andre89lost
|
domenica 20 febbraio 2011
|
bello, ma non chiamatelo capolavoro!
|
|
|
|
E' un bel film ottimamente recitato. Però manca un qualcosa specie nella scena finale..
Il regista a mio parere non è riuscito a sottolineare l'importanza di quel discorso..
in più tutto il film scivola via senza troppe domande e con una bassa dose di dramma.
Detto ciò, spero che Geoffrey Rush e Colin Firth vincano l'Oscar per la loro interpretazione perchè sarebbe davvero meritato.
Voto: 7.5
|
|
[+] lascia un commento a andre89lost »
[ - ] lascia un commento a andre89lost »
|
|
d'accordo? |
|
jacker
|
lunedì 21 febbraio 2011
|
ottimo film.buona sceneggiatura e fotografia.
|
|
|
|
Davvero un ottimo film. Lento ma allietante, non privo di emozioni. Regala sensazioni di angoscia come se le vivessimo noi sulla nostra pelle. Buona anche la sceneggiatura e la fotografia.
|
|
[+] lascia un commento a jacker »
[ - ] lascia un commento a jacker »
|
|
d'accordo? |
|
emanu_lele
|
martedì 22 febbraio 2011
|
bello si ma non esageriamo.
|
|
|
|
Sicuramente un film da vedere ma non è un capolavoro, di quelli che ti rimangono dentro.
Sarà perchè parla di re e regine che per noi sono concetti del passato, sarà che fa appello al senso di nazione e di popolo che per noi Italiani moderni è molto ma molto relativo, sarà che si parla di un problema (la balbuzia) a cui la maggior parte delle persone non pensa; sarà perchè, un film incentrato tutto sul dialogo e su un problema legato a doppio filo con la lingua parlata perde tremendamente in fase di doppiaggio. Fatto sta che chiamarlo capolavoro secondo me è eccessivo. Sicuramente è da rivedere in lingua originale ma non penso che il mio giudizio cambierà.
[+]
Sicuramente un film da vedere ma non è un capolavoro, di quelli che ti rimangono dentro.
Sarà perchè parla di re e regine che per noi sono concetti del passato, sarà che fa appello al senso di nazione e di popolo che per noi Italiani moderni è molto ma molto relativo, sarà che si parla di un problema (la balbuzia) a cui la maggior parte delle persone non pensa; sarà perchè, un film incentrato tutto sul dialogo e su un problema legato a doppio filo con la lingua parlata perde tremendamente in fase di doppiaggio. Fatto sta che chiamarlo capolavoro secondo me è eccessivo. Sicuramente è da rivedere in lingua originale ma non penso che il mio giudizio cambierà.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a emanu_lele »
[ - ] lascia un commento a emanu_lele »
|
|
d'accordo? |
|
susan
|
domenica 27 febbraio 2011
|
bello ma non abbastanza coinvolgente
|
|
|
|
Il film ha degli ottimi intenti ed è senz'altro realizzato sapientemente dal punto di vista registico e scenografico;anche gli attori danno il meglio di loro stessi e sono ad un livello molto alto....eppure i miei sbadigli si sono susseguiti ininterrottamente...cosa che mi capita abbastanza raramente..e alla fine del film ho notato che anche il resto del pubblico in sala aveva un aspetto molto assonnato.Secondo me negli ingredienti di questo film,nonostante siano tutti di ottima qualità,è mancato quel qualcosa in grado di tenere desta l'attenzione dello spettatore,che seguiva sì,ma fino ad un certo punto,o seguiva annoiandosi a causa dei tempi troppo lenti,degli ambienti poco stimolanti,dai paesaggi perennemente avvolti dalla nebbia.
