Se chiudo gli occhi non sono più qui |
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Un film di Vittorio Moroni.
Con Giorgio Colangeli, Beppe Fiorello, Mark Manaloto, Hazel Morillo, Vladimir Doda, Anita Kravos.
continua»
Drammatico,
durata 100 min.
- Italia 2013.
- Maremosso
uscita giovedì 18 settembre 2014.
MYMONETRO
Se chiudo gli occhi non sono più qui
valutazione media:
3,35
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film che apre all "altro"di dzanzaFeedback: 100 |
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giovedì 16 ottobre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film denso e fluttuante allo stesso tempo. Un’opera dove i classici e annosi interrogativi esistenziali/adolescenziali crescono passo dopo passo attraverso una scrittura e una regia sicura e non convenzionale. Il film si spinge sul dualismo fra grande e piccolo, tra l’infinito del cosmo e la nostra misera e povera esistenza costellata di incertezze e fragilità dove ognuno percorre la propria vita inseguendo qualcosa che in realtà non c’è. In affanno alla ricerca di risposte che si accatastano come i ciottoli scritti da Kiko ed Ettore. Realtà che non c’è perché quella spinta a volte ci impedisce di aprirci completamente al vero universo che ci circonda: all’altro. Il personaggio di Kiko è quanto di più cinematografico possa esistere. Sogna e nello stesso tempo cresce, chiede e nello stesso tempo gli viene negato, si interroga senza mai trovare delle risposte. Il giovane attore che hai trovato ha la forte capacità di trasmetterti un’infinita gamma di emozioni che è difficile trovare nel panorama attoriale italiano. Uno sguardo pulito visto che si tratta della sua prima esperienza al cinema. Un’esperienza che è già maturità e slancio verso altro. Poi la contrapposizione/assonanza tra Ettore e Kiko descrive con lucidità quanto distante sia il mondo degli adulti da quello dei giovani. E poi temi come l’integrazione, la scuola come luogo della conoscenza. Infine la conclusione del racconto ci porta su un versante che lascia spazio all’ottimismo, alla speranza che Kiko possa, come quel sasso che lascia nel fiume, arricchirsi e plasmarsi in un mondo migliore. Non nell’universo. Non nell’infinitamente grande. Bensì nel vicino, nel piccolo spazio che ci separa quotidianamente come esseri umani. Nella curiosità di vivisezionare e armonizzarsi con “l’altro”. Perché è di questo che il mondo ha bisogno. E questa è la cosa più complessa e ancora lontana da conquistare. La scoperta che l’uomo non ha ancora fatto. Paradossalmente sarebbe più semplice sbarcare su Marte che smettere di combattere e farsi inutili guerre in nome di non so cosa. Mentre Kiko sceglie la strada dell’ascolto. Non so se alla fine riesca a perdonare ciò che Ettore gli ha causato. Ma forse non è questo il punto principale.
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