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Charles Aznavour, chansonnier del quotidiano

Si è spento ieri a 94 anni. È stato la colonna sonora di cinque generazioni.
di Pino Farinotti

Charles Aznavour 22 maggio 1924, Parigi (Francia) - 1 Ottobre 2018, Mouriès (Francia).
martedì 2 ottobre 2018 - Celebrities

Di bassa statura, certo non bello, con una voce particolare più che potente, Charles Aznavour non esibiva grandi eccellenze nel suo book. Non possedeva la potenza espressiva di Gilbert Bécaud, l'erotismo di Ives Montand, il genio visionario di Charles Trenet, l'afflato dolente di George Brassens, la cultura poetica di Jacques Brel, tutti artisti che ti toccano e che ammiri, ma ti toccava in altro modo, era un amico. Essendo così "normale" era il perfetto identificatore di tutti quelli che non sono Montand e gli altri. E poi, naturalmente, le canzoni. Tante, e quasi tutte acquisibili nella loro semplicità profonda.

Perché lo chansonnier parlava d'amore, di speranze, di sentimenti quotidiani.
Pino Farinotti

È stato la colonna sonora di cinque generazioni. Conosco tanta gente, coppie, che si specchiavano nei versi di Aznavour, che si regalavano reciprocamente la sue canzoni per mandarsi dei messaggi.
Figlio di armeni intelligenti, gli Aznavourian, si trovò, giovanissimo a frequentare il mondo dello spettacolo. Come sempre, deve accadere occorre il colpo di fortuna, il Caso, che si chiama Édith Piaf, che sente Aznavour cantare in un modesto locale e praticamene lo adotta. È il 1946, Charles ha 24 anni. È un privilegiato e in giro per il mondo, con la Piaf, impara il mestiere, ed è pronto per diventare "Aznavour". Nel 1950 ecco la canzone della grande svolta, un grumo che contiene tutta la poetica che verrà:

Sulla mia vita ho giurato un giorno,
Di amarti fino all'ultimo giorno della mia vita
Ci uniamo con Dio e con gli uomini
Così abbiamo vissuto ubriachi di passione

Da allora sette decenni di trionfi. Con passaggi in tutti i teatri del mondo e... in tutte le lingue del mondo: Aznavour cantava le sue canzoni in sette lingue e così in Spagna diventava spagnolo, in Inghilterra inglese e così via. Il grande amico. Nessuno come lui. Con l'Italia ha avuto un rapporto privilegiato. Era davvero uno di noi.
Il cinema: siccome Aznavour non poteva essere banale, eccolo in una parte importante del film Il passaggio del Reno di André Cayatte, che nel 1960 vince il Leone d'Oro a Venezia, nientemeno. Ho detto del rapporto con noi. Chiudo con questa istantanea: Aznavour che, 93enne, in Rai, a Roma, canta la sua ultima canzone. È minuto, fragile, vestito di nero con una sciarpa azzurra. La voce è stanca, ma è sempre quella di Charles Aznavour.

lui di nascosto osserva te
tu sei nervosa vicino a me
lui accarezza lo sguardo tuo
tu ti abbandoni al gioco suo
ed io tra di voi, se non parlo mai
ho visto già tutto quanto
ed io tra di voi capisco che ormai
la fine di tutto è qui...


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