In Concorso a Venezia, László Nemes si interroga sul suicidio dell'Europa all'inizio del secolo scorso.
di Marianna Cappi
Budapest, 1913. L'Europa austroungarica è all'apice del progresso e dello sviluppo tecnologico. La giovane Irisz Leiter, tornata nella capitale ungherese dopo gli anni spesi a Trieste a studiare come modista, vorrebbe lavorare nella leggendaria cappelleria dei suoi defunti genitori. Ha il nome e le abilità per farlo, ma il nuovo proprietario, il signor Brill, la respinge. Sono attesi ospiti reali e non vuole problemi. Irisz, però, non se ne va, specie dopo aver scoperto l'esistenza di un fratello, Kálmán, che vive nascosto per essere stato protagonista di un oscuro delitto. La ricerca di Kálmán la conduce nel cuore di tenebra di una civiltà sull'orlo della propria rovina.
Dagli inferi del campo di concentramento agli stucchi, i nastri, le perle e gli specchi della più raffinata eleganza mitteleuropea. Ma "dietro la bellezza di quei cappelli, si cela l'orrore del mondo", la vigilia della sanguinosissima prima guerra mondiale.