[+]
Il film ha degli ottimi intenti ed è senz'altro realizzato sapientemente dal punto di vista registico e scenografico;anche gli attori danno il meglio di loro stessi e sono ad un livello molto alto....eppure i miei sbadigli si sono susseguiti ininterrottamente...cosa che mi capita abbastanza raramente..e alla fine del film ho notato che anche il resto del pubblico in sala aveva un aspetto molto assonnato.Secondo me negli ingredienti di questo film,nonostante siano tutti di ottima qualità,è mancato quel qualcosa in grado di tenere desta l'attenzione dello spettatore,che seguiva sì,ma fino ad un certo punto,o seguiva annoiandosi a causa dei tempi troppo lenti,degli ambienti poco stimolanti,dai paesaggi perennemente avvolti dalla nebbia.....peccato!!!Ci doveva essere anche un pò di più l'occhio volto a tenere sveglio il pubblico!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a susan »
[ - ] lascia un commento a susan »
|
|
d'accordo? |
|
emilio zampieri
|
lunedì 14 marzo 2011
|
buona storia, buonissimi attori
|
|
|
|
Fosse capitato in un’annata con qualche film più “forte”, forse Il discorso del re non avrebbe vinto l’Oscar. Ma così si può dire anche, e molto di più, de Il gladiatore (ben lungi dal meritare il premio!) o di American Beauty, tanto per fare due esempi. Partiamo, quindi, con i difetti. Principalmente due: il ritmo non regge sempre bene, e si ha l’impressione di restare un po’ troppo in superficie. La storia riesce solo raramente a catturarti in profondità. Tuttavia, è proprio questa levità che fa de Il discorso del re un film assai piacevole. La storia è interessante e scivola bene (seppure, come ho detto, a volte si vorrebbe più movimento), gli attori sono affiatati e in parte, e la confezione è deluxe.
[+]
Fosse capitato in un’annata con qualche film più “forte”, forse Il discorso del re non avrebbe vinto l’Oscar. Ma così si può dire anche, e molto di più, de Il gladiatore (ben lungi dal meritare il premio!) o di American Beauty, tanto per fare due esempi. Partiamo, quindi, con i difetti. Principalmente due: il ritmo non regge sempre bene, e si ha l’impressione di restare un po’ troppo in superficie. La storia riesce solo raramente a catturarti in profondità. Tuttavia, è proprio questa levità che fa de Il discorso del re un film assai piacevole. La storia è interessante e scivola bene (seppure, come ho detto, a volte si vorrebbe più movimento), gli attori sono affiatati e in parte, e la confezione è deluxe. Colin Firth è molto bravo, non tanto per le sue capacità mimetiche che ne fanno un credibile balbuziente, ma perché riesce a trasmettere la fragilità del personaggio. Non ho visto A single man, ed è la prima volta che osservo, con sollievo e senso di liberazione, Colin Firth darsi completamente. Ma Giorgio VI ha una spalla favolosa: un carismatico e delizioso Geoffrey Rush che ti conquista il cuore. La dolce Helena Bonham Carter, il tagliente Guy Pearce, l’ossequioso Derek Jacobi, il travagliato Michael Gambon e tutti gli altri fanno la loro parte con competenza, senza disturbare. Solo, Timothy Spall ha un’espressione un po’ arcigna e caricaturale per interpretare Winston Churchill, dai cui occhi traspirava un’umanità che Spall cerca di trasmettere solo a parole.
Il regista Tom Hooper si è messo al servizio di tutto questo, con perizia. Il suo Oscar mi sembra immeritato, ma probabilmente si è voluto premiare l’intera operazione (e capita spesso che il film vincitore “trascini” anche l’Oscar per la regia). Comunque, a conti fatti, lo spettatore avrà speso i soldi volentieri.
[-]
[+] errata corrige
(di emilio zampieri)
[ - ] errata corrige
|
|
[+] lascia un commento a emilio zampieri »
[ - ] lascia un commento a emilio zampieri »
|
|
d'accordo? |
|
nannius
|
venerdì 2 marzo 2012
|
trasformare i limiti in punti di forza
|
|
|
|
Tecnicamente perfetto, il film svela il senso della vita, lasciandoci una lezione che val la pena sempre di ripertere. I limiti dell'essere umano apparentemente insormontabili, come la balbuzie di un re, possono in un istante trasformarsi nei nostri punti di forza. Un re che si crede pessimo, si scopre alla fine il re capace di guidare il suo paese alla vittoria nel più critico dei conflitti che l'inghilterra abbia mai affrontato. La trasformazione avviene attraverso un sofferta apertura dell'individuo verso il prossimo, nonostante la diversa estrazione sociale. Attraverso l'amore verso il suo insegnante parte l'analisi introspettiva di se stesso, ove il re scopre che i propri limiti sono in realtà una gabbia artificiale.
