Il grande Gatsby |
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Un film di Baz Luhrmann.
Con Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher.
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Titolo originale The Great Gatsby.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 142 min.
- Australia, USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 16 maggio 2013.
MYMONETRO
Il grande Gatsby
valutazione media:
2,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ben confezionatodi Nick SimonFeedback: 2964 | altri commenti e recensioni di Nick Simon |
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martedì 9 luglio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald è forse uno di quei classici che raccontano storie eterne, alle quali non serve una virgola in più. Sembra non essere d'accordo il regista australiano Baz Luhrmann, il quale dà vita ad una pellicola esuberante, visivamente sontuosa, ostentatamente orientata sull'esercizio stilistico più che sul contenuto complessivo. Il cast è valido ed efficace: tutti gli interpreti si destreggiano con naturalezza, soprattutto nelle poche occasioni in cui la tensione drammatica è alle stelle. Leonardo DiCaprio è Jay Gatsby, giovane affascinante, ambizioso e determinato, perfetta incarnazione dello spirito degli anni '20. Lo abbiamo sicuramente già visto in ruoli del genere, ma ciò che contraddistingue quest'ultimo è la silenziosa sofferenza, così come l'incontrollabile desiderio di un amore che il tempo e le circostanze hanno reso pressoché impossibile. Carey Mulligan è Daisy Buchanan, probabilmente il personaggio più complesso della storia: affettuosa e fredda, entusiasta quanto indifferente, frivola e profonda allo stesso tempo. Tobey Maguire, nei panni del giovane Nick Carraway, rappresenta il punto di vista della storia; funge da spettatore, a volte felicemente coinvolto, a volte distaccato e sprezzante, dell'infrangersi di sogni e speranze e del dissolversi dell'intero mondo rappresentato. Il ritmo è sostenuto, a tratti estremo, per tutta la prima metà del film: lo spettatore viene ubriacato da sequenze frizzanti e piacevolmente musicali, in cui il montaggio è a dir poco frenetico. L'apice scenico e sonoro lo si raggiunge già dopo 20-30 minuti, con la scena della festa nella lussuosa villa di Gatsby: veri e propri fuochi d'artificio per il pubblico, affascinato nell'assistere alla sfarzosa grandiosità degli eventi ed alla gioiosa opulenza dei personaggi. In questo senso la spettacolarità è garantita dall'armoniosa combinazione di costumi, scenografia e fotografia, e soprattutto dalla curatissima colonna sonora, tanto variegata quanto volutamente anacronistica. In seguito il ritmo rallenta, dando spazio ad una inizialmente contenuta drammaticità, che viene lentamente esplicitata, e addirittura esplode quando i protagonisti mettono a nudo i propri sentimenti. Tuttavia qui la pellicola mostra qualche falla nella sua architettura d'insieme, e fallisce nell'esprimere il senso stesso dell'opera; alcune sequenze, inoltre, si rivelano sciatte e vengono protratte oltremodo, così che i 142 minuti totali risultino forse leggermente eccessivi. Nel complesso un film dichiaratamente postmoderno, un prodotto ben confezionato: maestoso nella forma ma a tratti esagerato e pacchiano, volutamente meno curato nella sostanza.
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