La direttrice e fondatrice Federica Ferro racconta i dieci anni del festival di Fiorano Modenese tra bilanci e progetti per il futuro.
di Luigi Coluccio
Si è chiusa la decima edizione di Ennesimo Film Festival, kermesse di cortometraggi nazionali e internazionali che dal 2016 si tiene a Fiorano Modenese, nel cuore del Distretto Ceramico, con le sue tante iniziative, sfaccettature, ramificazioni. Il festival, fondato appunto una decade fa da Federico Ferrari, Mirko Marmiroli e Federica Ferro, trae valore dal territorio come ogni buona manifestazione dovrebbe fare, in un percorso di crescita auto-alimentante che a cerchi concentrici si allarga con ad esempio l’Ennesimo Academy – progetto di educazione all’immagine presente in 35 istituti su 3 regioni –, per poi riportare sempre e comunque tutto alla comunità di partenza.
Di questo, di altro e di quello che è stato e che sarà ne abbiamo parlato con la fondatrice e direttrice artistica Federica Ferro.
Dal 2016 della prima edizione siamo arrivati al 2025 della decima. Nel frattempo il festival è cresciuto e la comunità si è stretta sempre più attorno a voi e al grande lavoro svolto, tant’è che la proposta culturale è stata riconosciuta ad esempio portando uno dei fondatori, Federico Ferrari, a diventare Assessore alla Cultura del comune di Sassuolo, con il quale confinate.
Assolutamente. Credo che l’ennesimo sia un laboratorio, e questo è fondamentale. Quando diciamo dar spazio ai giovani significa proprio questo. Dieci anni fa Federico Ferrari, Mirko Marmiroli e io, durante una cena di Natale, ci siamo detti facciamo questo esperimento, ma se fra cinque anni siamo più stressati che felici lo chiudiamo. Poi quando l’abbiamo presentato al Vice Sindaco e all’Assessore alla Cultura dell’epoca loro ci hanno creduto subito, ed è stata una sperimentazione per l’amministrazione di Fiorano. Si sono fidati tantissimo e dopo cinque anni avevamo il teatro pieno e anche l’altra sala che abbiamo creato risultava tutta occupata, e lì si è capito che ci eravamo riusciti. Lo spirito di Ennesimo è sempre stato quello di dare spazio alle competenze del territorio e non solo, perché attorno al festival ruotano persone da ogni parte d’Italia, soprattutto giovani. Provare ad investire su di loro ci dà da un lato un senso di responsabilità ma dall’altro restituisce tante possibilità.
I festival non sono dell’entità amorfe ma vengono ideati e gestiti da persone che nel corso degli anni crescono, imparano, si connettono con altri. Da questo punto di vista come è cambiato il modo di guardare il cinema da parte degli organizzatori e dei programmer e di conseguenza come è cambiata la selezione.
Una delle caratteristiche è sempre stata la sperimentazione. Da qualche anno abbiamo provato a portare un confronto sui mestieri del cinema rispetto a tutte le professioni che ruotano attorno ad un film, un percorso nel quale io credo tantissimo. Julien Panzarasa ci ha raccontato del montaggio di Napoli-New York e non è una cosa scontata per gli abitanti e i visitatori di Fiorano Modenese, che è un piccolo comune lontano dai grandi centri come Roma o Milano. La selezione, poi, naturalmente in questi anni si è affinata, ma le due parole che abbiamo sempre tenuto in mente sono “popolare” ed “inclusivo”, sempre all’interno di una selezione, come quella di quest’anno, molto complessa.