Titolo originale | Le diable probablement |
Anno | 1977 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Robert Bresson |
Attori | Antoine Monnier, Tina Irissari, Roger Honorat, Henri de Maublanc, Laetitia Carcano Régis Hanrion, Nicolas Deguy, Geoffrey Gaussen, Vincent Cottrel, Laurence Delannoy, Laetitia Martinetti, Martin Schlumberger, Tahdée Klossowsky, Miguel Irissari, Nadine Boyer Vidal, Roland De Corbiac, Dominique Lyon. |
Tag | Da vedere 1977 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,68 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Protagonista è un giovane studente perplesso, angosciato di fronte alla realtà che lo circonda, che gli appare come dominata da una forza oscura e terribile (il diavolo, forse...). Il film è stato premiato al Festival di Berlino,
CONSIGLIATO SÌ
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Protagonista è un giovane studente perplesso, angosciato di fronte alla realtà che lo circonda, che gli appare come dominata da una forza oscura e terribile (il diavolo, forse...). Né sono di conforto o danno risposte convincenti la religione, il sesso, la politica: tutte le illusioni della decade precedente sono penosamente cadute. Il giovane comincia a pensare al suicidio, come gli antichi romani che si facevano accoppare da uno schiavo. Lui si fa assassinare in un cimitero da un coetaneo drogato. Anche questo film di Bresson termina con l'olocausto del protagonista, ma il sacrificio del giovane Charles non apre la via a nessuna redenzione. Charles (che in fondo riassume lo stato d'animo del regista) muore senza speranze.
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Charles, ragazzo nella Parigi del ’77, è il nostro sguardo, parziale e sconfitto, sul mondo e sulle relazioni. Sconfitto perché fin dalle prime inquadrature troviamo Charles sulle prime pagine dei giornali, dove un primo titolo richiama il suo suicidio e un secondo identifica lo stesso suicidio come un tentativo di camuffamento di un omicidio. Non ci resta che assistere agli ultimi giorni di vita di [...] Vai alla recensione »
Francia, fine anni '70. Le nuove generazioni sembrano già aver spento in sé le illusioni e la verve che aveva caratterizzato chi li aveva preceduti qualche anno prima. L'eroina ha sostituito lo spinello, la passività ha sostituito la voglia di cambiare il mondo. Tra giovani studenti c'è Charles che incarna questo prototipo, sprofondato com'è nel nichilismo. [...] Vai alla recensione »
Robert Bresson con sincerità smaschera le enormi contraddizioni che animano la nostra cinica società, e priva di ideali. Il protagonista, Charles, potrebbe essere un giovane tra i tanti, e invece possiede un talento straordinario per la matematica, e dunque un'intelligenza stra-ordinaria che lo pone immediatamente in conflitto con tutta una serie di convenzioni e luoghi comuni.
Dall'oscurità della notte avanza lentamente, in campo lunghissimo, come emergendo dalle acque della Senna, il "bateau-mouche" (lo stesso - ma solo in apparenza - delle Notti: senza l' orchestrina volgare e chiassosa, non riscattato da alcuna ottica coinvolgente; quella dei due giovani, o anche di lui soltanto in quel caso). Solo le luci ne segnalano la presenza: sfiora il fiume e scompare, silenzioso [...] Vai alla recensione »
Lo scenario slavato e inquietante, così ben reso dalla fotografia di Pasqualino De Santis, entro il quale si muovono Charles, Michel e le loro due amiche, Edwige e Alberte, sembra opera di un pittore che, per difetto di natura, non potrà mai giungere all’armonia. Il diavolo, il vecchio avversario dell’uomo, pensa Bresson, non agisce più a livello individuale.