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Da Banksy a Basquiat, online su MYmovies ONE i film sui grandi protagonisti del mondo dell’Arte

Tanti imperdibili ritratti d'artista disponibili in streaming grazie al contributo de Lo Schermo dell’Arte. 
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di Luigi Coluccio

mercoledì 26 giugno 2024 - News

Dove poteva nascere, crescere e pullulare un festival dedicato al rapporto intensivo tra arte contemporanea e cinema se non a Firenze? La città dei concorsi vinti dal Brunelleschi e delle botteghe amministrate dal Verrocchio è patria dal 2008 de Lo Schermo dell’Arte, la manifestazione fondata e diretta da Silvia Lucchesi che arriva ora su MYmovies ONE con un canale dedicato.

Tra titoli già disponibili e nuove opere in arrivo, l’offerta della piattaforma di MYmovies ONE si arricchisce allora di ritratti e documentari sui alcuni dei maggiori artisti del panorama internazionale.

Per iniziare questo viaggio ne abbiamo selezionato cinque, tutti protagonisti titoli subito disponibili online.

BANKSY
Si comincia con uno degli artisti più conosciuti e amati degli ultimi due decenni – che però per molti non è davvero un artista, non si sa davvero chi sia e di certo le forze dell’ordine lo vorrebbero dentro... Stiamo parlando di Banksy, a volte identificato come Robert Del Naja dei Massive Attack e a volte come il presentatore dell’ “Art Attack” inglese Neil Buchanan, street artist e graffittaro, nome battuto all’asta e attivista politico, candidato agli Oscar con il suo (meta)documentario Exit Through the Gift Shop e quasi denunciato dalla Banca d’Inghilterra per contraffazione di banconote. Banksy Does New York di Chris Moukarbel è il doc che segue giorno dopo giorno le incursioni pianificate ed eseguite dall’artista inglese nell’ottobre 2013 in tutti i “five boroughs” della Grande Mela, tra folle di ammiratori e orde di detrattori.


GUARDA ORA BANKSY DOES NEW YORK

JEAN-MICHEL BASQUIAT
Non ci spostiamo di tanto con la seconda proposta del mazzo, Jean-Michel Basquiat: The Radiant Child di Tamra Davis, il cui cuore pulsante è l’intervista fatta a metà anni ’80 da Davis a Basquiat, rimasta inedita per due decenni fino alla realizzazione del documentario. Dal candore frontale e perfino sfacciato con cui Basquiat si racconta all’amica regista si passa alla messa in narrazione della sua figura, inquadrata nel contesto urbano dell’epoca – la New York invasa dalla droga di fine ’70, gli yuppies che comprano i quadri delle gallerie di Soho, la scena graffittara scossa dai primi feud. Basquiat si firmava come SAMO seguito dal simbolo del copyright, il suo primo quadro l’ha comprato Debbie Harry dei Blondie e nel 1988 è entrato a far parte del nefasto “27 Club” – le star morte a quell’età, nota non a margine che l’ha reso una leggenda dell’arte contemporanea.


GUARDA ORA THE RADIANT CHILD

ETTORE SPALLETTI
Dall’iconoclastia d’oltreoceano salpiamo verso l’iconografia mediterranea di uno dei nomi più conosciuti del Novecento italiano, Ettore Spalletti. Gli interventi potevano essere su scala ridotta come quelli intagliati nel Castello di Rivoli, o su superficie maggiore fino a racchiudere l’intero obitorio dell’ospedale di Garches, ma non doveva mai mancare nei lavori di Spalletti la leggiadria che scontornava nell’intangibilità dei suoi colori – l’azzurro atmosferico, il rosa incarnato, il grigio dell’accoglienza. Ettore Spalletti. di Alessandra Galletta entra in punta di piedi nel mondo rarefatto dell’artista abruzzese, tra la casa a Spoltore e lo studio a Cappelle sul Tavo, prima della sua scomparsa nel 2019.


GUARDA ORA ETTORE SPALLETTI.

FABRIZIO FIUMI
Rovesciamo di segno il lavoro quasi monastico di Spalletti e passiamo a Radical Landscapes di Elettra Fiumi, documentario che è assieme ricerca storica, flusso di ricordi ed elaborazione d’archivio sulla figura di Fabrizio Fiumi, padre della stessa regista ma anche uno degli animatori di quei movimenti-collettivi-gruppi di lavoro che Germano Celant ha protetto sotto l’ombrello di “Architettura Radicale”. Fiumi faceva parte dei fiorentini 999, compagni di viaggio di altre sigle come Superstudio, Archizoom e Zziggurat, che a fine ’70 hanno scosso dalle fondamenta – letteralmente – l’architettura come mera progettazione abitativa, vincendo premi al MoMa, aprendo la discoteca Space Electronic e costruendo barche nelle colline fiorentine. Per una radicalità che arriva dal futuro prossimo.


GUARDA ORA RADICAL LANDSCAPES

HARALD SZEEMANN
Chiudiamo infine con chi sta prima e dietro le opere di artisti come Banksy, Basquiat, Spalletti e Fiumi, cioè il curatore, figura su cui cala la scure dell’oblio o della marginalità, ma che con Harald Szeemann ha assunto una caratura perfino maggiore dell’autore o dei movimenti portati dentro i musei. Il più giovane direttore della Kunsthalle di Berna, sempre il più giovane alla documenta di Kassel, ancora il primo ad essere stato curatore sia a Kassel che alla Biennale di Venezia, Szeemann e il suo “Museo delle Ossessioni” sono i punti di riferimento etici e poetici di nuovo modo di occuparsi di arte, come ben sa Rudolf Herz, regista/co-protagonista di Szeeman and Lenin Crossing the Alps, viaggio in camion con annesso rimorchio artistico che riporta su strada lo spettro che si aggirava per l’Europa. Con Szeemann nel posto del passeggero.


GUARDA ORA SZEEMAN AND LENIN CROSSING THE ALPS

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