[+]
Tecnicamente perfetto, il film svela il senso della vita, lasciandoci una lezione che val la pena sempre di ripertere. I limiti dell'essere umano apparentemente insormontabili, come la balbuzie di un re, possono in un istante trasformarsi nei nostri punti di forza. Un re che si crede pessimo, si scopre alla fine il re capace di guidare il suo paese alla vittoria nel più critico dei conflitti che l'inghilterra abbia mai affrontato. La trasformazione avviene attraverso un sofferta apertura dell'individuo verso il prossimo, nonostante la diversa estrazione sociale. Attraverso l'amore verso il suo insegnante parte l'analisi introspettiva di se stesso, ove il re scopre che i propri limiti sono in realtà una gabbia artificiale. I sottotitoli finali concludono il film ricordando che i due protagonisti sono rimasti amici per sempre, quasi a ribadire che l'atto di amore di affidarsi ed aprirsi al prossimo stà alla base della rivoluzione umana.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nannius »
[ - ] lascia un commento a nannius »
|
|
d'accordo? |
|
marcobrenni
|
mercoledì 23 gennaio 2019
|
la vera forza di volontà
|
|
|
|
Va detto che dopo la pubblicazione di molti documenti di guerra britannici, gelosamente secretati fino alla caduta del muro di Berlino (1989), si è offerto lo spunto per sfornare incredibili capolavori che permettono di meglio capire il ruolo fonfdamentale della leonina resitenza britannica contro il tiranno Hitler. Uno di questi è indubbiamente "II Discorso del re", un ritratto del vero re George, un balbuziente patologico grave che fu forzato sul trono a causa del vile rinunciatario fratello maggiore Edward, innamoratosi follemente della pluridivorziata e discutibie (a dir poco) Wallis Simpson: un'americana rampante sociale pure spia nazista, amica personale di Goebbles e Himmler dai quali riceva giornalmente garofani rossi (!) Non mi dilungo ad elencare i meriti del film il cui valore è certificato dai numerosi premi ufficiali e pure dai commenti entusiastici del pubblico.
[+]
Va detto che dopo la pubblicazione di molti documenti di guerra britannici, gelosamente secretati fino alla caduta del muro di Berlino (1989), si è offerto lo spunto per sfornare incredibili capolavori che permettono di meglio capire il ruolo fonfdamentale della leonina resitenza britannica contro il tiranno Hitler. Uno di questi è indubbiamente "II Discorso del re", un ritratto del vero re George, un balbuziente patologico grave che fu forzato sul trono a causa del vile rinunciatario fratello maggiore Edward, innamoratosi follemente della pluridivorziata e discutibie (a dir poco) Wallis Simpson: un'americana rampante sociale pure spia nazista, amica personale di Goebbles e Himmler dai quali riceva giornalmente garofani rossi (!) Non mi dilungo ad elencare i meriti del film il cui valore è certificato dai numerosi premi ufficiali e pure dai commenti entusiastici del pubblico. Invero un documento storico eccezionale, girato con rara maestria con l'avallo di una coppia di eccellenti attori come Colin Firth e l'istrionico Geoffrey Rush!
Questo film va inserito fra i capolavori menzionati sopra, quelli che illustrano l'incredibile resistenza leonina opposta dai britannici contro il tiranno Hitler. In particolare sono: "Il Discorso del Re"; "Churchill" o " l'Ora più Buia" (The Darkest Hour); poi "Dunkirk" e pure "Enigma". È una quadrilogia di rara eccellenza sotto ogni profilo: filmico, storico, di regia, di recitazione (!) di capacità narrativa molto coinvolgente - tutte qualità oggi piuttosto rare. Invero, per via del segreto di Stato, la storia ufficiale parlò poco dell' importantissimo ruolo svolto dall'eroico re Edward che fu di essenziale appoggio a Churchill e quindi della vittoria anglo-americana contro la Germania nazista tramite lo sbarco in Normandia salpato dalla costa inglese.
