marcocremona
|
mercoledì 12 settembre 2012
|
per me una sorpresa
|
|
|
|
Il film mi è piaciuto molto. La scuola sembra solo un pretesto per raccontare 3 storie, forse 4, solo apparentemente banali. Così così Scamarcio, supplente carico di buone intenzioni. Regge bene il confronto diretto con il superlativo Herlitzka e con la Buy ma poi si fa mettere in ombra dal primo studentello in erba. Ho l'impressione che sia sempre alla ricerca di una scena madre, un'inquadratura perfetta, una frase celebre in cui dare il meglio di se mentre nel resto appare svogliato, quasi insofferente. Mi è piaciuta la Buy, preside cinica e distaccata anche se, verso la fine, mi torna sui suoi soliti registri di donna nevrotica e depressa. Il valore aggiunto è Herlitzka, professore d'arte prossimo alla pensione (dalla vita?), che riempie il film d'ironico cinismo (si ride amarissimo): unica arma rimasta per combattere una solitudine che lo sta facendo uscire di senno.
[+]
Il film mi è piaciuto molto. La scuola sembra solo un pretesto per raccontare 3 storie, forse 4, solo apparentemente banali. Così così Scamarcio, supplente carico di buone intenzioni. Regge bene il confronto diretto con il superlativo Herlitzka e con la Buy ma poi si fa mettere in ombra dal primo studentello in erba. Ho l'impressione che sia sempre alla ricerca di una scena madre, un'inquadratura perfetta, una frase celebre in cui dare il meglio di se mentre nel resto appare svogliato, quasi insofferente. Mi è piaciuta la Buy, preside cinica e distaccata anche se, verso la fine, mi torna sui suoi soliti registri di donna nevrotica e depressa. Il valore aggiunto è Herlitzka, professore d'arte prossimo alla pensione (dalla vita?), che riempie il film d'ironico cinismo (si ride amarissimo): unica arma rimasta per combattere una solitudine che lo sta facendo uscire di senno. La solitudie e l'abbandono. Secondo me sono i due temi veramente centrali: i genitori sono assenti, scappati o addirittura morti; i professori non hanno una loro vita privata; non c'è amicizia fra i ragazzi. Una solitudine "bastarda" che ci allontana dai notri sogni, dal quotidiano e da tutto quello che ci sta intorno; non siamo più padroni del nostro corpo e dei nostri pensieri che lasciano inesorabilmente spazio a stupide ossessioni (la fotosintesi clorofilliana o una penna da restituire). Ognuno nel film ne è afflitto rendeno a volte il clima quasi surreale. Eppure basterebbe un amico, una mano tesa, un sorriso a farci tornare in equilibrio. E per qualcuno, nel film, questa mano arriva davvero.
[-]
[+] la scuola solo un pretesto?
(di angelo umana)
[ - ] la scuola solo un pretesto?
|
|
[+] lascia un commento a marcocremona »
[ - ] lascia un commento a marcocremona »
|
|
d'accordo? |
|
gecco
|
sabato 6 ottobre 2012
|
il rosso e il blu
|
|
|
|
Il cinico professore di storia dell'arte Fiorito (Herlitzka) ci racconta il suo liceo di periferia romano. Ormai vecchio e incattivito dai troppi anni di servizio, diffida totalmente delle capacità dei propri studenti e, rassegnato senza troppi sensi di colpa, si limita a fumare sigarette in classe o a ripetere controvoglia scostanti lezioni, magari davanti agli alunni sbagliati. Egli guarda con divertito compatimento Giovanni Prezioso (Scamarcio), uno di quei giovani supplenti al primo incarico spinti dalla voglia di costruire un rapporto sincero con i ragazzi, coinvolgendoli nelle lezioni e insegnando loro ad appassionarsi alla propria materia. Nel corso del film, tratto dall'omonimo libro di Marco Lodoli, si intrecciano le difficoltà personali degli studenti, che fanno da filo conduttore (e non da trama) alla storia; vengono così evitati luoghi comuni, che pensavo inderogabili, ad esempio su degrado e bullismo.
