emmep
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martedì 28 febbraio 2012
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troppo poco... fluido, originale, credibile.
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Quando la storia non offre spunti particolarmenti originali ci si aspetta almeno una realizzazione tecnica di alto livello! Ma neanche questo avviene in Knockout.
La storia è appunto la classica "vendetta" del "super professionista" (l'originalità sta nel fatto che sia una donna) che viene incastrato dai propri mandanti e datori di lavoro, priva però di approfondimenti o risvolti originali (emblematica una scena in cui la protagonista insegue un "cattivo" per mezza Barcellona, a suo dire, perchè non le piace lasciare le cose a metà, quando in realtà a conclusione dell'inseguimento gli da solo un po' di botte!insomma siamo lontani da un "algido professionista calcolatore".
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Quando la storia non offre spunti particolarmenti originali ci si aspetta almeno una realizzazione tecnica di alto livello! Ma neanche questo avviene in Knockout.
La storia è appunto la classica "vendetta" del "super professionista" (l'originalità sta nel fatto che sia una donna) che viene incastrato dai propri mandanti e datori di lavoro, priva però di approfondimenti o risvolti originali (emblematica una scena in cui la protagonista insegue un "cattivo" per mezza Barcellona, a suo dire, perchè non le piace lasciare le cose a metà, quando in realtà a conclusione dell'inseguimento gli da solo un po' di botte!insomma siamo lontani da un "algido professionista calcolatore"... ma neanche abbiamo un personaggio dai risvolti particolarmente umani!)
La realizzazione è un po' lenta e frammentata (in alcune scene di lotta sembra che il montaggio non sia stato in grado di andare dietro ai movimenti della protagonista). La Carano si muove con disinvoltura nelle scene di azione, ma le sue espressioni sorridenti o ironiche sembra che vengano messe un po' casualmente all'interno delle sequenze.
Gli altri personaggi vengono tracciati con una certa superficialità ed inconsistenza.
Complessivamente si poteva fare molto meglio!
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hidalgo
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martedì 28 febbraio 2012
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spettatori knockout
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Il solito film d'azione, con la solita trama e le solite scene ma con qualcosa in... meno del solito. Knockout è fiacco, prevedibile e fatto male. Il ritmo è troppo lento per un film che dovrebbe/vorrebbe essere d'azione, le poche e brevi scene di combattimento sembrano amatoriali, le musiche - quando ci sono - non c'entrano niente con ciò che si sta vedendo sullo schermo. Difficile capire il perchè di tanto entusiasmo intorno a questo film. Il cast è di primisssimo ordine, ma nessuno degli attori sembra credere veramente in quello che fa, eccezion fatta per la versione femminile di Van Damme, una Gina Carano che ce la mette tutta, randella tutti con convinzione, ma che non può da sola alzare il livello di un prodotto assai mediocre e noioso.
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Il solito film d'azione, con la solita trama e le solite scene ma con qualcosa in... meno del solito. Knockout è fiacco, prevedibile e fatto male. Il ritmo è troppo lento per un film che dovrebbe/vorrebbe essere d'azione, le poche e brevi scene di combattimento sembrano amatoriali, le musiche - quando ci sono - non c'entrano niente con ciò che si sta vedendo sullo schermo. Difficile capire il perchè di tanto entusiasmo intorno a questo film. Il cast è di primisssimo ordine, ma nessuno degli attori sembra credere veramente in quello che fa, eccezion fatta per la versione femminile di Van Damme, una Gina Carano che ce la mette tutta, randella tutti con convinzione, ma che non può da sola alzare il livello di un prodotto assai mediocre e noioso. Non è nemmeno un B movie, perchè i B movie hanno un loro perchè e un loro fascino; questo è proprio un film sbagliato dalla testa ai piedi. Il fatto che il regista si chiami Steven Soderbergh è un'aggravante di cui tenere conto. Da lui, nessuno si poteva aspettare un film del genere. Alla fine, gli unici a finire Knockout sono gli spettatori.
