realfake
|
sabato 8 maggio 2021
|
ma i bambini non dicevano sempre la verità?
|
|
|
|
Il film ruota dietro un assunto fondamentale:
Le maschere che ognuno di noi porta nella comunità in cui vive e che rappresentano un gioco di ruoli tra le parti.
Lucas maestro, uomo modello, stimato, amico sincero, dolce con i bambini, delicato nei rapporti interpersonali con le donne.
Kara una bambina con difficoltà, lasciata un po' a se stessa. I genitori litigano per accompagnarla, la trascurano e Lucas da amico di famiglia, come un padrino la tiene sotto la sua ala protettiva.
Da qui una serie di eventi che ribaltano il ruolo di Lucas, ora non più uomo modello, ma psicopatico, pedofilo, feccia, bestia da umiliare e calpestare.
[+]
Il film ruota dietro un assunto fondamentale:
Le maschere che ognuno di noi porta nella comunità in cui vive e che rappresentano un gioco di ruoli tra le parti.
Lucas maestro, uomo modello, stimato, amico sincero, dolce con i bambini, delicato nei rapporti interpersonali con le donne.
Kara una bambina con difficoltà, lasciata un po' a se stessa. I genitori litigano per accompagnarla, la trascurano e Lucas da amico di famiglia, come un padrino la tiene sotto la sua ala protettiva.
Da qui una serie di eventi che ribaltano il ruolo di Lucas, ora non più uomo modello, ma psicopatico, pedofilo, feccia, bestia da umiliare e calpestare.
E così l'uomo che tutti amavano è la bestia a cui dare la caccia.
La falsità della comunità è asfissiante, impermea il film . Un uomo che la legge riconosce innocente, viene invece condannato per facciata dal popolo. "Non puoi fare la spesa qui, ci vengono altre persone" così i diritti vengono soppressi in favore di una maschera, della facciata.
E così Lucas viene sbranato dalle vere belve, i lupi della comunità, che si dimostrano bestie feroci quando ripetono "i bambini non possono dire bugie" per giustificare le proprie crudeltà.
La loro falsità e meschinità si scopre quando la bambina che prima aveva accusato Lucas ritorna sui suoi passi, dichiara che tutto ciò che ha detto era una finzione, ma nessuno le crede.
Ma i bambini non dicevano sempre la verità?
L'unico modo da cui si viene fuori da questo film è il disgusto e l'amara constatazione che ciò che rappresenta è vero.
Ultima considerazione, nel finale Lucas, dopo il tentato omicidio, si rialza con fierezza, non urla, non tenta di sparare al suo aggressore, ma accetta con fierezza il suo destino. Ormai rappresenta l'uomo che sta al di sopra, il super uomo, non ha più legami con chi lo circonda, ha scoperto le maschere di coloro che lo circondano e per questo sa che sarà sempre braccato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a realfake »
[ - ] lascia un commento a realfake »
|
|
d'accordo? |
|
jacopo b98
|
giovedì 23 maggio 2013
|
il capolavoro di vinterberg, un attore eccezionale
|
|
|
|
Lucas (Mikkelsen), maestro d’asilo quarantaduenne, divorziato, è accusato di pedofilia, in seguito alle dichiarazioni di una bambina (Wedderkopp), in realtà influenzata dalle paure degli adulti. Lo scandalo della comunità si trasforma in una violenza terribile che cambierà la vita di Lucas, forse per sempre. Quinto film di Vinterberg, l’autore del controverso Festen, film che lo lanciò, nonché la sua opera migliore. Non è un film sulla pedofilia, ma sulla violenza scatenata dal sospetto. Ed è qui che il regista si sbizzarrisce nel disegnare una comunità violenta fino ai limiti della sopportazione, ed è anche qui, forse, il punto debole del film, scritto dal regista con Tobias Lindholm, che disegna un ritratto così duro da essere quasi irrealistico e caricaturale.
