vapor
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venerdì 15 aprile 2016
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l'uomo il mondo e le sue leggi
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Molto bella l'ultima trasposizione della celebre opera del premio nobel inglese Kipling, uno dei pochi inglesi che a differenza dei suoi connazionali non si è distinto per aver sfruttato gli altri popoli, ma soprattutto per averli conosciuti e apprezzati.Un uomo nato pressochè in viaggio, cittadino del mondo, era una mente molto aperta per l'epoca e il suo libro più famoso ha superato notevolmente i limiti di una semplice storia per ragazzi. Un po' come il Pinocchio di Collodi, Kipling tocca la dimensione più universale dell'esistenza affrontandovi il tema senza tempo del rapporto tra natura animale e natura umana, una lotta che ogni individuo porta anche in fondo al suo cuore. Tutto ciò è rappresentato chiaramente da Jon Favreu, regista affascinato alla maniera di William Blake dalla bellezza cieca e oscura della Tigre, marchio della sua passione e insieme simbolo del lato indomabile della vita.
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Molto bella l'ultima trasposizione della celebre opera del premio nobel inglese Kipling, uno dei pochi inglesi che a differenza dei suoi connazionali non si è distinto per aver sfruttato gli altri popoli, ma soprattutto per averli conosciuti e apprezzati.Un uomo nato pressochè in viaggio, cittadino del mondo, era una mente molto aperta per l'epoca e il suo libro più famoso ha superato notevolmente i limiti di una semplice storia per ragazzi. Un po' come il Pinocchio di Collodi, Kipling tocca la dimensione più universale dell'esistenza affrontandovi il tema senza tempo del rapporto tra natura animale e natura umana, una lotta che ogni individuo porta anche in fondo al suo cuore. Tutto ciò è rappresentato chiaramente da Jon Favreu, regista affascinato alla maniera di William Blake dalla bellezza cieca e oscura della Tigre, marchio della sua passione e insieme simbolo del lato indomabile della vita. Le immagini potenti e i dialoghi intelligenti rendono questo film molto interessante, allo stesso tempo riuscendo a portare nello schermo gli elementi più raffinati dell'opera originale. Se è vero che qualche parte non ha avuto l'attenzione che avrebbe meritato, tuttavia stavolta non sarà facile lamentarsi che il libro è un'altra cosa... E se questo fosse vero Favreau avrebbe comunque aggiunto qualcosa, riaccendendo proprio la voglia di andarsi a rileggere il mitico Kipling.
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laurence316
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mercoledì 1 febbraio 2017
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film per ragazzi discreto ma fin troppo acclamato
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Ben 48 anni dopo l’omonimo film d’animazione, grandissimo successo degli anni ‘60 e ultimo film realizzato sotto la supervisione di Walt Disney, la casa di produzione californiana prosegue nel suo progetto di trasposizione in formato live-action dei suoi più celebri cartoon, a seguito dei grandi successi di Alice in Wonderland di Burton e Cenerentola di Branagh.
Su sceneggiatura di J. Marks (molto più fedele al testo originario), Favreau dirige un film quasi interamente realizzato in CGI (è Sheeti, straordinario per naturalezza, l’unico personaggio “in carne ed ossa”), con tutti gli animali realizzati in animazione digitale (non realmente antropomorfizzati, ma creati prendendo spunto, oltre che dalle movenze di animali reali, dalla performance capture degli attori-doppiatori) e ricreando gli scenari naturali sulla base di oltre 1000 fotografie di remote località indiane, offrendo al pubblico uno spettacolo di grandissima ricchezza visiva.
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Ben 48 anni dopo l’omonimo film d’animazione, grandissimo successo degli anni ‘60 e ultimo film realizzato sotto la supervisione di Walt Disney, la casa di produzione californiana prosegue nel suo progetto di trasposizione in formato live-action dei suoi più celebri cartoon, a seguito dei grandi successi di Alice in Wonderland di Burton e Cenerentola di Branagh.
Su sceneggiatura di J. Marks (molto più fedele al testo originario), Favreau dirige un film quasi interamente realizzato in CGI (è Sheeti, straordinario per naturalezza, l’unico personaggio “in carne ed ossa”), con tutti gli animali realizzati in animazione digitale (non realmente antropomorfizzati, ma creati prendendo spunto, oltre che dalle movenze di animali reali, dalla performance capture degli attori-doppiatori) e ricreando gli scenari naturali sulla base di oltre 1000 fotografie di remote località indiane, offrendo al pubblico uno spettacolo di grandissima ricchezza visiva.