[+]
Il cinico professore di storia dell'arte Fiorito (Herlitzka) ci racconta il suo liceo di periferia romano. Ormai vecchio e incattivito dai troppi anni di servizio, diffida totalmente delle capacità dei propri studenti e, rassegnato senza troppi sensi di colpa, si limita a fumare sigarette in classe o a ripetere controvoglia scostanti lezioni, magari davanti agli alunni sbagliati. Egli guarda con divertito compatimento Giovanni Prezioso (Scamarcio), uno di quei giovani supplenti al primo incarico spinti dalla voglia di costruire un rapporto sincero con i ragazzi, coinvolgendoli nelle lezioni e insegnando loro ad appassionarsi alla propria materia. Nel corso del film, tratto dall'omonimo libro di Marco Lodoli, si intrecciano le difficoltà personali degli studenti, che fanno da filo conduttore (e non da trama) alla storia; vengono così evitati luoghi comuni, che pensavo inderogabili, ad esempio su degrado e bullismo. Piccioni riparte dalla scuola; un primo problema è senz'altro il rapporto tra insegnanti e studenti. “Occupatevi solo di ciò che accade tra le mura del liceo” dice la preside ( Buy) ai professori, ma più tardi si renderà conto lei stessa di questa insensata forzatura, scoprendosi in un atteggiamento quasi materno nei confronti dello sfortunato Brugnoli (bravissimo Davide Giordano!). Il film è così un atto di difesa alla scuola pubblica (afferma il regista, “essa va protetta, perché i giovani non hanno solo il diritto di studiare, ma anche di sperare nel futuro”) e insieme una richiesta di dialogo (che spesso cerchiamo), perché la penna rossa degli insegnanti e la nostra, quella blu, possano interagire e correggersi a vicenda.
[-]
[+] il rosso e il blu
(di siolet)
[ - ] il rosso e il blu
|
|
[+] lascia un commento a gecco »
[ - ] lascia un commento a gecco »
|
|
d'accordo? |
|
roberto de lellis
|
lunedì 24 settembre 2012
|
la bella scuola di piccioni
|
|
|
|
Lo dico subito: per me Il rosso e il blù, è un gran bel film. Ha un tono leggero, ma non è mai banale e retorico. E' quello che dovrebbe essere la commedia all'italiana d'oggi: capace di parlare di temi importanti, divertendo e a tratti commuovendo, senza troppi predicozzi morali. In fondo Quasi amici, non ha avuto le stesse qualità? Certo, qui la comicità è più sfumata - parlerei piuttosto d'ironia - ma l'effetto è altrettanto convincente.
La sceneggiatura e i dialoghi sono calibrati e la storia tiene senza sbavature e cali di ritmo. Lodoli, d'altronde, la scuola la conosce bene e si vede: il quadro è esatto nei minimi dettagli e la verosimiglianza è assicurata in ogni particolare.
[+]
Lo dico subito: per me Il rosso e il blù, è un gran bel film. Ha un tono leggero, ma non è mai banale e retorico. E' quello che dovrebbe essere la commedia all'italiana d'oggi: capace di parlare di temi importanti, divertendo e a tratti commuovendo, senza troppi predicozzi morali. In fondo Quasi amici, non ha avuto le stesse qualità? Certo, qui la comicità è più sfumata - parlerei piuttosto d'ironia - ma l'effetto è altrettanto convincente.
La sceneggiatura e i dialoghi sono calibrati e la storia tiene senza sbavature e cali di ritmo. Lodoli, d'altronde, la scuola la conosce bene e si vede: il quadro è esatto nei minimi dettagli e la verosimiglianza è assicurata in ogni particolare.
