Anno | 2012 |
Genere | Commedia |
Produzione | Spagna |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Cesc Gay |
Attori | Jordi Mollà, Ricardo Darín, Eduardo Noriega (II), Luis Tosar, Leonor Watling Leonardo Sbaraglia, Javier Cámara, Candela Peña, Eduard Fernández, Alberto San Juan, Cayetana Guillén Cuervo, Clara Segura, Ernest Villegas. |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 19 novembre 2012
Una commedia ironica che ritrae le mancanze, le debolezze e le altre "virtù" degli uomini di oggi.
CONSIGLIATO SÌ
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Uomini che vanno in analisi e che sono tornati a vivere con la madre, colpevoli di aver preferito il gatto alla moglie allergica; uomini che si presentano per riconquistare la ex quando è decisamente troppo tardi, che si confidano con l’amante della moglie o che scoprono di non saper parlare tra loro, dopo decenni di amicizia. Uomini torturati da acciacchi psicosomatici, umiliati o forse salvati dalle donne che hanno malauguratamente scambiato per oggetti; patetici, ironici, in cerca di una nuova identità.
L’iberico Cesc Gay inscena una commedia umana ad episodi, leggera e teatrale, che parte da un assunto interessante: il ruolo dell’uomo è profondamente mutato negli ultimi decenni, eppure gli uomini sono stati gli ultimi ad accorgersene. La discesa a patti con questa verità è il percorso su cui si basa il meccanismo comico (seppure non ridanciano) di ogni capitolo, che prende l’avvio velocemente, da un incontro casuale o minimamente giustificato, e si dipana rigorosamente in tempo reale, come a voler sottolineare la declinazione al presente delle situazioni approcciate.
È un ritratto che non fa sconti al genere maschile, anche quando l’affetto è palpabile, e che proviene, in maniera umile e intelligente, da un appartenente al genere stesso posto al centro del bersaglio, eppure non si può non avvertire la mancanza di un personaggio femminile in questo girone di dannati contemporanei. Se è vero, infatti, che gli uomini hanno imparato a non nascondere più il femminile che è in loro, onestà vorrebbe che, tra coloro che mentono a se stessi e non sempre sono capaci di relazionarsi emotivamente, figurassero anche le donne. Ma non si può chiedere troppo a Una pistola in cada mano: il progetto è circoscritto, grafico, come dimostra il finale, che si limita a riunire i personaggi dei diversi episodi in un unico luogo. In fondo, sembra di assistere a una serie di provini su scena, pensati per confluire in un film più complesso, che però non c’è.
Eccellenti le prove di Javier Camara, Leonardo Sbaraglia e Alberto San Juan, ma il film si regge anche sulla sicurezza di attori più noti ed esperti, come Ricardo Darin, Eduardo Noriega e Luis Tosar.
Il regista spagnolo Cesc Gay arriva al suo secondo lungometraggio sulla fragilità della figura maschile nell'epoca moderna. Nel Cast si incontrano eccellenti attori come Ricardo Darin, magistrale nel film Elefante Bianco, o Luis Tosar che ha ricevuto la nomination come Miglior attore negli European Award nel film Cella 211. La pellicola si compone di otto ministorie di personaggi maschili [...] Vai alla recensione »
sottoscrivo il commento di Mr Verdoux , il regista ha puntato a far cassa usando il nome degli attori protagonisti , probabilmente svuotando il budget disponibile da sforzi che avrebbero permesso una ambientazione e dei contenuti degli di tali nomi ...Decisamente un film da sconsigliare e la cui visione merita l'inibizione di 2 mesi dalle dale cinematografiche