Il regista prosegue nella sua missione di stupire lo spettatore con Climax. Dal 13 giugno al cinema.
di Fabio Secchi Frau
Ritornare. Ritornare sempre e comunque con film più incendiari, impressionanti e anche irritanti. Gaspar Noé fa sempre quello che esattamente ti aspetteresti da lui. In una sola parola: l'estremo. L'estremo inteso non come spazio fisico o posizione concettuale, ma come sentimento che, nelle sue incursioni sul grande schermo, riempie notti infernali e acidi incubi, cercando di affascinare, ma riuscendo (per la critica) solo ad annoiare e innervosire.
Le potremo chiamare "provocazioni emotive", sessualmente esplicite anche quando parlano di disperati amori perduti. Finora, non c'è stata un'eccezione. Anzi, ha sottolineato il suo credo anche per bocca di uno dei suoi personaggi, quel Murphy (Karl Glusman) che in Love proclama: "I film dovrebbero riguardare sangue, sperma e lacrime".
Non abbassa i toni neanche quando si tratta di lavori antologici, ispirati a titoli come Paris je t'aime e New York, I Love You.
Questo è il veloce e sporco Gaspar Noé che, nella sua filmografia, parla di LSD e voguers parigini, di spettri e di musica house, sadicamente, visceralmente e in pieno conflitto con pubblico e critica.