Si racconta un anno di scuola attraverso il filtro di tre personaggi principali e una classe. I tre in questione sono il professor Fiorito, colto e cinico professore di storia dell'arte; il giovane supplente d'italiano Prezioso e una preside, rigida e però partecipe alle vicende umane dei suoi allievi e al decadimento della sua scuola. Rigorosamente vestita da "vecchia" - come la definisce uno dei suoi allievi - con tristi camicette e maglioncini a V, è interpretata da una Margherita Buy che non sorprende, ma è assolutamente in parte. La sua vicenda s'intreccia con quella degli altri due colleghi, ma soprattutto con le sfortune di un allievo - Brugnoli (un toccante Davide Giordano) - malato e abbandonato da sua madre. Scamarcio - ormai una certezza nei ruoli seri - è un entusiasta supplente d'italiano, che ce la mette tutta per interessare la classe alle sue lezioni. Per lo slancio commetterà molte ingenuità, compreso un eccessivo coinvolgimento nelle vicende personali di una bella studentessa. Infine, l'altro filo della storia è tenuto dal professor Fiorito, un gigantesco Roberto Herlitzka, che recita la parte di un bislacco, cinico e colto professore di storia dell'arte. La sua interpretazione è la colonna vertebrale del film: è lui che illumina la sceneggiatura con lampi d'ironia, battute fulminanti e sguardi eloquenti. Il film va visto soprattutto per ammirare questo straordinario attore, così poco apprezzato dal nostro cinema. La comparsa di una sua ex allieva, da sempre affascinata dalla sua "aura", illumina la sua disillusione verso l'istituzione scolastica e lo fa sentire per la prima volta davvero utile. La classe, che punteggia l'intera storia, è ben tratteggiata, con la felice sorpresa di Silvia D'Amico nei panni di una sensuale "coatta" romana. Da vedere senza indugi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a roberto de lellis »
[ - ] lascia un commento a roberto de lellis »
|
|
d'accordo? |
|
pepito1948
|
martedì 25 settembre 2012
|
la scuola ed il mare
|
|
|
|
Continua a colpire la fantasia dei cineasti il fascino narrativo della scuola, con le sue dinamiche, i suoi spunti intergenerazionali, le storie disparate di studenti e professori alle prese con un’istituzione che cade a pezzi sotto i colpi di maglio di coloro che al massimo livello dovrebbero ottimizzarne la qualità, trattandosi di un irrinunciabile tramite tra l’oggi e il domani. E nella scuola ed il suo degrado, come è noto, si riflette la profonda crisi sociale ed in particolare quella umana dei suoi protagonisti, da una parte e dall’altra della cattedra –dove allignano delusioni, solitudini, abbandoni, incomprensioni, incertezze e quant’altro- ed è su questa verità che con diversi toni insiste tutta la filmografia “scolastica” non solo degli ultimi tempi.
[+]
Continua a colpire la fantasia dei cineasti il fascino narrativo della scuola, con le sue dinamiche, i suoi spunti intergenerazionali, le storie disparate di studenti e professori alle prese con un’istituzione che cade a pezzi sotto i colpi di maglio di coloro che al massimo livello dovrebbero ottimizzarne la qualità, trattandosi di un irrinunciabile tramite tra l’oggi e il domani. E nella scuola ed il suo degrado, come è noto, si riflette la profonda crisi sociale ed in particolare quella umana dei suoi protagonisti, da una parte e dall’altra della cattedra –dove allignano delusioni, solitudini, abbandoni, incomprensioni, incertezze e quant’altro- ed è su questa verità che con diversi toni insiste tutta la filmografia “scolastica” non solo degli ultimi tempi. In una scuola superiore di periferia diretta da Giuliana, preside immersa dalla testa ai piedi nel sistema chiuso e tendenzialmente refrattario ad ogni modifica significativa, tutto sembra cristallizzato nel solito tran tran quotidiano, nei piccoli e spesso ossessivi riti