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eduardo
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domenica 26 febbraio 2012
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puro esercizio di stile
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Knockout - Resa dei conti, ultimo film di Steven Soderbergh, appare al contempo un puro esercizio di stile ed è una pellicola che lascia il tempo che trova non rimanendo assolutamente nella memoria dello spettatote.
Il problema, a mio avviso, risiede semplicemente nella macroscopica pochezza del soggetto ed ancor più della sceneggiatura, che ripercorre stereotipi e trame trite e ritrite che non hanno più alcuna presa. A sorreggere tutta la baracca è soltanto la regia di Soderbergh, che consente alla prima metà della storia di rimanare a galla prima di rovinarsi gradualmente ed inevitabilmente per terminare naufragando in un finale banale che vanifica le qualità direttive dell' autore, per altro molto apprezzato per Ocean's eleven, Erin Brockovich - Forte come la verità e soprattutto per Traffic con il quale aveva vinto l' oscar.
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Knockout - Resa dei conti, ultimo film di Steven Soderbergh, appare al contempo un puro esercizio di stile ed è una pellicola che lascia il tempo che trova non rimanendo assolutamente nella memoria dello spettatote.
Il problema, a mio avviso, risiede semplicemente nella macroscopica pochezza del soggetto ed ancor più della sceneggiatura, che ripercorre stereotipi e trame trite e ritrite che non hanno più alcuna presa. A sorreggere tutta la baracca è soltanto la regia di Soderbergh, che consente alla prima metà della storia di rimanare a galla prima di rovinarsi gradualmente ed inevitabilmente per terminare naufragando in un finale banale che vanifica le qualità direttive dell' autore, per altro molto apprezzato per Ocean's eleven, Erin Brockovich - Forte come la verità e soprattutto per Traffic con il quale aveva vinto l' oscar. La poca espressività e bravura dell' attrice protagonista Gina Carano (che attrice non è bensi' lottatrice di arti marziali), contribuiscono al fallimento generale di questo action-move. Infatti i suoi avvincenti e realistici combattimenti non bastano per farle meritare la sufficienza.
Inutili le presenze di Douglas, Banderas e Mc Gregor; godibile la prova di Fassbander che viene favorita dal buon concepimento della sua parte all' interno di una trama che al di là di questi particolari non riesce a guadagnare meriti.
In sintesi credo che il tentativo di questo regista di rivisitare un "uno contro tutti", facendo rivivere atmosfere e situazioni di bondiana memoria (il ritmo lento ricorda un pò i primi 007), o più in generale del cinema di spionaggio, e rinunciando forse volutamente a più originali sceneggiature, non sia affatto riuscito.
Spero che in futuro Soderbergh riesca a scegliere script ed idee migliori per mostrare al pubblico la sua indubbia arte registica, anche se ha dichiarato che non girerà più film di questo genere.
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peninsula.eu
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domenica 4 marzo 2012
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viva gina carano!
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L’ennesima occasione mancata per il povero Steven Soderbergh che, nonostante l’impegno encomiabile, proprio non ce la fa a diventare "autore". Sulla carta l’idea era brillante, forse addirittura geniale: ribaltare il genere azione/spionaggio in chiave "seria" - cioè, senza scadere in commedia o parodia - affidando a una donna il ruolo principale (un po' quel che fecero Ridley Scott e James Cameron con Sigourney Weaver nei primi due "Alien", rivoluzionando la fantascienza). Purtroppo, Soderbergh inciampa su una trama contorta quando non incongruente e, soprattutto, su uno stronzissimo finale tronco che si può spiegare solo con l’improvviso decesso dello sceneggiatore e il simultaneo esaurimento del budget per sostituirlo in corso d’opera.
