The Imitation Game |
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Un film di Morten Tyldum.
Con Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Matthew Goode, Mark Strong, Rory Kinnear.
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Titolo originale The Imitation Game.
Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 113 min.
- Gran Bretagna, USA 2014.
- Videa
uscita giovedì 1 gennaio 2015.
MYMONETRO
The Imitation Game
valutazione media:
3,34
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Turing vince l'Oscar?di isin89Feedback: 1780 | altri commenti e recensioni di isin89 |
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sabato 24 gennaio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
The Imitation Game è un film sulla storia e sull'uomo. Il racconto di una piccola quanto immensa epoca storica vissuta dall'umanità che vide tra i suoi protagonisti assoluti un piccolo grande uomo che riuscì, grazie alla sua ostinazione a alla sua sapienza, a lasciare un segno indelebile e di straordinaria importanza nella storia del XX° secolo. L'uomo che ha contribuito ad accorciare la guerra e a salvare milioni di vite umane e l'uomo che, a causa delle sue inclinazioni sessuali, fu ucciso da quella stesso Paese che lui aveva salvato dall'oblio. La storia di un uomo solo e triste rinchiuso nei suoi tormentati pensieri e rifiutato da molti ma che riuscì a fare passi da gigante in un mondo quanto mai sbagliato e a lui ostile. È il film sulla vita di Alan Turing, famoso ed importante crittografo e matematico al quale si deve l'invenzione del primo computer della storia, utilizzato dallo stesso Turing durante la seconda guerra mondiale per criptare e decifrare messaggi in codice provenienti dall'esercito tedesco. La pellicola è una delle più attese e desiderate del 2014 e di certo le aspettative erano davvero alte. Per mesi e mesi non si è fatto altro che parlare e pubblicizzare l'opera sia per gli importanti e delicati contenuti storico-sociali ma soprattutto per la osannata interpretazione dell'attore britannico Benedict Cumberbatch. The Imitation Game è un buon film che sa essere godibile e piacevole catturando l'animo dello spettatore ma che purtroppo non riesce ad imporsi e a raggiungere lo status d'eccezione che si era (o ci eravamo) prefissato(/i) di raggiungere. I punti di forza dell'opera sono sicuramente rintracciabili nell'ottimo cast di attori i quali hanno tutti svolto un eccellente lavoro, nella fotografia calda e legnosa che riesce perfettamente a trasmetterci la sensazione di trovarci negli anni '40 e, per ultimo, da una struttura narrativa lodevole edificata a tre livelli temporali. Alan turing è un personaggio strano e singolare, a tratti detestabile, che per via dei suoi bizzarri comportamenti ricorda molto il John Nash di “A Beautiful Mind” interpretato da Russel Crowe. Le similitudini con il film di Ron Howard sono riscontrabili in gran parte del film in quanto i due personaggi hanno molti punti in comune e la loro storia, se pur estremamente diversa, è per certi tratti molto simile. Il Turing di Cumberbatch stupisce e riesce ad apparire amorevole e detestabile allo stesso tempo. L'attore ha saputo calarsi in maniera quasi maniacale nel personaggio regalandoci un'interpretazione strabiliante che ha soddisfatto a pieno le aspettative del pubblico. La struttura narrativa è sapientemente gestita e organizzata riuscendo a catturare l'attenzione attraverso un ampio e intelligente utilizzo di flashback e flashforward che richiamano il passato e l'estremo futuro del protagonista. Non si può parlare allo stesso modo della regia in quanto tende a limitarsi al minimo indispensabile giocando tutto sulla buona riuscita del film senza accorgimenti stilistici di nessun tipo né virtuosismi registici degni di un'opera di cotanto spessore. Il regista, insomma, mantiene tutto nei limiti senza mai dare l'idea di osare o volerci dire la sua. È una regia contenuta e ristretta che, volutamente o no, non emerge e non si distingue ma rimane sempre dietro i confini del rischio evitando di sbavare e sbagliare. The Imitation Game è un film bello e ben realizzato che rende omaggio a un personaggio storico del passato mettendo in scena le tappe principali della sua vita alternando i sofferenti attimi dell'adolescenza ai tormentati giorni della seconda guerra mondiale. Oltre questo, però, il film non arriva. Siamo fermi all'apprezzamento della buona riuscita ma non possiamo vedere altro. Forse (o forse no) si tratta dell'ennesima opera scritta e prodotta a tavolino per accaparrarsi quanti più consensi possibili da critico e pubblica riuscendo in questo modo a ritagliarsi un siparietto nel mondo dei tanto ambiti premi cinematografici. Purtroppo opere come queste sono il più delle volte prodotte per fare breccia nel cuore dello spettatore impietosendo gli animi gentili grazie alle loro tematiche toccanti fatte di persone che diventano automaticamente degli eroi e storie che si trasformano in incredibili avventure. Non c'è niente in questo film che ci faccia sentire e percepire chi sia davvero il regista e cosa faccia. Un film incolore e privo di quello stile e quel guizzo necessari a elevarlo a decorosa celebrazione di una figura leggendaria. Una visione piacevole e struggente ma che di certo non soddisfa le grandi aspettative di chi era convinto di trovarsi davanti al capolavoro biografico dell'anno.
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