quotidiani, come un mare piatto che rifugge dal vento. Ma l’arrivo di un supplente portatore di nuove energie e di speranze innesca una reazione a catena che fa alzare il vento. Non una tempesta (come nell’Attimo fuggente) ma almeno un moto ondoso che increspa il mare ed influisce sulla navigazione, suggerendo nuove rotte. Ma in quei “tremila siepi” che è la vita, come ci insegna un atavico ed immortale metodo usato nelle valutazioni scolastiche, nessuno è perfetto ed è almeno rosso, mentre alcuni sono particolarmente portati all’errore, cioè al blu, con possibilità nel tempo di passare dall’una all’altra connotazione cromatica. E se si passa dai compiti scritti ai loro autori o correttori, possiamo sbizzarrirci a sottolinearne con il colore che ci sembra più appropriato il loro comportamento. Il vecchio professore disincantato, cinico, ferocemente nemico di ogni speranza di progresso dei ragazzi, cattivo per autodefinizione (“sono tutti da bocciare, ma io li promuovo tutti, così li distruggo”), avverso al mondo che ha perduto la bellezza, è blu notte, ma l’amore può sempre fare miracoli. Il professorino Prezioso, ancora malfermo per inesperienza e facile alle gaffes, è un rosso che scade nel blu per uno svarione marchiano. La bella preside, tendente al blu per la sua rigidità gestionale, si tinge di rosso quando la sua coscienza ultrablindata si sbriciola a contatto con uno studente abbandonato e pieno di problemi. Per la professoressa che non riesce a capire il processo di fotosintesi che dovrà insegnare ai suoi allievi è difficile se optare per il rosso perché di più la sua mente non può o per il blu in rapporto ai danni che la sua limitata competenza può arrecare agli studenti e quindi alla comunità. Certamente merita il rosso la studentessa oberata dai guai familiari che accetta il verdetto impietoso dei docenti, anche se qualcuno ha indebitamente calcato la mano. Questo per dire, come sembrano tratteggiare gli autori del film, che anche in un sistema a vocazione monolitica ed in crisi perenne come la scuola, le realtà umane che vi operano possono sussultare o addirittura sbloccare il timone se indotte da qualche significativo stimolo esterno. Nulla di rivoluzionario, ma l’occhio di Piccioni segue i protagonisti con rispettosa attenzione dentro la scuola per poi pedinarli anche fuori, dove il mondo è più complicato, svelando così drammi, problematiche, difficoltà che dànno un senso a ciò che tra le mura di un’istituzione irreggimentata spesso non appare. Buio e luce, rosso e blu si alternano, si combinano, si smussano, si amplificano in un divenire tumultuoso, anche se sembrano placarsi tra i banchi, le cattedre e le sale riunioni. Centrale e preponderante (non per niente voce narrante) è la figura-simbolo del professor Fiorito, il decano che, ormai ai limiti del degrado personale, ritrova in un impeto di vitalità la voglia di replicare agli allibiti studenti la più bella lezione di storia dell’arte della sua lunga vita professionale, impersonato da un eccezionale Herlitzka, che riproduce mutatis mutandis il personaggio beffardo e cialtrone di Bella Addormentata. Accettabili per una volta la Buy e Scamarcio, che hanno ritoccato in meglio la propria capacità interpretativa, rasentando la sufficienza. Interessante.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a pepito1948 »
[ - ] lascia un commento a pepito1948 »
|
|
d'accordo? |
|
spike
|
giovedì 25 ottobre 2012
|
siamo sulla buona strada
|
|
|
|
Buon film. Ottimi tutti gli attori ma menzione d'onore a Herlitzka che porta sullo schermo un professore tanto divertente quanto cinico. Qualche luogo comune ma il messaggio che ho colto lo condivido pienamente: i ragazzi sono il frutto di questa società, puntare in alto per i prof. è un dovere per risvegliare le giovani menti (che sono meglio di quanto appaiano).
