L'astronauta mark watney, membro dell'equipaggio di ares 3, non riesce a rientrare a bordo a causa di una tempesta che costringe il modulo al decollo d'emergenza. Considerato morto, mark era invece solo svenuto e riesce a tornare alla base, dove ha risorse alimentari per solo un mesetto. La tempesta ha distrutto i sistemi di telecomunicazione e non resta altro al nostro che registrare messaggi offline e tentare di coltivare patate ascoltando discomusic degli anni 80, i cd di jessica chastain, l'unica musica disponibile. Successivamente Mark riesce a mettersi in contatto con Houston che però decide inizialmente di non informare l'equipaggio del compagno abbandonato, per non pregiudicarne lo stato psicologico e le possibilità di rientro. Ma le cose avranno sviluppi diversi.
Film imbarazzante. Uno spot senza fine per la Nasa, sponsor del film di Scott e che ha annunciato che entro il 2030 metterà piede su Marte. Il trailer, il progetto della Nasa e la diffusione sui media di tutto il mondo di un'unico indizio su cui si basa l'intera teoria della presenza di acqua sul pianeta rosso, mi avevano lasciato alquanto perplesso, sia sul messaggio reale che sulla qualità del film stesso. Visti gli ultimi flop multimilionari e con cast stratosferici, a Scott non restava altro che attaccarsi alla coda di Interstellar, mutuandone attori e genere, non di certo la qualità, per convincere gli antichi estimatori del regista di Alien e Blade Runner a seguirlo ancora una volta. Meglio ricordarlo per quello che è stato. Un maestro, ma solo agli inizi.
Concludo fornendo una notizia verificata. La foto presa in esame come unico importante indizio (non è prova, ma ipotesi) della presenza di acqua su Marte, è nota alla Nasa da oltre due anni. I media italiani ne parlarono sommessamente all'inizio del 2014 (10-02) per poi dileguarsi nel nulla. Dopo quasi due anni, a luglio, i media non parlavano d'altro, definendola ora come una prova inconfutabile, e la decisione di diffonderla e in che modo cadeva giusta giusta in mezzo tra il trailer, l'annuncio del piano spaziale e l'uscita del film nelle sale.
Non bastava la TV o la stampa. Washington ora, e chissà da quanto, utilizza film da lei stessa pagati (Nasa è sponsor del film e ha deciso di ritardare la notizia ad hoc) per farsi pubblicità nel mondo. Sono letteralmente schifato da Damon, che amavo e si definiva di sinistra, da Ridley Scott, che è scaduto come uomo, non solo come regista, e ormai nauseato dal modello americano. Non abbiamo bisogno né di guerre, né di armi, né di missioni su Marte. Ma di acqua, della salvaguardia del pianeta e della dignità umana. Quante cose si potrebbero fare al riguardo con i soldi spesi per questi B-blockbuster? O risparmiando su guerre, missioni spaziali o viaggi transatlantici di prodotti di cui non abbiamo assolutamente bisogno?
La settima arte svenduta al miglior offerente. Ma se il film stesso è un unico, intero grande spot, dovrebbe quanto meno essere gratuito. Farò una petizione alla Scott Free per il rimborso, o una class action.
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