[+]
Lucas (Mikkelsen), maestro d’asilo quarantaduenne, divorziato, è accusato di pedofilia, in seguito alle dichiarazioni di una bambina (Wedderkopp), in realtà influenzata dalle paure degli adulti. Lo scandalo della comunità si trasforma in una violenza terribile che cambierà la vita di Lucas, forse per sempre. Quinto film di Vinterberg, l’autore del controverso Festen, film che lo lanciò, nonché la sua opera migliore. Non è un film sulla pedofilia, ma sulla violenza scatenata dal sospetto. Ed è qui che il regista si sbizzarrisce nel disegnare una comunità violenta fino ai limiti della sopportazione, ed è anche qui, forse, il punto debole del film, scritto dal regista con Tobias Lindholm, che disegna un ritratto così duro da essere quasi irrealistico e caricaturale. Tuttavia le sequenze notevoli sono molte, valorizzate dalla magistrale interpretazione di Mikkelsen, premiato a Cannes con un Premio al Miglior Attore indiscutibile. La violenza fisica c’è, ma è quella psicologica la peggiore, con scene di tensione fortissima, che sfocia nel dramma e nel melodramma. Il regista inserisce intelligentemente anche il personaggio di Marcus (Fogelstrøm), figlio adolescente di Lucas, facendo si di innescare un rapporto padre figlio tenero e ben descritto. Bellissima la sequenza finale, aperta, con il protagonista che scopre che non si libererà mai dal sospetto. Jagten, il titolo originale, significa caccia, esplicito riferimento all’ultima scena. Vinterberg di suo mette una regia fredda, fatta di zoom ed inquadrature ferme, e gira tutto, o quasi, a luce naturale e senza set, come stabilito dal Dogma 95, il movimento cinematografico, tenuto a rispettare una serie di regole, fondato da lui e Lars Von Trier.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jacopo b98 »
[ - ] lascia un commento a jacopo b98 »
|
|
d'accordo? |
|
dave69
|
mercoledì 1 gennaio 2014
|
intenso e coinvolgente dramma danese
|
|
|
|
Intenso e coinvolgente dramma danese su un (terribile) tema di grande attualità. Vinterberg analizza in modo impietoso come la comunità giudica, isola ed infine aggredisce il sospettato, vittima della sciocca bugia di una bimba ma soprattutto della debolezza e dell'infamia degli adulti. Il marchio della pedofilia gli fa perdere rapidamente lavoro, amicizia, affetti. Film duro e degli(purtroppo) amaramente realistico. Molto bello. Giudizio : 3 stelle e 1/2
|
|
[+] lascia un commento a dave69 »
[ - ] lascia un commento a dave69 »
|
|
d'accordo? |
|
stefanocapasso
|
lunedì 19 maggio 2014
|
le diverse verità
|
|
|
|
Il sospetto affronta un tema estremamente delicato, quello dell'abuso sui minori.
In un piccolo villaggio danese, Lucas maestro d'asilo, uomo timido e gentile, viene accusato da una bambina, indispettita per le mancate attenzioni che lei aveva richiesto, di avere abusato di lei. Il sospetto diviene velocemente una valanga che porterà tuti gli altri bambini dell’asilo ad affermare di aver subito abusi. Uno ad uno tutti gli amici lo abbandonano e Lucas diviene il mostro del paese. Nonostante dopo l'arresto venga rimesso in libertà per mancanza di indizi, la comunità inscena una vera e propria caccia all’uomo. Una caccia che è più che simbolica perché, come vediamo sin dalle prime battute del film, è una comunità che si dedica alla caccia al cervo per tradizione.
[+]
Il sospetto affronta un tema estremamente delicato, quello dell'abuso sui minori.