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L’ennesima occasione mancata per il povero Steven Soderbergh che, nonostante l’impegno encomiabile, proprio non ce la fa a diventare "autore". Sulla carta l’idea era brillante, forse addirittura geniale: ribaltare il genere azione/spionaggio in chiave "seria" - cioè, senza scadere in commedia o parodia - affidando a una donna il ruolo principale (un po' quel che fecero Ridley Scott e James Cameron con Sigourney Weaver nei primi due "Alien", rivoluzionando la fantascienza). Purtroppo, Soderbergh inciampa su una trama contorta quando non incongruente e, soprattutto, su uno stronzissimo finale tronco che si può spiegare solo con l’improvviso decesso dello sceneggiatore e il simultaneo esaurimento del budget per sostituirlo in corso d’opera. Cast di lusso sprecato (Michael Douglas, Ewan McGregor, Antonio Banderas, Michael Fassbender). A caldo, un parere personalissimo sulla seducente protagonista Gina Carano, ex campionessa di arti marziali, dotata di un sex appeal che al cinema non si vedeva da tempo, sintesi sublime di avvenenza, sensualità, magnetismo e doti atletiche, in grado di radere al suolo tutte le divette da profumeria degli ultimi dieci anni, da sola vale il film. VOTO: 6- (GINA CARANO: 10)
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giacomogabrielli
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giovedì 15 marzo 2012
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cazzotti di stile. ***
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Dopo il bellissimo 'Contagion', il regista più imprevedibile che ci sia è tornato. Raffinato action 'd'autore' che concilia bene scene al cardiopalma con lunghe sequenze dialogate. Ben coreografate le scene di lotta, immortalate con incredibili quanto soffici e puliti movimenti di macchina. Un film 'alla Bourne', apparentemente con un filo logico ma che, se lo si osserva con attenzione, non è niente di più che un esercizio di stile venuto bene. Infatti non presenta una storia compiuta, che inizia o finisce, ma bensì solo un sacco di personaggi ben caratterizzati, tutti all'inseguimento di un'agente in fuga dai guai che tra un cazzotto e l'altro riesce a cavarsela.
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Dopo il bellissimo 'Contagion', il regista più imprevedibile che ci sia è tornato. Raffinato action 'd'autore' che concilia bene scene al cardiopalma con lunghe sequenze dialogate. Ben coreografate le scene di lotta, immortalate con incredibili quanto soffici e puliti movimenti di macchina. Un film 'alla Bourne', apparentemente con un filo logico ma che, se lo si osserva con attenzione, non è niente di più che un esercizio di stile venuto bene. Infatti non presenta una storia compiuta, che inizia o finisce, ma bensì solo un sacco di personaggi ben caratterizzati, tutti all'inseguimento di un'agente in fuga dai guai che tra un cazzotto e l'altro riesce a cavarsela. Nel complesso è un film assolutamente scorrevole, unico e che vanta un cast importante sfruttato bene, tra cui spiccano Michael Douglas e Ewan McGregor. Bella la fotografia 'alla Soderbergh' (questo regista nei suoi film è al contempo anche il direttore della fotografia, ma sotto un altro nome), i movimenti di macchina e brava Gina Carano, qui cazzuta come non mai. CAZZOTTI DI STILE ***
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francescoambrosino
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lunedì 19 marzo 2012
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knockout: steven, perché lo hai fatto?
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Prima di recensire questo film devo fare una premessa: Steven Soderbergh è il mio regista preferito. Di conseguenza, mi aspetto sempre molto da lui, e devo dire che non mi ha mai deluso. Ha realizzato film meravigliosi, ma nel suo ultimo lavoro, Knockout - Resa dei conti, ho potuto apprezzare solo la maestria con la quale lo ha diretto. Infatti, nonostante la trama consentisse la realizzazione di scene dall'elevato potenziale pirotecnico, lui ha scelto una regia più asciutta, senza fronzoli, moderna.
