Il silenzio è d'oro |
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Un film di René Clair.
Con Maurice Chevalier, François Périer, Marcelle Derrien
Titolo originale Le silence est d'or.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
b/n
durata 100 min.
- Francia 1946.
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Un ex attore di varietà datosi al cinema muto s'innamora di una innocente fanciulla provinciale, affidatagli dal padre perché muova i primi passi nella carriera artistica.
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Un ex attore di varietà datosi al cinema muto s'innamora di una innocente fanciulla provinciale, affidatagli dal padre perché muova i primi passi nella carriera artistica. Per lei il maturo seduttore sta per rinunciare a tutte le sue teorie dongiovannesche, ma la ragazza s'innamora di un giovane collega, il quale, saputo della passione del regista, vorrebbe tirarsi indietro. Sarà invece lo stagionato play-boy a lasciare il passo all'età ed al giovane amore.
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Il regista Maurice Chevalier a una spettatrice | |
Ti piace quando finisce bene? Oh sì, signore. Anche a me. |
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Il regista Maurice Chevalier e una ragazza del pubblico alla fine | |
Mi piace quando finisce bene? Oh sì, signore. Anche a me. |
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Maurice Chevalier all'amico-discepolo François Périer, disperato in amore | |
Andiamo, non fare quella faccia: non ne vale la pena. Per nessuna donna vale la pena. | |
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Altre frasi celebri del film Il silenzio è d'oro
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DVD | Il silenzio è d'oroUscita in DVD
Disponibile on line da giovedì 26 ottobre 2017
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di Georges Sadoul
"L'argomento non è nuovo. È quello del vecchione innamorato, già molte volte utilizzato nel teatro, e mai presentato meglio che dall'autore de L'école des femmes (...) II film non segue però da vicino Molière. Arnolphe-Èmile (Maurice Chevalier), seduttore al tramonto, nutre per Horace-Jaques (François Périer) un affetto quasi paterno. (...) E gli impartisce lezioni che fanno di lui una vittima del proprio insegnamento" (Clair), facendogli conquistare la donna (Marcelle Derrien) di cui era innamorato. » |
di Mario Gromo La Stampa
Un film per buongustai. È l'ultimo di René Clair, ed ebbe, l'anno scorso, le migliori accoglienze al Festival di Bruxelles. Singolare l'ambiente che vi è rievocato, uno dei primi teatri di posa cinematografici, fra il '900 e il '905, in una bonaria e vecchiotta Parigi d'allora, colta in alcuni scorci stilizzati, da un boulevard a un café-chantant, qualche stradina sperduta; qualche omnibus, qualche fiacre, qualche vecchia canzone. E bombette, e baffoni, e boa di piume, e mazzolini di violette; e, su ogni nasino all'insù, una complice veletta. » |
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di Massimo Magri
Agli inizi del secolo, nella Parigi che vive l’epoca eroica dei pionieri del cinema, il regista Emilio, ormai vicino alla settantina, s’innamora di una ragazza. Ma il maturo don Giovanni ha un giovane e timido assistente, Giacomo, con cui è paternamente prodigo di consigli: il ragazzo imparerà così bene la lezione da carpire l’innamorata al maestro. Clair ricostruì l’affascinante atmosfera della nascita del cinema rendendo omaggio al suo grande maestro Feuillade (molti vollero trovare una identificazione Feuiilade-Emilio, Clair-Giacomo). » |
di Ennio Flaiano
Con questo film girato nel 1946, premiato nel 1947 e soltanto ora presentato al pubblico italiano, René Clair fa l’elegia dei tempi che videro la nascita del cinema. In ogni elegia del passato c’è la condanna o perlomeno la noia del presente, che è poi la noia delle proprie illusioni o l’incapacità di alimentarne altre. Non si può dire che René Clair non abbia messo a profitto questa noia. Da persona intelligente l’ha salvata con l’umorismo, escludendo la satira. Dunque non ha fatto questo film dal titolo tanto chiaro per dirci che è stanco del cinema di oggi, cioè del cinema accodato alla letteratura amena e all’industria e ormai incapace di quelle pazzie giovanili che ne fecero uno svago popolare e anche una miccia squisita per molti poeti d’avanguardia a corto di versi, ma semplicemente per ricordare la Parigi di quand’era ragazzo. » |
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