Perpetual Motion

La moglie di un ricco scrittore scopre una mattina che il marito la tradisce con una donna che deve conoscerla molto bene. Decide così di invitare tre delle sue migliori amiche per il capodanno di primavera, e indurre la colpevole a scoprirsi. Passa una giornata di svago e confidenze su uno sfondo amaro.
Un regista donna, in Cina, è una rarità, cosa ancor più rimarchevole se il suo approccio verso la società cinese contemporanea è spregiudicato ai confini della prudenza. Tanti motivi fanno di Perpetual motion un film importante, proprio perché coraggioso: l'ostentato femminismo, la critica al regime comunista, lo sberleffo all'intrattenimento di regime, l'esaltazione dell'occidente, l'accento libertino delle protagoniste. Ning Ying mette nell'arena quattro donne-attrici provenienti dall'elite dirigenziale cinese, e le carica di tutto questo, dando loro ruoli che non hanno precedenti nella cinematografia orientale. Ma le premesse sono molto aldilà dei risultati: il film è noioso e i dialoghi non così intensi e approfonditi da giustificare la pochezza estetica (l'audio in presa diretta è insostenibile). Un ponte necessario, ma tutt'altro che piacevole, tra la censura e la libertà d'espressione, si spera prossima, in Cina. 