Inoltre, cambiano alcuni aspetti, non trascurabili, rispetto all’adattamento animato del ‘67: viene, ad esempio, cambiato sesso al serpente Kaa e l’esilarante banda paramilitare del colonnello Hathi diventa “una sorta di comunità sciamanica dalla funzione riequilibratrice dell’intero ecosistema” (Mereghetti).
Ma, al di là dell’aspetto figurativo, rimane ben poco altro nel film, gli animali parlanti, per quanto non antropomorfizzati, risultano talvolta ridicoli (soprattutto nel contesto fotorealistico del film, lontano anni luce dalla spontaneità, immediatezza, semplicità e “surrealismo” delle animazioni del Classico animato Disney), alcuni personaggi non sono ben caratterizzati (vedi il caso di re Luigi, relegato ad una sorta di “ingombrante” citazione-parodia del colonnello Kurtz di Apocalypse Now) e la conclusione melensa e dolciastra, è anche vagamente manipolatoria e serve solo a lasciare le porte spalancate ad un (immancabile) sequel. E poi, le esecuzioni di vecchi successi canori del film animato, ovvero Lo stretto indispensabile (The Bare Necessities) e Voglio essere come te (I Wanna Be Like You) sono futili e servono solo da artificioso rimando al cartoon magari per quegli spettatori più grandi e nostalgici del vecchio film. Il libro della giungla rimane, comunque, un perfetto intrattenimento per tutta la famiglia (in pieno stile Disney) e, difatti, si rivela un inaspettato quanto fenomenale successo di pubblico, arrivando a sfiorare il miliardo al box-office.
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xawfire
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mercoledì 4 maggio 2016
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fiuuuu!
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Molto brevemente, il film è ottimo. Il remake di "the jungle book" con cui un intera generazione è cresciuta viene portato sul grande schermo risultando abbastanza fedele all'originale: a partire da Neel Sethi (l'attore che interpreta mowgli), alle musiche, alla trama, al voice acting. Tutto sembra perfetto e la paura di trovarsi di fronte un film "adattato" per le nuove generazioni passa in fretta. Tutto scorre bene, le canzoni che hanno segnato un era come "bare necessities" e "i wanna be like you" sono presenti e a parte un piccolo calo di ritmo nella parte centrale si rimane intrattenuti. Poi un po di rabbia (più che altro nostalgica) sopraggiunge durante gli ultimi minuti: mancano scene cult come quella degli avvoltoi e il finale è stato completamente stravolto.
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Molto brevemente, il film è ottimo. Il remake di "the jungle book" con cui un intera generazione è cresciuta viene portato sul grande schermo risultando abbastanza fedele all'originale: a partire da Neel Sethi (l'attore che interpreta mowgli), alle musiche, alla trama, al voice acting. Tutto sembra perfetto e la paura di trovarsi di fronte un film "adattato" per le nuove generazioni passa in fretta. Tutto scorre bene, le canzoni che hanno segnato un era come "bare necessities" e "i wanna be like you" sono presenti e a parte un piccolo calo di ritmo nella parte centrale si rimane intrattenuti. Poi un po di rabbia (più che altro nostalgica) sopraggiunge durante gli ultimi minuti: mancano scene cult come quella degli avvoltoi e il finale è stato completamente stravolto. Poco male, alla fine il prodotto risulta convincente, da vedere peró assolutamente in lingua originale.
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shingo tamai
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mercoledì 21 dicembre 2016
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il libro dei bambini
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Volendoci soffermare sulle fedeli trasposizioni,sia del romanzo che del vecchio cartone,troveremmo indubbiamente dei punti di discussione infiniti e proveremmo un pizzico di delusione.
Limitandoci al commento del prodotto odierno credo che il giudizio finale sia positivo.
Penso sia impossibile non proporre ,ai bambini di oggi,un film dalla grafica curata ed accattivante e molto "diretto"nei dialoghi,anche nei messaggi educativi.
Di fatto il concetti di famiglia e di rispetto reciproco vengoni esposti con cura,anche se probabilmente c'era bisogno di approfondire il valore della vita in branco e le "leggi della giungla".
Fortunatamente non si sprofonda mai nel banale,piuttosto nella semplicità assoluta che forse non catturerà l'attenzione degli spettatori più adulti,ma che potrà incantare,ancora una volta,i più piccoli,sopratutto grazie al "cucciolo d'uomo" che è davvero uno splendido protagonista.
