Titolo originale | El bar |
Anno | 2017 |
Genere | Thriller, Commedia |
Produzione | Spagna |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Álex De la Iglesia |
Attori | Mario Casas, Blanca Suárez, José Sacristan, Carmen Machi, Terele Pavez Jaime Ordóñez, Joaquin Climent, Secun de la Rosa, Alejandro Awada, Jordi Aguilar, Diego Braguinsky, Mamen García, Daniel Arribas, Paco Sarro, Mari Giner, Tony Lam, Mariano Andrés, Sue Flack, Daniele Fileti, Mike Fajardo, PlayCacao. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,64 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 16 febbraio 2017
Costretti a vivere una situazione tragica rinchiusi all'interno di un bar, un gruppo di sconosciuti comincia a confidarsi l'un l'altro.
CONSIGLIATO NÌ
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Una mattina di un giorno qualunque nel cuore di Madrid. In un bar ci sono avventori occasionali e clienti abituali. All'improvviso la strada all'esterno si svuota e il primo che cerca di uscire per capire cosa sta accadendo viene freddato da un colpo di arma da fuoco. Cosa fare? Cercare di aiutarlo? Asserragliarsi all'interno cercando di chiamare i soccorsi? I cellulari non hanno rete e la televisione non dice nulla intorno a quanto sta accadendo. Un dubbio comincia a prendere spazio nelle menti: che in realtà non li si voglia far uscire perché l'elemento di pericolo è all'interno del bar.
Alex De la Iglesia ripropone, per sua stessa ammissione e volontà, un tema già affrontato dal cinema e che vede in L'angelo sterminatore di Luis Buñuel un modello inimitabile.
Il regista ha dalla sua un'ottima ragione per tornare sull'argomento e ha saputo esporla con grande chiarezza nelle note di lavorazione: "Oggi più che mai abbiamo paura del dolore e della morte. Non ne parliamo neppure ai nostri figli perché sappiamo di non avere le risposte. Non la capiamo e, soprattutto, non vogliamo pensarci. Ciò causa un'insopportabile tensione che, presto o tardi, si fa riconoscere con esplosioni di incontrollata violenza o come una costante amarissima presenza nelle nostre menti."
Il clima in cui i protagonisti di questa che con qualche adattamento potrebbe diventare un'interessante pièce teatrale, è quello del costante timore di azioni terroristiche che finisce con il tradursi nella diffidenza generalizzata quando non si trasforma, come in questo caso, nel progressivo homo homini lupus.
De La Iglesia riesce a tenere bene sotto controllo l'instaurarsi della situazione e la progressiva messa in luce delle caratteristiche di coloro che si ritrovano chiusi nel locale. Si va dall'autoemarginato doc (il senzatetto un po' fuori di testa che tutti conoscono nel quartiere) alla dipendente dalle slot machine e ad ognuno viene concesso lo spazio per lavorare sulle singole psicologie e modalità di approccio alla situazione . Dove il film funziona meno è nella seconda parte in cui alcuni dei presenti si ritrovano a scegliere tra la solidarietà e la sopravvivenza. L'ironia e il grottesco misurato che avevano caratterizzato l'inizio si trasformano in un grand guignol che ha anche il difetto di non aver subito la necessaria riduzione di tempi in fase di montaggio.
Un giorno come tanti in un bar nel centro di Madrid. Personaggi pittoreschi che fanno colazione, il primo cliente che esce viene freddato. Le strade si svuotano, nessun tg ne parla, i cellulari sono senza rete. L'incubo e' all esterno , o il vero pericolo e' all interno del bar ? Alex De La Iglesia e' uno dei pochi registi viventi , che riconosceresti un suo film gia' al [...] Vai alla recensione »
Non so perché mi sia stato consigliato da un caro amico, so che ho visto il film con la convinzione di non trovarmi davanti ad un capolavoro ma certamente davanti ad un film godibile. E invece guardavo più l'orologio che il film, sperando che finisse prima possibile perché dopo il primo quarto d'ora l'impressione era che stessi solo perdendo tempo.
Una tragicommedia che non può che divertire. I protagonisti si ritrovano bloccati in un bar madrileno che - in un costante e mai stonato crescendo - diverrà il palcoscenico delle loro caratteristiche più caricaturali e grottesche. Dialoghi e litigi degni del teatro dell'assurdo, sagace ironia e colpi di scena rendono il film di qualità. Assolutamente consigliato!
mah,piuttosto confusa la trama che non spiega ad esempio a cosa servissero le siringhe e perchè hanno acceso il fuoco,ma credo che l'intero film sia un'astrazione sulle reazioni (reali) delle persone quando accadono fatti tristemente noti come gli attentati e la conseguente paura e panico che ne deriva,comunque da annoverare nel genere demenziale...