorra per avere, da questi, l'appoggio alla realizzazione delle mire espansionistiche dei (maledetti) savoia.
Il "Risorgimento" è stato tale solamente per i piemontesi, prima, e per il resto dell'Italia settentrionale, poi.
Per i Meridionali, infatti, il risorgimento è stato:
conquista, ruberie, soprusi, uccisioni, distruzioni, tradimenti, corruzione, tasse ingiuste e, per finire, emigrazione, emigrazione e ancora emigrazione. Da allora sono passati più di 140 anni e il Popolo Meridionale è stato depredato di tutto, sopratutto della sua "Coscienza" e della sua "Dignità".
Ne è la prova la nostra ex capitale, Napoli, che nei precedenti 170 anni aveva raggiunto, con la dinastia Borbone, il massimo del suo splendore, paragonabile a Parigi, Londra e Vienna, e che, con l'arrivo dei savoia, venne depredata da garibaldini, liberali, camorristi. Si guardi oggi Napoli, immersa nella spazzatura. Vi sembra una città degna di questo nome? Se non fosse per i suoi innumerevoli tesori d'arte e d'architettura (voluti e realizzati dai Borbone) sembra anche difficile credere che sia potuta essere una Capitale.
Film come questo o come "L'eredità della Priora" dovrebbero essere trasmessi, non censurati.
Tutti dovrebbero conoscere la vera storia d'Italia, perchè solo facendo chiarezza si può costruire un futuro per questa nazione.
Occorre ridare dignità al Popolo Meridionale che è stato ed è ancora, in buona parte, "un grande popolo".
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antonio
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martedì 25 dicembre 2007
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finalmente la vera storia d'italia
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SPERO CHE SI CONTINUI SU QUESTA STRADA, ABBIAMO BISOGNO DI VERIOTA' E GIUSTIZIA
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un sudista qualunque...
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mercoledì 5 dicembre 2007
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diffondiamo questo film
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Per uno come me che ha a cuore il Sud e che da sempre rivendica l'indipendenza almeno (purtroppo sono nato di troppo tardi...) culturale e storica della nostra Terra, vedere questo film è stato troppo emozionante. Ma al tempo stesso ha dato consapevolezza alle mie convizioni e alle nostre rivendicazioni riguardo il Meridione; a continuare ogni giorno la battaglia per il rispetto di una storia calpestata, un popolo sfruttato e sput*****o ed una terra lasciata a deserto, sia sociale ma soprattutto economico, da parte di garibaldini e nordisti!
Diffonderò questo film affinchè tutti sappiano quello che è stata la vera storia.
Viva la libertà di una Nazione stuprata!
Pietro
[+] si
(di una sudista qualunque)
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[+] chi mi fa copia del film "li chiamarono briganti"?
(di floresta72)
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gianni
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venerdì 26 ottobre 2007
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buona l'intenzione
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Voto ottimo. Non per la straordinaria realizzazione che ha i suoi evidenti limiti nè per la storia d'amore di cui è protagonista Crocco che è totalmente inventata, ma per il coraggio che il regista ha avuto di raccontare, seppur nelle linee salienti, la realtà dei fatti dell'epoca, quei fatti che gli storici servili adulatori di vittorio emanuele hanno modificato o addirittura omesso nel quasi riuscito intento di tramandare fandonie, Per il cast d'eccezione e per la scenografia. Il film è stato censurato è praticamente introvabile, qualcuno ha pensato che avrebbe potuto avere delle ripercussioni e si ostina a voler tenere la gente all'oscuro sul reale andamento dei fatti.Il regista ha colpito nel segno.
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Voto ottimo. Non per la straordinaria realizzazione che ha i suoi evidenti limiti nè per la storia d'amore di cui è protagonista Crocco che è totalmente inventata, ma per il coraggio che il regista ha avuto di raccontare, seppur nelle linee salienti, la realtà dei fatti dell'epoca, quei fatti che gli storici servili adulatori di vittorio emanuele hanno modificato o addirittura omesso nel quasi riuscito intento di tramandare fandonie, Per il cast d'eccezione e per la scenografia. Il film è stato censurato è praticamente introvabile, qualcuno ha pensato che avrebbe potuto avere delle ripercussioni e si ostina a voler tenere la gente all'oscuro sul reale andamento dei fatti.Il regista ha colpito nel segno.
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