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Volendoci soffermare sulle fedeli trasposizioni,sia del romanzo che del vecchio cartone,troveremmo indubbiamente dei punti di discussione infiniti e proveremmo un pizzico di delusione.
Limitandoci al commento del prodotto odierno credo che il giudizio finale sia positivo.
Penso sia impossibile non proporre ,ai bambini di oggi,un film dalla grafica curata ed accattivante e molto "diretto"nei dialoghi,anche nei messaggi educativi.
Di fatto il concetti di famiglia e di rispetto reciproco vengoni esposti con cura,anche se probabilmente c'era bisogno di approfondire il valore della vita in branco e le "leggi della giungla".
Fortunatamente non si sprofonda mai nel banale,piuttosto nella semplicità assoluta che forse non catturerà l'attenzione degli spettatori più adulti,ma che potrà incantare,ancora una volta,i più piccoli,sopratutto grazie al "cucciolo d'uomo" che è davvero uno splendido protagonista.
Visto che il Natale è alle porte,questo potrebbe essere il prodotto ideale da visionare in famiglia,per intenderci.
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jujitsu
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martedì 26 aprile 2016
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una storia intramontabile, tra spirito e poesia.
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Il film si snoda sulla falsa riga del classico cartone Disney che tutti conosciamo, ripercorrendo le tappe della storia di Mowgli e dei suoi amici animali.
C’è da dire che a chi non piace la CG nei film, questo non è certamente la pellicola ideale da andare a vedere al cinema, ma fedeli al fatto che bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, bisogna ammettere che il lavoro svolto è stato davvero egregio. L’animazione computerizzata è agli stessi livelli, se non superiore, di “Vita di Pi” è ciò non è poco, per chi ha visto quel titolo. Le espressioni, i movimenti, le caratterizzazioni dei personaggi sono micidiali, davvero stupefacenti.
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Il film si snoda sulla falsa riga del classico cartone Disney che tutti conosciamo, ripercorrendo le tappe della storia di Mowgli e dei suoi amici animali.
C’è da dire che a chi non piace la CG nei film, questo non è certamente la pellicola ideale da andare a vedere al cinema, ma fedeli al fatto che bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, bisogna ammettere che il lavoro svolto è stato davvero egregio. L’animazione computerizzata è agli stessi livelli, se non superiore, di “Vita di Pi” è ciò non è poco, per chi ha visto quel titolo. Le espressioni, i movimenti, le caratterizzazioni dei personaggi sono micidiali, davvero stupefacenti. Il mondo virtuale si mescola in sordina con quello reale, impersonificato dall’ unico attore in carne ed ossa: il piccolo Sethi-Mowgli, dotato di una ottima capacità di recitazione, cosa non da tutti. Davvero bravo.
Bè cos’altro dire, la storia la sappiamo, pur con qualche rivisitazione, fila tutto liscio. L’unico punto che non ho apprezzato appieno, è stato quando dopo una perfetta realizzazione di suspance, venutasi a creare nel tempio delle scimmie, dove questo gigantesco capo tribù minaccia e sequestra Mowgli, e mentre Baloo e Bagheera escogitano un piano per riuscire a fuggire fuori da quel labirinto…cosa fa Re Louie? Si mette a cantare! Forse fa perdere un po’ di mordente ma subito la regia si risistema e hai già dimenticato. L’adattamento alla canzone di Baloo invece è stato molto azzeccato.
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maumauroma
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venerdì 22 aprile 2016
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il libro della giungla
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Gli animali che parlano, grazie ai prodigi degli effetti digitali, assorbono sentimenti umani: amore, amicizia, riconoscenza, generosita', affetto, ma anche odio, rancore, opportunismo. Il libro della giungla versione 2016 si rifa' piu' al celebre cartone animato di 50 anni fa che all'immortale racconto di Kipling. Molto bella la prima parte, poi a poco a poco si scivola nella consueta lotta tra il buono e il cattivo, dove in questo caso li cattivo sarebbe la povera shera khan, la cui unica colpa e' quella di difendere il proprio habitat, dopo essere stata deturpata dal fuoco dell'homo sapiens. Il delizioso mocciosetto Mowgli, riuscira' con l'astuzia tipica del suo genere, a eliminarla e a vivere ,felice e contento, con le creature che lo hanno allevato nella giungla, ma un giorno il cucciolo dell'uomo crescera'.
