Argo |
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Un film di Ben Affleck.
Con Ben Affleck, Bryan Cranston, Alan Arkin, John Goodman, Victor Garber.
continua»
Titolo originale Argo.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 120 min.
- USA 2012.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 8 novembre 2012.
MYMONETRO
Argo
valutazione media:
3,54
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tragedia USA
di Roberto Escobar L'Espresso
La storia inizia come farsa e termina come tragedia, dice il produttore hollywoodiano Lester Siegel (Alan Arkin) al costumista e truccatore John Chambers (John Goodman), mentre finisce "Argo" (Usa, 2012, 120'). Siamo nel 1979, nei mesi dell'assalto all'ambasciata Usa di Teheran. D'accordo con Tony Mendez (Ben Affleck), agente della Cia, i due hanno finto di " a girare un film, una brutta copia di "Star Wars", ambientato in Iran e intitolato appunto "Argo". Poi, fingendosi anch'egli uomo di cinema, e beffando la polizia di Khomeini, Mendez ha riportato in patria sei americani nascosti nell'ambasciata canadese. E ora certo non conta che Siegel citi a rovescio Marx, Karl o Groucho che sia. Conta che i due sono certi d'averla fatta, la storia. Sulla base d'un fatto accaduto, Affleck e lo sceneggiatore Chris Terrio raccontano come il cinema salvi gli Stati Uniti. L'affermazione va presa sul serio. In Medio Oriente la politica americana è messa peggio della scritta Hollywood che campeggia sulle colline vicino agli studios. La regia la mostra per metà rovinata a terra, quella scritta famosa. Eppure, per quanto pulluli di mentitori e gaglioffi, nella crisi iraniana d'allora l'industria dello spettacolo è l'unica risorsa su cui gli Usa possano contare. Ed è una risorsa capace di far sognare anche un rivoluzionario islamista. A dimostrarlo, basta il mutamento d'umore dei miliziani cui Mendez regala qualche disegno tratto dallo storyboard del "film". Integri nella fede e saldi nel risentimento contro il Satana Usa, di colpo quegli uomini barbuti sorridono come adolescenti, e lasciano che l'agente e gli altri prendano un volo per il Canada. Hollywood salva gli Stati Uniti, dunque. E fin qui Affleck racconta (bene) un thriller a lieto fine. Ma c'è dell'altro, nel suo film, e senza lieto fine. Prima di Khomeini, ricorda all'inizio la sceneggiatura, l'Iran viene governato da Mohammad Reza Pahlavi e dai suoi torturatori dopo che un colpo di Stato ha esautorato il presidente Mohammad Mossadeq, reo d'aver nazionalizzato il petrolio. Questo, suggeriscono Affleck e Terrio, spiega l'odio contro gli americani. E contro quest'odio si trova a "combattere" Hollywood. Intanto, aggiungono, in Afghanistan gli Usa cominciano a sostenere i talebani contro l'invasione sovietica. Insomma, e per dirla con Siegel e Chambers, che inizi o non inizi con una farsa, questa storia finirà in tragedia.
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