È un film da vedere assolutamente, non dimenticando pure i film elencati sopra che formano una quadrilogia essenziale (!) per poter capire meglio un periodo incredibilmente buio per l'umanità, dal quale non si possono non trarre esempi di raro coraggio, ma soprattutto di ferrea, eroica VOLONTÀ di resistere!
Marco Brenni
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marcobrenni »
[ - ] lascia un commento a marcobrenni »
|
|
d'accordo? |
|
pepito1948
|
martedì 1 febbraio 2011
|
il re tartaglia ed il potere
|
|
|
|
La storia ci insegna che, tranne rare occasioni, chi è chiamato ad altissimi incarichi istituzionali si guarda bene dal rifiutare il potere, o dal cederlo successivamente per sopravvenute contingenze ostative. Ebbene negli scorsi anni ’30 la storia della Gran Bretagna è andata controcorrente, allorché il re Edoardo VIII abdicò per sposare l’americana divorziata Wally Simpson, ed il recalcitrante fratello minore Albert –poi diventato re Giorgio VI- fu chiamato secondo il diritto ereditario a sedere sul trono. Il film, bellissimo, narra appunto le vicende e le tribolazioni di quest’ultimo che, affetto da balbuzie fin dall’infanzia e per carattere poco incline a svolgere quel compito di alta responsabilità, soprattutto nell’imminenza di una nuova guerra resa inevitabile dalla follia di Hitler, viene spinto dalle circostanze a compiere il fatale passo che avrebbe volentieri evitato.
[+]
La storia ci insegna che, tranne rare occasioni, chi è chiamato ad altissimi incarichi istituzionali si guarda bene dal rifiutare il potere, o dal cederlo successivamente per sopravvenute contingenze ostative. Ebbene negli scorsi anni ’30 la storia della Gran Bretagna è andata controcorrente, allorché il re Edoardo VIII abdicò per sposare l’americana divorziata Wally Simpson, ed il recalcitrante fratello minore Albert –poi diventato re Giorgio VI- fu chiamato secondo il diritto ereditario a sedere sul trono. Il film, bellissimo, narra appunto le vicende e le tribolazioni di quest’ultimo che, affetto da balbuzie fin dall’infanzia e per carattere poco incline a svolgere quel compito di alta responsabilità, soprattutto nell’imminenza di una nuova guerra resa inevitabile dalla follia di Hitler, viene spinto dalle circostanze a compiere il fatale passo che avrebbe volentieri evitato. Il tema del rifiuto del potere e delle connesse implicazioni è la traccia narrativa su cui si innestano i personaggi principali e di contorno, fino al (sofferto) trionfo finale: il principe, superato l’ultimo ostacolo, diviene re, apprezzato e stimato da tutti, e sarà il punto di riferimento di governo e popolo in uno dei momenti più bui del XX secolo.
Albert, duca di York, nella temuta prospettiva che arrivi il suo turno, cerca di superare l’handicap ricorrendo, prima controvoglia poi con crescente convinzione, all’aiuto di un logopedista australiano anticonformista, non ortodosso e, come emergerà dopo, senza formali titoli; nonostante le iniziali difficoltà di relazione fra i due, sarà questa l’arma vincente per affrontare la prova più drammatica: l’instaurarsi di un canale di comunicazione verbale con i sudditi, condizione essenziale per creare un rapporto fiduciario tra monarchia e popolo, che culminerà nella prova del nove del primo discorso via radio alla Nazione. Ma il rapporto tra “Bertie” il principe e Leonard il terapeuta stenta a decollare: le regole poste da Leo prevedono piena parità e totale libertà nella gestione della cura, e questo è difficile da accettare da parte di un principe. Fin quando il perimetro di cura viene ristretto dal diffidente Albert ad interventi “meccanici” sulla bocca e sul corpo, i progressi sono scarsi e discontinui; ma quando i due convengono sulla necessità di estendere la terapia alla sfera psicoemotiva, cui il difetto è strettamente collegato, tutto si sblocca e l’obiettivo diventa a portata di mano, grazie anche all’apporto di stimolo, di dolcezza nonchè di ferma determinazione della moglie e futura regina. Paziente e logopedista diverranno amici, ed il sostegno di Leonard resterà insostituibile per lo svolgimento dei gravosi compiti del re.