In un piccolo villaggio danese, Lucas maestro d'asilo, uomo timido e gentile, viene accusato da una bambina, indispettita per le mancate attenzioni che lei aveva richiesto, di avere abusato di lei. Il sospetto diviene velocemente una valanga che porterà tuti gli altri bambini dell’asilo ad affermare di aver subito abusi. Uno ad uno tutti gli amici lo abbandonano e Lucas diviene il mostro del paese. Nonostante dopo l'arresto venga rimesso in libertà per mancanza di indizi, la comunità inscena una vera e propria caccia all’uomo. Una caccia che è più che simbolica perché, come vediamo sin dalle prime battute del film, è una comunità che si dedica alla caccia al cervo per tradizione. E quando il cervo rimane solo, lontano dal branco non ha scampo. Lucas, rimasto solo, trova la forza di reagire e di essere ascoltato nella sua pulizia interiore riuscendo finalmente a ristabilire un equilibrio. Di facciata, perché pur essendo riaccolto nella comunità per molti i conti non sono chiusi.
Il regista mette subito al corrente lo spettatore su come sono i fatti e l’empatia che si prova per Lucas coinvolge immediatamente e con grande forza nella visione del film. Che per una meta è un film che tratta di un caso di abuso e sulla difficoltà di comprendere dove sia la verità in casi di questo tipo, e poi si apre verso una tematica molto più ampia.
Diviene un film sulla verità e su come gli esseri umani e le comunità si relazionano ad essa. La verità spesso è quella che si costruisce sulle suggestione e alla quale si aderisce in modo automatico. Perdendo il contato col proprio se più autentico si perde il contatto con l'altro e tutto diventa possibile, ogni riferimento è perso. E' proprio Theo, il suo miglior amico e papa della bambina che dà il via al caso, che nella sua saldezza d’animo riconosce negli occhi di Lucas la verità e può riabilitarlo. Ora la comunità aderirà alla nuova verità, anche questa volta in modo automatico. Per questo le cose non saranno più come prima. Laddove si insinua un sospetto, un grande dubbio la riparazione è possibile cercandola nella propria integrità; perché la legge e il senso comune non sono sufficienti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefanocapasso »
[ - ] lascia un commento a stefanocapasso »
|
|
d'accordo? |
|
ennio
|
giovedì 15 novembre 2018
|
la caccia alle streghe del xxi secolo
|
|
|
|
Lo stile di Vinterberg è riconoscibile in questo film molto nordico nella caratterizzazione dei personaggi, così come in "Festen".
E' invece un film molto globale nella rappresentazione di una realtà collettiva che può diventare un incubo per l'individuo comune privo di difese. L'isteria di massa della società moderna si manifesta in maniera apparentemente gentile, senza forconi e fascine per roghi, ma i suoi meccanismi rimangono quelli dei secoli passati, e conducono l'individuo bersaglio di quest'isteria, se non alla morte violenta, all'isolamento e all'impotenza.
Il film risulta via via più angosciante e rimane quindi ben impreso nella mente dello spettatore, ed è impreziosito dalle ottime recitazioni del protagonista e di alcuni comprimari.
[+]
Lo stile di Vinterberg è riconoscibile in questo film molto nordico nella caratterizzazione dei personaggi, così come in "Festen".
E' invece un film molto globale nella rappresentazione di una realtà collettiva che può diventare un incubo per l'individuo comune privo di difese. L'isteria di massa della società moderna si manifesta in maniera apparentemente gentile, senza forconi e fascine per roghi, ma i suoi meccanismi rimangono quelli dei secoli passati, e conducono l'individuo bersaglio di quest'isteria, se non alla morte violenta, all'isolamento e all'impotenza.