|
|
[+] lascia un commento a spike »
[ - ] lascia un commento a spike »
|
|
d'accordo? |
|
trammina93
|
mercoledì 9 luglio 2014
|
diciamo tre stelle e mezzo
|
|
|
|
Sono stata indecisa fino all'ultimo se dargli tre o quattro stelle. Non mi sento di dire nè che è un film da quattro stelle, che si danno a film di alta qualirtà, nè da tre perchè i film da tre stelle sono più mediocri. Così diciamo tre stelle e mezzo, la verità sta sempre nel mezzo. Premetto che già il film è partito vantaggiato a fare breccia nel mio cuore da quando ho saputo che era ambientato a scuola. Ho amato tantissimo I liceali, quindi l'ambientazione scolastica mi ha riportato un pò a quelle situazioni della mia amata serie che tanto mi manca. Il film mescola storie di studenti a storie degli insegnanti e tratta del modo di rapportarsi degli uni con gli altri.
[+]
Sono stata indecisa fino all'ultimo se dargli tre o quattro stelle. Non mi sento di dire nè che è un film da quattro stelle, che si danno a film di alta qualirtà, nè da tre perchè i film da tre stelle sono più mediocri. Così diciamo tre stelle e mezzo, la verità sta sempre nel mezzo. Premetto che già il film è partito vantaggiato a fare breccia nel mio cuore da quando ho saputo che era ambientato a scuola. Ho amato tantissimo I liceali, quindi l'ambientazione scolastica mi ha riportato un pò a quelle situazioni della mia amata serie che tanto mi manca. Il film mescola storie di studenti a storie degli insegnanti e tratta del modo di rapportarsi degli uni con gli altri. Roberto Herlitzka che interpreta il professore di storia dell'arte mi è piaciuto più di tutti col suo modo di fare strano, il suo essere stravagante, col suo trattare male tutti per la poca fiducia nelle nuove generazioni. Del tutto opposto è il professor Prezioso interpretato da Scamarcio, che non è anziano come lui ma giovane quindi è pieno di vitalità, di entusiasmo, fiducia e speranza per le future generazioni. Eppure paradossalmente sul finire si scambieranno i ruoli: il professore di storia dell'arte riuscirà a credere di più nei giovani e trovare entusiasmo nelle sue spiegazioni grazie ad una vecchia alunna con cui riallaccia i rapporti mentre il professor Prezioso, per tutto il film alle prese con Angela Mordini, finirà per bocciarla perchè non crede alla sua storia disastrata che in realtà è vera e ciò lo farà rimanere amareggiato. E' come se le storie di questi due insegnanti fossero due binari separati per come sono differenti, per poi intrecciarsi scoprendosi più simili di quanto non sembrino, tant'è che nascerà tra i due un rapporto di stima, di confidenza, cosa del tutto inusuale visto il caratteraccio del professore d'arte. Non solo i professori sono al centro del film ma anche la preside della scuola interpretata dalla sempre perfetta Margherita Buy che ha sempre quell'aria persa, svampita che ti fa sorridere, qui oltretutto vuole fare la fredda, distaccata, professionale ma poi sotto sotto ha un gran cuore e finisce per affezionarsi al ragazzino scoperto a dormire in palestra a scuola e di cui si prenderà cura. Oltre ai disagi della pupilla del professor Prezioso, Angela Mordini e del ragazzo di cui si prende cura la preside, si parla molto del disagio di uno studente extracomunitario che si innamora di una ragazza rumena che finirà per portargli solo guai e la sua storia finirà in una tragedia. Il film quindi alterna scene divertenti a momenti di tristezza, malinconia, tragedia facendone un buon cocktail. Molto simpatica anche la scena dopo i titoli di coda con Prezioso che ritrova la penna. Probabilmente ciò che non fa decollare il film ad alti livelli è la mancanza di qualche storia in più, altrimenti non ci sarebbe stato niente da dire, anche perchè le varie storie sono state trattate con serietà e non con banalità da film per quattordicenni.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a trammina93 »
[ - ] lascia un commento a trammina93 »
|
|
d'accordo? |
|
phileas fogg
|
giovedì 15 novembre 2012
|
riuscito a metà
|
|
|
|
Anche stavolta Giuseppe Piccioni manca l'occasione, così come gli era successo con Giulia non esce la sera. Il film è girato bene, la storia ha delle intuizioni interessantissime, alcuni personaggi (in particolare il professor Fiorito) sono proprio belli, i finali aperti (nel senso che non si chiude nemmeno una delle storie di cui si parla, ci possono pure stare. Ma gli manca qualcosa per decollare.