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Prima di recensire questo film devo fare una premessa: Steven Soderbergh è il mio regista preferito. Di conseguenza, mi aspetto sempre molto da lui, e devo dire che non mi ha mai deluso. Ha realizzato film meravigliosi, ma nel suo ultimo lavoro, Knockout - Resa dei conti, ho potuto apprezzare solo la maestria con la quale lo ha diretto. Infatti, nonostante la trama consentisse la realizzazione di scene dall'elevato potenziale pirotecnico, lui ha scelto una regia più asciutta, senza fronzoli, moderna. In effetti, le scene di lotta non contengono evoluzioni stile Matrix, ma solo le sane e vecchie scazzottate. Combattimenti violenti, nei quali però si finisce per morire senza, incredibilmente, perdere una sola goccia di sangue. A metà strada tra 007 e Kill Bill, il film racconta le vicende di Mallory Kane, agente segreto tradito in cerca di vendetta. Apprezzabile, e azzeccata, la scelta della protagonista, Gina Carano, campionessa di Muay Thai e di Arti Marziali Miste, alla sua prima prova da attrice. Nonostante la mancanza di esperienze precedenti di recitazioni, Gina riesce a conferire autenticità al personaggio, soprattutto, come ci si aspetta, nelle scene di lotta. Knockout è un film che lascia indifferenti, che vedi e dimentichi nel giro di pochi giorni. Ed è un peccato, se pensi che dietro alla macchina da presa c'è lo stesso regista di Sesso, Bugie & Videotape, Traffic, Erin Brockovich, la saga di Ocean's, Solaris e tanti altri capolavori. Un regista capace di attraversare i generi sempre con efficacia, di passare da Mega Produzioni Hollywoodiane a piccoli film indipendenti con attori non professionisti(vedi Bubble, nda). Insomma, Knockout è uno di quei film che, tra qualche anno, nessuno citerà mai nella filmografia di questo grande regista.
P.S.: perché Banderas e Douglas non sono doppiati da Pannofino e Giannini? Questo è un altro elemento negativo del film.
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giorpost
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martedì 30 luglio 2013
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quando soderbergh sperimenta non centra il target
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Abbiamo conosciuto Soderbergh soprattutto per la trilogia della rapina nel franchise “Ocean’s” dove ha diretto dei cast stellari puntando sull’ ironia, ma anche per il fresco esordio di “Sesso, bugie e videotape”, ovvero prodotti piacevoli, buoni per la capatina in sala. Ma quando il regista si è cimentato in situazioni diverse, si sono visti tutti i suoi limiti come, un esempio su tutti, nel film “Solaris” dove il regista cercò disperatamente di ricreare atmosfere in stile “2001: Odissea nello spazio” senza riuscirci nemmeno lontanamente. Ora, senza per questo stroncare il suo lavoro, non si può negare che Soderbergh sia un tantino sopravvalutato e goda di troppa fiducia dalle parti di Hollywood presso la quale non esitano un attimo a concedergli budget altissimi; detto questo, voglio soffermarmi su questo film che ha degli evidenti buchi nella sceneggiatura, un montaggio a dir poco imbarazzante, una fotografia scarna (tranne che per le scene in albergo con Fassbender che emana luce propria) e sembra solo l’ ennesimo sfoggio di fuoriclasse che, in questo caso, sembrano pure un po’ svogliati.
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Abbiamo conosciuto Soderbergh soprattutto per la trilogia della rapina nel franchise “Ocean’s” dove ha diretto dei cast stellari puntando sull’ ironia, ma anche per il fresco esordio di “Sesso, bugie e videotape”, ovvero prodotti piacevoli, buoni per la capatina in sala. Ma quando il regista si è cimentato in situazioni diverse, si sono visti tutti i suoi limiti come, un esempio su tutti, nel film “Solaris” dove il regista cercò disperatamente di ricreare atmosfere in stile “2001: Odissea nello spazio” senza riuscirci nemmeno lontanamente. Ora, senza per questo stroncare il suo lavoro, non si può negare che Soderbergh sia un tantino sopravvalutato e goda di troppa fiducia dalle parti di Hollywood presso la quale non esitano un attimo a concedergli budget altissimi; detto questo, voglio soffermarmi su questo film che ha degli evidenti buchi nella sceneggiatura, un montaggio a dir poco imbarazzante, una fotografia scarna (tranne che per le scene in albergo con Fassbender che emana luce propria) e sembra solo l’ ennesimo sfoggio di fuoriclasse che, in questo caso, sembrano pure un po’ svogliati. Douglas non è certo ai massimi livelli (lasciamo stare il fatto che il film è stato girato in un periodo difficile di salute per Michael, in realtà la resa di un attore dipende molto dalla bravura di chi sta dietro la macchina); Banderas si nasconde dietro una barba che dovrebbe facilitarne la caratterizzazione di un personaggio ambiguo ma che, in realtà, finisce per ridicolizzarlo; McGregor sembra addirittura un attore all’ esordio e non voglio esagerare sulla protagonista del film, tale Gina Carano, che a mio modesto modo di vedere non è in grado di recitare ad alti livelli e non è neanche un gran che come performer di arti marziali (ancor meno poi, se diretta in malo modo come in questo caso).