Il film risulta via via più angosciante e rimane quindi ben impreso nella mente dello spettatore, ed è impreziosito dalle ottime recitazioni del protagonista e di alcuni comprimari.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ennio »
[ - ] lascia un commento a ennio »
|
|
d'accordo? |
|
fabio 3121
|
giovedì 25 marzo 2021
|
il calvario per una infondata accusa di pedofilia
|
|
|
|
il film del regista e sceneggiatore danese Thomas Vinterberg racconta il dramma ed il calvario subito dall'insegnante di asilo Lucas (Mads Mikkelsen) nei cui confronti l'intera comunità di un piccolo paesino danese lo addita come "pervertito" a seguito di una infamante accusa di pedofilia. La direttrice dell'asilo Grethe, ascoltato il racconto della piccola Klara, anziché pensare ad un fatto frutto dell'immaginazione della bambina, prima convoca uno psicologo poi i genitori degli alunni dopodiché denuncia il reato alla polizia nonostante l'insegnante neghi assolutamente di aver toccato la minore. Ad avere quindi il sospetto che Lucas abbia effettivamente abusato di Klara e degli altri bambini sono non solo i loro genitori ma anche i suoi amici, tra cui Theo - padre della bimba - nonchè il proprietario e i dipendenti del supermercato dove Lucas viene brutalmente aggredito.
[+]
il film del regista e sceneggiatore danese Thomas Vinterberg racconta il dramma ed il calvario subito dall'insegnante di asilo Lucas (Mads Mikkelsen) nei cui confronti l'intera comunità di un piccolo paesino danese lo addita come "pervertito" a seguito di una infamante accusa di pedofilia. La direttrice dell'asilo Grethe, ascoltato il racconto della piccola Klara, anziché pensare ad un fatto frutto dell'immaginazione della bambina, prima convoca uno psicologo poi i genitori degli alunni dopodiché denuncia il reato alla polizia nonostante l'insegnante neghi assolutamente di aver toccato la minore. Ad avere quindi il sospetto che Lucas abbia effettivamente abusato di Klara e degli altri bambini sono non solo i loro genitori ma anche i suoi amici, tra cui Theo - padre della bimba - nonchè il proprietario e i dipendenti del supermercato dove Lucas viene brutalmente aggredito. Inoltre anche la nuova compagna Nadja, sua collega, mostra dei dubbi sulla integrità morale di Lucas che si ritroverà pertanto isolato ed infine arrestato. Non essendovi però alcuna prova a suo carico, Lucas viene rilasciato e fà ritorno a casa ma nei suoi sguardi si percepisce il turbamento di un uomo che pur essendo innocente sente ancora su di sé i pregiudizi per tutto quanto accaduto. Il film è davvero bello pur in tutta la sua reale drammaticità e, forte di una valida sceneggiatura, rappresenta l'escalation di violenza fisica e psicologica che una persona può subire a causa di un'accusa infondata. Buona la prova di tutto il cast di attori; eccellente la performance di Mads Mikkelsen il cui premio come miglior attore maschile al Festival di Cannes è stato del tutto meritato. Molto suggestive le scene iniziali e finali della caccia al cervo girate nei boschi danesi. Voto: 8/10.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabio 3121 »
[ - ] lascia un commento a fabio 3121 »
|
|
d'accordo? |
|
marziol
|
sabato 5 gennaio 2013
|
buon film, non privo di difetti
|
|
|
|
"Il sospetto" è un buon film che molto deve al protagonista Mads Mikkelsen giustamente premiato a Venezia come miglior attore.
Non riassumo la trama perché molti l'hanno già fatto; aggiungo che l'atmosfera angosciante che il dipanarsi degli eventi riesce a creare testimonia della buona riuscita del film, del quale uno degli obiettivi suppongo sia far immedesimare lo spettatore nel protagonista ingiustamente accusato e perseguitato.
Non si tratta comunque di un'opera esente da difetti; in particolare, in alcune forzature della sceneggiatura appare un po' troppo evidente la volontà di dimostrare una tesi e ho trovato a volte un po' inverosimile il tutto.
[+]
"Il sospetto" è un buon film che molto deve al protagonista Mads Mikkelsen giustamente premiato a Venezia come miglior attore.
