Il regista di origine inglese che già aveva conquistato il grande pubblico con due Batman e con l’ affascinante The Prestige, ritorna ad uno stile sperimentato una decina d’anni prima con il meno noto Memento. Definire Inception sciente-fiction è riduttivo. La storia, molto intrigante, è quasi impossibile da raccontare. Un ladro, specializzato nella sottrazione di segreti dal subconscio, decide di accettare un ultimo lavoro e così finalmente tornare a casa dai suoi bambini. Per fare questo deve mettere su una squadra. Organizzare la struttura complessa del progetto. Fare i conti col suo passato. Naturalmente con tutti gli imprevisti del caso.
Non si riesce a staccare gli occhi dallo schermo. Il cast è eccezionale: sei premi Oscar, della cui collaborazione il regista si era talvolta avvalso in precedenti occasioni. Inception (tradotto in italiano Innesto) è l’opera di un perfezionista che cura i minimi dettagli, che dimostra di muoversi con consapevolezza nei meandri della storia del cinema e della letteratura, miscelando con sapienza elementi del film noir classico, con la più moderna cinematografia, passando per Kubrikiane citazioni. Nolan riesce in quella magia sempre più rara di avvolgere e coinvolgere lo spettatore popolare così come quello più esigente. Si serve della tecnologia senza diventarne schiavo. Si distingue per la sperimentazione narrativa. La metanarrazione è esponenziale e progressiva. Così mentre i personaggi si perdono negli abissi del sogno nel sogno nel sogno, lo spettatore si vede saltare da un livello temporale all’altro. Gli appassionati della settima arte non potranno fare a meno di notare l’ammiccamento al ruolo degli attori. E’ forse casuale l’uso del leit motiv di "Non, Je Ne Regrette Rien” come chiave del plot narrativo, vista la presenza di Marion Cotillard? E’ sempre stato il fato a riunire la coppia Di Caprio-Joseph Gordon-Levitt, reduce da un film di Scorsese altrettanto cervellotico? E Cillian Murphy non riecheggia forse un personaggio da lui stesso interpretato nel film di Wes Craven Red Eye? Il regista prestidigita con la mente dello spettatore che non sa più a cosa credere. Soprattutto quando si imbatte in una fila chilometrica per conquistare il biglietto. Assolutamente da non perdere.
Arciduchessa Von Polydor
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