Los Últimos Cristeros

Film 2011 | Drammatico 90 min.

Titolo originaleLos últimos cristeros
Anno2011
GenereDrammatico
ProduzioneMessico, Paesi Bassi
Durata90 minuti
Regia diMatias Meyer
AttoriAntonio García, Jesus Moises Rodriguez, Salvador Ferreiro, Abel Lozano .
TagDa vedere 2011
MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Matias Meyer. Un film Da vedere 2011 con Antonio García, Jesus Moises Rodriguez, Salvador Ferreiro, Abel Lozano. Titolo originale: Los últimos cristeros. Genere Drammatico - Messico, Paesi Bassi, 2011, durata 90 minuti. - MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 5 aprile 2012

Consigliato sì!
3,25/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
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Critica
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Cinema
Trailer
Un "western" crudo e malinconico, nel Messico degli anni '30, che racconta l'anima dei campesinos, guerriglieri per Cristo.
Recensione di Giovanni Ottone
Recensione di Giovanni Ottone

Il film, ambientato in Messico nel 1935, fa luce sulla storia poco conosciuta, o fraintesa, della guerriglia dei contadini poveri (in totale circa 50.000), contro il governo centrale, per difendere la loro secolare e ingenua fede cristiana e la libertà di praticare i riti cattolici. Nel 1926 la dura imposizione di leggi anticlericali, da parte del Presidente Calles, con chiusura della maggior parte delle chiese e persecuzione di sacerdoti e fedeli, ebbe come conseguenza la "Cristiada" o "Guerra Cristera" (1926-1929), combattuta dai campesinos contro l'esercito ben armato e addestrato e conclusa da un ambiguo accordo tra il governo federale e i vescovi. In seguito il Presidente Cárdenas attuò una recrudescenza di persecuzioni antireligiose che ebbe un culmine nel giugno del 1935, e impose, anche nelle campagne, l'educazione socialista. Tra il 1934 e il 1936 si sviluppò la "Segunda Cristiada", una rivolta autonoma e disperata, limitata ad alcuni stati, di contadini miserabili, combattenti per il loro Dio. Un colonnello cristero guida una mezza dozzina di uomini che continuano la resistenza, si nascondono e marciano tra aride montagne. Inseguiti dai soldati governativi, stremati, ma stoici e orgogliosi, impegnano saltuarie sparatorie per sottrarsi alle imboscate. Rifiutano di arrendersi e di accettare le offerte di amnistia e cercano di sopravvivere, mentre le scorte di cibo e di munizioni diminuiscono giorno dopo giorno. Appare evidente la lacerazione intima di questi uomini tormentati dal dubbio se riunirsi alle loro famiglie o se sacrificarsi per le proprie convinzioni.
Il trentenne Matias Meyer non ha realizzato un film storico, pur essendosi avvalso delle ricerche di suo padre, Jean Meyer, maggior esperto del tema. Si è ispirato liberamente al romanzo "Rescoldo. Los últimos cristeros", di Antonio Estrada (1927-1968), figlio di un colonnello morto in battaglia nel 1936. La sua scelta è quella di osservare il profilo intimo e spirituale dei personaggi più che di narrare un'epopea. Costruisce un peculiare linguaggio minimalista attraverso immagini caratterizzate da una magnifica fotografia, ricca di tonalità. Offre una dialettica visiva che giustappone, in modo straordinario, close-ups dei volti scavati e rugosi dei cristeros e longshots e prolungati piani sequenza in cui le figure si stagliano su eccezionali paesaggi aspri e assolati. I dialoghi sono rari e scarni, con tipiche espressioni linguistiche regionali. Durante le soste che interrompono un cammino continuo e faticoso, sono gli sguardi che ci comunicano i sentimenti controversi dei protagonisti: cameratismo, determinazione, ma anche malinconia, nostalgia per i congiunti e paura. La colonna sonora si limita a saltuari interventi di strumenti a fiato con note solitarie, larghe e sospese. L'accuratezza nella scelta delle locations (il rodaggio è avvenuto nelle regioni di Jalisco, Guanajuato e Michoacán) e dei costumi conferiscono autenticità e sembrano riproporre vecchie fotografie d'archivio. Meyer ha optato per un cast composto quasi interamente da non attori, abitanti di quei luoghi. Alcuni di essi sono discendenti di veri guerriglieri cristeros degli anni '30. Questo "western metafisico", fa emergere la singolarità di individui animati da una "imitatio cristica colectiva", idealisti anomali anziché fanatici religiosi e vittime della mancanza di comunicazione, in quell'epoca, tra campagne e città. Per completezza occorre ricordare che John Ford evocò il movimento popolare dei cristeros nel suo film The Fugitive(1947) e che nel 2011 la 20th Century Fox ha prodotto Cristiada, film di Dean Wright, con Rubén Blades, Andy Garcia, Eva Longoria e Peter O'Toole.

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giovedì 5 aprile 2012
Giovanni Ottone

Si è concluso domenica 1° aprile il Festival Cinélatino, 24° Rencontres del cinema latinoamericano di Toulouse. Il Grand Prix "Coup du Coeur", attribuito dalla Giuria internazionale al miglior film, è stato vinto da Los últimos Cristeros di Matías [...]

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