|
|
[+] lascia un commento a phileas fogg »
[ - ] lascia un commento a phileas fogg »
|
|
d'accordo? |
|
gabrisaltgr
|
lunedì 18 agosto 2014
|
il desiderio d'amore espresso con la scuola
|
|
|
|
Film veramente vivo, eccezionale, reale. Attraverso la bravura degli attori, il regista è riuscito a spiegare e a far apprezzare i risvolti più insidiosi e bui della scuola italiana. Una scuola che nonostante i mille problemi e difficoltà VIVE. La classe più giovane degli insegnanti vorrebbe cambiare, ma alla fine si ritrova a dover accettare la dura realtà. Gli studenti, però, fanno sì che questo mestiere sia il più bello del mondo. Attraverso i loro dubbi, problemi, preoccupazioni, desideri, frustrazioni, gli educatori crescono e fanno crescere la scuola. Bellissima la scena finale della classe vuota, come a dire che comunque gli studenti sono solo ombre passeggere, attimi di vita che torneranno, con altri volti, ad incantare ed affascinare altre generazioni.
[+]
Film veramente vivo, eccezionale, reale. Attraverso la bravura degli attori, il regista è riuscito a spiegare e a far apprezzare i risvolti più insidiosi e bui della scuola italiana. Una scuola che nonostante i mille problemi e difficoltà VIVE. La classe più giovane degli insegnanti vorrebbe cambiare, ma alla fine si ritrova a dover accettare la dura realtà. Gli studenti, però, fanno sì che questo mestiere sia il più bello del mondo. Attraverso i loro dubbi, problemi, preoccupazioni, desideri, frustrazioni, gli educatori crescono e fanno crescere la scuola. Bellissima la scena finale della classe vuota, come a dire che comunque gli studenti sono solo ombre passeggere, attimi di vita che torneranno, con altri volti, ad incantare ed affascinare altre generazioni. Un professore passa, così come passano gli alunni, ma di lui riesci comunque a portarti un ricordo se è stato capace, anche solo per un momento, di insegnarti quello che sapeva e quello che si portava nel cuore. Il desiderio ricorrente nel film di essere amati, riflette i problemi della scuola. Quel posto magico che ci forma, ci crea, ci modella, ci fa diventare uomini e nel contempo ci fa restare bambini. Cerchiamo di amare un po' di più questa scuola e soprattutto avere consapevolezza di noi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gabrisaltgr »
[ - ] lascia un commento a gabrisaltgr »
|
|
d'accordo? |
|
ralphscott
|
domenica 7 ottobre 2012
|
il tocco di piccioni
|
|
|
|
Due insegnanti ed un preside. Due alunni ed una ex alunna. Tre rapporti contrastati. La preside scopre di provare affetto materno per uno studente malato e solo,tanto solo che é la madre,mai in scena,a dipendere completamente dalle cure del figlio. Il giovane supplente prende a cuore l'alunna più attraente,travisandone i comportamenti. Quest'anima semplice si assenta a lungo,e quando corre fuori dall'aula é per andar incontro ad un aitante e giovane uomo,ma nulla é come appare. Il personaggio più colorito,divertente ed estremo é lo storico dell'arte,decano disilluso della scuola. Una telefonata da un lontano passato saprà riportarlo a credere,almeno temporaneamente,alla bellezza della vita.