Dicevamo di Fassbender, l’ unica nota positiva di questo film il quale altro non è che una pellicola fatta di attesa: si aspetta da un momento all’ altro la svolta che puntualmente non arriva. Un film dalle buone premesse ma che utilizza in modo orrendo i flashback (oramai un must nel Cinema di oggi) e che non sfrutta il materiale umano a disposizione. Un lavoro inutile, un’ accozzaglia di attori messi insieme tanto per fare, una sceneggiatura scritta in 5 minuti da Lem Dobbs che ha dimenticato di far combattere la protagonista-guerriera col padre, visto che in 1 ora e mezza di girato la nostra eroina si cimenta nella lotta con ben 5 diversi malcapitati, manco fossero i vari mostri di un videogame per salire di livello.
Insomma Steven farebbe meglio a concentrarsi sulle commedie e dovrebbe cercare di scoprire qualche attore giovane, non cimentarsi in cose che non ha neanche studiato. Fare un film incentrato sulle arti marziali richiederebbe almeno un ritmo diverso, stacchi anticipati o ritardati, un pizzico di slow motion, inquadrature da angolazioni vertiginose, l’ aver visto almeno una volta Bruce Lee in azione o, se proprio non piace l’ articolo, sarebbe bastato un colpo di telefono a Zhang Yimou.
Un film davvero deludente, spero di non ferire i fans del regista e sceneggiatore americano.
Voto: 5 (di solidarietà).
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fabio
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domenica 17 marzo 2019
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puro film d'azione
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Carente a livello di sceneggiatura, si affida alla indubbia presenza scenica della protagonista. Il risultato è un onesto film d'azione con alcuni punti deboli: trama poco avvincente e dialoghi scarni.
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dydluca
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lunedì 19 marzo 2012
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si può guardare....
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Volevo dare due stelle e mezzo ma non si può.....e quindi,tra due e tre scelgo le tre perchè,tuttosommato,non mi ha(stranamente)annoiato.
Non amo il genere,troppo spesso complicato e volutamente labirintico:cia,fbi,spio e controspionaggio e così via...si solito mi portano al mal di testa;ma avevo il solito biglietto,la testa vuota ed ero sereno e forse questo ha agevolato il mio approccio.
Stranamente la sala era pure abbastanza piena...
Come sempre nn parlo della storia,aggiungo solo qualche nota di colore(personale).
Il film (si)regge soprattutto(solo?)grazie al regista....sì perchè,nonostante i nomi altosonanti del cast fanno parti marginali ed è tutto sulle spalle della protagonista.
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Volevo dare due stelle e mezzo ma non si può.....e quindi,tra due e tre scelgo le tre perchè,tuttosommato,non mi ha(stranamente)annoiato.
Non amo il genere,troppo spesso complicato e volutamente labirintico:cia,fbi,spio e controspionaggio e così via...si solito mi portano al mal di testa;ma avevo il solito biglietto,la testa vuota ed ero sereno e forse questo ha agevolato il mio approccio.
Stranamente la sala era pure abbastanza piena...
Come sempre nn parlo della storia,aggiungo solo qualche nota di colore(personale).
Il film (si)regge soprattutto(solo?)grazie al regista....sì perchè,nonostante i nomi altosonanti del cast fanno parti marginali ed è tutto sulle spalle della protagonista.
