La voce della pietra

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Un film di Eric D. Howell. Con Emilia Clarke, Marton Csokas, Caterina Murino, Kate Linder, Lisa Gastoni.
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Titolo originale Voice From the Stone. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 94 min. - USA 2017. MYMONETRO La voce della pietra * * 1/2 - - valutazione media: 2,90 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Il mistero della pietra. Valutazione 2 stelle su cinque

di ashtray_bliss


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giovedì 15 giugno 2017

Tratto da un romanzo di Silvio Raffo e girato rigorosamente in Italia, Howell decide di dar vita, e forma all'opera letteraria intrisa di mistero adattandola per il grande schermo. Partiamo dunque col dire che Voice From The Stone è un film vecchio stile, che non punta sugli effetti speciali, qui totalmente assenti, o sui sensazionalismi usa-e-getta ormai abusati e saturi nel genere thriller. La scelta intelligente e azzeccata del film in questione è che si propone come un film vecchio stampo, che punta tutto sul creare un'atmosfera di mistero imponente capace di avvolgere la pellicola, dal primo all'ultimo secondo. Il mistero e l'atmosfera affascinante e inquietante al tempo stesso sono indubbiamente i punti forti del lungometraggio firmato Howell. Inoltre, la location dove è stato girato aumenta notevolmente il valore artistico del film, incrementando quella sensazione di mistero che permea la storia e accompagnando gli spettatori in una esperienza visiva a dir poco sublime. I panorami della Toscana legati ad un uso eccellente e vivido della fotografia immergono lo spettatore in un'oasi visiva senza precedenti accentuando il valore che una singola location può donare ad un film. Panorami mozzafiato insomma, al servizio di un film che promette molto ma si rivelerà più debole del previsto.
Focalizzando sulla storia possiamo asserire che non è originalissima e sicuramente ricorda qualcosa di già visto altrove. Personalmente ho ritrovato elementi di Skeleton Key, House of the Spirits e The Others. Essa vede come protagonista un bimbo di circa 10 anni che dopo la prematura scomparsa della madre, si chiude in se stesso evitando di parlare col resto della famiglia. Allora il padre dopo svariati tentativi decide di rivolgersi ad una infermiera inglese (la famiglia è anglofona) per aiutare il figlio, Jakob, a superare il trauma e recuperare la parola. Verena (Emilia Clarke) accetta il posto di lavoro e ben presto si rende conto che nel castello dove vive la famiglia è presente una forza o energia che il figlio Jakob identifica con delle voci, della madre defunta, provenienti dalle mura della casa.
E' evidente che il film in questione tratta di fantasmi e di presenze ma lo fa in modo molto delicato e discreto, portando lentamente ma progressivamente la sua protagonista, Verena, in un percorso discendente che la renderà incapace di distinguere la realtà dall'immaginazione. Le voci che animano la casa, e parlano o si manifestano attraverso la pietra, non vengono mai percepite dallo spettatore ma rappresentano il filo conduttore dl mistero che avvolge la casa e i suoi abitanti e di cui poco a poco Verena, verrà a conoscenza. L'anima della casa comunica con i suoi famigliari e tenta di riprendersi ciò che le appartiene di diritto.
Le premesse dunque sono interessanti e intriganti ma sfortunatamente il film viene sviluppato in maniera del tutto inadeguata. La sceneggiatura risulta praticamente accessoria e secondaria mentre in buona parte del film non accade assolutamente niente; nessun colpo di scena, nessuna escalation emotiva. Eccetto seguire Verena nelle sue routinarie giornate, nelle quali cerca di avvicinarsi al bambino e comprenderne la psicologia per poterlo aiutare, non succede niente che possa catturare l'attenzione dello spettatore o mantenerne intatto l'interesse. Anche la caratterizzazione dei personaggi risulta veramente poco incisiva e di poco spessore. Nonostante ci sia una brava e sensuale Emilia Clarke oltre ad un enigmatico e austero Morton Cokas come protagonisti principali, non si riesce mai ad immedesimarsi pienamente in loro e nemmeno il film riesce a improntare uno stile narrativo ben delineato. Alternando costantemente il dramma psicologico al thriller soprannaturale e aggiungendo delle note di erotismo (prolisse e superflue in un film del genere) il film cerca di esplorare il dramma della perdita di una persona cara ma vorrebbe anche sottolineare le difficoltà di adattamento insorte nel periodo post bellico. I traumi sociali misti a quelli famigliari portano i protagonisti a chiudersi in se stessi, a isolarsi dal mondo, a evitare i contatti col mondo esterno rappresentato da Verena. Ma il tutto resta soltanto nelle intenzioni, intuibili ma mal sviluppate sullo schermo. Purtroppo anche il ritmo lento col quale si svolge il film qui risulta piuttosto un fattore penalizzante data la mancata introspezione psicologica dei personaggi e data la staticità della trama che fatica a mantenere acceso l'interesse
Come dicevo, gli attori principali e anche quelli secondari, tra cui l'inossidabile e imponente Remo Girone e la brava Lisa Gastoni, non sono sufficienti a sollevare la pellicola o donarle un'impronta distintiva. Bellissime sono le location, la fotografia e il montaggio. Anche la ricostruzione dell'atmosfera anni '50 negli ambienti interni della villa e nei vestiti della protagonista sono centratissimi e appaganti per la vista degli spettatori. Ma la trama, la sceneggiatura e i dialoghi risultano troppo superficiali e banali per suscitare l'emozione e il pathos dovuto. Da questo punto di vista, specialmente quello emotivo, il film in questione è asettico. Ci sono un paio di sequenze incisive insieme ad un finale a sorpresa, abbastanza inatteso ma a mio giudizio i lati positivi e riusciti di questo film non bastano a bilanciare i suoi notevoli difetti. 
In conclusione: Voice from the Stone è un mediocre thriller a tratti psicologico e a tratti soprannaturale che ricicla un leit motiv molto in voga nel cinema e nella letteratura di genere: quello dei fantasmi che non abbandonano i luoghi dove sono vissuti e tentano l'impossibile pur di tornare dai loro cari. Buone le premesse ma mediocre e nettamente sotto le aspettative il risultato finale.
Voto finale: 2/5.

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