[+]
Due insegnanti ed un preside. Due alunni ed una ex alunna. Tre rapporti contrastati. La preside scopre di provare affetto materno per uno studente malato e solo,tanto solo che é la madre,mai in scena,a dipendere completamente dalle cure del figlio. Il giovane supplente prende a cuore l'alunna più attraente,travisandone i comportamenti. Quest'anima semplice si assenta a lungo,e quando corre fuori dall'aula é per andar incontro ad un aitante e giovane uomo,ma nulla é come appare. Il personaggio più colorito,divertente ed estremo é lo storico dell'arte,decano disilluso della scuola. Una telefonata da un lontano passato saprà riportarlo a credere,almeno temporaneamente,alla bellezza della vita. Tre storie raccontate con delicatezza,cercando l'essenza dei rapporti umani e trovando,quasi senza cercarla,una morale etica dei suoi personaggi. Ancora una volta questo é G. Piccioni
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ralphscott »
[ - ] lascia un commento a ralphscott »
|
|
d'accordo? |
|
venarte
|
martedì 16 ottobre 2012
|
la scuola secondo i prof
|
|
|
|
La scuola, con l’ansia per le interrogazioni e i chili di compiti da svolgere a casa, non credo che sia mai stata apprezzata nè dagli studenti di ieri né tanto meno da quelli di oggi. Quando però gli anni passano e ci si guarda indietro, i bei ricordi affiorano e ci si accorge che quella quotidianità, fatta di voti belli e brutti, di ingegnosi metodi per copiare e del suono della campanella percepito come un inno alla gioia, ci accompagnerà per tutta la vita tra flashback e rimpianti.
[+]
La scuola, con l’ansia per le interrogazioni e i chili di compiti da svolgere a casa, non credo che sia mai stata apprezzata nè dagli studenti di ieri né tanto meno da quelli di oggi. Quando però gli anni passano e ci si guarda indietro, i bei ricordi affiorano e ci si accorge che quella quotidianità, fatta di voti belli e brutti, di ingegnosi metodi per copiare e del suono della campanella percepito come un inno alla gioia, ci accompagnerà per tutta la vita tra flashback e rimpianti.
E per i professori, invece, cos’è la scuola? A questo quesito risponde obiettivamente il regista Giuseppe Piccioni con il suo riuscito film Il rosso e il blu.
Nella pellicola, attraverso il confronto tra due insegnanti, vengono messi in evidenza due distinti e diametralmente opposti approcci sia nei confronti della scuola in genere, che nei riguardi degli studenti. È forte la contrapposizione tra il giovane supplente Prezioso (Riccardo Scamarcio) e il vetusto professor Fiorito di storia dell’arte, interpretato da un disincantato e superlativo Roberto Herlitzka. Se il primo, infatti, ha un rapporto più umano con gli studenti, cercando di far accendere in loro quella scintilla di passione verso lo studio, il secondo docente è totalmente sfiduciato nei confronti dei suoi allievi. Convinto che i suoi alunni non siano capaci di imparare un beneamato nulla, l’anziano insegnante usa un linguaggio forbito nelle spiegazioni, ostenta infatti una sapienza colta e raffinata, cercando di innalzare una barriera tra sé e i suoi studenti e scoraggiando ogni loro aspirazione. C’è poi la sempre brava Margherita Buy nelle vesti della preside d’istituto, diplomatica nei consigli di classe e scrupolosa nel far rispettare la legalità nell’interno della sua scuola e nella sua vita.
Il film mostra, inoltre, anche la scarsità di risorse della scuola italiana: divertente è la scena della lotta tra diversi docenti per accaparrarsi una sedia. Fa riflettere, invece, la mancanza di competenza del personale scolastico riguardo all’utilizzo degli ausili tecnici come proiettori e lavagne elettroniche.
Insomma, Il rosso e il blu è un film che porta, finalmente in primo piano, il punto di vista degli insegnanti, i quali, volenti o nolenti, impartiscono ai propri allievi il supremo insegnamento: “la scuola è (nonostante tutto) maestra di vita”.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a venarte »
[ - ] lascia un commento a venarte »
|
|
d'accordo? |
|
|