Il film, dal punto di vista storico, ha il merito di ricordarci non tanto la vicenda di Edoardo, dimissionario per amore, di cui sappiamo molto (compresa la simpatia verso il nazismo) per la prolungata risonanza mediatica che lo scandalo ebbe, ma soprattutto quella del suo successore –fatta di dubbi, paure, ire, ma anche di tenacia, capacità di combattere i cedimenti, fiducia nell’altrui sostegno (ed alla fine in se stesso)- di cui conoscevamo poco o nulla. Il rapporto con il proprio destino e quindi con il potere, sentito come irrinunciabilità ad un ruolo di guida morale e carismatica nell’interesse esclusivo della Nazione, è perfettamente descritto dal regista, che rifugge da qualsiasi orpello ed effetto spettacolare che distolgano dalla descrizione dei personaggi e delle loro dinamiche.
Inoltre il film, girato quasi esclusivamente in interni, è, per come è impostato, soprattutto una prova di recitazione, e qui sta l’elemento di maggior pregio, anche se tutto il resto, dall’accurata ricostruzione di ambienti alla luce soffusa e un po’ cupa tipicamente inglese, funziona a meraviglia. Su Colin Firth, a pochi giorni dall’uscita sui nostri schermi, si è già detto molto e, dopo la eccelsa prova di “A single man”, le sue quotazioni di attore drammatico erano già salite vertiginosamente; con “Il discorso del re” abbiamo avuto un’attesa conferma, e la consapevolezza che in quel ruolo dalle molte sfaccettature e di particolare difficoltà interpretativa è arduo immaginare un’alternativa migliore. Geoffrey Rush, che dopo “Shine”, abbiamo visto in parti non da protagonista assoluto, è uno di quegli attori da cui ti aspetti sempre il massimo e sai che non ti deluderà. Il loro duetto di connotazione marcatamente inglese è al centro di questo grande film, dove ogni passaggio evolutivo tocca e commuove, nonostante l’intera vicenda sia già nota così come il finale liberatorio. Edificante, istruttivo, esemplare ed artisticamente pressoché perfetto.
Ed anche, per confronto, molto attuale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a pepito1948 »
[ - ] lascia un commento a pepito1948 »
|
|
d'accordo? |
|
giuli18
|
mercoledì 2 febbraio 2011
|
pelle d'oca!
|
|
|
|
5 stelle le merita davvero tutte questo capolavoro. Un'autentica lezione di cinema umano, la storia commovente e toccante di Giorgio VI salito al trono in un momento difficile della storia quale fu la seconda guerra mondiale. Il discorso finale mi ha fatto venire i brividi, avevo la pelle d'oca, dentro di me incitavo il re a continuare a parlare, come se fossi li accanto a lui, ecco questo film ha la caratteristica di portarti DENTRO il film e viverlo in prima persona. Assolutamente fantastiche le interpretazioni di Rush e della Bonham Carter, ma Firth è stato eccezionale spero vivamente vinca l'Oscar come miglior attore protagonista se lo merita tutto!
|
|
[+] lascia un commento a giuli18 »
[ - ] lascia un commento a giuli18 »
|
|
d'accordo? |
|
everyone
|
lunedì 7 febbraio 2011
|
gran classe...
|
|
|
|
Gran classe nelle interpretazioni e nella ricostruzione di un'epoca e di un ambiente abbastanza lontani nel tempo.Film apprezzabile da un pubblico adulto,colto e sensibile.
|
|
[+] lascia un commento a everyone »
[ - ] lascia un commento a everyone »
|
|
d'accordo? |
|
|