Anno | 2020 |
Genere | Documentario |
Produzione | Armenia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Hakob Melkonyan |
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Ultimo aggiornamento lunedì 28 dicembre 2020
Un ritratto ravvicinato della vita quotidiana in una terra senza pace.
CONSIGLIATO N.D.
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Per trent'anni Chinari, il mio villaggio, ha tentato di sopravvivere alla guerra tra azeri e armeni e alle difficoltà imposte dal blocco militare. Attraverso il ritratto di una famiglia, il film porta lo spettatore nel cuore di un conflitto dimenticato. Il Nagorno-Karabakh ha proclamato la sua indipendenza nel 1991, separandosi dall'Azerbaigian al prezzo di una guerra sanguinosa che ha ucciso quasi 30.000 persone e portato centinaia di migliaia di rifugiati lontani dalle loro case. La firma di una tregua nel 1994 non ha risolto il conflitto ... Oltre ai soldati, le prime vittime sono gli abitanti dei villaggi sul confine. Il mio film porta lo spettatore nel cuore di una guerra completamente dimenticata dal mondo. (H. Melkonyan)
Come ci ricorda anche il sito http://www.karabakh.it/, il 12 luglio scorso "un gruppo di incursori azeri ha tentato di entrare in territorio armeno. È stato respinto. Nel pomeriggio sono cominciati pesanti bombardamenti azeri con colpi di mortaio da 82 e 120 mm non solo verso le postazioni difensive armene ma anche contro gli insediamenti civili a ridosso del confine (in particolare il villaggio di [...] Vai alla recensione »
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