Non riassumo la trama perché molti l'hanno già fatto; aggiungo che l'atmosfera angosciante che il dipanarsi degli eventi riesce a creare testimonia della buona riuscita del film, del quale uno degli obiettivi suppongo sia far immedesimare lo spettatore nel protagonista ingiustamente accusato e perseguitato.
Non si tratta comunque di un'opera esente da difetti; in particolare, in alcune forzature della sceneggiatura appare un po' troppo evidente la volontà di dimostrare una tesi e ho trovato a volte un po' inverosimile il tutto.
Rimane comunque un bel film con un protagonista decisamente eccezionale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marziol »
[ - ] lascia un commento a marziol »
|
|
d'accordo? |
|
eugenio
|
lunedì 25 febbraio 2013
|
io sono innocente ?
|
|
|
|
I bambini sono la bocca della verità. Non sono in grado di mentire,non riescono,sono portatori di purezza incontaminata che non hanno ancora conosciuto la turpe falsità adulta.
Vinterberg ritorna. E sembra più forte di sedici anni fa ai tempi del lento “Festen”, la festa in famiglia più antiborghese degli anni ’90. In questo nuovo film, dall’enigmatico titolo “Il sospetto” il regista si concentra su tematiche volutamente riflessive e “pruriginose”che viaggiano su due binari distinti ma spesso non pienamente visibili: l’atto scandaloso e la testimonianza di aver visto qualcuno compiere tale atto. Cambia il punto di vista,cambiano le accezioni ma in una piccola comunità come è quella del film, le conseguenze del gesto si rivelano perniciose e inaspettate.
[+]
I bambini sono la bocca della verità. Non sono in grado di mentire,non riescono,sono portatori di purezza incontaminata che non hanno ancora conosciuto la turpe falsità adulta.
Vinterberg ritorna. E sembra più forte di sedici anni fa ai tempi del lento “Festen”, la festa in famiglia più antiborghese degli anni ’90. In questo nuovo film, dall’enigmatico titolo “Il sospetto” il regista si concentra su tematiche volutamente riflessive e “pruriginose”che viaggiano su due binari distinti ma spesso non pienamente visibili: l’atto scandaloso e la testimonianza di aver visto qualcuno compiere tale atto. Cambia il punto di vista,cambiano le accezioni ma in una piccola comunità come è quella del film, le conseguenze del gesto si rivelano perniciose e inaspettate.
Lucas è un insegnante d’asilo, divorziato con una nuova vita alle spalle: ha un figlio, Marcus, una donna che lo ama (così sembra) e una villetta in cui vivere placidamente. Una bambina, Klara, figlia del suo migliore amico di caccia, lo accusa, a seguito di un rifiuto alla sua infantile confessione d’amore (il cuoricino regalato e il bacetto in bocca), di aver ricevuto dal tutore delle attenzioni sessuali. Da qui l’irreparabile, la nascita di una serie di illazioni alla Espiazione di Mc Ewan. Lucas,considerato prima dalla comunità un grande amico, probo,onesto e di sani principi diviene agli occhi del popolo “il mostro”, il pederasta, il maniaco. Deciso a non arrendersi e coadiuvato dal figlio che non ha mai smesso di credere in lui, Lucas lotta per l’innocenza che sente sua di diritto,contro le opinioni della gente, contro quelli che una volta riteneva essere suoi amici e fidati conoscenti. La ricercata verità e affermazione dei diritti sarà solo l’inizio di una lunga rappresaglia che vedrà come agnello sacrificale il (finora) mite Lucas.