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Gli animali che parlano, grazie ai prodigi degli effetti digitali, assorbono sentimenti umani: amore, amicizia, riconoscenza, generosita', affetto, ma anche odio, rancore, opportunismo. Il libro della giungla versione 2016 si rifa' piu' al celebre cartone animato di 50 anni fa che all'immortale racconto di Kipling. Molto bella la prima parte, poi a poco a poco si scivola nella consueta lotta tra il buono e il cattivo, dove in questo caso li cattivo sarebbe la povera shera khan, la cui unica colpa e' quella di difendere il proprio habitat, dopo essere stata deturpata dal fuoco dell'homo sapiens. Il delizioso mocciosetto Mowgli, riuscira' con l'astuzia tipica del suo genere, a eliminarla e a vivere ,felice e contento, con le creature che lo hanno allevato nella giungla, ma un giorno il cucciolo dell'uomo crescera'... e saranno dolori
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no_data
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domenica 24 aprile 2016
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iron mowgli
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Dopo la parentesi di CHEF LA RICETTA PERFETTA, in cui si è ritagliato anche il ruolo di interprete principale, il regista Jon Favreau torna agli effetti speciali, utilizzati a piene mani per i suoi due IRON MAN. La Disney gli ha infatti affidato la nuova versione de IL LIBRO DELLA GIUNGLA. Una riedizione del tutto particolare che vede Mowgli come unico interprete in carne ed ossa, fra i mitici animali kiplinghiani, prodotti tutti quanti da animazione digitale. E l'effetto è senza dubbio notevole. Efficaci risultano i vari Bagheera, Tatoo, Shere Kan, Akela e Raksha, Kaa e King Louie. Formidabile è il giovane Neel Sethi, l'attore esordiente che interpreta Mowgli, “scelto perché incarnava il cuore, l'umorismo e l'audacia del personaggio”.
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Dopo la parentesi di CHEF LA RICETTA PERFETTA, in cui si è ritagliato anche il ruolo di interprete principale, il regista Jon Favreau torna agli effetti speciali, utilizzati a piene mani per i suoi due IRON MAN. La Disney gli ha infatti affidato la nuova versione de IL LIBRO DELLA GIUNGLA. Una riedizione del tutto particolare che vede Mowgli come unico interprete in carne ed ossa, fra i mitici animali kiplinghiani, prodotti tutti quanti da animazione digitale. E l'effetto è senza dubbio notevole. Efficaci risultano i vari Bagheera, Tatoo, Shere Kan, Akela e Raksha, Kaa e King Louie. Formidabile è il giovane Neel Sethi, l'attore esordiente che interpreta Mowgli, “scelto perché incarnava il cuore, l'umorismo e l'audacia del personaggio”. Ma la vera forza del film è riposta nella grande tensione che Favreau riesce a creare, soprattutto per l'assoluta “credibilità” delle situazioni, resa proprio dalla presenza di un bambino vero in quella giungla digitale. Ovvio che la chiave è completamente diversa dalla versione del '67: se quella era incentrata sul divertimento, al quale molto ha contribuito la parte musicale, stavolta si è optato per un vero e proprio film d'avventura. Tant'è che le due canzoni del film (un po' meno quella di Baloo, che cade in un momento di divertimento; molto di più quella di King Louie che invece “disturba” una scena a suo modo drammatica) sono la parte meno efficace dell'intera pellicola. Quanto alla morale: se dalla sua famiglia adottiva di lupi e dal suo tutore Bagheera, il cucciolo di uomo ha imparato a rispettare la legge, a non usare “i trucchi” degli uomini, e quanto sia importante il rapporto col branco (il lupo è la forza del branco e il branco è la forza del lupo), è in fondo grazie al più anticonformista, e qualche volta pure opportunista, Baloo, che Mowgli ha imparato che “può essere uomo, anche qui nella giungla”. Ed è proprio grazie a questo che “un bambino senza un popolo, riunirà per la prima volta tutta la giungla”.
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redonda
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lunedì 2 maggio 2016
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una gioia per gli occhi e per il cuore
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Una riproposizione del libro di Kipling che mi ha fatto tornare bambina. Visivamente magnifico, condito da scorci e paesaggi meravigliosi e sorprendenti questo film usa tutte le potenzialità del cinema contemporaneo (straordinari effetti digitali ad esempio) per ridare vita a un capolavoro della letteratura che non smette di appassionare per la sua struttura epica, commovente e direi anche educativa. Assolutamente da vedere per chi vuole calarsi per due ore nell'universo di Mogli, in un modo nuovo e mai sperimentato prima. Una gioia per occhi e cuore.
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lisbeth.s
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martedì 3 maggio 2016
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tra kipling e disney
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Attenzione: contiene spoiler del film e del libro (per chi l'avesse ancora letto).
