Il Sospetto

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Un film di Thomas Vinterberg. Con Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Susse Wold, Annika Wedderkopp, Lasse Fogelstrøm, Anne Louise Hassing.
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Titolo originale Jagten. Drammatico, durata 115 min. - Danimarca 2012. - Bim Distribuzione uscita giovedì 22 novembre 2012. MYMONETRO Il Sospetto * * * 1/2 - valutazione media: 3,67 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Anche gli adulti mentono Valutazione 4 stelle su cinque

di Zoom e Controzoom


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martedì 27 novembre 2012

Ci sono alcuni film che anche senza saperne la produzione, non si fa difficoltà a collocarli geograficamente, tanto è forte la loro caratterizzazione ad iniziare da quella cosa invisibile e presentissima che è l’atmosfera resa con immagini, colori e personaggi dalla fisionomia pregnante. Il cinema danese come l’inglese e quello francese, fortunatamente continuano a presentarsi con questa forte decisa personale caratterizzazione e per lo più sono supportati da soggetti impegnativi. “Il sospetto” nella sua drammaticità è un ritratto della socialità in uno dei suoi più biechi e bui aspetti, che mai riuscirà ad essere corretto, nonostante il progresso tecnologico che dà la possibilità a tutti di confrontarsi con tutti. Magistralmente e in un moto esponenziale, il racconto procede partendo da una piccolissima cosa, un piccolissimo elemento che via via porta tutti nel tunnel del sospetto, della distruzione di un simbolo.
Questo processo è costruito in modo preciso e avvalendosi come punto di partenza, di un piccolo episodio reale, che non racconta un episodio, ma così viene inteso. Nel sommarsi di definizioni che accrescono l’inesistente, la sceneggiatura non eccede ne sull’isterismo, ne sulla macchietta dei personaggi coinvolti nella vicenda, e questo crea l’angoscia da identificazione perché, un fatto del genere, potrebbe accadere a chiunque. Il volto solido come un muro di pietra di Mads Mikkelsen, dà la consistenza dell’impossibilità di uscire dalla situazione di sospetto, qualsiasi cosa si possa fare, anche la più semplice come quella di mettersi a disposizione affinchè le cose si chiariscono. Ma chi le può chiarire, sarà altrettanto fiducioso ? Sarà capace di neutralità  ?
I colori di una fotografia splendida e realmente tonale per i paesaggi del nord, mette ancor di più nella condizione di trovarsi nella realtà di una brutta favola che riflette una realtà che nulla concede alla soluzione fantastica. Tutto il racconto si snoda nel costante procedere di una storia scritta, anche la violenza fisica o i momenti di smoderatezza amicale, tutto inesorabile : ci si sente soffocare proprio per la mancanza di eccessi che ci salvino facendoci credere, usciti dal cinema, che la vita possa essere un’altra storia.
Eccellenti interpretazioni, nessuno escluso. Elemento che poteva essere evitato perché troppo prevedibile emotivamente è la fine dell’animale amato: è un eccesso che, scontato, distrae proprio perché dell’animale presente dall’inizio con insistenza, già s’intuisce che avrà quel ruolo preciso, mentre per le persone si può pensare che abbiano un guizzo, un ripensamento, una possibilità in più. Anche se si sa che non è così.
Emblematico inizialmente il finale: se poteva sembrare eccessivamente didattico nella scena del regalo iniziazione, è proprio quel primo non-finale che dice che “anche gli adulti mentono”. Solo così, con quel momento pacificatore reso con un’elissi temporale, perde significanza quello che poteva essere inteso il finale per eccellenza : l’entrata nel mondo degli adulti, del figlio di Lucas. Il regalo ad un ragazzo dall’aspetto ancora delicato e non incombentemente maschile come gli adulti uomini del nord, poteva essere inteso come l’esaltazione dell’inevitabile soccombere alla legge di terre inospitali dove gli uomini devono essere più feroci della natura. Ma non è così : il finale vero è quello con l’apoteosi inattesa del sospetto - e non il sospetto che qui si maschera per convenzionalismo da rinnovata amicizia - dove colui che continua a sospettare, a colpevolizzare e giudicare, con il sospetto mantiene la determinazione della vendetta, egli è colui che non compare, ma agisce e come il sospetto è inafferrabile. E così che si scopre che gli adulti mentono, e non solo i bambini.

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