Trame similari non sono certamente foriere al cinema, figurarsi quello danese che ha fatto del crollo della società borghese il suo leit-motiv . Ne sanno qualcosa Lars Von Trier con Dogville,Il grande capo o Susanne Bier con Things we lost in fire che nelle loro pellicole hanno analizzato in dettaglio la cattiveria nascosta sotto litri di melassa che alberga nell’animo umano. Vinterberg sembra proseguirne il filone -almeno in apparenza- instilla un dubbio di cui lo spettatore ne conosce già l’infondatezza (a differenza della precedente pellicola di Patrick Shenley) e decostruisce la vita e l’affetto sociale del capro espiatorio della comunità. E in questo non ci sarebbe nulla di male tuttavia Il sospetto non mostra una scelta di posizione ben precisa finendo per rendere lo sviluppo fragile e innaturale a causa di una regia poco fluida e ricca di momenti assai in distonia col contesto che talora risultano forzati (vedi la scena del pestaggio al supermercato oppure lo scontro tra Lucas e il padre di Klara in chiesa il giorno di Natale).
Una buona introduzione con una decisa e convincente caratterizzazione, almeno del protagonista principale (gli altri sono appena abbozzati a ruoli di macchiette secondari) non è sufficiente a permettere lo sviluppo di un soggetto che a grandi linee risulta credibile e ben documentato, pur mancando di una linearità e di una sufficiente forza emotiva da consentire un impatto sul pubblico. Non c’e’ qui una ricercata partecipazione alle paturnie di Lucas, lo spettatore non sente un’empatia nei confronti dello sfortunato insegnante perché tutto è noto,visibile, coerente,anti emozionale.
Causa implica effetto. Ragione implica salvezza se operata con la fede. Resta l’ombra di inquietudine, un velo di soffuso dubbio e di sottile tensione che trascende l’onniscenza ma è oramai troppo tardi. Il meccanismo è stato messo in moto e addirittura ha raggiunto la destinazione
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eugenio »
[ - ] lascia un commento a eugenio »
|
|
d'accordo? |
|
alexander 1986
|
mercoledì 9 luglio 2014
|
noi, i carnefici di lucas
|
|
|
|
Lucas (Mads Mikkelsen) è un uomo gentile e riservato, separato e con un figlio, Markus, che vede saltuariamente. Vive in una comunità medio-piccola, ha molti amici e lavora con passione presso un orfanotrofio. La sua vita tranquilla viene rivoltata come un calzino quando uno dei bambini rivela - a modo suo, s'intende - di avere subito abusi sessuali da parte sua. ''I bambini non mentono mai, soprattutto su queste cose'' è il mantra ripetuto da tutti; sicché Lucas, bollato come 'colpevole' da tutti o quasi senza che gli sia concessa la facoltà di difendersi, diventa un mostro, anzi 'il' mostro par excellence, quello che incarna le paure più segrete di ogni genitore.
'Il sospetto' (il titolo originale, 'Jangten', significa 'Caccia') illustra in modo straordinariamente fedele le dinamiche che normalmente si sprigionano in corrispondenza di vicende del genere (comprese le violenze psicologiche sui minori da parte dei grandi) e non sarebbe un caso se a qualcuno ricordasse alcune vicende di cronaca nera.
[+]
Lucas (Mads Mikkelsen) è un uomo gentile e riservato, separato e con un figlio, Markus, che vede saltuariamente. Vive in una comunità medio-piccola, ha molti amici e lavora con passione presso un orfanotrofio. La sua vita tranquilla viene rivoltata come un calzino quando uno dei bambini rivela - a modo suo, s'intende - di avere subito abusi sessuali da parte sua. ''I bambini non mentono mai, soprattutto su queste cose'' è il mantra ripetuto da tutti; sicché Lucas, bollato come 'colpevole' da tutti o quasi senza che gli sia concessa la facoltà di difendersi, diventa un mostro, anzi 'il' mostro par excellence, quello che incarna le paure più segrete di ogni genitore.
