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ONDA&FUORIONDA

Hitchcock, sempre Hitchcock.
di Pino Farinotti

In foto Grace Kelly ne Il delitto perfetto.
Grace Kelly (Grace Patricia Kelly) 12 novembre 1929, Filadelfia (Pennsylvania - USA) - 14 Settembre 1982, Montecarlo (Principato di Monaco). Interpreta Margot Mary Wendice nel film di Alfred Hitchcock Il delitto perfetto.

domenica 29 settembre 2013 - Focus

Alfred Hitchcock davvero incombe. Recentemente la sua "presenza"si è manifestata in molti, diversi momenti. È uscito il film Hitchcock, di Sacha Gervasi, con Anthony Hopkins nella parte del regista. Sull'onda del film, Il Castoro editore ha pubblicato anche il libro, "Hitchcock: l'incredibile storia di Psycho", firmato da Stephen Rebello. Così abbiamo avuto modo di conoscere "personalmente" il maestro inglese, nel suo genio e in alcune delle sue manie, o meglio, ossessioni.

Un'altra "presenza" la dobbiamo alla recente classifica, che fa testo nel mondo, stilata dal magazine inglese Sight & Sound, aggiornata ogni dieci anni, che ha posto al primo posto assoluto Vertigo (La donna che visse due volte). Si è trattato di un'autentica rivoluzione critica, se così vogliamo chiamarla. Vertigo prendeva il posto che per decenni era stato del Potemkin e per altri decenni di Quarto potere. L'opera di Ejzenstejn apparteneva, quasi in esclusiva, a una fascia "critica", quella di Welles attraeva qualche cinefilo in più, quella di Hitchcock mette d'accordo tutti, pubblico e critica. Una rivoluzione, appunto. Il regista inglese, dopo 118 anni di cinema, tirate le fila a fatte le sintesi, considerate le opzioni, i codici e la qualità generale del cinema, si pone in cima a tutto. Magari fra qualche anno qualcosa cambierà e si evolverà. Ma per il momento stiamo a questa indicazione.

Un altro "momento Hitchcock" è di questi giorni. Restaurato dalla Cineteca di Bologna, a Milano è uscito nelle sale Dial "M" for Murder (Il delitto perfetto). In 3D. Il tridimensionale, ormai indispensabile nel cinema contemporaneo, risale al 1953. Il primo esperimento fu La maschera di cera, di André De Toth, con Vincent Price. I capi della Warner ebbero così l'idea di riproporre in 3D con un autore assoluto, Hitchcock, appunto. La scelta cadde sulla pièce dell'inglese Frederick Knott, una storia gialla, un kammerspiel tutto di interni.
Dial "M" for Murder, appunto. Il plot è conosciuto. Si racconta di un marito che incarica un vecchio conoscente di uccidere la moglie. Ma è la moglie a uccidere il maldestro killer. Attraverso un'indagine "aritmetica", alla Van Dine, si arriva alla verità. Il 3D era dunque favorito dalla staticità dello scenario. Ma la Warner, fatte le debite ricerche e considerati costi e controindicazioni (gli occhialini per esempio) decise di distribuirlo nelle normali due dimensioni. Il film non viene citato come uno dei capolavori del maestro, tuttavia alcuni significati importanti li presenta. Per esempio Grace Kelly, che Hitchcock impiegò per la prima volta e che con le successive performance in Caccia al ladro e La finestra sul cortile, sarebbe diventato il modello biondo per eccellenza. La capostipite delle altre che sarebbero seguite, Kim Novak, Eva Marie Saint, Tippi Hedren. Il delitto perfetto era il secondo film a colori di Hitchcock e inaugurava la stagione "spettacolare" che avrebbe fatto di lui un campione anche di incassi. I titoli sono La finestra sul cortile, Caccia al ladro, L'uomo che sapeva troppo, La donna che visse due volte, Intrigo internazionale, Gli uccelli. Hitchcock si concesse il bianco e nero solo per Psyco la storia di Norman Bates, con la sua patologia paurosa e recondita, alla quale non serviva spettacolo e colore.

Ma voglio cogliere qualcos'altro che mi sembra importante. Un segnale, un promemoria, un soccorso opportuno di questi tempi. Un classico del 1953 ritorna sul grande schermo, dopo To Be or Not To Be (Vogliamo vivere!) di Ernst Lubitsch, del 1952, e Fear and Desire (Paura e desiderio) di Stanley Kubrick, del 1953.
È questo un concetto che mi sta a cuore e che ripeto: queste grandi opere si ripresentano opportunamente in un momento in cui le grandi opere... latitano, mettiamola così. E le buone notizie non finiscono: sono in uscita, restaurati, titoli come Il Gattopardo di Visconti, Les enfants du paradis di Carné, Ninotchka di Lubitsch, La grande illusione di Renoir, Roma città aperta di Rossellini.
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