Online dal 26 al 28 novembre, il festival presenta gratuitamente un totale di 42 titoli, di cui 30 di finzione, due di animazione e 10 documentari. SCOPRI IL PROGRAMMA | PRENOTA ORA I TUOI POSTI
di Ilaria Ravarino
È nato 40 anni prima dell’arrivo di internet nelle nostre case uno dei concorsi cinematografici più antichi del paese, il ValdarnoCinema Film Festival, che nella sua 38° edizione – dal 26 al 28 novembre – sceglie la rete per rispettare le esigenze dell’emergenza sanitaria, continuando a mantenere viva una tradizione radicata dal 1949 nel territorio di San Giovanni Valdarno.
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Gratuito e online sulla piattaforma di MYmovies, il festival presenta un totale di 42 film, di cui 30 di finzione, due di animazione e 10 documentari tra lungometraggi e cortometraggi «che rappresentano il meglio del cinema indipendente prodotto tra il 2019 e il 2020 – ha spiegato il nuovo direttore artistico Roberto Chiesi – ovvero film contro, sinceri e di qualità, con una visione personale del mondo. Film di autori soprattutto italiani ma non solo, con una particolare attenzione alle problematiche sociali».
GIURIA ED EVENTI
A sedersi in giuria quest’anno saranno i registi Isabella Sandri e Giuseppe Gaudino insieme al critico cinematografico Adriano Piccardi, mentre per gli speciali organizzati dal festival giovedì 26 (alle 21.15 su MYmovies) sarà la volta di un incontro sulla società di produzione indipendente Gaundri Film, cui seguirà la proiezione di Giro di lune tra terra e mare di Giuseppe Gaudino.
Il premio Marzocco alla carriera andrà a Paolo Benvenuti, “un grande autore del cinema italiano i cui film si sono sempre ispirati al rigore e all’intransigenza”, mentre il premio Marco Melani sarà consegnato virtualmente al regista Jean-Marie Straub, con un incontro online in programma l’11 e il 12 dicembre su MYmovies. In rete anche l’evento-esposizione dei due registi francesi Jean-Marie Straub e Danièle Huillet, visibile fino al 31 gennaio sulla piattaforma My.Matterport.
I DOCUMENTARI
Emerge fortissimo, nel gruppo di documentari in selezione, il tema della multiculturalità e della mescolanza fra culture e sistemi di pensiero, che domina The Pavilion di Gianluca Salluzzo, ambientato tra i campi da basket del quartiere milanese di Moncucco, frequentati soprattutto dalla comunità filippina di zona, e Il vegetariano di Roberto San Pietro, girato tra la Pianura Padana e l’India, e ispirato a reali esperienze di vita di immigrati al lavoro come mungitori nella campagna emiliana.
Guarda fuori dai confini nazionali All Eyes on the Amazon di Andrea Marinelli, sull’impatto dell'estrazione petrolifera nell'Amazzonia ecuadoriana e sulla mobilitazione sociale della popolazione indigena, mentre si svolge in India At the Cutting Edge di Filippo Tolentino, ambientato nell’utopia comunitaria di Auroville, e in Sud America Milady di Giulia Tivelli e Flavia Scardini, storia della ricerca delle proprie radici di una bambina adottata in Italia ma nata in Colombia.
Ma il tema dell’alterità, e della comunicazione col “diverso”, è anche la chiave di Passepartout di Michele Borelli, su due famosi ospedali psichiatrici di Bologna, e di Damiano non è un marziano di Valerio Gnesini sul mondo ancora poco conosciuto dell’autismo.
ANIMAZIONE
Sono due, e molto diversi per contenuto e tecnica, i cortometraggi in animazione presentati al festival. L’iraniano Song Sparrow di Farzaneh Omidvarnia, realizzato con pupazzi di lana e feltro, racconta il viaggio di un gruppo di rifugiati che prova a raggiungere un paese cosiddetto “sicuro”, affrontando una prova di sopravvivenza all’interno di un camion-frigo. Butterflies in Berlin – Diario di un'anima divisa in due dell’italiana Monica Manganelli racconta invece la storia di Alex, primo transessuale operato della storia, che si trasferisce a Berlino nel 1933 durante gli anni della Repubblica di Weimar, alla ricerca della propria identità sessuale. Le tecniche in questo caso sono miste, 2D e motion graphic con inserti di immagini reali.
FINZIONE - LUNGOMETRAGGI
Tra i lungometraggi e mediometraggi di finzione Voglio vivere senza vedermi di Bruno Bigoni e Francesca Lolli racconta un mondo governato dalla violenza in cui la morte decide di provare a vivere, travolta dalla brutalità del reale. Rientra invece nel genere del western (al femminile) Oro & piombo di Emiliano Ferrera, in cui una discendente dei primi pionieri di frontiera parte alla ricerca dell’oro nascosto una miniera. Di diverso tono è Fortezza di Ludovica Andò ed Emiliano Aiello, una rilettura de "Il Deserto dei Tartari" di Dino Buzzati girata all’interno della Casa di Reclusione di Civitavecchia, con i detenuti protagonisti e co-autori.
FINZIONE - CORTOMETRAGGI
Tanti e diversi i cortometraggi in concorso, alcuni ispirati a storie vere come Mr. H. di Giulio Neglia, sull’esibizione del celeberrimo illusionista Harry Houdini, o fantasy come La fiamma di Giacomo Talamini, ambientato in un villaggio del XVIII secolo funestato da una presenza oscura.
Si muove tra realismo e fantasia Lindiota di Chiara Livia Arrigo, in cui una giovane autrice, Altea, approda sull'isola di Rodi alla ricerca del segreto sulla morte dei suoi genitori. E ancora ha radici nel surreale Biagio, una storia vera di Matteo Tiberia, in cui il simpatico pupazzo rosso di un programma per bambini decide di girare un film d’autore sulla tossicodipendenza e la vita nelle periferie.
E tra i film in concorso c’è anche un horror, Delitto naturale di Valentina Bertuzzi, storia di due compagne di banco separate da un mistero oscuro nascosto in angoli insospettabili della loro scuola.