'Il sospetto' (il titolo originale, 'Jangten', significa 'Caccia') illustra in modo straordinariamente fedele le dinamiche che normalmente si sprigionano in corrispondenza di vicende del genere (comprese le violenze psicologiche sui minori da parte dei grandi) e non sarebbe un caso se a qualcuno ricordasse alcune vicende di cronaca nera. L'aspetto più agghiacciante di eventi simili consiste nel fatto che, a prescindere dalla colpevolezza o meno dell'accusato e in assenza di prove tangibili, non sembra mai possibile giungere alla verità. L'assoluzione in sede penale - per insussistenza del fatto, per insufficienza di prove, fate voi - non si traduce mai nella riabilitazione sociale; l'ombra del sospetto resterà sempre lì, sullo sfondo.
Questo film di intensa drammaticità non manca tuttavia di una componente ironica, e anzi è proprio questa a impreziosirlo. Il regista di 'Festen' (1998), più che con la fragilità delle convenzioni borghesi (aspetto comunque sempre presente) preferisce stavolta giocare con l'ipocrisia del pubblico. Sì, del pubblico. Perché noi spettatori simpatizziamo col povero Lucas solo ed esclusivamente in quanto messi al corrente della verità dall'occhio della telecamera. Se così non fosse stato, ovvero se Vinterberg avesse deciso di raccontare la storia da un punto di vista differente, la nostra reazione emotiva alla vicenda narrata avrebbe senz'altro avuto una connotazione simile a quella della comunità di Lucas, ovvero a quella che qui invece detestiamo. La maggior parte di noi avrebbe tifato per la condanna del pedofilo, mentre qualcuno dall'angelica coscienza avrebbe sospeso il giudizio. Per fortuna non veniamo costretti a tanto, altrimenti 'Il sospetto' avrebbe assunto una componente più noir perdendo un po' della sua forza corrosiva.
Mads Mikkelsen straordinario, premiato come migliore attore al festival di Cannes.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alexander 1986 »
[ - ] lascia un commento a alexander 1986 »
|
|
d'accordo? |
|
luca scial�
|
lunedì 1 febbraio 2016
|
una bugia che rovina una vita
|
|
|
|
Vinterberg torna là dove ha cominciato, da quel tema delicato quale gli abusi sui minori affrontato nel primo film: Festen. Se lì il fatto era accaduto realmente, qui si tratta di una fantasia di una bambina innamorata del suo maestro ma sentitasi respinta. Il risultato però è lo stesso: vite sconvolte, equilibri spezzati.
Il quarantenne maestro Lucas si vede da un giorno all'altro sconvolgere la sua vita da un'accusa di una delle sue alunne. Il piccolo paese dove vive lo addita come pedofilo, gli amici di una vita gli voltano le spalle, arrivando pure ad uccidergli il cane. Unico appoggio è il figlio Marcus così faticosamente ritrovato dopo il divorzio dalla moglie.
[+]
Vinterberg torna là dove ha cominciato, da quel tema delicato quale gli abusi sui minori affrontato nel primo film: Festen. Se lì il fatto era accaduto realmente, qui si tratta di una fantasia di una bambina innamorata del suo maestro ma sentitasi respinta. Il risultato però è lo stesso: vite sconvolte, equilibri spezzati.
Il quarantenne maestro Lucas si vede da un giorno all'altro sconvolgere la sua vita da un'accusa di una delle sue alunne. Il piccolo paese dove vive lo addita come pedofilo, gli amici di una vita gli voltano le spalle, arrivando pure ad uccidergli il cane. Unico appoggio è il figlio Marcus così faticosamente ritrovato dopo il divorzio dalla moglie. La sua vita diventa un incubo e anche quando tutto sembra finito il finale a sorpresa ci dimostra che non è così.
Dopo l'ottimo esordio col succitato Festen, tra i massimi esempi di quel movimento cinematografico chiamato Dogma 95, il regista ha diretto una serie di film definibili minori. Con Il sospetto torna su quei livelli e sebbene non si possa più parlare di Dogma, tutto sommato i principi di quell'esperimento restano tutti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luca scial� »
[ - ] lascia un commento a luca scial� »
|
|
d'accordo? |
|
|