La raccolta di racconti che si estende dal 1893 al 1894 dello scrittore Rudyard Kipling dà vita al "Libro della giungla". Ma la storia più conosciuta è quella che tratta del piccolo Mowgli, il cucciolo d'uomo allevato dai lupi e cresciuto nella giungla indiana. Nel 1967 la Walt Disney realizzò un film d'animazione ispirato a questo classico e nel 2016 il racconto torna nelle sale cinematografiche sottoforma di vero e proprio film.
Quel che più mi ha colpito di quest'ultima pellicola non è soltanto l'utilizzo della computer grafica, ma gli innumerevoli riferimenti tratti dal libro stesso e dal cartone animato di ormai quasi cinquant'anni fa.
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Attenzione: contiene spoiler del film e del libro (per chi l'avesse ancora letto).
La raccolta di racconti che si estende dal 1893 al 1894 dello scrittore Rudyard Kipling dà vita al "Libro della giungla". Ma la storia più conosciuta è quella che tratta del piccolo Mowgli, il cucciolo d'uomo allevato dai lupi e cresciuto nella giungla indiana. Nel 1967 la Walt Disney realizzò un film d'animazione ispirato a questo classico e nel 2016 il racconto torna nelle sale cinematografiche sottoforma di vero e proprio film.
Quel che più mi ha colpito di quest'ultima pellicola non è soltanto l'utilizzo della computer grafica, ma gli innumerevoli riferimenti tratti dal libro stesso e dal cartone animato di ormai quasi cinquant'anni fa.
Notiamo con piacevole malinconia che i primi secondi di film sono accompagnati dallo stesso tema musicale del cartone animato e nel corso della storia ritroviamo sprazzi di canzoni del vecchio capolavoro disneyano: "Voglio esser come te" cantata dall'egocentrico Re Luigi e l'intramontabile "Lo stretto indispensabile" intrerpretata dall'orso Baloo.
Nelle seguenti righe espliciterò rapidamente soltanto due dei riferimenti di cui ho parlato in precedenza:
- Il racconto originale di Kipling, ci spiega che Mowgli, crescendo nella giungla e a stretto contatto con gli animali che la abitano, ha il corpo coperto di cicatrici. Infatti, nel film, il cucciolo d'uomo ha numerosi ed evidenti segni sul corpo; ma ce n'è uno in particolare che ha richiamato la mia attenzione: posto sulla spalla sinistra del ragazzo vi è una piccola cicatrice dalla forma insolita che ricorda vagamente una "K". Ipotizzo che i registi abbiano voluto omaggiare lo scrittore con questo piccolo dettaglio che appare insistentemente per tutta la durata del film.
- Sempre nella storia originale, Mowgli torna a vivere coi propri simili per un breve periodo e diventa un mandriano. Lo scontro finale tra Shere Khan e Mowgli, diversamente dal cartone, si conclude con la morte della tigre che viene travolta dagli zoccoli dei bufali, guidati astutamente dal ragazzo. Non è un caso, appunto, che in una scena del film, mentre Mowgli fugge nella prateria inseguito da Shere Khan, una "casuale" mandria di bufali travolge quest'ultimo, impedendogli di acciuffare il cucciolo d'uomo. Immagino che anche questo sia un chiaro riferimento al racconto di Kipling.
Il film non ha una trama molto fitta ed è senza troppi fronzoli: non vi sono scene esageratamente tragiche o troppo introspettive. È un vero e proprio lavoro indirizzato al pubblico dei più piccoli. Ma, nonostante la sua semplicità, riesce a coinvolgere anche le generazioni più grandi. Personalmente ho sentito il bisogno di tornare a vederlo al cinema più di una volta.
L'unica critica che posso fare al film è il doppiaggio di Kaa. Nel cartone animato il serpente non è rilevante ai fini della trama, ma nel libro è essenziale. Quindi, avergli affibbiato una voce femminile nel film, a parer mio, ha appiattito ancora di più la caratterizzazione del personaggio.
Nonostante tutto, trovo che quest'ultima rivisitazione de "Il libro della giungla" sia una'equilibrata miscela tra il racconto originale e il vecchio film d'animazione.
Concludo sottolinenndo che il film è da vedere. Probabilmente farà adirare alcuni sostenitori del vecchio capolavoro disneyano, ma, con la sua computer grafica, colonna sonora e grande interpretazione del protagonista saprà anche far ridere e commuovere altrettanti adulti e bambini.
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