L'idea di base non è originale(anzi!!)...la sceneggiatura spesso perde i colpi ma la cosa che mi ha deluso di più(in maniera esagerata)è il doppiaggio,il suono e l'audio di questo film:sembrava doppiato all'interno di uno sgabuzzino da gente che "se stà a magnà un panino" e la stai a disturbà!
Però il film fila....senza colpi di scena(o presunti tali) e non annoia mai(mai!).
Aggiungiamo pure che Gina ha il suo perchè.....e il dado è tratto.
Non lo consiglio vivamente perchè,secondo me,è il classico film da vedere a noleggio a casa con i pop corn in mano....
Alla prossima!
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ultimoboyscout
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lunedì 2 luglio 2012
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heavy woman power!
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Soderbergh ci riprova con l'action (o sarebbe meglio dire che ci prova con l'action purissimo?) dopo aver mixato virus e contaminazioni a un melò non troppo convinto. Imbastisce pure un discreto spettacolo, mescolando le anime di Jason Bourne e Evelyn Salt: il risultato è Mallory Kane, ovvero Gina Carano, campionessa reale di arti marziali, onestamente meglio come atleta e stunt che come attrice. Il cast è da urlo, accanto alla fisicata e sconosciuta protagonista ci sono Channing Tatum, Michael Fassbender e Michael Douglas, poi McGregor, Banderas e Paxton che uniti al talentaccio significano tanta roba e danno vita all'ennesimo suo film contraddittorio, che come spesso accade non mette mai d'accordo nessuno: genialata clamorosa o cagata pazzesca? Forse nessuna delle due ma siamo più vicini al celeberrimo giudizio del ragioniere più famoso d'Italia.
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Soderbergh ci riprova con l'action (o sarebbe meglio dire che ci prova con l'action purissimo?) dopo aver mixato virus e contaminazioni a un melò non troppo convinto. Imbastisce pure un discreto spettacolo, mescolando le anime di Jason Bourne e Evelyn Salt: il risultato è Mallory Kane, ovvero Gina Carano, campionessa reale di arti marziali, onestamente meglio come atleta e stunt che come attrice. Il cast è da urlo, accanto alla fisicata e sconosciuta protagonista ci sono Channing Tatum, Michael Fassbender e Michael Douglas, poi McGregor, Banderas e Paxton che uniti al talentaccio significano tanta roba e danno vita all'ennesimo suo film contraddittorio, che come spesso accade non mette mai d'accordo nessuno: genialata clamorosa o cagata pazzesca? Forse nessuna delle due ma siamo più vicini al celeberrimo giudizio del ragioniere più famoso d'Italia. Il film è cucito addosso all'esordiente Carano, che sgretola via via tutti gli uomini che l'hanno tradita, che prende in mano il proprio destino come Lisbeth Salander (altra super icona femminile del momento!) e si guadagna anche il titolo di co-protagonista della "più violenta rissa sentimentale", scena bellissima in cui Fassbender e la Carano, vestiti di tutto punto se le danno di santa ragione , dopo una cena seduttiva. La scena è brutale e assolutamente vera e credibile anche perchè senza musica ma solo col suono cupo e sordo delle botte e degli oggetti frantumati come colonna sonora. Scalzano, tra l'altro, i coniugi Pitt dalla vetta di questa specialissima classifica per la loro baruffa domestica in "Mr. & Mrs. Smith". Film ricco di sperimentazioni (come nel più perfetto stile Soderbergh) e provocazioni, con una donan che agisce per vendetta e difesa e non per bullismo o per il semplice gusto di farlo. Ma si muove pur sempre in un mondo di maschi e proprio da tale mondo cerca approvazione (di pubblico ovviamente). Soderbergh ha agito molto e riflettuto poco, il film è tutta un'acrobazia che ha capovolto, anzi sconvolto, le convenzioni più classiche della guerra dei sessi, risultando come realistico e mai troppo pacchiano, dimostrazione di gran coraggio del regista che si è preso un bel rischio nel lanciare come protagonista assoluta una lottatrice di MMA.
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